[CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Pacco n.7:  L'epilogo

Commento

... come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia


Prologo d’inverno
Pompei, 24 dicembre 2025.
Alessandro Esposito aveva disposto sul tavolo del soggiorno tutto quello che gli serviva per preparare i pacchetti da mettere sotto l’albero, quell’anno lo aveva addobbato insieme a Lena: la tata di Luca.
Davanti alla finestra, perso nei pensieri, infiocchettava i regali e i ricordi di tranquille giornate estive trascorse sulla terrazza illuminata dal sole, gli tornavano alla mente, uno in particolare: l’ultimo pranzo con tutta la famiglia riunita. Quel giorno, Catia gli aveva annunciato la sua partenza per una nuova e importante missione. Era la prima così lunga, ma sarebbe stata a casa per il giorno della vigilia di Natale.
Per quel motivo Alessandro era particolarmente felice quella mattina.  
Catia: per lei l’esercito non era stata una scelta, erano stati i suoi a convincerla, ci si era ritrovata dentro per inseguire il posto fisso e poi la divisa l’aveva conquistata. Le piaceva davvero il suo lavoro.
Alessandro ripensò al giorno in cui l’aveva vista partire per la prima volta: era così giovane, ingolfata nella mimetica eppure bellissima per lui. L’aveva abbracciata forte e le aveva detto:
— Io e te siamo come l’aria e la terra che si scambiano la pioggia, io e te non possiamo perderci, promettimi che tornerai, sempre.—
Quel pensiero sfumò, attratto e incuriosito da un’immagine insolita alla finestra, pensò ad alta voce: “Che strano, sembra stia rannuvolando...”
Dietro al familiare profilo montuoso si addensavano sagome inquietanti.
Strani velivoli avanzavano contro l’azzurro sopra il Vesuvio, in pochi secondi il cielo sembrò un fermo immagine del film Uccelli di Hitchcock: Alessandro non fece in tempo a capire. 
Ci fu un leggero tremore, lo scotch gli sfuggì di mano, l’albero addobbato scartò di lato.
Poi il boato. 
Le finestre esplosero: regali, carta metallizzata, fiocchi, nastri, ghirlande e la macchina di Super Mario per il piccolo Luca, volarono tra pezzi di vetro che attraversavano la stanza.
“Mi esce il sangue dalle orecchie? “Alessandro si guardò le dita bagnate. La nausea lo fece cadere in ginocchio tra i frantumi taglienti.  
“Il Vulcano? Ma non c'è fumo!” Osservò, poi guardò le bocche della tata e di suo figlio spalancate in un urlo muto. 
Alzò il palmo e gridò,
— nessun pericolo, viviamo nella zona verde, noi siamo al sicuro.
Poi la fuga in strada: dovevano prendere l’auto, scappare. Luca urlava, ma Lena lo lasciò alle cure del padre per correre a casa sua.
Un Incubo incredibile si stava materializzando e non aveva nulla a che fare con il vulcano: Droni, grossi come automobili, sospesi sopra i palazzi emanavano luci rosse e verdi che si confondevano con le luminarie natalizie nel giorno rabbuiato dalle loro ombre scure. Raggi verdi tracciavano scie lungo le strade affollate da facce terrorizzate, occhi increduli guardavano la gente morire colpita da un’ invisibile morte. Il frastuono dei clacson, le urla strazianti di gente moribonda, le persone schiacciate nel fuggi fuggi, automobili incastrate nel tentativo di uscire dai parcheggi, poi i corpi che si ammassavano sui marciapiedi e sull’asfalto, gli fecero cambiare idea.
Alessandro strinse suo figlio e cercò un rifugio; in quel caos non riusciva a riconoscere il posto dove si trovava, si nascose in un cassonetto ribaltato e aspettò, ferito e in preda al terrore. 

                                                                            Nello stesso momento nella Base aerea Amendola, Foggia. 

Da quasi un anno il timore che forze sconosciute stessero tramando qualcosa era ormai palese, tutte le forze armate erano informate riguardo il traffico di droni sospetti in varie parti del mondo. 
Avevano tenuto il fenomeno segreto e sotto controllo fino alla notizia del primo attacco: con tutta evidenza il problema era stato sottovalutato.
Il tenente colonnello Catia Russo, cercava di rilevare qualsiasi segno di attività dei droni, monitorava gli sviluppi sullo schermo.
Un senso di urgenza e panico si diffuse rapidamente tra il personale. Gli operatori nella sala di controllo visualizzavano dati inquietanti sugli schermi: Le immagini satellitari mostravano i droni  che sorvolavano le principali città di tutto il mondo, dove stavano avvenendo attacchi devastanti. Le comunicazioni erano intasate, piene di richieste di aiuto e rapporti di distruzione. La tecnologia avanzata dei velivoli sconosciuti rendeva difficile, anzi, impossibile la loro intercettazione e neutralizzazione, ogni sforzo da parte dei militari risultava vano.
Non passò molto tempo, qualsiasi tipo di comunicazione si interruppe, un calo di energia fece attivare i generatori d’emergenza.
Il trambusto improvviso costrinse Catia a guardarsi intorno: i colleghi avevano occhi stralunati, le mani nei capelli, stava accadendo qualcosa che preludeva la perdita totale del controllo della base.
Il Comandante convocò immediatamente una riunione di emergenza. Le decisioni dovevano essere prese rapidamente per proteggere la base e coordinare una risposta efficace.
Catia fece in tempo a capire che doveva tornare subito a casa, non avrebbe aspettato il primo pomeriggio per partire, aveva tutte le sue cose in auto. Si mosse prima di tutti.
Fece appena in tempo a uscire dall’ascensore che quello si bloccò al pianoterra, tutto il resto intorno a lei rimase senza energia, Catia si mise a correre senza badare a nient’altro che a raggiungere la sua automobile. Non vide nemmeno lo sciame di droni che si avvicinava alla base; doveva tornare da suo figlio e suo marito.
Mise in moto l’auto ma fece pochi chilometri.
La statale 89 era intasata dal traffico: molti avevano preso la macchina e si erano riversati sulle strade.
Sulle colline di Manfredonia, decise di fermarsi e accostò l’auto in un punto panoramico per osservare la situazione. Prese il binocolo dal bagagliaio: Foggia era sotto attacco proprio in quel momento. Colonne di fumo si alzavano dagli edifici in fiamme, i droni stavano distruggendo la città.
Con immenso dolore, poteva solo immaginare la distruzione e il caos che stava avvenendo. Immaginò Alessandro e Luca nella stessa situazione, la gravità degli eventi in corso la spinse a proseguire il viaggio con più determinazione, ma il traffico era definitivamente bloccato e arrivare a Foggia per prendere l’autostrada non aveva più nessun senso.
Prese lo zaino con le sue cose, la mappa stradale e il regalo per Luca dal portaoggetti, lasciò l’auto e si diresse a piedi verso Candela. Decise di percorrere strade di campagna, per restare nascosta ed evitare luoghi affollati, avrebbe pensato cosa fare e come arrivare a casa strada facendo, sapeva che non sarebbe stato facile ma l’importante ora era sopravvivere.

                                                                                                                Intanto a Pompei

Attraverso una crepa nel contenitore dell’immondizia, Alessandro guardò il cielo per ore: nell’atmosfera spettrale le sagome lucide, ferme a mezz’aria, emettevano un ronzio simile a quello di uno sciame d’api, ma molto amplificato. Tutto intorno, al di fuori del guscio di plastica, era solo confusione e morte.
Aspettò la notte e una relativa calma, poi, esausto, si diresse a piedi con suo figlio addormentato in braccio, verso la casa di sua madre. 


