[Lab14] Labiale e lentiggini

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[Lab14] Labiale e lentiggini


Senza date
Senza luoghi


7 anni e mezzo

"Non mi ha neppure salutato prima di partire... perché?... e diceva che mi voleva bene. Però mi manca già."
Alla fine della seconda elementare, il padre di Urbano, maresciallo itinerante, l'aveva caricato in macchina da un giorno all'altro per cambiare caserma e città, dopo tre anni. "Ma papà, non ho salutato la mia amica Fiammetta... "
"Te ne farai delle altre..."
Ma lui aveva pianto: lei era diversa, glielo diceva l'istinto, era speciale. Vicino a lei, si sentiva felice. L'amica sapeva anche giocare a calcio ed era imbattibile nel ruolo di portiere. Inoltre, a scuola era brava a suggerirgli col labiale le cose che non gli venivano subito in mente.
Lei, con le trecce rosse e le lentiggini, nel primo banco dalla finestra. Lui alla cattedra dal maestro. Sei per otto? Con le labbra a cuore, e fuori portata visiva del maestro,  gli suggeriva: quarantotto.


25 anni

"A casa mia o a casa tua?"
"A casa mia." Giulia preferiva il proprio letto e lo proponeva quasi sempre a Urbano.
Lui accettava, come aveva sempre fatto con tutte, e questo era l'unico suggerimento che gradiva. Altri non ne aveva ricevuti da lei, né dalle altre donne che l'avevano preceduta. Belle, intelligenti, già laureate e/o entrate nel mondo del lavoro.
Urbano cercava la sua donna con una caratteristica unica ma non sapeva spiegarsi quale fosse. Ma era convinto che l'avrebbe riconosciuta, incontrandola. 

32 anni

Fiammetta si trova in un ristorante con un'amica.
Nota un uomo aitante in compagnia di una donna a un tavolo un po' distante dal suo. I due la colpiscono perché  mangiano in silenzio e senza sorrisi.
Da un terzo tavolo, si fa notare da tutti un'altra coppia, con lui che parla a lei con voce alterata, intimandole di non fare più qualcosa.
Lei nega di averlo fatto; lui dice che gli è passato l'appetito e che vada a quel paese. Che si aggiusti col conto e col taxi. Si alza facendo cadere la sedia; recupera la giacca e si allontana infuriato.
L'uomo silenzioso parla alla donna con lui che sbuffa e e nega, ma poi fa spallucce. Allora si alza e si avvicina alla donna sola che è rimasta impietrita al suo posto, sotto gli sguardi di tutti. "Sono Urbano e lei è la mia amica Monica. Venga a mangiare con noi: in compagnia e a pancia piena il mondo ti offre il suo lato migliore."
Fiammetta capisce soltanto che la sta invitando al loro tavolo per toglierla dall'imbarazzo. 
Quando la donna sola accetta, il sipario del silenzio si rialza e il vocio del locale riprende.
Osserva quei tre al tavolo e intuisce le dinamiche: la grata, l'egoista, il soccorrevole.
Lei sta pensando: per un uomo così sarei disposta a battermi... bella forza... con una così si vince a mani basse.
Al momento in cui incrocia casualmente il suo sguardo, gli dice un "Bravo!" col labiale.
Va in bagno e fa la fila. Quando torna, i tre  non ci sono più.
Dispiaciuta, si spinge a chiedere al cameriere se sono habitué del locale: negativo.
In più, lui le ricorda qualcuno...
Quello sguardo perso a cercare la risposta, lei lo ricordava ancora più smarrito e piccolo, mentre cercava di agganciare il suo.

Urbano era stato preso dal problema della donna piantata in asso al ristorante. Usciti da lì, l'avevano portata a casa di una parente come lei desiderava. Poi, lui aveva accompagnato Monica a casa sua ma non era salito. Aveva voglia di fare due passi da solo. Ripensando alla serata, il flash di un retropensiero lo fa fermare di colpo... un "Bravo" letto dal labiale di una donna a un tavolo del locale... una coi capelli rossi e le lentiggini...

37 anni

Urbano è in coda al gate, con altri cento, intrappolato nella serpentina fra le transenne per andare ai controlli. Il gate di Fiammetta dev'essere altrove, perché lui la vede passare e la riconosce ma non può raggiungerla: vanno in due cieli diversi. 
Sulle labbra gli affiora il nome: Fiammetta. "Fiammetta chi?" gli chiede Franca, accanto a lui. "Una compagna di scuola: credo di averla riconosciuta."
La rossa si volta come se avesse inteso e incrocia uno sguardo antico: "Urbano" dice il suo labiale e fa un cenno di saluto e un sorriso ma procede.
Ci sarà un'altra occasione.

