Sul tavolo malamente apparecchiato aleggia l‘odore del brodino di dado.
Il piccolo tsunami causato dal cucchiaio rimescola le sorpresine e coaguli di grana.
Ci pensa da un po’, mentre il liquido unto e tiepido gli fodera la gola.
Ci pensa da quando Gigliola gli ha comunicato che con lui vuole una relazione poliamorosa, dato che comunque lei, la coppia, l’aveva già aperta a sua insaputa e da parecchio tempo. Pedro pensava di essere un banale cornuto, ma non poteva dirlo per non passare per antiquato davanti a tutti. Avrebbe preferito un onesto divorzio spargendo qualche goccia di sangue. Ma Gigliola no, lei era contraria per amore della “bambina” che a suo avviso aveva ancora diritto ad una famiglia unita.
Pedro alza gli occhi oltre il bordo del piatto, supera una distesa di briciole e si ferma sul frigo. La raccolta di calamite delle loro vacanze si aggrappa beffarda al metallo senza mollare nemmeno una foto dei loro viaggi e vacanze.
Passato, tutto passato.
In effetti, avrebbe potuto prepararsi anche un passato di verdure, ma era troppo lavoro.
Il piatto finisce in lavastoviglie, la mano pigra spazza le briciole dalla tovaglia al pavimento e il gatto si sdraia in mezzo al tavolo. Chissenefrega!
Ci pensa, mentre dalla finestra guarda i riflessi della luna sul lago di Caldonazzo a dicembre, ignorando l’albero di Natale dalle palline opache.
Ci pensa, mentre passa davanti alla stanza della “bambina” che molto fuoricorso studia scienze dell’alimentazione a Viterbo.
Ci pensa, mentre si lava i denti con lo spazzolino spelacchiato, che tanto non vale la pena prenderne uno nuovo.
Sua mamma gli diceva sempre che era un bambino speciale con il nome di un personaggio shakesperiano. È contento di non doverla guardare negli occhi, dopo una vita così insignificante passata dietro allo sportello delle poste a timbrare raccomandate.
L’unico moto di orgoglio era essere riuscito ad andare in pensione a 56 anni, grazie a sua mamma che a 14 anni lo aveva obbligato a lavorare con tanto di contributi per dare una mano in casa e costruirsi un avvenire. Aveva previsto un futuro di escursioni sulle vette per raccogliere il materiale per le sue cornici “artistiche” da vendere in estate sul lungolago poco frequentato. Ma dopo essersi incollato le dita con la pistola a caldo si era limitato a qualche passeggiata.
Era questo il suo unico sogno? Non era riuscito a desiderare niente di meglio per sé stesso?
Sotto gli effetti di una canna e di Bob Marley a sedici anni si era immaginato di andare in Giamaica a fare la bella vita in spiaggia. Ma, a parte quel guizzo, non era nemmeno stato capace di fantasticare di essere il direttore dell’ufficio postale di Fierozzo, frazione Plotzeri, giusto per vantarsi quando d’estate tornavano i suoi amici.
Non era fiero nemmeno di Lucinda, la “bambina”, che oltre ad essere fuori corso, era pure un’assillante saputella alla costante caccia dell’uomo della sua vita, che, come passatempo secondario, sperimentava su di lui delle improponibili diete frullate.
Ci pensa, mentre passa le dita sugli infissi di alluminio gelidi e umidi. Li avrebbe preferiti di legno, ma la moglie e il geometra lo avevano convinto che erano più pratici così. Tira le tende e va a letto.
Ci pensa, anche ora, sdraiato fra le lenzuola fredde in attesa del rientro della moglie poliamorosa.
La mattina dopo Gigliola si lascia alle spalle gli avanzi della colazione accompagnate da un “Pensaci tu, che tanto sei pensionato.”; l’aspetta la cassa del supermercato, suo territorio di caccia prediletto nella stagione turistica.
Ci pensa, mentre lascia tutto com’è, aggiungendo solo un foglietto “Faccio una gita, torno tardi.”
Portafoglio, chiavi della macchina, giaccone pesante, guanti, sciarpa e capellino: pronto per partire.
Il freddo gli morde il naso mentre sale in macchina.
Quaranta minuti dopo parcheggia la macchina e con le mani in tasca si avvia verso la funivia del Monte di Mezzocorona.
Mentre sale guarda la piana Rotaliana e ci pensa.
Arriva in cima giusto in tempo per mangiare alla locanda. Oggi si concede le guancette di maiale con le patate in padella e l’insalata di crauti, il tutto annaffiato da qualche bicchiere di pinot nero.