                                                                                                            Prologo d’estate

Metà di Maggio. 
Le città di tutto il mondo erano irriconoscibili. I cittadini scampati ai raid si erano radunati nei boschi, nelle valli più impervie, nelle grotte naturali e nei siti più remoti possibile. Catia, arrivata a Candela, aveva organizzato un gruppo di superstiti: alcuni vecchi camionisti si erano procurati un pannello solare e, con una radio a onde corte, erano riusciti a comunicare con altri gruppi di sopravvissuti nei dintorni.
Catia, così, aveva saputo del massacro di Pompei e avuto altre notizie terribili. Non c’era mai stato nessun tentativo di difesa, era stato un attacco improvviso da parte di entità misteriose che sembravano avere la chiara intenzione di sterminare il genere umano.
I sopravvissuti, dai fatti di cui erano a conoscenza, avevano compreso che dovevano restare nascosti e che nessuno li avrebbe aiutati. Usavano il passaparola dalle loro vecchie radio CB per coordinarsi e scambiarsi notizie e risorse.
Catia non restò a Candela, ma insieme al suo gruppo iniziò a indagare e a esplorare il territorio per cercare quanti più sopravvissuti e riunirli in un'unica comunità.
Il viaggio proseguì verso Avellino mentre il gruppo di esploratori continuava a crescere. Attraversare le montagne dell'Appennino fu una sfida, ma trovarono rifugi naturali e fonti d'acqua lungo il percorso.
Ad Avellino, la situazione era critica: molti edifici erano distrutti e la popolazione era decimata. Ebbero la fortuna di trovare un altro gruppo di profughi che le fornì ulteriori provviste e indicazioni per il viaggio. Nei mesi successivi proseguirono verso Nola. Nola era una città più grande, e Catia sperava di trovare nuove informazioni. La città era pesantemente sorvegliata dai droni, i contatti con i superstiti non furono immediati, molto spesso dovevano pensare a proteggersi, restare inattivi, aspettare nascosti. Durante una fuga precipitosa per evitare un attacco, Catia cadde e si ferì gravemente alla gamba. Nonostante il dolore, i suoi compagni riuscirono a trovare rifugio e a curare la ferita di Catia con mezzi di fortuna. Ripresero il viaggio solo quando notarono un calo consistente nelle incursioni dei maledetti velivoli.
Passarono attraverso diversi piccoli comuni, non riuscivano a credere a quello che vedevano: apparivano davanti a loro paesaggi spettrali, dove file di uomini, donne, bambini e alcuni feriti, senza cibo e medicine camminavano sul terreno più impervio per evitare strade e perfino sentieri di campagna. Il cielo non era quasi mai completamente libero, anche in lontananza si riuscivano a scorgere sagome scure tra le nuvole. Catia sperava con tutta la sua anima che suo figlio e suo marito si fossero messi in salvo e di trovarli tra i superstiti, prima o poi.


                                                                                                                   Epilogo

Un giorno imprecisato, nel mese di luglio.
Chiunque abbia manovrato l’invasione aveva preso il controllo totale del pianeta e, per gli umani, la vita come la conoscevano era solo un lontano ricordo. Le città erano diventate rovine sorvegliate da incessanti incursioni dei droni, la popolazione era stata quasi sterminata. I governi erano crollati, lasciando un vuoto di potere riempito dalla tirannia sconosciuta.
Alcuni avanzavano l’idea che fossero alieni e che stessero aspettando il momento giusto per palesarsi, ma su cosa o su chi avessero preso il potere non riuscivano a comprenderlo, visto che gli uomini erano abbandonati a loro stessi.
Quali fossero le intenzioni dei crudeli visitatori verso di loro e del pianeta rimanevano un mistero e forse, sarebbe rimasto un mistero per moltissimo tempo.
Nascosta tra le montagne, ai piedi del Vesuvio, una piccola sacca di resistenza, tra cui Alessandro e Luca, agiva in direzioni diverse. Le condizioni erano dure. Il cibo scarseggiava e le malattie si diffondevano rapidamente. Ogni giorno era una lotta per la sopravvivenza, ma la determinazione di Alessandro e degli altri non vacillava. Nonostante non ne sapessero nulla e le probabilità fossero contro di loro, sapevano che la loro unica speranza era scoprire chi fossero in realtà i loro nemici.
La storia degli alieni per loro non era credibile, quella storia era del tutto umana e bisognava trovare un modo per disattivare il sistema di controllo delle macchine volanti, ci fossero voluti anche secoli. Per questo organizzavano spedizioni in cerca di informazioni riguardo ai costruttori di droni. Cercavano scienziati, persone informate sui fatti che fossero in grado di organizzare una difesa.
Un pomeriggio, mentre il gruppo si preparava per una missione lunga e rischiosa, Alessandro, prima di partire con gli altri e affidare il bambino a sua madre, decise di raccontare una storia a Luca per rasserenarlo. Sapeva che il bambino aveva bisogno di speranza, anche in un mondo così oscuro. Prese in braccio suo figlio e s’incamminò lungo il sentiero che portava verso il torrente. L’acqua scorreva placida, il sole di luglio bruciava come non mai: si accovacciarono sulla ghiaia all’ombra di un tiglio.
Alessandro cercò di introdurre la favola in modo positivo, voleva alimentare la speranza ma era difficile parlare a un bambino di poco più di cinque anni di rischi così gravi.
 — Voglio raccontarti una favola, una di quelle che tua madre ama tanto: quelle con eroi ed eroine fantastiche. — Luca, che non aveva mai dimenticato la dolcezza dei momenti in cui sua madre lo prendeva in braccio e gli raccontava storie inventate, si mise subito in ascolto.
— Una di quelle che mi avrebbe raccontato la mamma se fosse tornata a Natale?
—No, questa non è una favola di Natale, questa è una storia moderna, ma è di Zorak che parla, di quel signore che è a capo di quelli che hanno distrutto la nostra città e la strada della mamma per tornare da noi. Te l’ho spiegato, ricordi?
— Ok, allora racconta, non mi piace questo Zorak, io non l’ho mai visto ma quando sarò grande gliela farò pagare!
 Alessandro si schiarì la voce: 
C'erano una volta, proprio qui, sul pianeta chiamato Terra, una moltitudine di abitanti che vivevano nascosti, costretti a una vita di stenti da quando una flotta di droni invase e conquistò il loro mondo. I nemici erano guidati da un re tiranno chiamato Zorak, e sotto la sua guida presero il controllo di ogni cosa della vita sulla Terra. 
Devi sapere, però, che in una piccola città viveva una giovane ragazza che si chiamava Aria. Aria era molto coraggiosa e determinata a liberare il suo pianeta dalla tirannia di Zorak. Aria era sempre alla ricerca di un piano per sconfiggere il re cattivo. Lei non era certo una che si lagnava, e anche se aveva fame o freddo non si perdeva mai d’animo, aveva sempre idee e dava sostegno agli altri, non si risparmiava mai.
Un giorno, mentre esplorava le rovine della sua città, trovò un antico libro che parlava di un'arma radiocomandata in grado di disattivare i droni e farli precipitare. Aria decise di costruire questa arma, sperava davvero di poter salvare il suo mondo. Per anni girò i territori in cerca di qualcuno che potesse aiutarla. Durante il suo viaggio, incontrò altri come lei, come noi, che si unirono alla sua missione. Tutti insieme, affrontarono numerosi pericoli e superarono molte sfide, ma alla fine riuscirono a costruire l'arma segreta.

Catia li vide così, dopo mesi di ricerche, i suoi cari parlavano seduti sulle rive del torrente che stava cercando di attraversare con i suoi compagni.

