Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4601
@M.T. A proposito di traduzioni: nei libri del norvegese Jo Nesbo compare spesso bevette e bevettero, che sono forme consentite ma non consigliate, al posto di bevve o bevvero. La cosa dipende dal traduttore non di madrelingua italiana, ed è meno grave di grosse smarronate nell'applicazione della consecutio temporum che ho rilevato in molti libri di autori anglosassoni, anche queste dovute a traduttori non di madrelingua. Queste cantonate dimostrano che le grandi case editrici che hanno prodotto i libri in questione hanno inteso risparmiare sull'editing, mandando in stampa direttamente il testo così come tradotto, senza farlo successivamente editare.
Mario Izzi
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4602
M.T. wrote: Spezzoni d'Italia:



Intanto Israele riprende gli attacchi. Lo dico da un pezzo: per la pace non ci vogliono né Hamas né il governo di Netanyahu.
E neanche uno che mira solo a fare affari, come the Donald. La soluzione, tutt'altro che definitiva, spacciata per pace è solo una tregua traballante che non garantisce un bel niente.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4603
ElleryQ wrote: La famosa frase de "Il gladiatore": al mio via scatenate l'inferno, è dovuta a un'intuizione del doppiatore Luca Ward. 
Il dialogo originale era: al mio via togliete le catene ai cani (in riferimento ai molossi, spesso usati nei combattimenti dagli antichi romani).
Avevo sentito qualcosa di simile in due video sul Tubo: uno di Roberto Trizio e uno di Olly Richards.
ElleryQ wrote: tieni conto che in anni passati, tipo '60-'70, c'erano dei luoghi comuni molto radicati, tra cui quello che al Sud Italia le persone fossero particolarmente emotive e passionali e reagissero per un nonnulla.
Purtroppo gli stereotipi ci sono anche adesso :-( Nel biennio 2014-2015 lavoravo in un alberghetto qui in Sicilia. Mi occupavo dell'accoglienza dei clienti. Una sera mi si presentarono tre signore venete, tutte single da sempre, sorridenti e desiderose… di divertirsi. Alla partenza, vennero da me e mi dissero con tanta meraviglia (da parte loro :) ) che la Sicilia è diversissima da come pensano in Veneto. Organizzazione perfetta. Mi dissero "Non ci sono quelli con la coppola che ti sparano addosso con la lupara!" come invece pensano i Veneti. Un'altra aggiunse, quasi nascondendosi, "Ci sono pure begli uomini, più belli dei veneti". Si meravigliarono anche per il fatto che usavamo il computer! Ma una cosa mi rimase impressa e ci penso tuttora. Non riuscivano a credere che ci sono gli ascensori. Assurdo! Gli ascensori! Mi dissero che in Veneto la gente pensa comunemente che in Sicilia siamo così arretrati da non avere nemmeno gli ascensori!
Sempre parlando di luoghi comuni, mi avevano detto che i Napoletani erano sporchi, ma poi scoprii che i Napoletani erano i più puliti d'Italia, mentre i più sporchi erano i Veneti e gli Altoatesini di lingua tedesca. Sempre parlando di italiani. Non faccio di tutta l'erba un fascio perché c'erano eccezioni e non sempre la realtà era opposta allo stereotipo. Spero non leggano Veneti e Altoatesini ;)
M.T. wrote: non tutte le traduzioni sono letterarie, alcune le cambiano per renderle più comprensibili al pubblico che le guarda; forse il traduttore ha pensato che usando "siciliani" si capisse meglio il contesto per il pubblico italiano. Succede così anchet nei manga, per esempio, perché ci sono riferimenti culturali giapponesi che, se non si conosce il Giappone, si fanno fatica a far capire.
Sì, mi hai fatto venire in mente quando a psicologia traducevamo questionari americani (del Minnesota in particolare) in italiano. Ricordo che facevamo una traduzione anche di tipo transculturale. Il concetto è che, se la domanda originale in inglese era "Se in campagna ti trovi davanti un bisonte, provi paura?", in italiano diventava "Se in campagna ti trovi davanti una pecora, provi paura?", dato che in Italia non ci sono bisonti americani, ma pecore sì.
Cheguevara wrote: fanno sperare che Trump e il trumpismo siano una meteora di passaggio
Mi sa di sì. Ci riflettevo l'altro ieri.
Cheguevara wrote: gente come Larussa
Parli di Ignazio Benito Larussa, suppongo! Quelli sono fascisti persino nel nome!
Cheguevara wrote: dopo aver ricoperto di insulti (e di querele)
Sai la storia della signora Meloni che ha querelato un comico che faceva satira?
Il Sommo Misantropo

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4605
@dyskolos

A proposito di stereotipi
Quando ero ragazzino, ricordo una famiglia del Nord che venne in vacanza dalle mie parti.
Parliamo dei primi anni Settanta.
Questo signore, alla sua prima volta in Sardegna, si mostrò stupito per due motivi.
Il primo: chiunque incontrasse, vecchi compresi, gli rispondeva in italiano. Un buon italiano.
Perfino i semianalfabeti. Ricordo con chiarezza mia nonna: non l’avevo mai sentita parlare in italiano, mai. Ma con quel turista ci parlò, e con un italiano sorprendentemente corretto. Fu la prima e ultima volta che la sentii usare quella lingua.
La seconda cosa che lo colpì – e ce lo disse con tutta sincerità – fu che per entrare in Sardegna non servisse il passaporto.