40 anni

Dopo tre anni, un altro casuale incontro tra i due ha finalmente un parziale successo. In un grande centro commerciale, dove Urbano e la fidanzata del momento scelgono delle calzature, entrano per acquisti anche Fiammetta e il suo compagno.
Urbano va subito a salutare Fiammetta anche se con l'entusiasmo frenato dalla presenza incuriosita dei partner, ai quali la presenta con battute di spirito sulla seconda elementare fatta insieme. Finalmente può spiegarle il motivo della partenza improvvisa e senza un saluto.
Si provano le scarpe sullo stesso divanetto. "Che numero porti: quarantotto?" ride lei.
Mentre loro due sono accanto, in coda alla cassa con le loro scarpe, Urbano fa un'osservazione: "Sarebbe bello facessero la stessa strada insieme..." "Chi?" fa lei.
"Le nostre scarpe nuove" le risponde con un labiale semicelato.
Ma le buone premesse di quest'ultimo incontro non si concretano. Al momento dei saluti, sotto gli occhi dei rispettivi compagni, nessuno dei due prende l'iniziativa di lasciare il proprio numero di telefono all'altro.


47 anni

Lei insegna  Lettere Storia e Geografia in una scuola media. Intende prendere una seconda laurea in Psicologia, a vent'anni dalla prima.
Quel giorno, si trova nell'Ateneo per assistere alla presentazione del nuovo Rettore. La sorpresa di leggere quel nome in quella autorevole carica l'ha spiazzata, in un primo attonito momento, ma poi si è sentita allargare il cuore per il successo dell'amico.
Aveva saputo, dall'incontro al centro commerciale, che era un insegnante come lei, ma di matematica... c'era da ridere rievocando...
Eppure lei non era stupita che lui fosse diventato un uomo di valore, nel privato e nel pubblico, in questi quarant'anni dalla loro conoscenza di scolari, come se fosse una vecchia amica adulta (anzi, molto di più) e non una vecchia amica bambina.


Nell'emiciclo della Sala Conferenze del prestigioso Ateneo, il Magnifico Rettore, Professor Urbano Mellis, intende trasmettere, nel suo primo discorso,  la propria concezione sul significato della sua carica e sulla funzione delle Università.
Il target degli studenti presenti è rappresentativo dell'utenza complessiva: due terzi di italiani e un terzo di diverse nazionalità, e le età degli iscritti spaziano dal fine scuola secondaria a persone di età diverse per prima e seconda laurea, anche superiori a quarant'anni.

"Benvenuti a tutti gli iscritti, qui per costruire le basi di tutti i vostri Mondi!
Sono il vostro Rettore ed è mia intenzione svolgere questa funzione al meglio delle mie capacità e competenze.

Il Rettore rappresenta l'Università e sovrintende a tutte le sue attività, esercitando funzioni di iniziativa, di coordinamento e di attuazione. Soprattutto, è responsabile del rispetto dei diritti degli studenti nello svolgimento delle carriere di studio.

Ogni studente iscritto ha diritto di assistere alle lezioni, di essere seguito nel suo percorso di studio nei modi previsti, di dare gli esami nelle sessioni di sua competenza e di usufruire di tutti i servizi offerti dal nostro Ateneo per la sua formazione.
Va da sé che ogni studente ha il dovere di non ostacolare l'esercizio di questi diritti a nessun altro iscritto.

Oltre all'ambito interno e a quello nazionale, il Senato Accademico da me guidato può autonomamente, ossia senza influenze da qualunque parte provengano, stringere rapporti di collaborazione con tutti gli Atenei esteri interessati, nell'ottica di favorire l'integrazione delle scienze e dei saperi dei Popoli.

Perché dallo scambio reciproco del contenuto e delle interazioni... meglio... interconnessioni dei migliori cervelli si intessono rapporti anche di comprensione e di studio della natura degli altri popoli."


Cos'era successo? Urbano si era inceppato sulle interazioni, che non era la parola più indicata per il significato che intendeva dare al concetto della frase.
Era andato a volgersi d'istinto, come chiamato, alla fine della prima fila, gremita, e sul fondo, verso la finestra, aveva incrociato lo sguardo di Fiammetta e il suo labiale: "interconnessioni". Tutto in pochi attimi di pausa. 
Torna a bomba sul pezzo (ma col cuore che scoppia).

"Chi parte dalla comprensione del singolo individuo, ha in mano i mezzi per la comprensione delle basi e dei valori degli altri popoli; senza mai rifiutare il dialogo, si tutela la PACE, presente e futura. Oppure il PASSATO non ci ha insegnato niente?