Con il cuore pieno di speranza, Aria e i suoi compagni si prepararono per dare battaglia all‘esercito di Zorak. Purtroppo, quando finalmente affrontarono il tiranno, scoprirono che l'arma segreta non era abbastanza potente per sconfiggerlo. Le onde radio erano troppo deboli per disattivare tutti i velivoli, specialmente quelli più grandi. Zorak se ne accorse e, con un sorriso malvagio, attivò un dispositivo che rilasciò un gas velenoso, uccidendo così Aria e i suoi compagni.


La donna si era accucciata, le cedevano le gambe, avrebbe voluto gridare ma l’emozione le toglieva l’aria dai polmoni. Infilò la mano nello zaino e strinse la sciarpa di Super Mario ancora incartata, le lacrime le scendevano lungo le guance. 

Il pianeta Terra rimase sotto il controllo di Zorak, e la speranza di libertà sembrava svanita. Ma la leggenda di Aria, dei suoi compagni e del loro coraggio, continuò a vivere nei cuori delle persone, coraggio che ispirò tutti gli uomini, le donne e perfino i bambini a lottare per il futuro.

— Luca! — La voce, ridotta a un sussurro dall’emozione, non arrivò alle orecchie del bimbo che le dava le spalle, seduto di fronte a suo padre, ma l’immagine della bellissima donna ingolfata nella mimetica, fu catturata dagli occhi increduli di Alessandro che si alzò e prese in braccio suo figlio. 

— Ma non è mica così che finiscono le favole! — Esclamò il bimbo.
Alessandro si sforzò di ricacciare indietro il groppo che gli ostruiva la gola. — Hai ragione» rispose infine scarmigliandogli la zazzera bionda, — ma i grandi spesso non sanno più raccontare le favole.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pm... come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia
Comincio prima con le mie annotazioni, come sempre. Ecco, secondo me, come non cominceresti mai una lettera, o qualsiasi scritto, con la lettera minuscola, così, anche in un titolo, la prima parola va scritta con l'iniziale maiuscola.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmQuel pensiero sfumò e, attratto e incuriosito da un’immagine insolita alla finestra, pensò ad alta voce: “Che strano, sembra stia rannuvolando...”
Ci sta meglio aggiungere la congiunzione prima di questo inciso.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pm, fiocchi, nastri, ghirlande e la macchina di Super Mario per il piccolo Luca, volarono tra pezzi di vetro ch
Dopo l'elenco, prima dell'azione (volarono) non ci va la virgola.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmAlzò il palmo e gridò,
— nessun pericolo, viviamo nella zona verde, noi siamo al sicuro.
Dopo "gridò" non la virgola, ma solo e sempre i due punti aprono al discorso diretto, che deve avere l'iniziale maiuscola (Nessun pericolo)
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmsi confondevano con le luminarie natalizie virgola nel giorno rabbuiato dalle loro ombre scure.
consiglio
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmo tenuto il fenomeno segreto e sotto controllo fino alla notizia del primo attacco: con tutta evidenza il problema era stato sottovalutato.
Il tenente colonnello Catia Russo, cercava di rilevare qualsiasi segno di attività dei droni, monitorava gli sviluppi sullo schermo.
Non mi spiego il fatto che non citi l'attività fallita di "contraerea" internazionale, mondiale.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmDa quasi un anno il timore che forze sconosciute stessero tramando qualcosa era ormai palese, tutte le forze armate erano informate riguardo il traffico di droni sospetti in varie parti del mondo. 
Secondo me, ne parli troppo genericamente qui sopra. Ma capisco che la cosa è apocalittica e enorme da trattare.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmLa tecnologia avanzata dei velivoli sconosciuti rendeva difficile, anzi, impossibile la loro intercettazione e neutralizzazione, ogni sforzo da parte dei militari risultava vano.
Dopo "neutralizzazione" ti consiglio gli esplicativi due punti.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmi colleghi avevano gli occhi stralunati, le mani nei capelli, stava accadendo qualcosa che preludeva la alla perdita totale del controllo della base.
suggerimenti
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmFece appena in tempo a uscire dall’ascensore che quello si bloccò al pianoterra, tutto il resto intorno a lei rimase senza energia, Catia si mise a correre mentre lei correva senza badare a nient’altro che a raggiungere la sua automobile. 
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmNon passò molto tempo, qualsiasi tipo di comunicazione si interruppe, un calo di energia fece attivare i generatori d’emergenza.
Ti suggerisco di cambiare la frase sopra così:

Non passò molto tempo che qualsiasi tipo di comunicazione si interruppe e un calo di energia fece attivare i generatori d’emergenza.

Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmlasciò l’auto e si diresse a piedi verso Candela
Perché proprio Candela? Ha un significato preciso?
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmUn giorno imprecisato, nel mese di luglio.
Chiunque abbia avesse manovrato l’invasione aveva preso il controllo totale del pianeta e,
Attenzione al congiuntivo giusto!
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmrimanevano un mistero e virgola forse, sarebbe rimasto un mistero per moltissimo tempo
per aprire l'inciso
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmCatia li vide così, dopo mesi di ricerche, i suoi cari parlavano seduti sulle rive del torrente che stava cercando di attraversare con i suoi compagni.
Bellissima l'idea di inserire la narrazione "reale" dentro alla favola raccontata al bimbo nel finale. 
Però, leggendola, ho "visto" una cosa importante da suggerirti. Dopo la parola "ricerche" metti, te lo consiglio, i due punti esplicativi, così:

Catia li vide così, dopo mesi di ricerche: i suoi cari parlavano, seduti sulle rive del torrente che lei stava cercando di attraversare con i suoi compagni.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmCon il cuore pieno di speranza, Aria e i suoi compagni si prepararono per dare battaglia all‘esercito di Zorak. Purtroppo, quando finalmente affrontarono il tiranno, scoprirono che l'arma segreta non era abbastanza potente per sconfiggerlo. Le onde radio erano troppo deboli per disattivare tutti i velivoli, specialmente quelli più grandi. Zorak se ne accorse e, con un sorriso malvagio, attivò un dispositivo che rilasciò un gas velenoso, uccidendo così Aria e i suoi compagni.
Un degno finale apocalittico
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmLa donna si era accucciata, le cedevano le gambe, avrebbe voluto gridare ma l’emozione le toglieva l’aria dai polmoni. Infilò la mano nello zaino e strinse la sciarpa di Super Mario ancora incartata, mentre le lacrime le scendevano lungo le guance. 
mi sembra un'utile aggiunta
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmIl pianeta Terra rimase sotto il controllo di Zorak, e la speranza di libertà sembrava svanita. Ma la leggenda di Aria, dei suoi compagni e del loro coraggio, continuò a vivere nei cuori delle persone, coraggio che ispirò tutti gli uomini, le donne e perfino i bambini a lottare per il futuro.

— Luca! — La voce, ridotta a un sussurro dall’emozione, non arrivò alle orecchie del bimbo che le dava le spalle, seduto di fronte a suo padre, ma l’immagine della bellissima donna ingolfata nella mimetica, fu catturata dagli occhi increduli di Alessandro che si alzò e prese in braccio suo figlio. 

— Ma non è mica così che finiscono le favole! — Esclamò il bimbo.
Alessandro si sforzò di ricacciare indietro il groppo che gli ostruiva la gola. — Hai ragione» rispose infine scarmigliandogli la zazzera bionda, — ma i grandi spesso non sanno più raccontare le favole.
Il messaggio della favola (l'ispirazione a lottare sempre per un presente e un futuro migliori) arriva al piccolo Luca e a tutti i bambini che ascoltano la storia e si rasserenano.