Sempre a proposito di stereotipi.
Sono passati trentasei anni dal 1989...
Quell’anno prestavo servizio in Sardegna. Un generale del “Continente” venne a farci visita.
Sembrava sinceramente entusiasta della Sardegna – o forse lo era del pranzo luculliano e del vino, chissà. Ma fece una battuta che non piacque a molti: disse che i sardi erano “grandi combattenti, nonostante la loro piccola statura”.
La frase offese parecchi.
Si sapeva che sarebbe tornato qualche mese dopo, in occasione di una cerimonia militare – c’era anche la televisione.
Doveva entrare nella caserma a piedi, con squilli di tromba e picchetto d’onore.
Il picchetto fu formato esclusivamente da soldati di leva sardi, scelti tra i reparti. Il più basso superava il metro e novanta. L’ufficiale di picchetto era alto oltre due metri. Quando sguainò la sciabola per presentare gli onori, quasi bucava il soffitto dell’androne.
Il generale passò in rassegna i soldati con il mento all’insù, se voleva guardarli in faccia e non all’altezza dello stomaco...

La Sardegna è spesso associata, nei luoghi comuni, alla bassa statura.
Una narrazione portata avanti come se fosse la norma. Ma non è del tutto corretta.
La vera discendenza sarda – e qui entriamo nella leggenda – sarebbe quella dei "giganti", e non mi addentro nella questione “complotto”, anche se sono stati rinvenuti  in Sardegna, durante lavori stradali e scavi vari, centinaia e centinaia di scheletri di altezza notevole.
La bassa statura, più realisticamente, potrebbe essere attribuita alle popolazioni di schiavi importati dai Romani per lavorare nelle miniere, e poi rimasti.
Io sono alto un metro e ottanta, un’altezza normale. E così molti nella mia famiglia.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4606
ElleryQ wrote: Ehm... mi sa che qui ce ne sono. 😅
Oooops! :P
Alberto Tosciri wrote: A proposito di stereotipi
Quando ero ragazzino, ricordo una famiglia del Nord che venne in vacanza dalle mie parti.
Parliamo dei primi anni Settanta.
Questo signore, alla sua prima volta in Sardegna, si mostrò stupito per due motivi.
Il primo: chiunque incontrasse, vecchi compresi, gli rispondeva in italiano. Un buon italiano.
Perfino i semianalfabeti. Ricordo con chiarezza mia nonna: non l’avevo mai sentita parlare in italiano, mai. Ma con quel turista ci parlò, e con un italiano sorprendentemente corretto. Fu la prima e ultima volta che la sentii usare quella lingua.
La seconda cosa che lo colpì – e ce lo disse con tutta sincerità – fu che per entrare in Sardegna non servisse il passaporto.
Questo signore continentale meritava, come minimo, la patente di scemo (giusto per citare Pirandello :) ). Tua nonna mi sta già simpatica :-)
Alberto Tosciri wrote: La Sardegna è spesso associata, nei luoghi comuni, alla bassa statura.
Questa associazione la fanno anche riguardo ai Siciliani.
Dei Sardi si dice anche che sanno fare solo il formaggio e che indugino in zoofilia erotica con le pecore e anche con altri animali. Per esempio, in una vecchia barzelletta, in una coppia di gorilla (maschio e femmina) il maschio muore e la gorilla superstite si lamenta. Allora reclutano un Sardo, Gavino, per "consolare" la gorilla e lui, Gavino, accetta in cambio di mille euro: entra nella gabbia e "consola" :P la gorilla.
Ti metto sotto un video che parla di luoghi comuni sui Sardi, piccoli piccoli e nani. Il video è tutto stradivertente, ma se non vuoi perdere troppo tempo, guardalo tra 4:13 e 6:15 :D :D
Alberto Tosciri wrote: Io sono alto un metro e ottanta, un’altezza normale. E così molti nella mia famiglia.
Io invece sono alto ("alto" si fa per dire ;) ) 171cm e quindi un po' confermo lo stereotipo, ma sono quasi tutti più alti. Un mio amico supera i due metri.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4607
@Cheguevara Purtroppo la qualità delle ce, anche grandi, è calata.

Intanto Meloni trova un altro nemico: la cultura woke https://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/2025/10/19/meloni-la-cultura-woke-cerca-di-dividere-italia-e-usa_4248f0a9-4327-44bd-ba72-a3028cea1b9a.html
(nello stesso link c'è un'altra perla: Giorgia Meloni sfida l'Ue e cerca di ottenere un accordo commerciale diretto con Trump. Ben fatto Meloni. E' una mossa brillante). Una volta avevamo una politica estera seria (se non seria almeno decente), ora questo...

Intanto Israele ha ripreso ad attaccare Gaza. Sarò poco diplomatico, ma prenderei Hamas, il governo Netanyahu, li legherei insieme, e poi li getteri nel fondo della fossa delle Marianne. Sono estremo? no. C'è un passo del Vangelo che suggerisce questa cosa, ovvero che per chi scandalizza i piccoli è meglio aver una macina girata da asino legata al collo e gettato nel fondo degli abissi. E visto quello che è stato fatto a tanti bambini, non si meritano altro.

@Alberto Tosciri Riguardo ai sardi, c'è una cosa che non è chiara, nel senso che non so se tutti la pensano a questo modo o è solo di alcuni. In una discussione avuta tempo fa con uno originario della Sardegna ma trasferitosi poi in Emilia (non mi addentro dei dettagli) mi fu detto (urlato) "Io non sono italiano, ricordatelo! Sono sardo! Noi sardi non siamo italiani!" Non so se era una sua sclerata o era una cosa condivisa da altri.