Perché partiamo qui dal ... concetto... presupposto (labiale di due labbra a cuore della rossa con le lentiggini) ... ehm... presupposto, ripeto, che le decisioni spettano a chi le deve prendere!
Per chiarire meglio il mio pensiero, il Senato accademico che io rappresento non cederà all'oltraggio di sit-in nell'Ateneo per manifestazioni di radice politica, ideologica o altro. Non poter accedere ai locali cui si ha diritto? Non ha nessun senso!
Farei sgomberare immediatamente chi occupasse per suo capriccio...  con l'arbitrio (dal labiale) i locali universitari ad uso di tutti, e ne impedisse la libera fruizione agli altri.

Si deve guardare anche alla ... volontà... al rispetto (dal labiale) degli Organi preposti a deliberare, che non devono cedere ai ricatti e alle pressioni di nessuno.
La popolazione studentesca deve rispettare le deliberazioni, anche quelle sugli accordi internazionali, di chi è tenuto a deciderle in modo autonomo.

Con forza e convinzione, io vi dico, studenti tutti: non mischiate le ideologie politiche con la natura di questo luogo;
è essenziale e basilare che la cultura sia sempre al di fuori e soprattutto al di sopra dei conflitti e della bagarre partitica e non venga presa a prestito come "scusa" o motivo per tentare di ammantare interessi e sotterfugi che con la cultura stessa non hanno niente da spartire.

Ascoltate con civiltà le opinioni diverse dalla vostra senza fare barriere di principio. 
L'università è un cardine, un caposaldo di libertà dove si riconosce la dignità di ogni persona e non la si giudica per opinioni politiche, convinzioni religiose o appartenenza a una nazione piuttosto che un'altra. Siamo persone, con uguali diritti e uguali doveri, verso le quali l'unico e solo giudizio che possiamo farci contestare riguarda la "responsabilità personale". 
Qui come altrove. Ma guai se non lo si riconoscesse qui! Sarebbe il declino...


Siete la classe dirigente di domani: Il vostro sapere, tutti gli apprendimenti che vi formeranno non devono essere disgiunti dalla crescita dei valori morali e di rispetto per tutti. 
La considerazione per gli altri, ricordatelo sempre, è la derivazione ... origina (dal labiale) dal rispetto per noi stessi.
Mantenere un clima di serena e proficua collaborazione tra di noi  è la base del progresso individuale e sociale.
Il mio consiglio personale: fermezza e volontà  nell'applicazione allo studio. 
La disciplina è tutto: per aspera ad astra!



Io vi prometto: Non farò ledere a nessuno il diritto di tutti allo studio! Piuttosto combino un ... casino...quarantotto!" (dal labiale).


Il professor Urbano conclude così, in maniera estemporanea, il suo libero discorso inaugurale accolto da una platea sorpresa ma plaudente.
Rivolto lo sguardo alla rossa Fiammetta, col suo labiale la invita: "Aspettami".

Se le nostre parole
danno un'eco d'amore
- con o senza labiale -
la possiamo captare
al di là del silenzio
di un tempo interrotto.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Poeta Zaza ha scritto: che sbuffa e e nega,
Refuso, eliminare la e
Poeta Zaza ha scritto: Lettere Storia e Geografia
Refuso, manca la virgola dopo storia

Racconto dolce e delicato, un'intesa durata nel tempo e che il tempo lo azzera. Si intuisce che tra i due qualcosa accadrà senza bisogno di forzare la mano.  "Aspettami" è un appuntamento al quale i due protagonsti non possono rinunciare, direi che non possono più rimandare.
La trama scorre bene anche se mi stona giusto un po' il fatto che i due fossero rincontrati ripetutamente, cosa che può accadere facilmente vivendo nella stessa città; all'inizio, però, hai mandato Urbano in un altra città (si suppone un luogo lontano, ho immaginato addirittura un'altra regione, sebbene tu non abbia specificato), quindi a me è mancato proprio il "ritorno". La mia è un'osservazione stupida, lo so, è chiaro che avendo radici, si può scegliere facilmente di accettare incarichi e tornare nella città d'origine, nonostante ciò, questo passaggio mi è mancato.
Ho trovato invece originale l'espediente che hai messo in campo: l'intendersi al volo tramite il labiale. Racconta di come ci si possa capire senza nemmeno parlare. E questa intesa non si instaura con tutti ma solo con alcuni, e solo con uno (di norma) si raggiunge l'intesa assolutamente  perfetta. 
Ho apprezzato molto anche la chiusa, i versi danno l'idea proprio di quel tempo interrotto, dove l'intesa, nonostante la rispettiva crescita e diverse esperienze personali, non è andata perduta. 