Ci pensa, e ordina il dolce: uno strudel accompagnato da una pallina di gelato alla vaniglia.
Ci pensa, e questo non gli impedisce di prendere anche l’amaro e scroccare una sigaretta al cameriere. Paga ed esce sulla veranda a fumare.
Ci pensa, e si sente davvero trasgressivo, soprattutto perché nemmeno si ricordava che le sigarette fossero così buone.
Infine, si avvia per il giro lungo che attraversa i boschi. Una passeggiata che lo porta fino al ponte tibetano, che lo ha sempre deluso con i suoi cavi di acciaio.
Prosegue il suo giro mentre all’imbrunire sale l’odore delle foglie marcescenti. Il sentiero spunta dal bosco che il cielo non è ancora nero.
Sullo skywalk che sporge sulla piana Rotaliana non c’è più nessuno.
Ci pensa, mentre si siede sulla panchina e si leva il giaccone.
Ci pensa, mentre si avvia verso la punta estrema e finalmente lo fa.
Scavalca la parete di vetro antisfondamento, rimane in equilibrio giusto il tempo per pensare che sì, quella era la scelta giusta: una caduta libera di diverse centinaia di metri senza rimbalzare sulle rocce.
Si inclina in avanti e inizia a cadere.
Gli sembra che la caduta sia troppo lenta, magari non muore sul colpo.
Forse dipende dal fatto che ha braccia e gambe allargate come una stella marina. Chiude gli arti per essere più aerodinamico, ma non gli sembra di acquistare velocità.
Non riesce a valutare quanto gli manchi prima dell’impatto col suolo, alza la testa e cerca di guardarsi alle spalle per vedere il tragitto percorso.
Risale, invece di cadere.
Forse è solo una sensazione.
Guarda verso il basso e luci del paese si avvicinano, alza la testa e si allontanano.
Deve essere un effetto premorte questa sensazione di volare.
Si pente di non essersi informato meglio.
Certo che così è ovvio che uno ci possa ripensare e desiderare non averlo mai fatto.
Probabilmente si è già schiantato da un bel po’, spiaccicato come una marmellata e il suo cervello crede di volare, però è anche vero che non gli è passata davanti agli occhi tutta la sua vita: sarà una fandonia anche quella.
A Pedro questa sensazione non dispiace e ne approfitta un po’. Sale, scende, fa qualche giravolta, capisce che è più facile cambiare direzione con le braccia. Prova anche la posizione da Superman e sfreccia così veloce che solo all’ultimo riesce ad evitare le punte degli alberi.
Senza giaccone sente freddo, ha lasciato su anche sciarpa, guanti e cappellino. Decide che finché c’è sangue nel cervello a pompare questa allucinazione, può anche immaginarsi di tornare su a prenderli, così da morire con la sensazione di calduccio.
Punta verso l’altro, supera volando la parete di vetro e atterra di fianco alla panchina. Perde l’equilibrio e sente un dolore molto realistico all’osso sacro. I sassolini gli bucano i palmi della mano quando ci si appoggia per alzarsi: tutto molto vero e doloroso.
Si riveste in fretta, ha paura che questa esperienza finisca prima di sentire il tanto agognato calduccio.
Di corsa scavalca ancora una volta la parete di vetro e si butta: in fondo la sensazione di volare gli piace.
Questa volta però rimane sospeso.
Decide di fare un giro di ricognizione, scende con le stesse spirali che lui attribuirebbe a un’aquila. Si sente elegante e potente.
Fa un piccolo giro attorno al campanile della chiesa, sorvola la fontana e si spaventa a morte, tanto da cadere sul selciato, quando sente una voce maschile che grida: “Basta vino! Vedo cristiani che volano!”
È un vecchio ubriacone che si rivolge a lui: “Ma stavi volando davvero?”
“No, no” mente Pedro “Hai visto male, stavo solo saltando per scaldarmi.”
“Meno male, perché mi sarebbe spiaciuto rinunciare al vino.” L’alito rancido investe Pedro.
“Hai una sigaretta?” gli chiede di rimando.
“Se mi offri un bicchiere di vino.”
Gli allunga una banconota da cinque euro “Mi puoi dare un pizzicotto, per favore.”
“Sono un ubriacone, non frocio.” Peccato, il pizzicotto sarebbe stata la conferma definitiva di essere vivo. E se ne va senza nemmeno lasciargli la tanto agognata sigaretta.
A piedi raggiunge la macchina.
Magari è questo che fa l’anima: abbandona il corpo e continua a fare quello che faceva prima. Pedro non ci crede più di tanto.
Le chiavi della macchina sono così fredde e concrete nella sua mano, così come il rombo della sua panda scassona: è tutto così normale, come se non fosse accaduto nulla.