Non è però l'unica volta che ho sentito un discorso simile: l'ho sentito anche da diversi napoletani. "Noi non siamo italiani, siamo napoletani, perché l'Italia non ha mai fatto nulla per Napoli. Nessuno ha mai fatto nulla per noi, solo Maradona" (lo so, sembra ridicolo, ma mi è stato fatto questo discorso e mi sono cadute le OO. Ora salta fuori il mio lato antisportivo: avevo dieci anni, ma mi ricordo ancora i napoletani che nella semifinale Italia - Argentina tifavano contro l'Italia e ridevano tutti contenti per la sconfitta della nazionale. La mia antisportività è nata in quella partita: non potete immaginare la goduria quando Maradona e company hanno perso in quel modo la finale contro la Germania :diavolo2:
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4608
M.T. wrote: Intanto Israele ha ripreso ad attaccare Gaza.
Come ampiamente previsto anche da me.
M.T. wrote: "Io non sono italiano, ricordatelo! Sono sardo! Noi sardi non siamo italiani!"
Ora rinfocolo la questione, perdonatemi. Secondo me, i Sardi non possono dire che non sono italiani. I Siciliani lo possono dire. Non discuto su come uno singolarmente si sente: una volta conoscevo una ragazza che si sentiva una betulla. In questo senso, un sardo può non sentirsi italiano e dirlo. Ma… ma… ma… c'è un "ma" grande come una casa. Dico una cosa pesante e divisiva, lo so. Storicamente il Regno d'Italia è una sorta di estensione del Regno di Sardegna. Lo stesso Garibaldi, che dicono essere il padre della patria dell'Italia (su questo stendo un velo pietosissimo), era senatore del regno di Sardegna. La Sardegna, con i Savoia, annesse (perché di annessione si trattò, ma si poteva dire solo "unione") la Sicilia alla fine del 1860 e poi si annesse altre parti d'Italia più o meno tra il 1860 e il 1866. Quindi, storicamente parlando, i Sardi sono arci italiani.
Comunque, circa tre mesi fa, il leghista Castelli (ex ministro della repubblica sotto Berlusconi), ospite in una trasmissione su una TV italiana, si mise a parlare in lombardo perché lui si sentiva lombardo e non italiano. Lui? Uno che aveva giurato sulla Costituzione italiana (non padana)? Uno che veniva pagato lautamente dall'Italia per fare il ministro? Poteva dirlo prima di diventare ministro che non si sentiva italiano! Ma i soldi di Roma Ladrona fanno comodo a tutti i politici, si sa!
Last edited by dyskolos on Sun Oct 19, 2025 9:41 pm, edited 1 time in total.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4609
@dyskolos Così facendo (o dicendo) non si va da nessuna parte. O meglio, da qualche parte si va, ma non è certo un bell'andare (anche se qualcuno un po' malizioso potrebbe asserire il contrario :P ) (Ah, quella di non essere italiani l'ho sentita dire anche da veneti...)
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4611
M.T. wrote: @Alberto Tosciri Riguardo ai sardi, c'è una cosa che non è chiara, nel senso che non so se tutti la pensano a questo modo o è solo di alcuni. In una discussione avuta tempo fa con uno originario della Sardegna ma trasferitosi poi in Emilia (non mi addentro dei dettagli) mi fu detto (urlato) "Io non sono italiano, ricordatelo! Sono sardo! Noi sardi non siamo italiani!" Non so se era una sua sclerata o era una cosa condivisa da altri.
Sì, è una cosa condivisa da altri, e la maggior parte non lo dichiarano per posa o provocazione, ma per una rivendicazione storica e culturale ben precisa.
Serve un minimo di contesto, altrimenti sembra davvero una sparata gratuita. In realtà, è l’affermazione di un’appartenenza che non si è mai lasciata assimilare del tutto, nonostante secoli di dominazioni esterne.
Ma in Sardegna c’è una peculiarità. Qui esiste un’identità sarda forte, radicata, studiata anche all’estero per caratteristiche genetiche (come la longevità) e culturali uniche. Non si parla di etnia nel senso moderno del termine: l’Italia è un mosaico di identità. Ma non è solo questione di DNA: è questione di memoria storica collettiva.
Basta pensare che alcune zone dell’interno non furono mai completamente romanizzate né cristianizzate. In certi paesi si parlano ancora varianti linguistiche millenarie, si tramandano riti, tradizioni, strutture sociali che affondano nel tempo antico. La Sardegna ha avuto un percorso diverso rispetto al resto della Penisola.