Brava

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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@Adel J. Pellitteri grazie del passaggio! :flower:

Ti ringrazio per la segnalazione dei refusi.
La faccenda dei "ritorni" non vorrei che tu la riferissi al tema, perché non ho scritto in base a quello (inoltre, sono oltre i diecimila caratteri).

In quarant'anni, si sono incontrati sfiorati solo quattro volte perché non hanno mai più abitato nello stesso paese o nello stesso quartiere.
Il caso è stato determinante.
Si vede che quell'eco d'amore ha superato il silenzio di quel tempo interrotto ed è arrivato per entrambi il posto giusto, il momento giusto 
e il modo giusto per riunirsi.
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Poeta Zaza ha scritto: La faccenda dei "ritorni" non vorrei che tu la riferissi al tema
Sì, mi riferivo al tema. So bene che non è obbligatorio, ma il fatto cominciassi il racconto mandando il tuo personaggio in un'altra città me lo suggeriva. La dilatazione degi incontri nel tempo è un altro punto di forza della storia che non ho citato prima nel mio commento ma che ho apprezzato. 

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Molto carino il titolo di questo “mini romanzo romance” . Un amore in erba, nato in modo istintivo e naturale da bambini e che dura tutta la vita.  Ognuno ha vissuto le proprie esperienze e altri amori, ma senza mai dimenticare quel primo battito speciale del cuore che saprà attendere tutto il tempo necessario. In genere nei racconti brevi non è facile inserire dei capitoli o parlare di tutta una vita, qui ne hai intrecciate due tenendole unite col filo indissolubile di un amore sbocciato ma non consumato per tanti anni. Ho trovato solo un po’ lungo il discorso fatto dal “Magnifico Rettore” , ma capisco che serviva per creare la giusta atmosfera e ottenere i suggerimenti “labiali” di Fiammetta. 
Una fiamma che ha covato sotto la cenere senza mai spegnersi e che divamperà in un incendio. Racconto delicato e mai stucchevole. Missione “rosa” compiuta! Complimenti @Poeta Zaza 👍🌻🌻

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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@Monica ha scritto: Molto carino il titolo di questo “mini romanzo romance” . Un amore in erba, nato in modo istintivo e naturale da bambini e che dura tutta la vita.  Ognuno ha vissuto le proprie esperienze e altri amori, ma senza mai dimenticare quel primo battito speciale del cuore che saprà attendere tutto il tempo necessario. In genere nei racconti brevi non è facile inserire dei capitoli o parlare di tutta una vita, qui ne hai intrecciate due tenendole unite col filo indissolubile di un amore sbocciato ma non consumato per tanti anni. Ho trovato solo un po’ lungo il discorso fatto dal “Magnifico Rettore” , ma capisco che serviva per creare la giusta atmosfera e ottenere i suggerimenti “labiali” di Fiammetta. 
Una fiamma che ha covato sotto la cenere senza mai spegnersi e che divamperà in un incendio. Racconto delicato e mai stucchevole. Missione “rosa” compiuta! Complimenti @Poeta Zaza 👍🌻🌻
@@Monica  Mi fai arrossire!  :arrossire:

Grazie! :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Ciao @Poeta Zaza. Mi spiace segnalarti che al tuo "apprezzabile" lavoro manca l'ingrediente principale. Un percorso narrativo idoneo in un romanzo.
Vi è una frammentazione vistosa dei periodi che non stanno insieme per niente. Manca la melodia di un rosa, il romanticismo, non solo quello tra i due, che in qualche modo si coglie. Ma è la stessa voce narrante a non avere quella calda narrazione. Spesso mi pare una cronistoria di fatti attaccati come le note giornalistiche. Questo sinceramente. Ciao.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Ciao, Mariangela. @bestseller2020 arriva pochi minuti prima di me per dirti quello che, grosso modo, penso anche io.
In pratica hai scalettato il racconto, ora è il momento di scriverlo.
Hai una bella storia, cinematografica, io l'ho immaginata tutta ma ho sentito la mancanza dei dettagli importanti.
Prendo questo estratto per farti un esempio e spiegarti quello che voglio dire:
  ha scritto:Poeta ZazaUrbano era stato preso dal problema della donna piantata in asso al ristorante. Usciti da lì, l'avevano portata a casa di una parente come lei desiderava. Poi, lui aveva accompagnato Monica a casa sua ma non era salito. Aveva voglia di fare due passi da solo. Ripensando alla serata, il flash di un retropensiero lo fa fermare di colpo... un "Bravo" letto dal labiale di una donna a un tavolo del locale... una coi capelli rossi e le lentiggini...
Fuori dal locale l'asfalto brillava alla luce dei lampioni; una pioggerellina fitta aveva rinfrescato la serata. Monica capì che la donna era visibilmente provata, prese l'iniziativa: (in questo modo sappiamo che i fatti accadono in una sera di fine estate.)
—vuoi che ti accompagniamo da qualche parte? Non hai nemmeno il soprabito, cara, ti prenderai un malanno. (non ha messo il soprabito, questo definisce l'idea del clima nel tempo in cui si svolge la storia.)
La strada era libera a quell'ora di notte, in pochi minuti Urbano aveva lasciato la sconosciuta da un parente e la sua ragazza sul portone di casa. Quella sera non salì da lei. Ripensava alla serata, guidava verso casa sua e il flash di un retropensiero andava a loop. Un "Bravo" letto dal labiale di una donna a un tavolo del locale... una coi capelli rossi e le lentiggini...