P.S.: Esclamò va scritto con iniziale minuscola (vedi contenuto del tuo pacco!)  :si:

Bravissima e abile nel costruire questa storia di Natale! @Albascura   :)
Complimenti! 
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Poeta Zaza wrote: Tue Dec 31, 2024 5:42 pmP.S.: Esclamò va scritto con iniziale minuscola (vedi contenuto del tuo pacco!)  :si:
Sono andata a controllare, hai ragione nel pacco è scritto come tu dici.
Però, io non me lo ricordavo e ho tenuto conto di questa regola:
Dopo un punto esclamativo (o interrogativo) che chiude un discorso diretto, la parola successiva va in maiuscolo se è un verbo che introduce una nuova frase.
— Ma non è mica così che finiscono le favole! — Esclamò il bimbo. Per me era corretto così  :bash:

Forse mi sbaglio o confondo con qualcosa, nel caso ormai è fatta, ho manomesso la frase del pacco! 

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ciao @Albascura  :D

Trama molto elaborata, la tua. Ci sono gli elementi fantastici, apocalittici, qualcosa di fantascientifico. Insomma, un bel po' di roba da condire e tenere unito nel percorso narrativo. Con la separazione dei periodi il risultato è raggiunto, il racconto si legge bene, a parte in qualche momento quando le due storie si intrecciano. L'unica cosa che devo osservare è che quasi quasi, ci stava un finale diverso. Nella lettura ho subito pensato che la parte lasciata al prologo, fosse la stessa fiaba e non la rappresentazione di un fatto che avviene realmente. Ho pensato che dopo tutto il caos, l'invasione, la devastazione, finisse tutto in " abbiamo scherzato", è tutta una storia inventata per essere raccontata e servita come fiaba al piccolo Luca.. 
Cosa ne pensi? Una storia nella storia, una storia come fiaba come epilogo... Questo ci vedevo, ma alla fine non è stato così. La cruda realtà della fine miserevole del genere umano, viene trattenuta e lasciata esente da ogni interpretazione fiabesca. E la fiaba che viene raccontata è una pillola edulcorata di una tragica realtà.  E Pompei? L'idea di creare un iniziale mistero su cosa è stato ad esplodere non è male. Ma si passa in modo troppo veloce a capire che è solo un escamotage. Comunque, aver ambientato questa storia in Italia, patria del secolarismo, e luogo di fantascientifiche presenze, è stato coraggioso. Ciao a presto <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ciao @Albascura !
Un racconto di fantascienza! Mi piacciono i racconti di fantascienza, ogni tanto mi cimento col genere anche se so che qui, su CdM, non trova troppi consensi. Sono perciò contento di leggerne uno in questa occasione.

Veniamo alla TRAMA:
Natale 2025, dal cielo arriva la morte. Droni da combattimento attaccano le principali città del mondo allo scopo di decimare gli esseri umani e di  fiaccarne la resistenza.
La protagonista della storia, l'ufficiale Catia Russo, inizia una lunga marcia per riunirsi alla sua famiglia.

Il prologo della storia, con il dispiegamento dei droni sugli obiettivi del futuro attacco mi ha ricordato tanto un film diretto da Roland Emmerich, Indipendence Day, chissà se lo hai visto. Era un film, a mio avviso, abbastanza mediocre, infarcito di retorica, ma la sequenza iniziale dell'attacco era magnifica e, per l'epoca, sfruttava effetti digitali di assoluto livello.
Chiusa parentesi. Non c'è nulla nella trama che non vada: dopo il dramma iniziale, viene messa in scena la lotta per la sopravvivenza dei sopravvissuti che cercano di riorganizzarsi.

SCRITTURA:
In effetti, qualcosa da rivedere, secondo me, c'è.
La forma non è sempre limpida e certe frasi risultano abbastanza difficili da comprendere o ridondanti. Ad esempio:
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmAlcuni avanzavano l’idea che fossero alieni e che stessero aspettando il momento giusto per palesarsi, ma su cosa o su chi avessero preso il potere non riuscivano a comprenderlo, visto che gli uomini erano abbandonati a loro stessi.
Ok per l'incertezza sull'aggressore ma il dubbio "su cosa o chi (gli aggressori) avessero preso il potere", proprio non lo riesco a capire. 
Chiunque ha lanciato l'attacco, ha sovvertito l'ordine costituito, ha preso il sopravvento sulle strutture statuali esistenti, mi sembra chiaro. Anche la precisazione finale "visto che gli uomini erano abbandonati a loro stessi", non è chiara e sembra mancare di un rapporto di consequenzialità con quanto la precede.

Ancora:
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmNonostante non ne sapessero nulla e le probabilità fossero contro di loro, sapevano che la loro unica speranza era scoprire chi fossero in realtà i loro nemici.
 Senza contare quelli che, a prima vista, sembrerebbero dei controsensi:
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmIl Comandante convocò immediatamente una riunione di emergenza. Le decisioni dovevano essere prese rapidamente per proteggere la base e coordinare una risposta efficace.
Catia fece in tempo a capire che doveva tornare subito a casa, non avrebbe aspettato il primo pomeriggio per partire, aveva tutte le sue cose in auto. Si mosse prima di tutti.
Da un lato il Comandante cerca di serrare le fila indicendo una riunione di emergenza, dall'altro Catia si dà alla macchia...

E ancora:
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmNon c’era mai stato nessun tentativo di difesa
E ci credo: se Catia per prima (che è una militare) se l'era data a gambe... 
Battute a parte, esiste un grandissimo punto di critica sulla storia che coinvolge proprio la protagonista. Ragiona con me: Catia è una militare, un ufficiale di grado piuttosto elevato (è tenente colonnello) con responsabilità, presumibilmente, importanti nella sua base, eppure dopo l'attacco, immediatamente, molla la posizione. 
Non credo che vada bene così (a parte il fatto che si tratterebbe di diserzione). Sarebbe come dire che col crimine che dilaga la Polizia di Stato si auto-sciogliesse, con i poliziotti ciascuno a correre dalle famiglie a farsi i fatti loro.

Più in generale la narrazione non si prende i giusti tempi (e spazi), sembra troppo "condensata". Molte cose sono solo accennate (riassumi mesi di eventi in, credo, 8.000 caratteri), raccontate, e il lettore fa un po' di fatica a "vedere" il disastro, a interiorizzarlo, nonostante a più riprese ribadisci quanto siano tristi le condizioni dei sopravvissuti.

Concludendo. Apprezzo la tematica e la storia. Centrata la traccia Natalizia (ci sono i pacchi dono e quant'altro), ma la narrazione, a mio avviso, soffre di una frettolosità che non giova né alla piena comprensione del testo, né all'immedesimazione del lettore.
Buona prova nel complesso ma sono certo che sei in grado di fare di meglio.     
 

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Poeta Zaza wrote: Tue Dec 31, 2024 5:42 pmInfilò la mano nello zaino e strinse la sciarpa di Super Mario ancora incartata, mentre le lacrime le scendevano lungo le guance. 
Non ho messo la parola mentre, credo che sia una congiunzione avversativa. Catia stringe la sciarpa e piange, si può fare, le due azioni non sono in opposizione.
Indossò la sciarpa mentre fuori faceva caldo. Qui è d'obbligo.
Poeta Zaza wrote: Tue Dec 31, 2024 5:42 pmPerché proprio Candela? Ha un significato preciso?
Se vuoi andare a ovest, partendo dalla base Amendola e non puoi andare a Foggia, guardando la mappa conviene dirigersi verso Candela.
Poeta Zaza wrote: Tue Dec 31, 2024 5:42 pm
Attenzione al congiuntivo giusto!
 Grazie per averlo segnalato!