Caduto l’Impero romano, arrivarono i Bizantini. Poi, intorno al X secolo, nacquero i Giudicati — quattro regni autonomi che durarono fino al XIII-XIV secolo. Non c’era feudalesimo, né servitù della gleba. Erano strutture istituzionali originali, con leggi proprie. Un esempio è la Carta de Logu, redatta da Eleonora d’Arborea, che per certi aspetti era più moderna del diritto vigente in altri Stati europei del tempo.
Le comunità erano responsabili per i crimini interni. Se avveniva un sequestro di persona, tutta la zona ne pagava il prezzo — in senso letterale: incidendo sul prezzo dei beni di prima necessità, fino alla liberazione dell’ostaggio.
Un po’ come se oggi, in un luogo dove avviene un reato grave, si aumentasse il prezzo della benzina e dei generi di prima necessità. Ci andrebbero di mezzo tutti e quelli che conoscono i colpevoli, farebbero pressioni su di loro per sbloccare la situazione.
Poi vennero Pisa e Genova, poi gli Aragonesi, e infine gli Spagnoli: la Sardegna fu un possedimento spagnolo per quasi 400 anni, con lingua, istituzioni e mentalità influenzate dalla Spagna. Poi arrivarono i Savoia. Da lì nacque il Regno di Sardegna, che però era in sostanza il Regno di Piemonte con la Sardegna nel nome. Poi l’unità d’Italia. E da allora, guerre, povertà, e una lunga storia di marginalizzazione.
Io abito in una parte di Sardegna che è una delle zone più belle del mondo — e non lo dico per esagerare — ma qui manca quasi tutto. Non si può vivere di sola bellezza. Eppure non me ne andrei. Perché è casa.
Amo l’Italia, l’ho servita in uniforme, ne riconosco la civiltà, i valori, la bellezza. Ma sarebbe bello se anche la mia terra fosse stata trattata con un po’ più di considerazione. Così, molti sardi oggi si ritrovano divisi: Da una parte c’è il legame con lo Stato italiano, dall’altra una storia e un’identità sarda a lungo ignorate. È da qui che nasce, per alcuni, il rifiuto dell’appartenenza italiana.
Capisco chi lo fa e perché lo fa. Non posso giudicarlo.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4612
@Alberto Tosciri Ho lavorato in Sardegna, e precisamente a Sassari, per circa un anno, a cavallo tra il 1987 e il 1988. Ne ho ricavato queste impressioni: 
- i sardi sono un popolo ospitale, che accoglie gli estranei facendoli sentire a casa propria;
- se metti tre sardi insieme, si finisce per fare musica;
- la mia esperienza è limitata alla Gallura, eppure anche solo in quella zona esistono profonde differenze, nel senso che ad Alghero, dove avevo residenza, si parla il catalano antico, e molte auto esponevano adesivi con scritto iu legiu, y scrivu, y parlu algherès, e c'era in giro qualche cartello con scritto afora sos italianos da sa Sardinia (sono andato a memoria, quindi posso aver sbagliato i vocaboli), e all'aeroporto di Fertilia vennero dati annunci in catalano per i quali alcuni dipendenti vennero sanzionati.
- a La Maddalena  un'altra storia. Ricordo che una sera ero in una pizzeria assieme a tre colleghi, uno pugliese assieme alla figlia di otto anni, uno napoletano e l'altro sardo. Nel separé accanto al nostro quattro bulli del luogo, sicuramente sbronzi, facevano un casino del diavolo e il mio collega napoletano pensò bene di redarguirli a voce alta, al che due di loro si alzarono e vennero davanti al nostro tavolo con aria minacciosa, e uno disse ci vediamo fuori. Il collega sardo cercò di mediare, dicendo ma dai, smettiamola, son sardo anch'io. La risposta del bullo: noi non siamo sardi, siamo maddalenini. Fuori, poi, non ci fu rissa, anche perché, mentre uno di noi pagava il conto, io uscii di soppiatto, recuperai l'auto con cui eravamo venuti, mi posizionai davanti all'uscita a luci spente e col motore acceso, imbarcai al volo i colleghi e mi detti a ignominiosa fuga, non temendo tanto per noi, quanto per la bambina. Ho raccontato la storia, per evidenziare che, per quanto mi risulta, in Sardegna le varie dominazioni avvicendatesi nei secoli hanno lasciato evidenti tracce sia nel linguaggio, che nelle altre caratteristiche degli abitanti, a seconda delle zone.
La mia resta, comunque, un'esperienza ampiamente positiva, tanto che, negli anni a seguire, mi sono dovuto pentire di non avere accettato di restare a lavorare in Sardegna per rientrare invece in continente. Questo è quanto.
 