Quando parlo di dettagli, intendo che anche l'ambiente, deve essere parte delle immagini che crei con la penna. La decisione di accompagnare la ragazza le perplessità dei protagonisti devono avere ragione di essere: è tardi, piove, e la ragazza è scossa dagli ultimi eventi. Il mio è solo un esempio un po' forzato, non devi per forza scrivere ogni scena in questo modo, cerco di farti capire cosa è mancato per me nel tuo racconto e come avrei evitato l'effetto didascalico degli eventi, Quello che somiglia un po' troppo a una scaletta

Capisco la scarsità di caratteri, Ma tutto il discorso del Rettore risulta pesante, facilmente sacrificabile in buona parte.
Il labiale che li riavvicina è ben rappresentato in tutto il racconto, alcune parti non servono e si evita di essere ridondanti.
Detto questo sottolineo che la storia potrebbe ispirare un bel film.
Brava!
  

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Albascura ha scritto: Monica capì che la donna era visibilmente provata, prese l'iniziativa: (in questo modo sappiamo che i fatti accadono in una sera di fine estate.)
Ma l'iniziativa la prende Urbano! Per questo si è preso anche un Bravo! da Fiammetta... Monica sbuffava, era scocciata...

Cara @Albascura , c'è un equivoco. Non ho voluto fare il classico rosa. La mia coppia si mette insieme dopo quarant'anni di interruzioni che chiamerei 
propedeutiche a quel momento. A me non piace la melassa, il latte alle ginocchia. So fare quelle immagini, ma le ho evitate apposta nel rosa perché non sono "originali". Nel discorso del Rettore ho fatto incontrare le loro menti, perché i cuori si erano già incontrati. Come ho cercato di suggerire qui,
parlando di Urbano:
Poeta Zaza ha scritto: Torna a bomba sul pezzo (ma col cuore che scoppia).
Albascura ha scritto: Detto questo sottolineo che la storia potrebbe ispirare un bel film.
Brava!
Grazie della tua opinione e di questo complimento, @Albascura :flower:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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  ha scritto:Poeta ZazaMonica  capì che la donna era visibilmente provata, prese l'iniziativa: (in questo modo sappiamo che i fatti accadono in una sera di fine estate.)
 È vero! Mentre scrivevo l'esempio ho interpretato a modo mio senza riflettere, ma ti giuro che ho letto attentamente il testo, forse mi piaceva pensare alla solidarietà tra donne.
Leggi Urbano al posto di Monica e il senso del mio suggerimento non cambia.
  ha scritto:Poeta ZazaA me non piace la melassa, il latte alle ginocchia. So fare quelle immagini, ma le ho evitate apposta nel rosa perché non sono
Oh, nemmeno a me, le evito come l'ortica, però devo dire che in certi romanzi ci sono scene molto originali che si adatterebbero un Rosa classico. 
Che poi io non so nemmeno se per Rosa classico si intende quello che credo io, cioè tipo gli Harmony o i romanzi di Liala. 
Quello che gira oggi, da  tre metri sopra il cielo Di Moccia in poi sono tutt'altro. 
  ha scritto:Poeta Zazac'è un equivoco. Non ho voluto fare il classico rosa. L
Comunque io non mi riferivo al genere ma alla struttura del racconto, Rosa o non Rosa la tua idea è ottima, a me è piaciuta molto, ti ripeto, è solo da rielaborare costruendo una trama meno didascalica.  
Ma è solo una mia impressione, può benissimo essere che il mio consiglio sia da buttare
Ti riporto qui una parte dove, secondo me, salta all'occhio.
  ha scritto:  Poeta ZazaFiammetta si trova in un ristorante con un'amica.
Nota un uomo aitante in compagnia di una donna a un tavolo un po' distante dal suo. I due la colpiscono perché  mangiano in silenzio e senza sorrisi.
Da un terzo tavolo, si fa notare da tutti un'altra coppia, con lui che parla a lei con voce alterata, intimandole di non fare più qualcosa.