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Pulsar wrote: Wed Jan 01, 2025 12:09 pmIndipendence Day, chissà se lo hai visto. Era un film, a mio avviso, abbastanza mediocre, infarcito di retorica,
Credo di averlo visto ma non mi ricordo nemmeno l'inizio, la retorica nei film americani di quel tipo non manca mai. Io mi sono ispirata alle recenti notizie di avvistamenti di droni non commerciali in New jersey, perfino Donald Trump ha detto la sua. Ne hanno avvistati parecchi, poi non se ne è più parlato. Io ci ho viaggiato sopra alla notizia.
Pulsar wrote: Wed Jan 01, 2025 12:09 pmnon è chiara e sembra mancare di un rapporto di consequenzialità con quanto la precede.
Infatti, se i governi tengono segreto tutto, e succede da un momento all'altro una cosa simile, la gente senza notizie non sa collegare i precedenti eventi con la realtà che sta vivendo. Gli uomini non sanno assolutamente nulla, mentre i militari, che si aspettano una tecnologia molto avanzata, non sanno far altro che scappare, sanno di non avere mezzi. Gli avvistamenti reali  in New Jersey e in altri posti, sono descritti così, non si riesce ad avvicinarli, sempre che siano notizie vere. Donadino dice che il Pentagono sa ma non vogliono parlare. Boh
Staremo a vedere, intanto io ci ho ricamato sopra.
Pulsar wrote: Wed Jan 01, 2025 12:09 pm avessero preso il potere", proprio non lo riesco a capire. 
Il dubbio ti viene quando chi li avvista denuncia e nessuno di quelli che dovrebbero dare risposte parla, anzi fanno ipotesi ma non danno spiegazioni. Il mio dubbi è che stiano diffondendo pillole di queste notizie per ragioni incomprensibili e che quei droni avvistati siano del tutto umani. Magari stanno solo sperimentando.  L'interrogativo è: se sono umani, la loro tecnologia che sembra aliena da dove viene? Quale scienziato pazzo o governo la userà contro i popoli?
Meglio che io stia alla larga da queste cose altrimenti scapoccio.
Pulsar wrote: Wed Jan 01, 2025 12:09 pmPulsarCatia si dà alla macchia...
Ho immaginato che, lei che lavora cercando di scoprire cosa siano quei cosi da un anno intero, si sia fatta un film pure lei, e consapevole di non avere nessuna arma utile cerca di salvarsi per rivedere il figlio e suo marito, comportamento di chi sa che tutto è perduto. Quello del comandante, invece, è il comportamento di chi non ammette sconfitte... E non siamo tutti uguali.
Pulsar wrote: Wed Jan 01, 2025 12:09 pma parte il fatto che si tratterebbe di diserzione)
Da quello che ha visto sugli schermi non esiste nemmeno più un esercito dal quale disertare, forse dovevo essere più drastica.

Grazie per il passaggio molto apprezzato.
PS.  visto che ti piace la fantascienza, ti giro un link attendibile:

impostare i sottotitoli in italiano :D

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ambientare un racconto di fantascienza in Italia, e precisamente tra la Campania e la Puglia, mi pare già un'idea originale (di solito sono ambientati in America, o quelli americani sono i più famosi), intrecciarlo poi con la favola lo rende ancora più interessante. Il racconto è molto lungo e sebbene la trama richieda tanti caratteri (secondo il mio contatore sono più di 16.000), secondo me, avresti potuto ridurre le ripetizioni dove descrivi le devastazione delle città, le strade impervie e  i nascondigli dove si rifuggiano i sopravvissuti. 
Non mi intendo molto del genere ma capisco che gestirlo sia molto difficile e tu, a mio leggere, ti sei destreggiata più che degnamente.
Il racconto in sè mi è piaciuto molto, come dice lo stesso Alessandro: non è una favola di Natale, ma una storia moderna. Considerando che Catia è un graduato dell'esercito, e pertanto deputata alla difesa di attacchi di qualsiasi genere, ho immaginato che Alessandro, creando il personaggio di Aria per la sua favola, abbia pensato a lei nella veste di impotente eroina. 
Il messaggio di dare speranza soprattutto ai bambini arriva, e il lieto fine, con Catia che si materializza sulla scena finale, è un bella chiusa. 
Un lavoro complesso ma godibile. 
Last edited by Adel J. Pellitteri on Fri Jan 03, 2025 11:26 am, edited 1 time in total.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Preferisco non fare l'elenco di errori e refusi, poiché ci hanno pensato altri lettori. Ti segnalo comunque che dovresti fare una revisione sintattica perché hai costruito frasi complesse, ricche di subordinate, con una punteggiatura non adeguata; alcuni passaggi, decisamente, risultano ostici.
Il tema fantascientifico è in sé attraente - per me che amo il genere - ma nel tuo svolgimento ci sono alcune implausibilità (anche la FS deve essere plausibile!) e frettolosità sulle quali la lettura incespica. Quello che però appesantisce la lettura è la continua sequenza di fatti narrati (piuttosto asetticamente) uno dietro l'altro, senza emozioni (senza dialoghi!): Catia è andata lì e poi là, poi è successo questo e quello, la gente ha fatto così e cosà... Questo tipo di narrazione diventa subito un po' pesante e, questo a mio avviso è più grave, si sostituisce a un minimo di spessore psicologico, descrizione del contesto, relazioni fra i protagonisti. Anche la favola finale raccontata al bimbo non ha una chiara funzione narrativa (e, onestamente, non l'ho capita).

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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riguardo all'appunto fatto da Pulsar, volevo aggiungere che il fuggi fuggi di chi fa parte dell'esercito, e di Catia in particolare che molla tutto per andare a cercare i suoi, l'ho trovato plausibile, nel senso che: preso atto del fatto che non ci sono più governi e si è davanti ad una entità sconosciuta non si risponde più a nessun comando. Questo solo per dire che ogni lettore recepisce un testo in modo personale e differente. 

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ciao @Albascura

Ho letto con interesse, mi piacciono storie di catastrofi dove però aleggia la speranza di una rinascita. Personalmente avrei fatto agire diversamente il tenente colonnello Catia Russo, anche in un frangente mondiale come quello, almeno nelle sue parti iniziali, ma chi può interpretare l’animo umano?

