Cheguevara wrote: hai scritto che non provi gioia nell'apprendere dei massacri di bambini e ci mancherebbe!
Hai perfettamente ragione: sarebbe inumano il contrario. Ma ci tengo a ribadire che non mi sono limitato a un’ovvietà formale. Ho usato parole forti come “massacro di innocenti” proprio per chiarire che non c’è alcuna ambiguità nella mia condanna morale. È un punto di partenza su cui, credo, possiamo essere d’accordo.
Cheguevara wrote: Il fatto è che le nefandezze commesse da un lato da Hamas e dall'altro dalle forze militari israeliane non si annullano, ma si sommano.
Concordo: i crimini non si annullano. Non era affatto mia intenzione suggerire una compensazione tra colpe, né una gerarchia morale. La violenza compiuta da chiunque — sia essa deliberata o conseguenza di scelte strategiche irresponsabili — resta da condannare. Ma comprendere, cercare di comprendere, per quanto mi riguarda, come e perché certe tragedie avvengano, anche sul piano militare e strategico, non significa legittimarle.
Cheguevara wrote: E' vero che Hamas ha usato i palestinesi come scudi umani,
Apprezzo che tu lo riconosca, perché è un nodo cruciale del mio discorso. Non per minimizzare la sofferenza delle vittime, ma per mettere a fuoco un meccanismo terribile, spesso ignorato nel dibattito pubblico. L’uso di scudi umani è una tattica che mira proprio a generare orrore e reazione internazionale, e non nominarla significa non capire fino in fondo la dinamica della guerra urbana asimmetrica.
Cheguevara wrote: Ma i civili palestinesi uccisi nelle code per gli alimenti, i giornalisti eliminati, le ambulanze mitragliate, le auto dei civili in fuga, prima fermate e poi trasformate in trappole mortali per gli occupanti,
Siamo d’accordo che tutto questo — se avvenuto in quei termini — rappresenti crimini gravissimi. Se ci sono ordini deliberati di colpire civili non armati, giornalisti o soccorritori, mandanti ed esecutori vanno perseguiti senza attenuanti, né per chi li dà, né per chi li esegue, questi ordini. Ma anche qui, serve un principio di verifica e rigore, non una generalizzazione automatica che assegna colpe collettive a un intero esercito o popolo.
Cheguevara wrote: le dichiarazioni israeliane che bisogna uccidere deliberatamente i bambini perché saranno i terroristi di domani,
Questa è un’accusa gravissima, che merita cautela e verifica. Se esistono dichiarazioni ufficiali o pubbliche di questo tipo, vanno condannate senza riserve e perseguite assolutamente sul piano internazionale. Ma occorre anche distinguere tra le frasi attribuite a singoli estremisti o politici radicali e la condotta generale di un esercito, che — come ogni esercito regolare — è sottoposto (almeno formalmente) a regole d’ingaggio.
Cheguevara wrote: indossare una divisa non assolve, non giustifica, e neanche spiega.
Non ho mai pensato o sostenuto che l’uniforme giustifichi nulla. Ho detto che rende riconoscibile il combattente, a differenza di chi combatte in abiti civili, proprio per nascondersi tra la popolazione e sfruttarne la vulnerabilità. Il mio punto era descrittivo, non giustificativo. Il diritto internazionale distingue anche per questo tra combattenti regolari e irregolari.
Cheguevara wrote: Quindi, criminali i comandanti e criminali gli esecutori
È una posizione netta, che rispetto anche se non la condivido del tutto. Personalmente credo che le responsabilità vadano accertate caso per caso: chi riceve un ordine illegale ha il dovere morale di disobbedire, certo, ma ogni contesto va analizzato a fondo prima di emettere giudizi generali. Giustizia non significa vendetta collettiva per tutto un popolo, sia arabo, sia israeliano. Abbiamo già avuto un trattato di Weimar, nel 1919, che ha provocato l'orrore della seconda Guerra Mondiale.
Cheguevara wrote: E' la mia opinione, che pare proprio l'opposto della tua,
Può darsi che le nostre opinioni siano diverse, ma forse non così opposte come sembra. Entrambi condanniamo la violenza contro i civili e rifiutiamo ogni forma di fanatismo. La mia riflessione vuole solo evidenziare che non basta indignarsi, serve anche capire, analizzare. È doloroso, ma necessario se vogliamo davvero prevenire altri massacri.
Cheguevara wrote: e che fortunatamente mi è ancora consentito esprimere, nella speranza che questo traballante sistema democratico riesca a durare.
Sul diritto di parola siamo pienamente d’accordo. È anche per questo che ho scritto quello che ho scritto: non per provocare, ma per proporre una riflessione scomoda, forse, ma sincera. Se ci ascoltassimo un po’ di più, anche tra opinioni diverse, forse il dibattito pubblico ne uscirebbe arricchito, non impoverito.
Ad ogni modo ti ringrazio comunque per aver risposto con franchezza. Il confronto è utile solo se ci si parla con rispetto, anche — e soprattutto — quando si è in disaccordo. Le tue parole mi aiutano a riflettere meglio sulle mie, credimi, e spero che anche la mia posizione possa contribuire, nel suo piccolo, a un confronto meno ideologico e più umano.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)