Lei nega di averlo fatto; lui dice che gli è passato l'appetito e che vada a quel paese. Che si aggiusti col conto e col taxi. Si alza facendo cadere la sedia; recupera la giacca e si allontana infuriato.
L'uomo silenzioso parla alla donna con lui che sbuffa e e nega, ma poi fa spallucce. Allora si alza e si avvicina alla donna sola che è rimasta impietrita al suo posto, sotto gli sguardi di tutti. "Sono Urbano e lei è la mia amica Monica. Venga a mangiare con noi: in compagnia e a pancia piena il mondo ti offre il suo lato migliore."
Fiammetta capisce soltanto che la sta invitando al loro tavolo per toglierla dall'imbarazzo. 
Quando la donna sola accetta, il sipario del silenzio si rialza e il vocio del locale riprende.
Osserva quei tre al tavolo e intuisce le dinamiche: la grata, l'egoista, il soccorrevole.
Lei sta pensando: per un uomo così sarei disposta a battermi... bella forza... con una così si vince a mani basse.
Al momento in cui incrocia casualmente il suo sguardo, gli dice un "Bravo!" col labiale.
Va in bagno e fa la fila. Quando torna, i tre  non ci sono più.
Dispiaciuta, si spinge a chiedere al cameriere se sono habitué del locale: negativo.
In più, lui le ricorda qualcuno...
1)Fiammetta si trova in un ristorante con un'amica.
2) Nota un uomo aitante in compagnia di una donna a un tavolo un po' distante dal suo. I due la colpiscono perché  mangiano in silenzio e senza sorrisi.
3) Da un terzo tavolo, si fa notare da tutti un'altra coppia, con lui che parla a lei con voce alterata, intimandole di non fare più qualcosa.
4) Lei nega di averlo fatto; lui dice che gli è passato l'appetito e che vada a quel paese. Che si aggiusti col conto e col taxi. Si alza facendo cadere la sedia; recupera la giacca e si allontana infuriato.
5) L'uomo silenzioso parla alla donna con lui che sbuffa e nega, ma poi fa spallucce. Allora si alza e si avvicina alla donna sola che è rimasta impietrita al suo posto, sotto gli sguardi di tutti. "Sono Urbano e lei è la mia amica Monica. Venga a mangiare con noi: in compagnia e a pancia piena il mondo ti offre il suo lato migliore."
6) Fiammetta capisce soltanto che la sta invitando al loro tavolo per toglierla dall'imbarazzo. 
7) Quando la donna sola accetta, il sipario del silenzio si rialza e il vocio del locale riprende.
8) Osserva quei tre al tavolo e intuisce le dinamiche: la grata, l'egoista, il soccorrevole.
 
Ecco, una scena scalettata in otto punti, fiammetta fa questo, pensa questo, vede quest'altro, ok. Adesso scriviamo il racconto:

Quella mattina il ristorante è quasi vuoto, la sua amica sceglie, per loro, un posto vicino alla finestra che da sul giardino. Si siedono e subito Fiammetta nota una giovane coppia silenziosa, i due consumano il cibo senza allegria. Al contrario un'altra coppia poco distante  si parla in modo alterato...


Spero di essermi spiegata meglio, e qui cito L'esergo di @Ippolita 
Perché magari quello che io vedo nei racconti degli altri non riesco a scovarlo nei miei.

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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@Poeta Zaza  <3

Il tuo racconto/schema mi ha incuriosito. A differenza di altri tuoi testi, qui la frammentazione e il senso di urgenza diventano cifra narrativa. L'idea mi ha fatto venire in mente il film romantico Serendipity, che si esaurisce però in una manciata di anni molto più contenuta.
Vi sono due elementi che a mio parere stonano: 
il ricorrere per tre volte di quel "quarantotto", come se fosse possibile che di tutte le paroline suggerite fosse l'unica a essere rimasta nella mente di Fiammetta, che addirittura la usa (due volte!) come boutade;
l'eccessiva lunghezza e la retorica dell'esternazione del Rettore in cui mette bene in chiaro ai nuovi iscritti che è vietato occupare.

Discorso del Rettore a parte, devo dire che, a differenza di altri tuoi racconti, è stata una lettura piacevole.