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4613
Alberto Tosciri wrote: Poi, intorno al X secolo, nacquero i Giudicati
Pensa che una volta parlai in un forum italiano dei giudici sardi. Ovviamente la gente subito andò con la mente a magistrati sardi :D :D
Alberto Tosciri wrote: come la longevità
Qua suppongo che ti riferisca alle blue zones.
Alberto Tosciri wrote: Aragonesi
Sempre parlando di Sardegna, gli Aragonesi catalani lasciarono qualcosa in eredità nella città di Aghero, dove è considerato ufficiale anche il catalano. Sono certo che lo sai. Lo dico per i non-sardi :)
Alberto Tosciri wrote: Io abito in una parte di Sardegna che è una delle zone più belle del mondo — e non lo dico per esagerare
Non esageri: è davvero così. Basta consultare i siti delle agenzie di viaggio americane. La Sicilia e la Sardegna sono le destinazioni più rinomate per i croceristi.


Alberto, visto che parli di questioni culturali, secondo me l'errore più grande fu vietare il sardo (come lingua) in Sardegna (1720-1721) e vietare il siciliano (come lingua) in Sicilia (1555, da parte degli Spagnoli). Per fortuna l'anno scorso un ragazzo siculo-russo presentò una tesi di laurea in linguistica metà in siciliano e metà in italiano. Non succedeva dal 1555. Un documento ufficiale scritto in siciliano! Naturalmente il relatore (siciliano) era d'accordo, anzi lieto, e così erano tutti gli altri professori.
A questo proposito, vorrei aggiungere che ci sono alcuni elementi culturali siciliani che i media italiani quasi sempre associano alla mafia o alla mafiosità intrinseca del popolo siciliano, ma non è così! Specialmente nell'Italia settentrionale, questa associazione è fortissima (non faccio di tutta l'erba un fascio, scusate la parola "fascio" :P ).
L'esempio tipico che faccio è il pizzino. Il vocabolario Treccani online (quindi consultabile da tutti), quando definisce "pizzino", esordisce con la frase "Nel gergo della mafia…", ma la mafia non c'entra niente! Il pizzino era una forma di resistenza agli Spagnoli, che avevano vietato il sicliano almeno nei contesti pubblici. Allora, come forma di resistenza, i Siciliani scrivevano i loro messaggi in siciliano su piccoli foglietti di carta e se li passavano di mano in mano di nascosto. Siccome per tanti storici gli Spagnoli portarono la mafia in Sicilia, paradossalmente il pizzino finiva per diventare una forma di resistenza alla mafia.
Quando ero bambino, andavo sotto casa di mia nonna in via Sole e lei mi scendeva dal balcone una cesta con un pizzino al fondo. Quel pizzino conteneva la lista della spesa. Io poi portavo il pizzino alla signora Mattia (titolare di un negozietto di generi alimentari) e lei mi dava la spesa per come era scritto sul pizzino. Ah, a proposito di Mattia, da noi era un nome femminile (oggi non più in uso, si preferiscono Kevin e Maicol :P ), ma oltre lo Stretto è un nome maschile.
Della Sardegna mi colpisce il video che metto sotto, con l'inno della Brigata Sassari in sardo durante una parata militare. Siccome sopra mi sono definito pacifista, qualcuno mi potrebbe far notare che un pacifista dovrebbe rabbrividire davanti a una parata militare, ma io concepisco le parate militari come feste e non come esaltazione del militarismo. Il mio limite è l'esposizione di armi, ma qui la Brigata Sassari fa esattamente questo: canta senza esporre armi.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4614
dyskolos wrote: Mattia, da noi era un nome femminile (oggi non più in uso, si preferiscono Kevin e Maicol :P ), ma oltre lo Stretto è un nome maschile.
Non è così ovunque: in Puglia, e in particolare sul Gargano, è un nome bisex, come Andrea.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4616
Cheguevara wrote: Ho lavorato in Sardegna, e precisamente a Sassari, per circa un anno, a cavallo tra il 1987 e il 1988. Ne ho ricavato queste impressioni: 
Anche io sono stato a Sassari, ma dal 1989. Ero nella Brigata "Sassari"  nelle sede comando, in Piazza Castello.
Davanti alla piazza c'era una banca. Forse lavoravi lì?
Hai ragione sulle peculiarità di Alghero e della Maddalena. Anche nell'isola di S. Antioco, dove si parla tabarchino, un antico dialetto genovese.
Poi i sardi, talvolta, hanno fama di alterarsi facilmente... non è una cosa apprezzabile in effetti. Ma alcuni ragionano diversamente. In fondo si ama la pace, si sta meglio. Io ne sono la prova...
Cheguevara wrote: La mia resta, comunque, un'esperienza ampiamente positiva, tanto che, negli anni a seguire, mi sono dovuto pentire di non avere accettato di restare a lavorare in Sardegna per rientrare invece in continente. Questo è quanto.
Si, capisco. Io ho conosciuto molti colleghi, del Lazio e della Campania, trasferiti loro malgrado in Sardegna, che  non vedevano l'ora di andarsene.  Per loro era un altro mondo, non riuscivano ad adattarsi e li capivo. Ma dopo un certo periodo cominciavano ad ambientarsi, uscire, frequentare.  La vita è diversa, ma si può vivere e anche bene. Qualcuno si fidanzò, si sposò, ebbe figli... tanto che alla fine non erano più disponibili ad andarsene.
Cheguevara wrote: e c'era in giro qualche cartello con scritto afora sos italianos da sa Sardinia (sono andato a memoria, quindi posso aver sbagliato i vocaboli),
Si, questo si vede ancora, da qualche parte. Se vai in qualche paese dell'interno e chiedi informazioni, se vedono che non sei sardo ti rispondono sempre in italiano ma talvolta, qualcuno ostinato, risponde in sardo.  È una forma innocua di protesta. Poi magari ti parla in italiano.
È successo anche a me, anni fa, diverse volte, di andare all'interno e fermarmi nei paesi a chiedere informazioni. Io parlo sempre in italiano, uso il sardo solo con gli anziani. Quando mi rispondevano in sardo a mia volta parlavo il mio dialetto e sorridevano felici, con un sorriso di sollievo, come se avessero incontrato un parente, individuando la mia zona di provenienza.
dyskolos wrote: Della Sardegna mi colpisce il video che metto sotto, con l'inno della Brigata Sassari in sardo durante una parata militare. Siccome sopra mi sono definito pacifista, qualcuno mi potrebbe far notare che un pacifista dovrebbe rabbrividire davanti a una parata militare, ma io concepisco le parate militari come feste e non come esaltazione del militarismo. Il mio limite è l'esposizione di armi, ma qui la Brigata Sassari fa esattamente questo: canta senza esporre armi.
L'inno "Dimonios" fu composto negli anni Novanta da un capitano della Brigata, che era un musicista.  Vidi la partitura scritta a mano. Il capitano venne nel mio ufficio per chiedermi di fare delle fotocopie dei fogli pentagrammati, dove aveva scritto a mano le note, per farle esaminare al Generale comandante della Brigata.
Ho conosciuto personalmente il collega maresciallo che dirigeva la Banda e che si vede nel filmato, quello con il pizzetto.
La Brigata "Sassari" è l'unico reparto dell'Esercito italiano che può sfilare marciando e cantando il proprio inno in lingua sarda. In Sardegna lo conoscono e lo cantano tutti.

Poi ti do ragione: le parate militari sono delle feste, tutte le parate militari. Io sono un collezionista compulsivo di filmati di parate di tutto il mondo e di tutte le epoche. Mi interessano dal punto di vista storico e uniformologico ma chiaramente, in tutte le parate, c'è anche la forma, il principio  e l'ideologia di quel preciso momento.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4617
Alberto Tosciri wrote: Davanti alla piazza c'era una banca. Forse lavoravi lì?
Lavoravo in una banca, ma non a Piazza Castello. Era il Banco di Napoli a Piazza Italia. Avevo trentatrè anni e avevo vinto un concorso interno per diventare funzionario. Siccome ero un outsider, cioè non era previsto che io potessi risultare tra i vincitori, fui mandato in Sardegna, malgrado ci fossero posti disponibili nella mia zona, nella Provincia di Latina. Fui il primo funzionario nella storia della Filiale di Sassari a scioperare assieme agli impiegati, cosa che mi pose in aperto contrasto col dirigente titolare, un siciliano trapiantato stabilmente in Sardegna. Dopo una serie di scontri, finimmo per stimarci reciprocamente, al punto che, quando fui nuovamente trasferito in continente, mi invitò a pensarci bene, offrendosi di mediare con la Direzione Generale perché io rimanessi a Sassari. Avevo troppi legami familiari nella mia zona di provenienza, per cui dovetti rifiutare. Me ne sono pentito mille volte.

