[CE 2025] Ora tocca a te

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Traccia n° 1: "Le lettere ritrovate"

Ora tocca a te

Il paese di Nuracòrra non aveva mai cambiato volto. Le case, di granito scuro, stavano conficcate nella terra come denti sorti. Il vento, quando passava, faceva gemere i tetti e muoveva i fili del bucato come braccia di morti.
Alessandro Lainzu vi tornò dopo vent’anni. Sull’autobus da Cagliari gli era parso di sognare: l’odore di lentischio, la linea seghettata delle montagne, paesi senza nome, sperduti.
Tornava per un funerale, quello del cugino Mariano, morto schiacciato dal suo stesso trattore. Ma sapeva, dentro di sé, che la morte di Mariano non era che un pretesto. Lo aveva chiamato qualcosa di più antico.
Arrivò in paese un pomeriggio di vento e nuvole basse. L’aria sapeva di pioggia vecchia, come se fosse rimasta imprigionata sotto le rocce. Nessuno lo aspettava alla fermata dell’autobus. Il conducente gli mise la valigia accanto senza dire una parola. Attraversò a piedi la via principale, osservando le persiane chiuse e le madonnine scolorite sui muri. Mulinelli di foglie secche trascinate dal vento gli venivano incontro. E una piccola figura nera, don Antioco, il vecchio parroco, che lo riconobbe, lo salutò.
─ Sei tornato, allora, Alessandro.
─ Solo per il funerale di Mariano.
─ Domani. Ma gli uomini non tornano mai per un solo motivo.

Dopo la messa funebre, diede le condoglianze alla moglie, che non conosceva, e ai figli distratti. Le poche persone presenti in chiesa non lo avevano riconosciuto, ma Alessandro sapeva che quegli sguardi assenti non volevano incontrare i suoi occhi.

Salì alla vecchia casa di famiglia. L’aveva venduta anni prima, insieme ai ricordi, ai mobili e all’anima. Ora apparteneva alla signora Ausilia Carta, vedova senza figli, donna alta, severa, con occhi neri e dita nodose come radici. Lo ricevette con la giusta formalità dovuta a chi è scomparso troppo a lungo.
─ Abbiamo trovato questo ─ disse porgendogli un pacchetto legato con uno spago, avvolto in una tovaglia con ricami blu. ─ Durante i lavori al muro della camera da letto. Erano in una nicchia murata.
Dentro, sette lettere. Tutte indirizzate a lui. Nessun mittente. Alessandro guardò la donna che, come leggendogli il pensiero disse: ─ Non ho nemmeno pensato ad aprirle, come vedi. Riguardano te. Ti aspettavano.

Seduto al vecchio tavolo della cucina, Alessandro guardò le piastrelle verdi, sentì l’odore di fumo stantio. Il pavimento di pietra sembrava ricordargli il passo di sua madre. Il silenzio pesava.