Grazie e un saluto caro. 
https://www.amazon.it/rosa-spinoZa-gust ... B09HP1S45C

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Poeta Zaza ha scritto: Senza date
Senza luoghi
Gusto personale. Mi sembra superfluo sottolinearlo, si evince dal testo.
Poeta Zaza ha scritto: Urbano cercava la sua donna con una caratteristica unica ma non sapeva spiegarsi quale fosse. Ma era convinto che l'avrebbe riconosciuta, incontrandola. 
Toglierei il ma.
Poeta Zaza ha scritto: "A casa mia o a casa tua?"
"A casa mia." Giulia preferiva il proprio letto e lo proponeva quasi sempre a Urbano.
Lui accettava, come aveva sempre fatto con tutte, e questo era l'unico suggerimento che gradiva. Altri non ne aveva ricevuti da lei, né dalle altre donne che l'avevano preceduta.
Poeta Zaza ha scritto: "Te ne farai delle altre..."
La premonizione del padre si avvera...
Poeta Zaza ha scritto: La rossa si volta come se avesse inteso e incrocia uno sguardo antico: "Urbano" dice il suo labiale e fa un cenno di saluto e un sorriso ma procede.
Metterei virgola dopo sorriso.
Poeta Zaza ha scritto:
Perché dallo scambio reciproco del contenuto e delle interazioni... meglio... interconnessioni dei migliori cervelli si intessono rapporti anche di comprensione e di studio della natura degli altri popoli."

Cos'era successo? Urbano si era inceppato sulle interazioni, che non era la parola più indicata per il significato che intendeva dare al concetto della frase.
Era andato a volgersi d'istinto, come chiamato, alla fine della prima fila, gremita, e sul fondo, verso la finestra, aveva incrociato lo sguardo di Fiammetta e il suo labiale: "interconnessioni". Tutto in pochi attimi di pausa. 
Qui entriamo nel fantasy telepatico.
Fiammetta dovrebbe conoscere tutto il discorso a memoria per essere pronta all'istante a suggerirgli il vocabolo più idoneo e cogliere quell'infinitesimo di pausa di Urbano che lo porta a pensare alla parola meno idonea.
Ma devo dire che questa pensata è fantastica.
Poeta Zaza ha scritto: Se le nostre parole
danno un'eco d'amore
- con o senza labiale -
la possiamo captare
al di là del silenzio
di un tempo interrotto.
Bella!
@Poeta Zaza non finisci mai di stupire. Hai tirato fuori un racconto con un'idea di base molto romantica. Avrei trovato un altro modo di scandire il tempo che passa, mettere l'età mi sembra troppo didascalico. Non so, all'inizio alle elementari, poi durante l'università, e magari aggiungere dopo dieci anni, dopo venti, o altre cose e cercare di legarle in qualche modo. Gusto personale. 
Devo dire che ho letto con interesse il discorso inaugurale del nuovo rettore, però sì, concordo con i precedenti commenti. Ma solo averla pensata rende il racconto molto originale. 
Penso anch'io che rimettendola a posto la storia ha molte potenzialità.
Ciao, alla prossima.

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Kasimiro ha scritto: Qui entriamo nel fantasy telepatico.
Fiammetta dovrebbe conoscere tutto il discorso a memoria per essere pronta all'istante a suggerirgli il vocabolo più idoneo e cogliere quell'infinitesimo di pausa di Urbano che lo porta a pensare alla parola meno idonea.
Ma devo dire che questa pensata è fantastica.
Volevo mettere in evidenza la loro intesa intellettuale. Anche se non conosce il discorso, Fiammetta suggerisce la parola più appropriata non appena lui comincia l'altra, meno adatta, dalla prima sillaba. Urbano completa la sua, ma aggiunge l'altra senza soluzione di continuità. Certo, è molto difficile, ma qui si sposano cuori e menti.  <3
Kasimiro ha scritto:
Bella
Kasimiro ha scritto:
@Poeta Zaza non finisci mai di stupire. Hai tirato fuori un racconto con un'idea di base molto romantica. Avrei trovato un altro modo di scandire il tempo che passa, mettere l'età mi sembra troppo didascalico. Non so, all'inizio alle elementari, poi durante l'università, e magari aggiungere dopo dieci anni, dopo venti, o altre cose e cercare di legarle in qualche modo. Gusto personale. 
Grazie del passaggio e dei suggerimenti, @Kasimiro  :)
Kasimiro ha scritto:
Ma solo averla pensata rende il racconto molto originale.
:libro: Questo è il risultato che perseguo in qualsiasi genere mi cimenti.  :)   
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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Hai reso molto bene il discorso tipo di un rettore, e infatti mi è venuta voglia di prenderlo a testate per quello che dice e come lo dice :asd: però, ecco, per quanto sia estremamente realistico un discorso così vuoto, soporifero, approssimativo, opportunista ed errato, avrei tagliato un pochino per concentrarmi sul resto, sulla storia d'amore a distanza di anni che ho trovato molto molto carina e delicata. I salti temporali mi hanno ricordato, in qualche modo, Harry ti presento Sally. Una scelta narrativa molto intelligente, visto il limite di caratteri.
Insomma, mi è piaciuta molto la vicenda, avrei tagliato un po' di convenevoli istituzionali per concentrarmi invece sulle emozioni :) come lettore voglio abbandonarmi totalmente alla storia, spaventarmi a morte per un horror o sentire il cuore che batte all'impazzata per un rosa, voglio piangere. Pensa all'impatto emotivo delle tue parole su chi le legge e ti renderai conto da te che a fine racconto ci vuole un climax sentimentale, non un discorso istituzionale :)

Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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@Mina  grazie del passaggio  :)

Ho detto sopra che il mio è un sottogenere di Rosa, e l'incontro amoroso che descrivo nella vicenda riguarda menti e cuori dei due protagonisti, quella interezza che tutti andiamo cercando e che, mancando, porta al disfacimento di molte coppie.

Quello che ho portato alla tua e altrui lettura è questo connubio, che si può capire (volendo,   :asd:   @Mina ) anche se non si condividono alcuni concetti.

Per il finale, il climax sentimentale sta tutto in quell' "Aspettami" che, dopo tanti incontri "sfiorati", prelude a quello completo.
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Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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@Poeta Zaza  carissima, hai per le mani un gran bel materiale. Altro che prodotto di nicchia! È un rosa con tutti i crismi, specie considerando l’abbondanza di declinazioni che il genere consente.
Ottima idea, anche se non originalissima, la scansione frammentata, non tanto come dispositivo cronologico, quanto perché serve a supportare le due notazioni cardine di tutto il racconto:
Poeta Zaza ha scritto: vanno in due cieli diversi. 
Poeta Zaza ha scritto: "Aspettami".
Bellissimi.
In sostanza è la storia di due anime (il connubio cuore e mente ne è la sostanza) che si cercano per tutta la vita. Se non è amore questo…
Ora, se è vero quanto premesso, mi è mancato qualcosa.
In primo luogo la definizione dell’errare di Urbano che cerca Fiammetta in tutte le donne con cui malamente si accompagna. Solo qualche flash che vada oltre le caratteristiche fisiche.
Ma soprattutto cosa realmente Urbano ama di Fiammetta, e viceversa, dato che l’estrema empatia tra i due, ne è effetto e non causa.
Cosa li lega così profondamente? Il passato è la fonte, ma di quale fiume?
Sembrerebbe che lei sia da sempre il suo mentore silenzioso, ma in tal caso ci troveremmo davanti alla solita donna che ingrandisce con la sua l’ombra di un piccolo uomo. 
Questo il racconto non lo merita, perché ha le ali giuste per volare più alto.
Anche se lontani, Urbano e Fiammetta si sono sempre stati accanto, non uno davanti all’altra. 
E dunque, ancora una volta, se è vero questo, allora anche a lei spetterebbe lo stesso dono, magari mettendo in scena una situazione analoga in cui le labbra di lui riescano a guidare il pensiero di  lei.
Non è un capovolgimento di ruoli, casomai la costruzione di un equilibrio che il tempo, tessitore di tutta la trama, ha consentito a entrambi.
Solo così quell’Aspettami  così prezioso, così vero da sempre, spiccherebbe il volo senza bisogno di avere risposta.
<3
 
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Re: [Lab14] Labiale e lentiggini

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aladicorvo ha scritto: Anche se lontani, Urbano e Fiammetta si sono sempre stati accanto, non uno davanti all’altra. 
E dunque, ancora una volta, se è vero questo, allora anche a lei spetterebbe lo stesso dono, magari mettendo in scena una situazione analoga in cui le labbra di lui riescano a guidare il pensiero di  lei.
Hai ragione, @aladicorvo   :si:

Sì, dovevo pensarci! In sede di revisione, dovessi farla, sarà mia cura costruire un penultimo incontro con ll labiale di lui che guida lei.  :)
aladicorvo ha scritto: Ma soprattutto cosa realmente Urbano ama di Fiammetta, e viceversa, dato che l’estrema empatia tra i due, ne è effetto e non causa.
Cosa li lega così profondamente? Il passato è la fonte, ma di quale fiume?
E' da approfondire, sì, hai ragione.  :)
aladicorvo ha scritto: Non è un capovolgimento di ruoli, casomai la costruzione di un equilibrio che il tempo, tessitore di tutta la trama, ha consentito a entrambi.
Solo così quell’Aspettami  così prezioso, così vero da sempre, spiccherebbe il volo senza bisogno di avere risposta.
<3
Ti ringrazio per gli apprezzamenti  e i suggerimenti preziosi.  :love:

Troppo buona!  :arrossire:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


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