“Puzzi di fumo.”
Gigliola è tornata prima di lui.
“E allora?” la fissa sfacciato.
“Libero di fare quello che vuoi.”
La verità è uno schiaffo che lo sveglia.
Se è in grado di volare, allora è libero di fare qualsiasi cosa: poteva volare anche fino in Giamaica.
Re: [Lab 18] Pedro
2Almissima wrote: Se è in grado di volare, allora è libero di fare qualsiasi cosa: poteva volare anche fino in Giamaica.Che liberazione!
Complimenti, @Almissima Bello, originale, il tradimento rivisto dall'alto. Piaciuto tutto
Re: [Lab 18] Pedro
4Che bella lettura @Almissima! Un racconto che parte in sordina, il personaggio è scavato in profondità e ci fai vivere tutta la sua frustrazione. Un uomo qualunque, una vita ordinaria, piccoli desideri, incapace perfino di sognare. Poi, in un crescendo narrativo ben congegnato, la storia vira sul surreale. Si perde la cognizione della realtà. Sta succedendo davvero oppure è qualche bicchiere di troppo che gli ha dato alla testa? Bella soluzione, bella scrittura, bello l’utilizzo del narratore fisso sul pdv, ottima chiusa. Un racconto originale che mi è piaciuto moltissimo! Complimenti. Ti lascio giusto un paio di segnalazioni.
Almissima wrote: Sul tavolo malamente apparecchiato aleggia l‘odore del brodino di dado.Dire “sul” tavolo mi fa immaginare qualcosa di appoggiato e non si confà con il verbo “aleggiare” . Direi meglio “Sopra il tavolo ecc.” Oppure “Dal tavolo ecc.)
Almissima wrote: Il piccolo tsunami causato dal cucchiaio rimescola le sorpresine e coaguli di grana.. “Il piccolo tsunami causato dal cucchiaio rimescola le sorpresine e i coaguli di grana” (se metti l’articolo davanti a sorpresine, secondo me, devi metterlo anche prima di coaguli).
Re: [Lab 18] Pedro
5@Monica
Grazie mille per il tuo commento.
Sono d'accordo sia sul "sopra al tavolo" e leverei l'articolo alle sorpresine, sorre molto meglio, grazie.
Grazie mille per il tuo commento.
Sono d'accordo sia sul "sopra al tavolo" e leverei l'articolo alle sorpresine, sorre molto meglio, grazie.
Re: [Lab 18] Pedro
6Mia carissimissima @Almissima
All'inizio mi ero un po' stranito, ho pensato nooo che fine ha fatto Almissima che in tre righe già ti conquista... Invece, a lettura finita, ho rivalutato anche l'incipit più ragionato (vero?) rispetto ad altri racconti. Così hai creato un contrasto efficace tra la grigia realtà iniziale e il bel messaggio liberatorio finale. Sono partito con la bocca storta e ho concluso il racconto con un sorriso: mi è piaciuto molto, bella l'idea, rispetti a pieno il tema del labcontest e pur inserendo un elemento magico (che personalmente detesto) riesci a farlo con la tua solita leggerezza, creando una metafora credibile che a me (sempre personalmente) non ha affatto stancato. In un altro racconto, se avessi visto qualcuno volare avrei preso a pugni il monitor. Brava, brava, brava! Anche il messaggio del racconto è eccellente. Viva la Giamaica!
All'inizio mi ero un po' stranito, ho pensato nooo che fine ha fatto Almissima che in tre righe già ti conquista... Invece, a lettura finita, ho rivalutato anche l'incipit più ragionato (vero?) rispetto ad altri racconti. Così hai creato un contrasto efficace tra la grigia realtà iniziale e il bel messaggio liberatorio finale. Sono partito con la bocca storta e ho concluso il racconto con un sorriso: mi è piaciuto molto, bella l'idea, rispetti a pieno il tema del labcontest e pur inserendo un elemento magico (che personalmente detesto) riesci a farlo con la tua solita leggerezza, creando una metafora credibile che a me (sempre personalmente) non ha affatto stancato. In un altro racconto, se avessi visto qualcuno volare avrei preso a pugni il monitor. Brava, brava, brava! Anche il messaggio del racconto è eccellente. Viva la Giamaica!
Hai mai assaggiato le lumache?
Sì, certo
In un ristorante, intendo
Sì, certo
In un ristorante, intendo
Re: [Lab 18] Pedro
7@NanoVetricida
L'incipit in effetti era frutto di una cena molto parca, ho pensato mi manca solo l'odore del cavolo bollito é sono pronta per diventare una pensionata d manuale. Meno male che dopo sono andata a ballare il tango, che é un po' come volare per Pedro.