“Ti ricordi, Alessandro, quella sera di agosto in cui tua cugina Annalisa dormì da voi, nella stanza dei bambini, dopo la festa del paese? Aveva tredici anni. Tu ne avevi sedici. I tuoi occhi la cercavano, e le tue mani tremavano. Una carezza sul braccio, troppo lunga per essere fraterna. Lei non disse nulla. Le toccasti la pelle sotto le lenzuola. Lei fece finta di dormire. Ma qualcuno vide”.
Alessandro si alzò di scatto. Il cuore gli batteva in gola.
─ Potete portarmi un bicchiere d’acqua, per favore?
La signora Ausilia glielo porse in silenzio. Lo fissava come si  fissa un animale ferito, non per compassione, ma per attesa.
Bevve in silenzio, con la lettera ancora in mano. Il bicchiere tremava sotto le sue dita. Fuori, il paese taceva. Anche il vento pareva aver smesso di passare.
Nei giorni successivi, nella pensione di zia Mercede, Alessandro lesse le altre lettere, una per una. Ognuna scavava più a fondo. Parlavano di fatti che non aveva mai confessato, nemmeno a sé stesso.
“A Marsiglia, la stanza con Ahmed. Il modo in cui lo guardavi mentre si spogliava. Il tuo senso di colpa dopo.
“A Parigi, Serge, quel ragazzo del liceo con cui dividesti tre mesi e un silenzio lungo anni”.
Ogni dettaglio era scritto con una precisione che feriva.
“Hai camminato in città e in mezzo a uomini dove Dio è solo un eco lontano. Ma Lui ti ha visto. Lui non ti ha mai lasciato”.
“Non temere di essere chi sei. Temi solo di fuggire ciò che devi diventare”.
La quinta lettera conteneva una moneta antica, con inciso un volto eroso e una scritta in latino: “Redime te ipsum”.
Antiche storie del paese dicevano che chi trovava una moneta senza tempo doveva redimere una colpa, altrimenti la sua ombra si sarebbe separata da lui e tutti lo avrebbero evitato.
Nella sesta lettera la voce divenne chiara. Non parlava più solo per ferire. Parlava per guidare.
“Non è ricatto, Alessandro. È un invito. Resta a Nuracòrra. Ricompra la casa. Vivi come  esempio. Dovrai scrivere delle lettere anche tu. A chi ha dimenticato. A chi è fuggito. Spezzerai il cerchio che ti ha chiuso. Così salverai la tua anima”.
Alessandro rilesse due, tre volte. L’ultima lettera era firmata: tua madre.
Ma sua madre era morta subito dopo che lui se ne era andato. Seppellita nel cimitero in fondo alla valle. Non sembrava la sua calligrafia, per quanto potesse ricordare. Eppure… il modo in cui la “d” finale si allungava verso sinistra gli era familiare. Il ricordo lo lasciò gelare. Era un suo segno caratteristico. Da bambino, gli aveva insegnato a scrivere il suo nome, su quello stesso tavolo.
Di notte sognò la casa in fiamme. Ma il  fuoco non bruciava. Illuminava. Nel sogno la madre stava sulla soglia e diceva: “Non è mai troppo tardi, figlio mio. Ma anche il tempo si chiude. Come il pane quando rafferma.
Il giorno dopo, tornò dalla signora Ausilia.
─ La casa. Voglio ricomprarla.
Lei annuì.
─ Ve lo aspettavate?
─ Sì. E anche i morti.

Alessandro cominciò a vivere nella casa. In silenzio. Restaurò le stanze, lucidò i mobili. Piantò un olivo nel cortile. Ogni notte accendeva una candela davanti alla finestra della camera da letto.
Il sabato andava a su Onnurale, una sorgente sacra appena fuori dal paese, in un antico bosco di lecci,  dove ancora si facevano voti in silenzio. Vi lasciava il pane che si cuoceva per gli sposalizi e fogli bianchi.
Un giorno don Antioco gli parlò.
─ Sai che a su Onnurale, una volta, si lavavano le anime? Prima che la chiesa vietasse quei riti.
─ Le anime?
─ I sensi di colpa, se vuoi. Le madri ci portavano i figli irrequieti che sognavano fuoco, mostri o peccati. Ci andavano gli uomini che amavano nel modo sbagliato. Le donne che amavano nel modo sbagliato. Gli uomini e le donne che sapevano troppo. Quelli che non sapevano niente.
Alessandro non disse nulla. Ma quella sera bevve l’acqua della sorgente per la prima volta.

Nel paese cominciò a circolare una voce: la casa dei Lainzu era tornata viva. E con essa, qualcosa si era rimesso in moto. Le campane suonavano sempre con un secondo di anticipo. I gatti si fermavano davanti alla porta di Alessandro. Alcuni bambini, passando, dicevano di sentire il rumore di una penna che scriveva, anche se dentro non c’era nessuno. Lui cominciò a scrivere. Lettere brevi. A mano. Le sigillava in buste gialle, nessun mittente. Solo il destinatario. Le lasciava nella vecchia cassetta postale accanto alla chiesa.
Un giorno, arrivò un giovane da Torino. Si chiamava Davide, era un architetto, nipote di una donna di Nuracòrra emigrata negli anni Sessanta. Disse che era venuto soltanto per vendere un terreno di famiglia. Ma dopo una notte passata a parlare con Alessandro sotto le stelle, ricevette una lettera infilata sotto la porta, nella pensione di zia Mercede dove alloggiava.
Il giorno dopo, non partì più.

