Ophelia03 wrote: Fri Sep 26, 2025 7:39 amGuardando le "risposte" agli invii degli ultimi tre mesi, si notano soltanto rifiutati e non conformi.
I non conformi si comprendono - molti autori inviano a caso ed è un grosso problema - ma gli altri, i rifiutati, sono davvero testi "pessimi" oppure magari sono solo lontani da quello che state cercando, ma alcuni possono essere testi discreti?
Su tutti quelli, ho avuto un paio di dubbi e sono stati sottoposti all'editor per un'ulteriore verifica, più che relativa all'editing per avere un parere distaccato sull'effettiva validità. Gli altri sono un mix di "non scritti bene", "poco appetibili", "cose già viste", "noia".
Uno era persino un racconto brevissimo che, curiosità, è stato inviato in contemporanea anche alla rivista e lì lo pubblicheremo.
In media, metà non sono pubblicabili perché l'autore deve ancora lavorare sulla scrittura mentre l'altra metà sono storie senza mordente.
Per chi le scrive possono voler dire tanto perché sono un'esteriorizzazione dei propri sentimenti o del vissuto. E questo non si tocca. Ma quando scrivi per il pubblico, quando scrivi per lasciare qualcosa, allora il discorso cambia. Devi saper costruire una storia e renderla memorabile. Dove memorabile non vuol dire che ci si aspetta tu sia il nuovo Carver o Tolkien, semplicemente devi far uscire la tua voce da scrittore e dare il massimo.
Attualmente ho difficoltà a reperire titoli per la collana 2, per esempio. Quelle sono storie un po' difficili da scrivere.
Non cerco biografie, digressioni filosofiche sulla vita/amore/morte (tra le altre ho già un libro sulla morte e inviare una proposta con lo stesso tema è un autogol per chi invia), storie d'amore, storici, saggi.
Vorrei tanto che mi arrivassero temi attuali, anche estremizzati.
Sto anche avendo un interesse verso il weird e il prossimo a cui stiamo lavorando ha qualcosa del genere.
L'anno scorso ho indetto una call e a chi si iscriveva davamo la scelta tra 3 temi da presentare prima come idea e poi come sviluppo. Quella era una grande opportunità perché sapevo cosa volevo pubblicare, ma alla fine solo una manciata arrivarono quasi in fondo e, per un motivo o per l'altro, non proseguimmo.
Per esempio, 6-7 anni fa, provai a scrivere una novella su un tema ancora abbastanza nuovo in Italia (e tutt'ora se ne parla poco). Alla fine l'ho abbandonato perché sono tra quelli che hanno capito che è meglio lasciar perdere la scrittura. Tuttavia, se ricevessi un racconto di quel tipo oggi, scritto bene, lo pubblicherei.
L'avevo intitolato "memor.ia". Sollevava la questione dell'identità digitale dopo la morte, a chi apparteneva, come veniva gestita, quanto era etico mantenerla in vita.
Di idee ce ne sono e il problema più grosso, secondo me, è come vengono messe su carta.
Noto che aver scritto racconti in precedenza, frequentato riviste, seguito consigli su come si sviluppa una storia, sono tutti fattori che aiutano nel proprio percorso autoriale.
Se non si è mai pubblicato niente, non è impossibile, ma la strada è in salita, purtroppo. E se non si prova, non si avrà mai un vero feedback.
Questo almeno è come funziona con la mia casa editrice. Poi, esistono più di 5000 editori là fuori molti dei quali pubblicano la qualunque e se la passano anche meglio di me...
Spero di aver risposto ai dubbi anche se sono rimasto generico
PS: dfense, a quel tempo non avevo impostato il risponditore automatico e fui gentile a fare un copia incolla del testo standard. Ma la mia vera risposta voleva avere lo stesso tono: "Nessun interesse, cortesemente, è già una fatica aprirlo: cestinato"