P.S.: nel post precedente ho fatto un'inversione numerica nelle date: era 1977-78, e non 87-88.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

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Alberto Tosciri wrote: Poi i sardi, talvolta, hanno fama di alterarsi facilmente... non è una cosa apprezzabile in effetti.
Penso dipenda da persona a persona. Ne ho conosciuti alcuni, ma solo uno come dici tu (più che sardo, sarebbe da definirsi pidocchio rifatto, perché ha la puzza sotto il naso perché ha fatto qualche soldo e si ritiene meglio di chi ha meno soldi di lui, ma di queste persone è piena l'Italia: emiliani, romagnoli, lombardi, veneti... c'è da dire che ha litigato con tante persone, finendo anche per vie legali, quindi è lui che ha qualcosa che non va), gli altri erano tutte persone pacate e tranquille.
Alberto Tosciri wrote: Quando mi rispondevano in sardo a mia volta parlavo il mio dialetto e sorridevano felici, con un sorriso di sollievo, come se avessero incontrato un parente, individuando la mia zona di provenienza.
Un po' succede anche in Emilia, specie se si va nei paesi di montagna, dove il dialetto è usato di più, soprattutto con persone anziane, che sono un po' sospettose. M'è capitato diverse volte quando ero giovane e rispondendo in dialetto (pronuncia non il massimo, ma capisco bene quello che si dice), dopo ti trattavano come uno del posto :) 


Che stia cambiando qualcosa? Perché i cambiamenti difficilmente partono dall'alto, spesso vengono da basso. Speriamo...

Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4619
Alberto Tosciri wrote: Io parlo sempre in italiano, uso il sardo solo con gli anziani
Anch'io mi comporto così, ma ultimamente mi hanno affibbiato un'infermiera che mi parla solo in siciliano il 90% delle volte. Lei è giovane. Le rispondo in parte in italiano e in parte in siciliano. Anzi, mi dice che parlo un ottimo siciliano. Io non lo so, anche perché nel mio paesello si parla un dialetto del siciliano e, quando parlo in siciliano, oscillo tra il dialetto del mio paese e il siciliano "standard". Comunque c'è da dire che il mio dialetto locale e il siciliano "standard" (quello che si sente nelle canzoni, si legge nelle opere letterarie, nella pubblicistica, ecc…) sono molto simili e quindi l'oscillazione non si nota.
Detto questo, è vero che il siciliano di registro popolare varia geograficamente (quelli bravi dicono "variazione diatopica"), ma la variazione è minima. Alcune fanno ridere :P Per esempio, a Messina può capitare di sentire persone che non si alzano dal letto, ma sorgono :) : usano il verbo "sùrgiri", che di solito si attribuisce al Sole o ad altri corpi celesti. Io invece, come in quasi tutta la Sicilia, uso il verbo "standard" susírisi (="alzarsi" in italiano)("alzarsi" si può anche dire "aisàrisi" in siciliano), però ci capiamo lo stesso: il messinese sorge dal letto, mentre io mi alzo dal letto :)
Alberto Tosciri wrote: Hai ragione sulle peculiarità di Alghero e della Maddalena
A proposito di peculiarità maddalenine, questo in Sicilia non succede. C'è un'isola sicula, piccola e sperduta, che si chiama Alicudi. Pensa che lì hanno portato l'energia elettrica solo nel 2006 (così gli Alicudesi si potevano guardare le partite del Mondiale 2006 ;-) poi vinto dall'Italia). I circa trenta abitanti di Alicudi si definiscono siciliani. Lo stesso avviene nell'isola di Pantelleria: non sentirai mai nessuno dire "Io non sono siciliano! Io sono pantesco!".
Ciò deriva da altre cose, dalle invasioni, dalle guerre, ecc… Non mi addentro nella questione :)
Alberto Tosciri wrote: Poi ti do ragione: le parate militari sono delle feste, tutte le parate militari. Io sono un collezionista compulsivo di filmati di parate di tutto il mondo e di tutte le epoche. Mi interessano dal punto di vista storico e uniformologico ma chiaramente, in tutte le parate, c'è anche la forma, il principio  e l'ideologia di quel preciso momento.
Quest'ultima cosa è vera, però non penso che tutte le parate militari siano feste. Lo sono se non si espongono armi (anche finte, ma su questo si può ragionare… ;-) ). Avrai notato le parate militari in Corea del Nord, dove espongono armi a profusione e poi ti fanno vedere un grande oggetto tubolare verdastro e dicono che quello è un missile con testata nucleare. Per me è solo un grande pezzo di plastica vuoto, ma la propaganda la fa da padrona da quelle parti. Ecco, la differenza tra la sfilata nordcoreana e quella della Brigata Sassari è netta. Poi, certo, si possono studiare e magari sono pure interessanti dal punto di vista storico e uniformologico (ora mi sono incuriosito :) ), ma io non penso che le parate siano tutte festose.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4620
M.T. wrote: sarebbe da definirsi pidocchio rifatto, perché ha la puzza sotto il naso perché ha fatto qualche soldo e si ritiene meglio di chi ha meno soldi di lui
Queste sono le persone che mi stanno più antipatiche! Mi ricorda il mio amico filantropo (iscritto al Rotary), tanto filantropo che lui non farebbe votare quelli più "bassi" di lui perché ritiene che debba votare solo chi ha tanti soldi! Si definisce "classista" apertamente da quando eravamo compagni di scuola. Altro che filantropo! Il classico tipo che si è fatto i soldi e si è montato la testa!
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4621
Cheguevara wrote: Lavoravo in una banca, ma non a Piazza Castello. Era il Banco di Napoli a Piazza Italia.
Bellissimo posto, a fianco di Piazza Castello.
Cheguevara wrote: Dopo una serie di scontri, finimmo per stimarci reciprocamente, al punto che, quando fui nuovamente trasferito in continente, mi invitò a pensarci bene, offrendosi di mediare con la Direzione Generale perché io rimanessi a Sassari. Avevo troppi legami familiari nella mia zona di provenienza, per cui dovetti rifiutare. Me ne sono pentito mille volte.
Certo, la famiglia viene prima di tutto. 
In un altro contesto, se fossi rimasto, penso che ti saresti comunque trovato molto bene.
dyskolos wrote: Per esempio, a Messina può capitare di sentire persone che non si alzano dal letto, ma sorgono :) : usano il verbo "sùrgiri", che di solito si attribuisce al Sole o ad altri corpi celesti. Io invece, come in quasi tutta la Sicilia, uso il verbo "standard" susírisi (="alzarsi" in italiano)("alzarsi" si può anche dire "aisàrisi" in siciliano), però ci capiamo lo stesso: il messinese sorge dal letto, mentre io mi alzo dal letto :)
Mi affascinano le diversità dialettali. Mi hanno sempre colpito i suoni e i significati. Nella tua parlata è intuibile il significato di "surgiri", con la differenza "susírisi". Mi piace il suono.
Nella mia parlata, per curiosità, io mi sono alzato dal letto si dice "min de soe pesau de su lettu" con S molto aspirata, come in Emilia.
"pesau""pesare" sta a significare come togliere, levare. Togliersi, levarsi dal letto.
Oppure si può dire anche: "min de soe altiau de su lettu" dove  "altiau" sta per alzarsi...     :D