Alessandro visse ancora ventidue anni. Non parlava mai delle lettere che scriveva. Ogni Natale accendeva sette candele rosse sulla soglia di casa, una per ciascuna delle lettere ricevute.
Col tempo, la sua figura divenne familiare e misteriosa insieme. Lo si vedeva camminare tra i lecci della sorgente sacra, al tramonto, o seduto in silenzio sul muretto davanti alla chiesa, con una busta in tasca. Alcuni dicevano che parlasse con i morti. Altri, che li ascoltasse soltanto.
Quando morì, il paese entrò in lutto e silenzio per tre giorni. Nessuno si prese la libertà di entrare in casa sua. Non per paura. Per rispetto.
Fu Davide un giorno a varcarne la soglia. La casa odorava di pulito, di cera e incenso. Sembrava che Alessandro fosse uscito solo per un momento. La figlia di Davide, passando nel cortile, trovò una busta su una pietra piatta, accanto all’olivo.
Era indirizzata a suo padre. Dentro, un foglio. Poche parole: “Ora tocca a te”.
Davide, senza dire nulla, la ripose con cura. Quella sera, a casa sua, accese una candela. Poi prese carta e penna.
Cominciò a scrivere.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmIl paese di Nuracòrra non aveva mai cambiato volto. Le case, di granito scuro, stavano conficcate nella terra come denti sorti. Il vento, quando passava, faceva gemere i tetti e muoveva i fili del bucato come braccia di morti.
I tuoi incipit valgono quanto quelli di grandi Autori!  (y)
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmDopo la messa funebre, diede fece le condoglianze alla moglie vedova, che non conosceva, e ai figli distratti.
consigli
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmVi si lasciava il pane che si cuoceva per gli sposalizi e fogli bianchi.
Un giorno don Antioco gli parlò.
dimenticanza
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmMa virgola dopo una notte passata a parlare con Alessandro sotto le stelle, ricevette una lettera infilata sotto la porta, nella pensione di zia Mercede dove alloggiava.
Per aprire l'inciso
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pm“Non temere di essere chi sei. Temi solo di fuggire ciò che devi diventare”.
Non capisco il senso dell'invito a fuggire "ciò che devi diventare". Forse volevi scrivere: "ciò che non devi diventare"?
Cioè,  una brutta persona?
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmAlessandro visse ancora ventidue anni. Non parlava mai delle lettere che scriveva. Ogni Natale accendeva sette candele rosse sulla soglia di casa, una per ciascuna delle lettere ricevute.
Col tempo, la sua figura divenne familiare e misteriosa insieme. Lo si vedeva camminare tra i lecci della sorgente sacra, al tramonto, o seduto in silenzio sul muretto davanti alla chiesa, con una busta in tasca. Alcuni dicevano che parlasse con i morti. Altri, che li ascoltasse soltanto.
Quando morì, il paese entrò in lutto e silenzio per tre giorni. Nessuno si prese la libertà di entrare in casa sua. Non per paura. Per rispetto.
Fu Davide un giorno a varcarne la soglia. La casa odorava di pulito, di cera e incenso. Sembrava che Alessandro fosse uscito solo per un momento. La figlia di Davide, passando nel cortile, trovò una busta su una pietra piatta, accanto all’olivo.
Era indirizzata a suo padre. Dentro, un foglio. Poche parole: “Ora tocca a te”.
Davide, senza dire nulla, la ripose con cura. Quella sera, a casa sua, accese una candela. Poi prese carta e penna.
Cominciò a scrivere.
Il finale me lo aspettavo, @Alberto Tosciri  :libro:  

Alessandro deve la vita e la sua conoscenza del vivere alla madre, che, con l'eredità dei suoi scritti (sette lettere ma lei firma solo l'ultima, perché, Alberto?) lascia al figlio consigli e moniti per realizzarsi nella vita. Lui, che li ha assorbiti, decide di trasmetterli, a persone cui Alessandro pensa che servano.
Tra questi, decide (non avendo figli), di scegliere Davide, un giovane aiutato da lui a una decisiva scelta di vita: ci ha visto giusto, perché Davide accetterà di continuare quella missione.
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pm“Non è ricatto, Alessandro. È un invito. Resta a Nuracòrra. Ricompra la casa. Vivi come  esempio. Dovrai scrivere delle lettere anche tu. A chi ha dimenticato. A chi è fuggito. Spezzerai il cerchio che ti ha chiuso. Così salverai la tua anima”.
Complimenti per lo svolgimento della traccia!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Ti ringrazio @Poeta Zaza per il tuo commento e apprezzamento.