Grazie, Nano, sei sempre gentilmente sincero
L'incipit in effetti era frutto di una cena molto parca, ho pensato mi manca solo l'odore del cavolo bollito é sono pronta per diventare una pensionata d manuale. Meno male che dopo sono andata a ballare il tango, che é un po' come volare per Pedro.
Grazie, Nano, sei sempre gentilmente sincero
Re: [Lab 18] Pedro
8Una storiella davvero esilarante. Il protagonista Pedro (chissà perché mi è venuta in mente Carrà, Raffaella non Carlo) è oppresso da una vita banale e da una famiglia anaffettiva, o forse no dato che Gigliola pretende il primo, pardon, poli amore. C'è solo una voce narrante. esterna, che segue il protagonista passo passo e un breve dialogo finale. D'altronde, si domanda il lettore, se il lavoro fa schifo, la famiglia pure, la vita sessuale non ne parliamo, la figlia bambina tra virgolette e forse pure un poco puttana, e via di questo passo, Pedro avrà avuto quel che si merita per aver coltivato tale nido di serpi? Anche la mamma, che tanto l'amava, l'ha messo a lavorare a 14 anni per farlo andare in pensione a 56 (si possono anche adoperare le lettere) mica andare a scuola, ma non aveva immaginato il posteriore arrembaggio della Fornero. Ah, cuore di mamma!
Un individuo banale e scialbo (forse anche sciatto) sfortunato, forse anche odioso (ma neanche quello, dai, che a essere odiosi si diventa Personaggi), uno sconfitto dalla vita (ma neanche tanto) e totalmente privo dell'amara consapevolezza di un Chiarchiaro, sostituita da una doverosa sapida minestra di glutammato a fine giornata. Ma, diavolaccio, se è in pensione perché non si la prepara da sé una buona cena invece di sperare nella squallida tignosa poli amorosa sollecitudine di Gigliola?
Tutto il racconto è studiato per trasmettere al lettore l'idea di Pedro come un insignificante uomo qualunque e della sua vita come un vuoto a perdere. E ci riesci pure con gran maestria nell'intento, anche se il colpo di scena finale più s'andava avanti, più leggevo, più me lo aspettavo.
Ebbene sì, questa è una
story, pregevolissima e con doveroso e attesissimo ribaltamento finale, ma pur sempre un prevedibilissimo racconto breve. Pedro è Superman, vola e fa pure le giravolte in aria e neanche si impressiona, come fosse la cosa più banale del mondo. E non ha bisogno neanche della Patente per campare, gli basta la pensioncina, anche se per i dispiaceri (quali poi?) voleva precipitare.
Una domanda: cosa sono le sorpresine nel brodo? Chiedo venia, di brodini ne frequento pochi, preferisco il deltaplano.
Prosa splendida, anzi perfetta, cherubina, solo quel sé stesso mi è sembrato un pugno in un occhio. Non preoccuparti, non porto occhiali, nonostante l'età.
Originale? Ci penso.
Un individuo banale e scialbo (forse anche sciatto) sfortunato, forse anche odioso (ma neanche quello, dai, che a essere odiosi si diventa Personaggi), uno sconfitto dalla vita (ma neanche tanto) e totalmente privo dell'amara consapevolezza di un Chiarchiaro, sostituita da una doverosa sapida minestra di glutammato a fine giornata. Ma, diavolaccio, se è in pensione perché non si la prepara da sé una buona cena invece di sperare nella squallida tignosa poli amorosa sollecitudine di Gigliola?
Tutto il racconto è studiato per trasmettere al lettore l'idea di Pedro come un insignificante uomo qualunque e della sua vita come un vuoto a perdere. E ci riesci pure con gran maestria nell'intento, anche se il colpo di scena finale più s'andava avanti, più leggevo, più me lo aspettavo.
Ebbene sì, questa è una
Una domanda: cosa sono le sorpresine nel brodo? Chiedo venia, di brodini ne frequento pochi, preferisco il deltaplano.
Prosa splendida, anzi perfetta, cherubina, solo quel sé stesso mi è sembrato un pugno in un occhio. Non preoccuparti, non porto occhiali, nonostante l'età.
Originale? Ci penso.