Ricordo da piccolo, quando con dei cuginetti correvamo nella veranda all'aperto dei nonni, mia nonna che usciva e per dirci di andarcene urlava:  "Spesadíos!" - toglietevi! - Che sarebbe il verbo "pesare" - togliersi, ma anteponendo la S assume un tono imperativo, un ordine perentorio.

dyskolos wrote: Quest'ultima cosa è vera, però non penso che tutte le parate militari siano feste. Lo sono se non si espongono armi (anche finte, ma su questo si può ragionare… ;-) ). Avrai notato le parate militari in Corea del Nord, dove espongono armi a profusione e poi ti fanno vedere un grande oggetto tubolare verdastro e dicono che quello è un missile con testata nucleare. Per me è solo un grande pezzo di plastica vuoto, ma la propaganda la fa da padrona da quelle parti. Ecco, la differenza tra la sfilata nordcoreana e quella della Brigata Sassari è netta. Poi, certo, si possono studiare e magari sono pure interessanti dal punto di vista storico e uniformologico (ora mi sono incuriosito :) ), ma io non penso che le parate siano tutte festose.
Le parate sono sempre composte da soldati che sfilano armati. (Anche se senza munizioni...). Poi ci sono  pezzi d'artiglieria e missili ripuliti, ma poca roba. Le parate dovrebebro essere coreografie orchestrate da registi e in molti casi lo sono state e lo sono. Naturalmente i registi sono sempre militari.
Tieni conto delle sfilate dei tedeschi del tempo passato, assolutamente perfette e micidiali come coreografie. Mi riferisco alla teatralità, non all'ideologia. Mi riferisco alle uniformi dell'epoca, le migliori e più funzionali del mondo. E tieni conto delle sfilate dei russi, anche quelle odierne. Di una bellezza unica. E anche le fisionomie sorridenti dei soldati, tutti giovanissimi.
Non posto niente per non suscitare allarmi  satellitari :D e un pò mi dispiace perchè si potrebbero intavolare discussioni e saggi interessanti sulla tipologia delle sfilate, sulle uniformi, sugli atteggiamenti, per quanto costruiti.
M.T. wrote: Penso dipenda da persona a persona. Ne ho conosciuti alcuni, ma solo uno come dici tu (più che sardo, sarebbe da definirsi pidocchio rifatto, perché ha la puzza sotto il naso perché ha fatto qualche soldo e si ritiene meglio di chi ha meno soldi di lui, ma di queste persone è piena l'Italia: emiliani, romagnoli, lombardi, veneti... c'è da dire che ha litigato con tante persone, finendo anche per vie legali, quindi è lui che ha qualcosa che non va), gli altri erano tutte persone pacate e tranquille.
Gira e rigira, tutto il mondo è paese...
M.T. wrote: succede anche in Emilia, specie se si va nei paesi di montagna, dove il dialetto è usato di più, soprattutto con persone anziane, che sono un po' sospettose. M'è capitato diverse volte quando ero giovane e rispondendo in dialetto (pronuncia non il massimo, ma capisco bene quello che si dice), dopo ti trattavano come uno del posto :) 
Io capisco bene tre diversi dialetti sardi, oltre al mio. Il sassarese (che non è facile) il nuorese (molto duro, bellissimo) e il cagliaritano.
Il cagliaritano lo parlo un po',  ci ho vissuto da bambino, ma lo parlo solo fino a un certo punto. Nel mio dialetto, che parlo raramente ma capisco tutto, sono in grado di usare termini arcaici ormai in disuso, sconosciuti ai giovani. 
Spesso mi vanto (con me stesso) di parlare un ottimo italiano, ma andando in un'altra  cittadina a fare spese  e chiedendo informazioni in una ferramenta, una commessa del mio paese, una ragazza che non conoscevo, mi ha immediatamente riconosciuto  come suo paesano dal "particolare" accento in italiano che, giuro, non mi rendevo conto di avere  :)
Certe cose sono insite nella nostra natura  :D
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4622
Alberto Tosciri wrote: Io capisco bene tre diversi dialetti sardi
il mio è un dialetto bastardo, ovvero un misto tra dialetto bolognese, modenese e montanaro :D 
dyskolos wrote: Queste sono le persone che mi stanno più antipatiche!
Quoto.