In questo appunto
Poeta Zaza wrote: Sat Aug 02, 2025 4:54 pmVi si lasciava il pane che si cuoceva per gli sposalizi e fogli bianchi.

dimenticanza
Intendevo dire che era proprio Alessandro che lasciava il pane eccetera, riferito a lui che compiva l’azione, come tempo imperfetto, terza persona singolare.

Questo: 
Poeta Zaza wrote: Sat Aug 02, 2025 4:54 pm
Non capisco il senso dell'invito a fuggire "ciò che devi diventare". Forse volevi scrivere: "ciò che non devi diventare"?
Cioè,  una brutta persona?
È inteso come il non aver paura, non avere più paura, di quello che Alessandro è stato fino a quel momento, la sua vita passata, che probabilmente gli è stato perdonato.
Ma che deve avere paura soltanto di fuggire il futuro, ciò che è stato chiamato a diventare, cioè, quasi una sorta di santo o di esempio.
Non deve più preoccuparsi o temere di essere stato un peccatore. La vera preoccupazione o timore deve essere quella di rinunciare alla redenzione.
Poeta Zaza wrote: Sat Aug 02, 2025 4:54 pmAlessandro deve la vita e la sua conoscenza del vivere alla madre, che, con l'eredità dei suoi scritti (sette lettere ma lei firma solo l'ultima, perché, Alberto?)
Volevo che Alessandro, e un po’ anche il lettore, stessero sulle spine. Conoscendo fin dalla prima lettera chi ne era l’autore, secondo me, si sarebbe perduta un po’ della sorpresa.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Un racconto ricco di particolari che ti catapultano nel contesto, scorrevole, ma con le giuste pause per riflettere e porsi domande su quel che non è scritto. Nonostante ci siano pochi dialoghi e il narrante sia l'onniscente figura esterna, il testo non risulta affatto pesante.
Alcuni dubbi/annotazioni:
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmconficcate nella terra come denti sorti.
Immagino volessi scrivere "storti"
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmmuoveva i fili del bucato come braccia di morti
Non riesco a immaginare questa similitudine 
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmDomani. Ma gli uomini non tornano mai per un solo motivo
Intuizione notevole considerando che è un prete, per il quale onorare un sacramento dovrebbe essere motivo sufficiente, si anticipa un suo ruolo nel prosieguo

Nelle citazioni che seguono nasce in me un po' di confusione:
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmRedime te ipsum
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmVivi come  esempio
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmCosì salverai la tua anima”.
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmSai che a su Onnurale, una volta, si lavavano le anime? Prima che la chiesa vietasse quei riti.
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmI sensi di colpa, se vuoi
Deve vivere come esempio accettando la sua vera natura e deve salvare la sua anima per avere mentito a sé stesso e al mondo fino a quel momento, oppure, deve redimersi perché "ama in modo sbagliato" ((semicit. del parroco)
?
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmLa figlia di Davide, passando nel cortile, trovò una busta su una pietra piatta, accanto all’olivo.
Da dove esce fuori questa figlia e perché la inserisci? Davide lo presenti come un giovane architetto, non dà  affatto l'idea siavere famiglia e comunque un attimo prima scrivi che è Davide ad entrare nella casa ormai vuota di Alessandro, perché non trova lui le lettere e dove nasce la necessità di inserire dal nulla sua figlia?

Note e curiosità a parte, è sicuramente una traccia ben espressa.
Buon contest.
<3

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Grazie per il commento @Modea72
Modea72 wrote: Mon Aug 04, 2025 9:55 amsorti

Immagino volessi scrivere "storti"
Sì, volevo scrivere “storti”. Me ne sono accorto il giorno dopo, non potevo più correggere.

