Io sospetto un doppio binario. Ma perché rischiare di infangarsi in queste cose, oggi che corre tutto su internet. Ti sgamano subito e se già vai male, andrai peggio con una brutta reputazione. Si, lo so, gli autori che pagano continuano a esserci… intanto intascano.
Contratti alla mano e dichiarazioni su email sono potenzialmente pericolosi quando si viaggia in queste situazioni, io non lo farei, piuttosto fallisco.
Etica e onore sono così d’altri tempi?
L’autore non sborsa un soldo oltre ai libri che vuole acquistare di sua volontà.
Riguardo alle presentazioni pagate, sta anche nelle casse della CE se lo può fare, altrimenti organizza in zona, anche perché se non hai un nome, è un gioco a perdere
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
77ElleryQ wrote: In realtà no, tramite un concorso e dopo aver partecipato, negli anni, a tantissimi altri. Avevo tentato la strada degli invii spontanei e delle agenzie letterarie, ma nel primo caso non hanno mai preso in considerazione le mail, nel secondo ho solo perso 5 anni e passa di tempo e di serenità, perché entrambe le agenzie (sebbene non a pagamento), non credo si fossero impegnate più di tanto nel proporre il libro agli editori, e in un caso ne ho anche avuta la riprova. Il libro ha avuto parecchie vicissitudini, per questo al momento non mi esprimo se non con grande cautela e una grossa manciata di scaramanzia.Posso chiedere con quale concorso sei arrivato a questo bel risultato? Complimenti!
Posso dire che, per me, è stato un mix di determinazione, pazienza (nel rileggere all'infinito e migliorarsi), e attesa (per anni!) della giusta occasione.
Mi sembra di capire, però, che anche tu ci sia arrivato.
Nel tuo caso, come è avvenuto?
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
78@Black01 grazie. Preferirei di no, altrimenti si risalirebbe alla mia identità.
Comunque è tra quelli indicati qui sul forum e credo che non ce ne siano tantissimi che prevedono la pubblicazione con delle big.

Comunque è tra quelli indicati qui sul forum e credo che non ce ne siano tantissimi che prevedono la pubblicazione con delle big.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
79Tornando all'argomento del titolo, se parliamo di big *molto* big sono ragionevolmente convinta che no, non chiedano contributi.
Su una posso affermarlo con certezza per esperienza diretta. Giunti non mi ha chiesto un soldino, giusto l'euro e spicci del francobollo per inviare il contratto firmato, e mi ha pure pagato un anticipo.
Lo stesso so, con un solo grado di separazione che spero si annulli presto, di Mondadori e Feltrinelli.
Su una posso affermarlo con certezza per esperienza diretta. Giunti non mi ha chiesto un soldino, giusto l'euro e spicci del francobollo per inviare il contratto firmato, e mi ha pure pagato un anticipo.
Lo stesso so, con un solo grado di separazione che spero si annulli presto, di Mondadori e Feltrinelli.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
80@ElleryQ comprendo perfettamente, grazie mille. Ancora complimenti!
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
81@Darksy posso chiederti se puoi dirci, senza rivelare l'identità della CE, che cosa ti hanno controproposto?
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
82Sineddoche wrote: @Darksy posso chiederti se puoi dirci, senza rivelare l'identità della CE, che cosa ti hanno controproposto?Ancora nulla. Una cosa che ho capito delle case editrici è che vivono in una dimensione parallela dove a una mail è normale rispondere dopo mesi, come se fosse una missiva cartacea spedita non dico nell'800 ma nel Medioevo. Calcolano il tempo che ci metterebbe un cavallo a portarla per migliaia di km e poi rispondono secondo questo intervallo.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
83Darksy wrote:Aspettiamo, ma contiamo sul fatto che, appena avuta la contro-proposta, la renderai nota. Così, tanto per poterci fare un'idea definitiva.
Ancora nulla. Una cosa che ho capito delle case editrici è che vivono in una dimensione parallela dove a una mail è normale rispondere dopo mesi, come se fosse una missiva cartacea spedita non dico nell'800 ma nel Medioevo. Calcolano il tempo che ci metterebbe un cavallo a portarla per migliaia di km e poi rispondono secondo questo intervallo.
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Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
85Sineddoche wrote: Novità, @Darksy?Vorrei averle anch'io. Mi chiedo in quale altro settore lavorativo sia assolutamente normale rispondere a una mail dopo 3, 4, 6, 8 mesi. Eppure in quello editoriale è così. Poi si lamentano che il problema è che non ci sono lettori. Certo, come no. Mica che le case editrici lavorano ancora come se fossimo nel 1800, usando il telegrafo.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
86Darksy wrote:Credo che la questione sia da porre nei termini grilliani: "loro sono loro, e noi non siamo un cazzo" (chiedo scusa per il francesismo, ma una citazione è una citazione).
Vorrei averle anch'io. Mi chiedo in quale altro settore lavorativo sia assolutamente normale rispondere a una mail dopo 3, 4, 6, 8 mesi. Eppure in quello editoriale è così. Poi si lamentano che il problema è che non ci sono lettori. Certo, come no. Mica che le case editrici lavorano ancora come se fossimo nel 1800, usando il telegrafo.
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Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
87Cheguevara wrote:Per parafrasare il Che:... è come una bella sventolona: ambita da tutti i poveri mortali
Credo che la questione sia da porre nei termini grilliani: "loro sono loro, e noi non siamo un cazzo" (chiedo scusa per il francesismo, ma una citazione è una citazione).

Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
88@Darsky Ho dedotto dal tuo post in altra discussione che alla fine ti chiedevano soldi.. Corretto?
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
89Che grandi e medie case editrici chiedano soldi o acquisto copie mi sembra una leggenda metropolitana, alimentata non so da chi né per quale scopo (anche se quest'ultimo lo immagino). A suo tempo pubblicai quattro libri con Rizzoli, dietro riscossione di anticipi (per me) sostanziosi e senza nessun obbligo di acquisto né franchigie varie. Chi lo fa non né grande, né medio, né piccolo ma semplice EAP.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
90Gianmarco Perboni wrote: Che grandi e medie case editrici chiedano soldi o acquisto copie mi sembra una leggenda metropolitana, alimentata non so da chi né per quale scopo (anche se quest'ultimo lo immagino). A suo tempo pubblicai quattro libri con Rizzoli, dietro riscossione di anticipi (per me) sostanziosi e senza nessun obbligo di acquisto né franchigie varie. Chi lo fa non né grande, né medio, né piccolo ma semplice EAP.Dipende da quanto tempo è passato da quell' a suo tempo. Non so quale scopo tu possa immaginare, ma se più di un utente di questo forum lamenta il fatto, significa che si tratta di realtà. Ultimamente ho letto di qualche CE titolata che impone una tassa di lettura per gli invii spontanei. In un mercato in cui i lettori diminuiscono di numero ogni giorno, si cerca di rimediare guadagnando sugli autori. Fossero tutti come me, il mercato si ripulirebbe: ho pubblicato tutto ciò che ho scritto, ovviamente con piccole e micro CE, senza sborsare un euro, e ne vado fiero. Sulle vendite, un velo pietoso.

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Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
91Ciao @Cheguevara
lo scopo cui alludevo è quello dell'EAP che per giustificare il proprio operato dice "anche le grandi fanno così".
Per la mia esperienza (non preistorica) di bazzicatore al margine delle grandi case editrici come traduttore e, limitatamente, come autore ti posso assicurare che l'idea di farsi pagare dagli autori non rientra nel novero delle possibilità. Quella di pagarli poco (specialmente i traduttori) sì, senza dubbio.
lo scopo cui alludevo è quello dell'EAP che per giustificare il proprio operato dice "anche le grandi fanno così".
Per la mia esperienza (non preistorica) di bazzicatore al margine delle grandi case editrici come traduttore e, limitatamente, come autore ti posso assicurare che l'idea di farsi pagare dagli autori non rientra nel novero delle possibilità. Quella di pagarli poco (specialmente i traduttori) sì, senza dubbio.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
92Gianmarco Perboni wrote: Ciao @CheguevaraIl tuo caso è quello di un professionista che si muove da anni nel settore, con i conseguenti contatti. Ben diversamente dagli aspiranti autori, disposti a tutto pur di essere pubblicati da chicchessia, figurarsi da una CE di peso. E' per questo motivo che, proprio qui su CdM, è giunta notizia di una nota CE che impone una tassa di lettura sugli invii spontanei, e di un'altra che si propone anche come agenzia di rappresentanza. Ricordo le discussioni, ma non i nomi, e mettermi alla ricerca, spulciando centinaia di topic, sarebbe per me una fatica improba quanto inutile. A mio avviso, più il mercato s'imbastardisce, più le CE, grandi, piccole e mezzane, s'inventano nuovi modi per fare cassa. Un saluto.
lo scopo cui alludevo è quello dell'EAP che per giustificare il proprio operato dice "anche le grandi fanno così".
Per la mia esperienza (non preistorica) di bazzicatore al margine delle grandi case editrici come traduttore e, limitatamente, come autore ti posso assicurare che l'idea di farsi pagare dagli autori non rientra nel novero delle possibilità. Quella di pagarli poco (specialmente i traduttori) sì, senza dubbio.
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Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
93Gianmarco Perboni wrote: quello dell'EAP che per giustificare il proprio operato dice "anche le grandi fanno così"Pur di intortare il pollo di turno le EAP di cazzate ne sparano sempre a iosa. Purtroppo in Italia prosperano sempre.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
94@Cheguevara Non mi sorprenderebbe se ci fosse qualcuno all'interno delle case editrici di cui hai letto che si fa forte del nome delle stesse per portare avanti iniziative personali. Mi ricordo un episodio di diversi anni fa (sono vecchio e ho molti ricordi in archivio): un famoso direttore di collana della Mondadori scrisse a me, come credo a tutti gli altri che avevano partecipato a un concorso letterario, offrendo servizi di editing a pagamento (e non a buon mercato), sventolando come esca il fatto che stava curando la redazione di una antologia per Mondadori e che, nel caso qualcosa gli fosse piaciuto, lo avrebbe pubblicato all'interno della stessa. Anche recentemente ho letto di un autore di un certo nome che si offre (va da sé non a tariffe popolari) come editor e (di nuovo l'esca che alletta l'aspirante alla celebrità) come agente presso le case editrici con cui è in contatto, nel caso l'opera pervenutagli sia meritevole. Evidentemente c'è della fame in giro, anche da parte di chi ha raggiunto una certa posizione.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
95Gianmarco Perboni wrote: Evidentemente c'è della fame in giro, anche da parte di chi ha raggiunto una certa posizione.Forse hanno scoperto che il mercato dei polli è ancora più redditizio

Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
96Concentratevi su ciò che scrivete, maniacalmente. E fatelo come se non ci fosse più tempo, domani o altro da fare a questo mondo.
E' questa, a mio avviso, l'unica maniera per arrivare a scrivere qualcosa che porti a evitare i mille compromessi con un'editoria che non è editoria. Un grande e stimatissimo scrittore nostrano ebbe a dire, o scrivere, tempo fa, più o meno quanto segue: pubblicare, nel vero senso del termine, prevede un percorso molto preciso al centro del quale c'è l'autore e il suo testo posto all'insindacabile vaglio di un editor professionista che da pari a pari consiglia, cassa, modifica, suggerisce e infine vidima. Fatto questo, c'è il "produttore", ossia l'editore, colui che paga, investe e scommette perché in quel libro mette in gioco tutto se stesso e per quel libro è disposto a girare il mondo. Tutto il resto, per me, è bassa lega ragionieristica.
E' questa, a mio avviso, l'unica maniera per arrivare a scrivere qualcosa che porti a evitare i mille compromessi con un'editoria che non è editoria. Un grande e stimatissimo scrittore nostrano ebbe a dire, o scrivere, tempo fa, più o meno quanto segue: pubblicare, nel vero senso del termine, prevede un percorso molto preciso al centro del quale c'è l'autore e il suo testo posto all'insindacabile vaglio di un editor professionista che da pari a pari consiglia, cassa, modifica, suggerisce e infine vidima. Fatto questo, c'è il "produttore", ossia l'editore, colui che paga, investe e scommette perché in quel libro mette in gioco tutto se stesso e per quel libro è disposto a girare il mondo. Tutto il resto, per me, è bassa lega ragionieristica.
Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
97Gatto Economista wrote: Concentratevi su ciò che scrivete, maniacalmente. E fatelo come se non ci fosse più tempo, domani o altro da fare a questo mondo.Mi sta bene solo se a pagare l'editor è la CE pubblicante. Altrimenti, è la solita menata intesa a spennare il pollo.
E' questa, a mio avviso, l'unica maniera per arrivare a scrivere qualcosa che porti a evitare i mille compromessi con un'editoria che non è editoria. Un grande e stimatissimo scrittore nostrano ebbe a dire, o scrivere, tempo fa, più o meno quanto segue: pubblicare, nel vero senso del termine, prevede un percorso molto preciso al centro del quale c'è l'autore e il suo testo posto all'insindacabile vaglio di un editor professionista che da pari a pari consiglia, cassa, modifica, suggerisce e infine vidima. Fatto questo, c'è il "produttore", ossia l'editore, colui che paga, investe e scommette perché in quel libro mette in gioco tutto se stesso e per quel libro è disposto a girare il mondo. Tutto il resto, per me, è bassa lega ragionieristica.
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Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
98Gianmarco Perboni wrote: Anche recentemente ho letto di un autore di un certo nome che si offre (va da sé non a tariffe popolari) come editor e (di nuovo l'esca che alletta l'aspirante alla celebritàForse si tratta dello stesso autore col quale ho avuto uno scontro in un'altra discussione qui su CdM, iniziali CF. Se è lui, con 150.000 copie vendute su 13 titoli in 15 anni che di certo non consentono di vivere, si capisce pure il perché.
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Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
99Cheguevara wrote: Forse si tratta dello stesso autore col quale ho avuto uno scontro in un'altra discussione qui su CdM, iniziali CF. Se è lui, con 150.000 copie vendute su 13 titoli in 15 anni che di certo non consentono di vivere, si capisce pure il perché.



Prr parafrasare il buon Marra, lo zio Che va dritto al punto

Re: È vero che anche le grandi case editrici sono eap?
100Cheguevara wrote: Mi sta bene solo se a pagare l'editor è la CE pubblicante. Altrimenti, è la solita menata intesa a spennare il pollo.Assolutamente. L'editor lo sceglie e lo paga il produttore, non il creatore.