Oggi tutti parlano dell'omicidio dell'autista di un pullman di tifosi di una squadra di basket ucciso dall'assalto di tifosi di un'altra squadra. Tutti indignati, tutti a fare proclami, come se fosse un caso unico di violenza. Nel calcio è così da anni, purtroppo col tempo lo è diventato anche il basket e non è solo degli ultimi anni, succedeva già quando ero adolescente, sia a grandi livelli (mi ricordo quello che successe quando la Virtus Bologna vinse lo scudetto contro la Fortitudo col famoso tiro da 4 di Danilovic), sia in partite in cui ho giocato (davvero di basso livello, ero ai tempi delle scuole superiori) e ciò mi ha portato a distaccarmi dallo sport a certi livelli; seguo ancora, ma non con la partecipazione di un tempo, perché la violenza, la cattiveria che purtroppo si è insinuata nello sport mi toglie il divertimento. Perché lo sport dovrebbe essere divertimento, non tutto quello che si vede (troppi soldi, corruzione, doping, violenza, veleni a non finire). 
Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4623
Alberto Tosciri wrote: "min de soe pesau de su lettu" con S molto aspirata, come in Emilia.
Alberto Tosciri wrote: "pesau"
Alberto Tosciri wrote: "min de soe altiau de su lettu"
Alberto Tosciri wrote: "Spesadíos!"
Mi suona molto bene :) Da studioso di linguistica ho sentito molte lingue di tutto il mondo e devo dire che il sardo mi suona meglio di tutte le altre lingue sul pianeta. Secoli addietro qui si parlò di quale dovrebbe essere la lingua ufficiale d'Europa. Io dissi che avrei privilegiato lingue poco parlate, ma esistenti e culturali. Come esempio, proposi il swahili, ma in realtà intendevo il sardo :) e mi sembrava troppo "avanzata" come risposta. Infatti ultimamente ascolto molte canzoni in sardo. Una delle mie preferite è quella breve che metto sotto. La cantante è una ragazza di Nùgoro e credo che la sua varietà si possa chiamare "sardo logudorese/nuorese". La canzone è una cover in sardo di una notissima canzone in inglese del canadese Leonard Cohen.
Alberto Tosciri wrote: Tieni conto delle sfilate dei tedeschi del tempo passato, assolutamente perfette e micidiali come coreografie. Mi riferisco alla teatralità, non all'ideologia. Mi riferisco alle uniformi dell'epoca, le migliori e più funzionali del mondo. E tieni conto delle sfilate dei russi, anche quelle odierne. Di una bellezza unica
Mi hai messo molta curiosità. Appena posso faccio una ricerca sulla Rete, anche per evitare nuovi tentativi di "truffa militare" :-)
M.T. wrote: seguo ancora, ma non con la partecipazione di un tempo, perché la violenza, la cattiveria che purtroppo si è insinuata nello sport mi toglie il divertimento. Perché lo sport dovrebbe essere divertimento, non tutto quello che si vede (troppi soldi, corruzione, doping, violenza, veleni a non finire). 
Ti capisco bene, Emmettì. Questo è stato il motivo per cui ho smesso di seguire assiduamente il calcio ad alti livelli. Prima ero un tifoso "incallito" del Milan, adesso non tifo attivamente per nessuno. Purtroppo vale il principio universale dell'entropia.
Il Sommo Misantropo

Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4624
dyskolos wrote: Mi hai messo molta curiosità. Appena posso faccio una ricerca sulla Rete, anche per evitare nuovi tentativi di "truffa militare" :-)
Se sei appassionato anche di questi particolari, come suppongo dal tuo interesse, scoprirai un mondo inaspettato e interessante    :D
Io sono anche iscritto a un forum di militaria dove, tranquillo,  :) non si parla per niente di politica o ideologie, anzi: sono argomenti severamente banditi  dagli amministratori. Ma si parla in abbondanza di tutti i tipi di uniformi, in prevalenza italiane, del passato e moderne, ma anche di altre nazioni, basandosi su foto inviate dagli iscritti, sia di familiari militari oppure comprate nei mercatini, riguardanti sempre persone in uniforme delle varie epoche, più che altro degli ultimi cento anni, ma anche oltre.

Mi è piaciuto molto il video di Francesca Lai.
Te ne posto anche io uno di lei, con una canzone tradizionale sarda, "S'Aneddu" l'anello, che si cantava ai matrimoni. C'è anche la traduzione. È una canzone molto dolce. Parla di fede religiosa e valori in cui oggi non ci si riconosce più, ed è un peccato.

Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
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Re: Tutto ciò di cui volete parlare (o lamentarvi) senza distinzioni di argomento

4625
Alberto Tosciri wrote: Mi è piaciuto molto il video di Francesca Lai.
Te ne posto anche io uno di lei, con una canzone tradizionale sarda, "S'Aneddu" l'anello, che si cantava ai matrimoni. C'è anche la traduzione. È una canzone molto dolce. Parla di fede religiosa e valori in cui oggi non ci si riconosce più, ed è un peccato.
Molto bello il video di Francesca Lai in S'Aneddu (anche in siciliano si usa la parola "aneddu" per lo sesso oggetto). Lo conoscevo perché ho visto tutti i video sul canale di Francesca.
Te ne mando uno (prometto che è l'ultimo :) ) perché mi ha fatto sorgere alcune curiosità. Il video è girato in Sardegna durante un matrimonio.
Prima curiosita. Il cantante si chiama Salvatore Deriu. Come si pronuncia il cognome, Dèriu o Derìu? Te lo chiedo perché mi sono iscritto a un gruppo di pazienti su Facebook. Nel gruppo c'è una ragazza sarda con lo stesso cognome e non ho avuto il coraggio di chierglielo perché lei è una che si offende per un nonnulla, essendo molto femminista, e sono sicuro che non mi risponderebbe e ci troverebbe, in quella domanda innocente, qualcosa di sessista e tirerebbe fuori il patriarcato, il maschilismo, il "mammaliturchi!" e simili. A te invece credo di poterlo chiedere (Dèriu o Derìu?) senza essere accusato di sessimo, di "patriarcato"&company
Altra curiosità. Prima parlavamo di divise. Lo sposo indossa una divisa che mi ricorda quella dei Carabinieri. Se non ho capito male, quella si chiama Alta Uniforme e indica che il signore si sta sposando mentre è in servizio. Mi piacerebbe sapere se i pensionati dell'esercito italiano sono autorizzati a usare un qualche tipo di uniforme mentre si sposano in chiesa con rito cristiano.
Altra curiosità. Ho visto qualcosa di simile solo presso i Maori della Nuova Zelanda. Ci sono punti di contatto tra Maori e Sardi?
Ti risparmio altre curiosità. Casomai chiederò dopo :)

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