Se ad essere interessata all’attacco fosse stata solo l’Italia le cose potevano essere direzionate diversamente, un qualcosa come dopo l’armistizio del 1943 con i militari e i cittadini divisi in due opposte fazioni. Ma qui non si conosce il nemico.
 I comportamenti di tutti sono puramente soggettivi, ognuno pensa a salvare se stesso e i suoi cari.
Comunque, se la storia avesse avuto altri risvolti, ci sono branche nelle forze armate, in tutto il mondo, che agiscono con principi diversi da quelli normalmente conosciuti e accettati, anche in ipotetiche situazioni incomprensibili, ma la situazione diventerebbe troppo tecnica. Se Catia fosse appartenuta  come tenente colonnello a queste forze, non ipotetiche ma reali, non avrebbe fatto le valigie per recarsi dai suoi, perché queste forze non si sarebbero smembrate. Il grado che ha Catia si acquisisce dopo venti, ventidue anni di servizio se proveniente da accademia. Nei reparti speciali avrebbe avuto conoscenze, competenze tattiche e strategiche tali che l’avrebbero portata a reagire diversamente, pensando al possibile per la salvezza di tutti e non solo della sua e dei suoi familiari, pur comprensibilissima dal punto di vista umano.
Questo attacco di droni misteriosi, che non si sa da dove vengano… ci sono gli impulsi per abbatterli, più che altro distaccarli dal contatto della loro centrale e farli precipitare, ma non sempre funzionano, come hai mostrato.
Ci sono anche armi più rudimentali, fucili modificati che scaricano selve di pallettoni legati da una rete metallica che fanno inceppare le eliche dei droni, che precipitano. Con mille fucili si abbattono mille droni alla volta,  manualmente. Sembra molto avventuroso, questo in situazioni estreme, quando manca l’energia atta a far funzionare tutte le altre diavolerie elettroniche.
Tenendone conto si creerebbe un’altra epopea, ma finirebbe ben presto perché i luoghi dei cecchini sarebbero bombardati da bombe iperbariche che assorbono l’ossigeno nel raggio di chilometri, uccidendo tutti. Non se ne esce.
Il tuo attacco mondiale con questi droni non si capisce se è opera umana, di una nazione, o da altri luoghi. Non voglio dire altri pianeti che se esistessero e fossero capaci di attaccare la Terra non avrebbero bisogno dei droni.
Nel racconto risalta il coraggio e l’abnegazione di Alessandro e il suo prodigarsi per salvare il figlio, il desiderio di Catia di raggiungerli a qualunque costo, credibile nei suoi spostamenti e ad ogni modo fattibile pur con innumerevoli difficoltà.

A mio parere la clausola ferrea che hai messo nella storia con questo attacco misterioso e invincibile all’apparenza non lascia molte alternative nella stesura del racconto. Se fosse stata una potenza straniera ad attaccare le cose sarebbero andate diversamente. Senza ombra di dubbio una parte degli italiani avrebbero combattuto questa potenza fino alla fine e un’altra parte avrebbe fiancheggiato la potenza straniera, combattendo contro i suoi stessi compatrioti. È già successo, ma non se ne può parlare. Però, che storia. Da romanzo fantapolitico ovvio, non da racconto breve.
Bisognava vedere da che parte si sarebbe messa Catia, io un’idea ce l’avrei, penso che per arricchire la storia poteva essere l’opposto della parte che inevitabilmente avrebbe dovuto scegliere Alessandro.
Ma io faccio congetture, prendo spunti, non darmi retta.
Trovo ammirevole il tuo modo di esporre i fatti,  la tua scrittura, encomiabile come ti sei data da fare con una storia solo all’apparenza semplice ma in realtà, se si fosse potuto spaziare nei caratteri, ricca di piacevoli complicazioni che pure hai evidenziato nell’odissea di Catia per raggiungere i suoi.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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bezzicante wrote: Fri Jan 03, 2025 11:12 amAnche la favola finale raccontata al bimbo non ha una chiara funzione narrativa (e, onestamente, non l'ho capita).
Oh, accidenti! Io pensavo che anche un bambino di cinque anni avrebbe capito il messaggio.
bezzicante wrote: Fri Jan 03, 2025 11:12 amanche la FS deve essere plausibile!)
Ne sono consapevole.


bezzicante wrote: Fri Jan 03, 2025 11:12 amCatia è andata lì e poi là, poi è successo questo e quello, la gente ha fatto così e cosà... Questo tipo di narrazione diventa subito un po' pesante e, questo a mio avviso è più grave, si sostituisce a un minimo di spessore psicologico, descrizione del contesto, relazioni fra i protagonist
Carissimo, lo so, ma forse, come mi hanno fatto notare, ho pure sforato i sedicimila. 
Avevo la storia i pugno, tutta, non ho potuto fare di meglio.
Volevo rendere tragico il viaggio di Catia, drasticamente inutile la difesa militare, irrecuperabile il sistema delle informazioni e la sofferenza di Alessandro, e il gruppo di superstiti che si uniscono a Catia e le sofferenze del bambino... 
È che ultimamente mi vengono in mente romanzi, non racconti. Ho già rinunciato a pubblicare in un altro contest, per questo motivo. 

Non è che dico questo per giustificarmi, non ho nulla per cui farlo, ma lo dico perché io non considero GRAVI  le cose che mi hai detto e che hai detto anche in altri commenti, da migliorare sì, giustissimo, siamo tutti quei per questo sai? 

GRAVE è qualcosa di intollerabile, forse irreparabile, nella scrittura dopo la prima bozza tutto si può aggiustare, e qui, penso che pochi si affiderebbero a un editor per pubblicare un racconto, meglio va a chi sa farlo in poco tempo e da solo. 
Io partecipo ai contest soprattutto per questo, per migliorare, quindi ben vengano correzioni e consigli garbati e obiettivi.
Non ho aspirazioni ne per i premi ne per i complimenti, voglio solo che i commenti siano valore aggiunto e ammetto che tu sei prezioso, direi come un editor e ti ringrazio per i commenti puntuali e precisi e di aver partecipato a questo e ad altri contest.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ciao @Albascura

devo ammettere che questa elaborazione al contrario ( hai avuto in dono un excipit) mi ha stupita. Leggendo la frase trovata nel pacco, ti giuro che non mi sarebbe mai venuta in mente una storia del genere. Dunque, complimenti per la fantasia e per aver trovato una soluzione fuori dagli schemi.
La storia avrebbe bisogno di più spazio perché doverla racchiudere in un piccolo guscio di battute ha sortito l’effetto “riassunto”. Ci sono molte parti raccontate che, inevitabilmente, lasciano il lettore “spettatore” dei fatti e non partecipante alle azioni. Meglio la parte iniziale che mi ha catturata e incuriosita  a proseguire la lettura. 
Nella prima lettura sono rimasta tutto il tempo appesa al finale che conoscevo chiedendomi come si sarebbe incastrato nella storia, ma poi, nelle letture successive, come ti ho detto, ho apprezzato l’originalità della scelta. Il racconto è ricco di dettagli e sfumature, i personaggi sono caratterizzati dalla descrizione delle loro azioni e magari qualche dialogo avrebbe alleggerito e aiutato ad approfondire la loro conoscenza. 
A parte la concentrazione di eventi, la cosa che, da lettrice, ti suggerisco di “ripensare” è il focus del racconto perché ci trovo davvero molti spunti ma nessuno “focalizzato” e dunque il tutto soffre di un senso di “cronaca dei fatti”. Non so se mi spiego. 
Su cosa, in particolare, vuoi mettere l’accento?  Una risposta a questa domanda consentirebbe alla storia di avere il mordente necessario. 
Per esempio: una critica alla tecnologia? Un racconto apocalittico? Una storia di alieni? Una visione della donna  e mamma militare? Il rapporto padre-figlio in una situazione di pericolo e di assenza della madre? Una critica “politica”? 
E tanto altro ancora. 
Un abbraccio e tanti cari auguri.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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@Monica wrote: Sun Jan 05, 2025 7:13 am ( hai avuto in dono un excipit) mi ha stupita. Leggendo la frase trovata nel pacco, ti giuro che non mi sarebbe mai venuta in mente una storia del genere. D
Sono davvero contenta che tu abbia compreso la difficoltà, come si fa a trovare il motivo, in poche righe, per raccontare una favola con un brutto finale a un bimbo di cinque o sei anni?
Deve succedere qualcosa di brutto, una catastrofe, deve cadere un pianeta sulla terra, mi sono detta. E poi la motivazione deve validare il messaggio della favola che Alessandro racconterà a questo bambino: finale brutto, messaggio di speranza, (che qualcuno non ha nemmeno voluto capire) uguale catastrofe totale dove non si torna indietro ma si spera di andare avanti. Poteva essere la morte di un genitore, ma era davvero scontato e banale.
Ecco il film che mi sono fatta, non era facile e i caratteri per scrivere due storie in una erano pochi.
@Monica wrote: Sun Jan 05, 2025 7:13 am parte la concentrazione di eventi, la cosa che, da lettrice, ti suggerisco di “ripensare” è il focus del racconto perché ci trovo davvero molti spunti ma nessuno “focalizzato” e dunque il tutto soffre di un senso di “cronaca dei fatti”. Non so se mi spiego. 
Ti sei spiegata benissimo, e il tuo è un ottimo consiglio, questo tuo commento rispecchia lo spirito del forum. Evviva! Con la libertà dal contatore dei caratteri e il vostro aiuto verrà un bel racconto, ne sono certa.
Grazie!