Modea72 wrote: Mon Aug 04, 2025 9:55 ammuoveva i fili del bucato come braccia di morti

Non riesco a immaginare questa similitudine 
In effetti ci vuole troppa immaginazione a figurarsi una scena del genere su uno stendino di plastica nel balcone di una condominio in città.
 Hai mai visto e sei mai passata in mezzo a lunghe file di panni stesi in grandi cortili di case di campagna, con il levarsi improvviso del maestrale?
Modea72 wrote: Mon Aug 04, 2025 9:55 amDomani. Ma gli uomini non tornano mai per un solo motivo

Intuizione notevole considerando che è un prete, per il quale onorare un sacramento dovrebbe essere motivo sufficiente, si anticipa un suo ruolo nel prosieguo
Taluni preti, specie quelli di una volta, non tutti, perché alcuni erano e sono soltanto funzionari a stipendio che seguono le ideologie dei potenti di turno, erano conoscitori e rispettosi della storia della loro parrocchia, che spesso comprendeva anche le tradizioni dei loro stessi paesi di origine, non molto distanti.

Modea72 wrote: Mon Aug 04, 2025 9:55 amDeve vivere come esempio accettando la sua vera natura e deve salvare la sua anima per avere mentito a sé stesso e al mondo fino a quel momento, oppure, deve redimersi perché "ama in modo sbagliato" ((semicit. del parroco)
?
Alessandro è figlio di una civiltà antichissima, dove è sempre stato chiaro quello che si può e quello che non si può fare. Lui ha trasgredito. Se ne è andato e ha continuato a trasgredire. Non ha saputo resistere alle tentazioni, ai piaceri della carne (detesto dirlo),  fini a sé stessi, tanto per soddisfare i propri istinti, come si fa oggi.
Gli si offre la possibilità di non farlo mai più. Di redimersi. Di salvare la sua anima.  Ma non per avere il paradiso o l’inferno. O non solo. Deve essere un esempio per altri come lui. Avrà il potere di avvisarli, di proporre loro di cambiare vita, senza nascondere il suo passato, come fece S. Agostino, che fino alla vecchiaia lottò terribilmente contro le tentazioni e come lui altri padri della Chiesa. 
Ma Alessandro non deve diventare un santo.
Modea72 wrote: Mon Aug 04, 2025 9:55 am
Da dove esce fuori questa figlia e perché la inserisci? Davide lo presenti come un giovane architetto, non dà  affatto l'idea siavere famiglia e comunque un attimo prima scrivi che è Davide ad entrare nella casa ormai vuota di Alessandro, perché non trova lui le lettere e dove nasce la necessità di inserire dal nulla sua figlia?
Dall’arrivo di Davide in paese, fino alla morte di Alessandro, sono trascorsi ventidue anni. L’ho scritto. Però hai ragione: avrei anche dovuto dire che nel frattempo poteva benissimo essersi fatto una famiglia e avere avuto una figlia. Talvolta sono eccessivo nella scarsezza di informazioni, che intendevo sottintendere. Perché far trovare la lettera alla figlia? L’innocenza che si fa latore di una missione. O di una rivelazione.
Come il bambino che S. Agostino trova in riva al mare, che attinge l'acqua con un secchio per svuotarlo in una buca sulla sabbia.  A significare che la mente umana ha dei limiti alla comprensione, per quanto cerchi spiegazioni logiche. Come il richiamo “Tolle et lege” sentito nel suo giardino da un’altra voce infantile, che lo invitava a leggere le Scritture per uscire dai suoi peccati.

Mi rendo conto che sto complicando la situazione. Di solito amo scrivere racconti lunghissimi, queste cose forse le avrei messe, ma meglio no, per non annoiare. In fondo, a chi interesserebbe?  E poi non ce l’avrei fatta con i caratteri.