Re: [Lab 18] Pedro
9Almissima wrote: rimescola le sorpresine e coaguli di grana.belle immagini
Ci pensa da un po’, mentre il liquido unto e tiepido gli fodera la gola
Almissima wrote: Avrebbe preferito un onesto divorzio spargendo qualche goccia di sangueottima descrizione
Almissima wrote: Pedro alza gli occhi oltre il bordo del piatto, supera una distesa di briciole e si ferma sul frigo. La raccolta di calamite delle loro vacanze si aggrappa beffarda al metallo senza mollare nemmeno una foto dei loro viaggi e vacanzescena descritta come ripresa con una telecamera. Brava. Eliminare la ripetizione vacanze.
Almissima wrote: ha braccia e gambe allargate come una stella marinabella anche questa
Bellissimo!!!
Originale e concreta storia di un riscatto: non è mai troppo tardi.
Piaciutissimo
Re: [Lab 18] Pedro
10@Adel J. Pellitteri
Grazie per le tue osservazioni e per i tuoi generosi complimenti
Grazie per le tue osservazioni e per i tuoi generosi complimenti
Re: [Lab 18] Pedro
11Ciao @Almissima un racconto che parte in un modo semplice e banale e poi ha un risvolto surreale. Adoro queste combinazioni.
Pensando alla vicenda familiare più realistica, non capisco bene il loro tipo di rapporto. Tutti e due non sembrano particolarmente innamorati l'uno dell'altra. La scusa della “bambina” è alquanto “surreale”. Capirei se Gigliola volesse sfruttare Pedro per qualche forma di perversione sessuale, sesso a tre o altre cose piccanti. Non sembra per il resto che Pedro possa avere altre attrazioni. Neanche il danaro, che è una delle maggiori. E allora perché continuare?
La risposta potrebbe essere che sono in questa situazione la stragrande maggioranza della coppie sposate. La paura di rimaner soli prevale sull'insoddisfazione di stare insieme.
Poi avviene il “salto” pregevole. Lasci aperta al lettore l'interpretazione anche se la più plausibile sembra essere quella di un viaggio sotto l'effetto di un “cannone” o di un sogno, visto anche il finale.Almissima wrote: La verità è uno schiaffo che lo sveglia.Una lettura piacevolissima
Re: [Lab 18] Pedro
12@Almissima
L'unica cosa che posso dire su questo racconto è che su questa scena:
A rileggersi: bello, m'è piaciuto.
L'unica cosa che posso dire su questo racconto è che su questa scena:
wrote:“No, no” mente Pedro “Hai visto male, stavo solo saltando per scaldarmi.”...ho riso sguaiatamente.
“Meno male, perché mi sarebbe spiaciuto rinunciare al vino.” L’alito rancido investe Pedro.
“Hai una sigaretta?” gli chiede di rimando.
“Se mi offri un bicchiere di vino.”
Gli allunga una banconota da cinque euro “Mi puoi dare un pizzicotto, per favore.”
“Sono un ubriacone, non frocio.” Peccato, il pizzicotto sarebbe stata la conferma definitiva di essere vivo. E se ne va senza nemmeno lasciargli la tanto agognata sigaretta.
A rileggersi: bello, m'è piaciuto.
Re: [Lab 18] Pedro
13@Arturo Ligotti
Il tuo commento mi è piaciuto molto, hai uno stile di scrittura che rende gradevole la lettura.
Mi spiace per il pugno nell'occhio, ma ormai è risaputo che tutti i segni piccoli, accenti e virgole, li metto un po' a caso, tranne per "se stesso" che vale sia con che senza accento acuto.
Le sorpresine sono un tipo di pasta destinato ai brodini più o meno di qualità, nel dubbio ti metto il link
https://share.google/images/hWQf4Nk49kecqk836
e ti assicuro che hanno il loro successo anche in ammollo in un vero brodo di carne.
Alla prossima lettura!
Il tuo commento mi è piaciuto molto, hai uno stile di scrittura che rende gradevole la lettura.
Mi spiace per il pugno nell'occhio, ma ormai è risaputo che tutti i segni piccoli, accenti e virgole, li metto un po' a caso, tranne per "se stesso" che vale sia con che senza accento acuto.
Le sorpresine sono un tipo di pasta destinato ai brodini più o meno di qualità, nel dubbio ti metto il link
https://share.google/images/hWQf4Nk49kecqk836
e ti assicuro che hanno il loro successo anche in ammollo in un vero brodo di carne.
Alla prossima lettura!
Re: [Lab 18] Pedro
14@Kasimiro
Esattamente così vedo certe coppie e mi chiedo cosa le tenga assieme.
@Strikeiron
Felice di averti fatto ridere, è sempre una soddisfazione divertire un lettore.
Esattamente così vedo certe coppie e mi chiedo cosa le tenga assieme.
@Strikeiron
Felice di averti fatto ridere, è sempre una soddisfazione divertire un lettore.