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Che sofferenza!
Il tuo racconto mi ha preso tantissimo, ma é solo un antipasto di tutto quello che c'è da sapere, di tutto ció che deve avvenire.
Capisco il problema del pacco che hai ricevuto, ma la favola finale ammetto che non mi é piaciuta molto, soprattutto perché ha messo in secondo piano l'arrivo della madre.
In ogni caso, per me, é stata una lettura molto piaceole e coinvolgente e ne avrei letto ancora.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmRaggi verdi tracciavano scie lungo le strade affollate da facce terrorizzate, occhi increduli guardavano la gente morire colpita da un’ invisibile morte.
Non mi è chiarissimo questo concetto. Invisibile morte... interessante. Ho anche pensato a qualcuno che sembra apparentemente vivo ma in realtà è morto, quindi nasconde la morte, diviene invisibile.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmIl frastuono dei clacson, le urla strazianti di gente moribonda, le persone schiacciate nel fuggi fuggi, automobili incastrate nel tentativo di uscire dai parcheggi, poi i corpi che si ammassavano sui marciapiedi e sull’asfalto, gli fecero cambiare idea.
Alessandro strinse suo figlio e cercò un rifugio; in quel caos non riusciva a riconoscere il posto dove si trovava, si nascose in un cassonetto ribaltato e aspettò, ferito e in preda al terrore. 
Caspita, un inizio davvero esplosivo. Parte con un momento di intimità familiare natalizia e poi all'improvviso la devastazione. L'idea mi piace. È sicuramente d'effetto. Lascia un po' perplessi il fatto che arrivi improvvisa, senza un avviso, come un fulmine a ciel sereno o un meteorite. Però il fatto che viene menzionata una zona verde di sicurezza lascia presagire che c'è una guerra in corso o comunque una situazione a rischio. Anche se contro attacchi del genere non esiste protezione fuori terra. Forse solo i bunker.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmAvevano tenuto il fenomeno segreto e sotto controllo fino alla notizia del primo attacco: con tutta evidenza il problema era stato sottovalutato.
Il tenente colonnello Catia Russo, cercava di rilevare qualsiasi segno di attività dei droni, monitorava gli sviluppi sullo schermo.
  

Ecco. Non era stato un attacco a sorpresa. Percepisco una sensazione non troppo distorta da quello che succede attualmente nel mondo.
Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmLe immagini satellitari mostravano i droni  che sorvolavano le principali città di tutto il mondo, dove stavano avvenendo attacchi devastanti. Le comunicazioni erano intasate, piene di richieste di aiuto e rapporti di distruzione. La tecnologia avanzata dei velivoli sconosciuti rendeva difficile, anzi, impossibile la loro intercettazione e neutralizzazione, ogni sforzo da parte dei militari risultava vano.

Forse qualche informazione in più su questi droni... Rimane un po' di curiosità: grandezza, forma, visto che sparano anche dei raggi luminosi. Da dove partono.


Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmPrese lo zaino con le sue cose, la mappa stradale e il regalo per Luca dal portaoggetti, lasciò l’auto e si diresse a piedi verso Candela. 
La mappa stradale? Credevo non esistesse più, a meno che sia ambientato entro gli anni duemila.

Albascura wrote: Tue Dec 31, 2024 3:10 pmPassarono attraverso diversi piccoli comuni, non riuscivano a credere a quello che vedevano: apparivano davanti a loro paesaggi spettrali, dove file di uomini, donne, bambini e alcuni feriti, senza cibo e medicine camminavano sul terreno più impervio per evitare strade e perfino sentieri di campagna. Il cielo non era quasi mai completamente libero, anche in lontananza si riuscivano a scorgere sagome scure tra le nuvole. Catia sperava con tutta la sua anima che suo figlio e suo marito si fossero messi in salvo e di trovarli tra i superstiti, prima o poi.
Il mistero continua, non si svela da chi sia stato fatto l'attacco, se da entità aliene o terrene. In ogni modo la situazione apocalittica penso sia stata vissuta nei vari teatri di guerra. Fa solo strano sentire città della nostra penisola.



Ciao, @Albascura il finale mi è piaciuto, di speranza. Hai trasformato in un bel messaggio l'epilogo che ti è stato riservato.

Hai lasciato il mistero sui motivi della distruzione e da chi è stata perpetrata. Per un attimo ho pensato anche alla “Spectre” Forse è una metafora sulla guerra, che in fondo non ha motivo di esistere oppure è un motivo così assurdo che sarebbe meglio che non lo avesse.

Un racconto che pur avendo sfruttato tutti i caratteri rimane stringato per il genere e la trama che hai scelto. Rimane su una sfera sospesa, non entra nei dettagli. Mi ha colpito la scelta dei luoghi, non so se da parte tua è stata casuale o frutto di un ragionamento. Sono delle zone che non conosco e devono essere bellissime, immagino soprattutto quelle dell'appennino.

Bella scrittura, molto scorrevole, asciutta. Si legge tutto d'un fiato.

Alla prossima.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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  wrote:KasimiroLa mappa stradale? Credevo non esistesse più, a meno che sia ambientato entro gli anni duemila.
Mappe stradali, cartine murali, atlanti…non sono mai passati di moda, Vendono di meno ma ci sono ancora. In rete esistono anche da stampare.
  wrote:KasimiroNon era stato un attacco a sorpresa.
Non del tutto, spiego che i militari hanno sottovalutato il problema. Hanno cercato di tenere sotto controllo il traffico di questi Droni non commerciali,
Hanno fatto ipotesi, cercato di intercettarli, abbatterli senza successo. 
Mi sono basata un po' su notizie reali non confermate del tutto. Come ho spiegato nella risposta che ho dato a @Pulsar, potrebbe succedere anche domani, perché in realtà nessuno sa cosa siano da dove vengono e cosa fanno e a cosa servono quei cosi che vengono avvistati un po' in tutto il mondo. Sarà vero? Saranno solo fake? Io non ne ho idea ma la fantasia si è messa in moto. Si fanno vedere e spariscono appena cercano di intercettarli, alcuni sono grossi come automobili; così dicono le notizie. Io dopo aver letto il contenuto del mio pacco cercavo una catastrofe dalla quale non si torna indietro, e puff, l'ho fatta succedere, tutto qua.

  wrote:KasimiroMi ha colpito la scelta dei luoghi, non so se da parte tua è stata casuale o frutto di un ragionamento. Sono delle zone che non conosco e devono essere bellissime, immagino soprattutto quelle dell'appennino.
Pompei perché è relativamente vicino alla base attenzionata  Amendola vicino Foggia,  Catia svolge una missione in quella base.
Dal Web:
Aeronautica Militare: Conclusa ad Amendola l'esercitazione anti-drone "Drone Protection
Ma anche in altre basi:
Droni sotto controllo a Roma: antenne hi-tech vigilano sul Giubileo
Guerra ai droni ostili: l'Esercito Italiano sperimenta nuove armi tecnologiche a Sabaudia

A Pompei c'è una zona verde delineata dai vulcanologi, in caso di eruzione ogni zona è più a rischio secondo il colore assegnato e mi piaceva che Alessandro, per un attimo, confondesse la catastrofe con la probabile eruzione del vulcano.
Mi sono aiutata con una vecchia mappa turistica, Sono andata in vacanza per diversi anni in Calabria, per fortuna, la mia vecchia mappa comprende da un lato il centro sud e dall'altro il centro nord d'Italia. 
Ho segnato il percorso più probabile, Paesi, strade ecc… Per arrivare dalla base fino a Pompei a piedi. Poi con Google maps ho calcolato i giorni che ipotetici che si possono impiegare per un viaggio del genere, Circa quindici, se tutto va bene, se sei attrezzato. 
Avrei voluto descrivere tutto il viaggio di Catia, tutti gli sforzi militari di cui si trovano notizie, ma è difficilissimo distinguere notizie vere da quelle false.
Non potevo fare di meglio per adesso. Lo farò quando revisionerò il testo.
Grazie mille per aver apprezzato e per avermi dato modo di spiegare ulteriormente le mie scelte.