Ti ringrazio ancora
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Ciao, @Alberto Tosciri, e buon divertimento con il contest. La prima impressione è che non c'è paragone con il sottoscritto, leggo queste righe
Alberto Tosciri wrote: Fri Aug 01, 2025 4:31 pmLe case, di granito scuro, stavano conficcate nella terra come denti sorti. Il vento, quando passava, faceva gemere i tetti e muoveva i fili del bucato come braccia di morti.
Alessandro Lainzu vi tornò dopo vent’anni. Sull’autobus da Cagliari gli era parso di sognare: l’odore di lentischio, la linea seghettata delle montagne, paesi senza nome, sperduti.
e penso che siano descrizioni migliori di quelle che si trovano nei finalisti dello strega. Tra l'altro il "sorti" pensavo fosse voluto (una sbirciata agli altri commenti l'ho data), perché mi è venuto spontaneo pensare al bambino che mette i denti e spuntano dal nulla queste casette tutte diverse e tutte uguali.

Tolto questo posso dirti che è stato un racconto difficile da capire, per me, e ho dovuto pensarci su qualche giorno. Capisco il bisogno di irrazionalità di ognuno di fronte a qualcosa di inspiegabile o qualcosa che si percepisce come tale - chi si affida agli oroscopi per interpretare il futuro, chi gira i santuari quando si abbatte una sciagura (e magari poco prima non gli importava nemmeno l'esistenza della religione), ... - ma mi è rimasto difficile l'aspetto misterico di tutto questo. Il protagonista ha trovato delle lettere inspiegabili in cui c'erano, nero su bianco, i suoi rimorsi (la interpreto così) e lui fa la stessa cosa per il futuro anello di una catena. Tutto molto interessante anche se, forse perché sono troppo razionale, ho passato parte della lettura a chiedermi il perché di questa cosa, magari pensando a qualche leggenda locale o a qualche voce non detta. Non per comprenderla sotto l'aspetto razionale, ma, come potrei dire, una motivazione che spinge il protagonista a fare altrettanto.
Forse un racconto che resta un po' inspiegabile mentre cerca di narrare qualcosa di inspiegabile. Però, come detto, sono abituato a pensare troppo, quindi leggi questo parere come di una persona limitata dal fatto di voler trovare significati.   :libro:
https://www.facebook.com/curiosamate

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Rinnovo, penso per l'ennesima volta, i complimenti per la scrittura. Uno stile ben preciso, riconoscibile a distanza di un chilometro. Bellissima, soprattutto, l'abilità descrittiva delle ambientazioni: in due righe riesci a catapultare il lettore nell'universo parallelo che hai creato, precisamente tra Albuquerque e Nuoro :D
Il tema è profondo, intimo, forse ti preferisco quando ci metti un po' d'azione, quando crei un contrasto tra il tuo modo di scrivere riflessivo, duro e malinconico, e una scena visiva forte; ma ovviamente è un mio gusto, sei capace di raccontare con la stessa voce quello che ti pare, una scazzottata o un'elegante eredità, lasciando sempre una sensazione forte sulla pelle di chi ti legge. 
C'è un refuso, senz'altro un errore di distrazione, che gli altri non ti hanno fatto notare, ma forse è uno strafalcione della mamma.  
Tanto da imparare e poco da dire, ancora complimenti.   
Hai mai assaggiato le lumache?
Sì, certo
In un ristorante, intendo

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Ciao @bwv582

Ti ringrazio per il commento e per l’apprezzamento, che – lo ammetto – mi mette un po’ in imbarazzo.
Hai ragione sul refuso.

bwv582 wrote: Tue Aug 05, 2025 8:22 amè stato un racconto difficile da capire, per me, e ho dovuto pensarci su qualche giorno.
Sì, è un racconto difficile da capire. Me ne rendo conto.
bwv582 wrote: Tue Aug 05, 2025 8:22 amCapisco il bisogno di irrazionalità di ognuno di fronte a qualcosa di inspiegabile o qualcosa che si percepisce come tale -
Per me, l’irrazionalità consiste anche nel non seguire il pifferaio magico: cioè quel pensiero imposto, codificato e accettato per pigrizia o quieto vivere da quasi tutti. Soprattutto quando si sceglie deliberatamente di ignorare l’altra faccia della medaglia. Che c’è sempre. Sempre.
Nel cristianesimo, il concetto di irrazionalità è complesso e ambivalente. La fede, secondo i criteri umani, può sembrare irrazionale, ma viene considerata superiore alla pura razionalità.
S. Paolo scrive che “la sapienza di Dio è stoltezza per gli uomini” (1 Corinzi 1:25). Questo vuol dire che la verità divina può trascendere la logica umana, senza necessariamente contraddirla.