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ciao @Albascura innanzitutto ti faccio tutti i miei complimenti per aver elaborato un'idea così particolare e articolata dalle notizie sui droni e essere riuscita a portarla avanti malgrado la carognata sorpresa avvelenata dell'epilogo imposto dal tuo pacco. Mi sembra già un'impresa straordinaria.
Sorvolo su refusi, dettagli e difetti di coerenza e compagnia bella, che ti sono già stati segnalati e che riguarderai con calma tu a contest finito e feste digerite :)
Provo a darti un consiglio più "strutturale", o piuttosto il criterio di riflessione che userei io se dovessi revisionare una storia come questa. (Quindi è come la vedo io, se ti sembra una scemenza, ignora pure tutto). Secondo me, hai voluto mettere troppi dettagli e partire da troppo lontano, per un racconto. Se fosse un romanzo, o anche una novella di una cinquantina di pagine, sarebbe un altro discorso, ma nello spazio del racconto, meglio scegliere bene cosa si vuole raccontare, quale spaccato della vita di uno o più personaggi e concentrarsi su quello.
Qui il punto è la separazione di Catia e Alessandro + Luca e il periplo di entrambi per sopravvivere e poter essere riuniti. La prima parte è troppo lunga, forse volevi riallacciare il racconto al Natale, ma il salotto, l'albero fatto con la tata, i regali, i dettagli su perché Catia è entrata nell'esercito... prendono troppo spazio obbligandoti poi a fare dei riassunti di informazioni poi quando arrivi al momento della catastrofe.
A proposito delle spiegazioni su come già l'esercito fosse già in allerta eccetera anche loro secondo me sono troppo presenti, e troppo "inserto esplicativo". Non è necessario spiegare, o tentare di spiegare, tutto. Meglio rendere più dinamico il tutto, facendo intuire il quadro più generale da qualche accenno. E restare concentrati sulla scena in primo piano: padre e bambino in fuga da un lato e madre/soldato alla loro ricerca dall'altro.
L'ultimo punto della mia riflessione riguarda l'epilogo, e l'inserimento della fiaba, che questo comporta. Ribadisco che era davvero uno scoglio più che una boa, difficile da inserire, quindi i miei sono consigli "facili" dall'esterno e a freddo. In ogni caso, la fiaba arriva molto tardi nel racconto, sembra inserita lì a forza perché sai che devi terminare con quella frase. Secondo me, se elimini l'introduzione sul prima della catastrofe, e inizi il racconto in medias res, con un padre che deve fuggire e proteggere il figlio, e al tempo stesso cercare di preservarne la serenità e la speranza, puoi inserire fin da subito, o quasi, la narrazione della fiaba. Scappano, sono in campi profughi o rifugi di fortuna, e Alessandro inizia a raccontare a Luca una storia, in cui  l'eroina assomiglia a Catia eccetera.
Così, chiudere il racconto con il finale della fiaba e l'epilogo imposto risulterebbe forse più naturale.
Detto questo, se riprenderai questo racconto fuori dal contest, è chiaro che nessuno ti obbligherà a rispettare l'epilogo imposto e potrai strutturare il finale come credi :)
Insomma, vedi se nelle mie elucubrazioni trovi qualche spunto utile, sennò sarà stata l'occasione di farti un saluto e gli auguri di buon anno!
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Bef wrote: Tue Jan 07, 2025 5:35 pmProvo a darti un consiglio più "strutturale", o piuttosto il criterio di riflessione che userei io se dovessi revisionare una storia come questa. (Quindi è come la vedo io, se ti sembra una scemenza, ignora pure tutto). Secondo me, hai voluto mettere troppi dettagli e partire da troppo lontano, per un racconto. Se fosse un romanzo, o anche una novella di una cinquantina di pagine, sarebbe un altro discorso, ma nello spazio del racconto, meglio scegliere bene cosa si vuole raccontare, quale spaccato della vita di uno o più personaggi e concentrarsi su quello.
Qui il punto è la separazione di Catia e Alessandro + Luca e il periplo di entrambi per sopravvivere e poter essere riuniti. La prima parte è troppo lunga, forse volevi riallacciare il racconto al Natale, ma il salotto, l'albero fatto con la tata, i regali, i dettagli su perché Catia è entrata nell'esercito... prendono troppo spazio obbligandoti poi a fare dei riassunti di informazioni poi quando arrivi al momento della catastrofe.
A proposito delle spiegazioni su come già l'esercito fosse già in allerta eccetera anche loro secondo me sono troppo presenti, e troppo "inserto esplicativo". Non è necessario spiegare, o tentare di spiegare, tutto. Meglio rendere più dinamico il tutto, facendo intuire il quadro più generale da qualche accenno. E restare concentrati sulla scena in primo piano: padre e bambino in fuga da un lato e madre/soldato alla loro ricerca dall'altro.
L'ultimo punto della mia riflessione riguarda l'epilogo, e l'inserimento della fiaba, che questo comporta. Ribadisco che era davvero uno scoglio più che una boa, difficile da inserire, quindi i miei sono consigli "facili" dall'esterno e a freddo. In ogni caso, la fiaba arriva molto tardi nel racconto, sembra inserita lì a forza perché sai che devi terminare con quella frase. Secondo me, se elimini l'introduzione sul prima della catastrofe, e inizi il racconto in medias res, con un padre che deve fuggire e proteggere il figlio, e al tempo stesso cercare di preservarne la serenità e la speranza, puoi inserire fin da subito, o quasi, la narrazione della fiaba. Scappano, sono in campi profughi o rifugi di fortuna, e Alessandro inizia a raccontare a Luca una storia, in cui  l'eroina assomiglia a Catia eccetera.
Così, chiudere il racconto con il finale della fiaba e l'epilogo imposto risulterebbe forse più naturale.
Questo è un ottimo consiglio! Vedrò di provarci. Grazie!

Re: [CN24] ...come l'aria e la Terra che si scambiano la pioggia

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Ciao, hai tirato fuori una trama articolata e probabilmente difficile da gestire per la quantità di cose in gioco. A un certo punto ho avuto un carico di informazioni eccessivo e la sensazione che il racconto stesse diventando un elenco di eventi. 
Forse manca qualche dettaglio che facesse empatizzare con i personaggi: caratteristica fisica particolare, modo di camminare. Qualcosa in grado di farmelo immaginare fisicamente.

Dal punto di vista stilistico eliminerei qualche aggettivo di troppo che appesantisce la lettura.

Ho apprezzato l'idea e l'ambientazione ma qualcosa va rivisto.

Un saluto

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