Cerco sempre di non appesantire troppo con certi discorsi, mi do dei limiti per non annoiare, ma sento il bisogno di spiegare – almeno in parte – su cosa si basa il mio modo di pensare. È qualcosa che porto dentro da sempre, e che inevitabilmente influenza anche ciò che scrivo.
Per la fede cristiana, non tutto ciò che non è razionale è automaticamente irrazionale in senso negativo. La fede può andare oltre la ragione, ma non contro di essa.

Nel racconto ho inserito alcuni elementi presi da credenze precristiane, ancora vive in certe località – non solo in Sardegna. Li ho adattati liberamente secondo il mio punto di vista: nulla di storicamente fondato, ma piuttosto evocazioni emotive, non documentate, usate a fini narrativi.

bwv582 wrote: Tue Aug 05, 2025 8:22 amchi si affida agli oroscopi per interpretare il futuro, chi gira i santuari quando si abbatte una sciagura (e magari poco prima non gli importava nemmeno l'esistenza della religione), ... - ma mi è rimasto difficile l'aspetto misterico di tutto questo.
Gli oroscopi per me sono pagliacciate e girare i santuari da turista o per scaramanzia dovrebbe essere proibito.
Parto dall’idea che l’uomo, pur essendo libero di fare ciò che vuole, non è  affatto detto che non debba renderne conto – a livello molecolare, spirituale, o altro.
Ci sono assassini tormentati da voci interiori che ricordano loro ciò che hanno fatto, e a volte quelle stesse voci li hanno anche spinti ad agire. Non parlo di teorie vaghe o convinzioni personali: è un tema che ricorre spesso nei media, specie quando si parla di crimini che diventano spettacolo.
Nel racconto, qualcuno ha osservato il protagonista durante la sua vita. L’ultima delle lettere che riceve è firmata dalla madre, morta da tempo. Il significato sottotraccia – espresso in modo volutamente empirico, personale, e immaginativo – è che non siamo mai davvero soli mentre viviamo. Ogni istante è vissuto in una rete invisibile di presenze, memorie, influenze.
Non pretendo di dare spiegazioni per questo. Non ne ho.
Consideralo solo a fini letterari: come una parabola laica, con incursioni nel surreale e qualche digressione, ma sempre con un intento narrativo e simbolico.



Grazie @NanoVetricida

Quanti complimenti… anche qui sono imbarazzato. 
E mi piace l’accostamento con Albuquerque. Apprezzo la cultura ispanica delle Americhe e nel Nuovo Messico americano è molto sentita e riconosciuta a tutti i livelli.
Qui da me hanno cercato di far dimenticare che abbiamo trascorso con la Spagna quattrocento anni, un po’  di più che con l’Italia. Qualcosa è rimasto in modo naturale, per fortuna. Il sangue che scorre nelle vene non si cancella con una stupida e voluta dimenticanza. Personalmente preferisco la cadenza spagnola che la cadenza all’amatriciana dei cinepanettoni, in voga alla Tv anche nei telegiornali e talk show.
Sicuramente nel racconto ho lasciato altri refusi, controllerò meglio. Grazie per avermelo fatto notare.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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@Alberto Tosciri 
Ho letto, ho apprezzato tutto e non so come formulare il mio commento.
Vorrei partire dall'atmosfera dove tutto sembra giusto, ma è sbagliato.
Ma allo stesso tempo mi rendo conto che sono le cose che sono passate senza essere scritte quelle che mi hanno legato di più a questo racconto. Cose che con stile ed eleganze rendi ovvie al lettore, senza che questo se ne renda conto.
Mi viene da pensare al realismo magico, dove è normale che una madre lasci delle lettere, nelle quali scrive delle cose che non poteva sapere, come se fosse stata presente ai fatti, come se avesse albergato nel figlio nel preciso istante in cui lui viveva le sue esperienze condividendo sensazioni ed emozioni. Un luogo spazio temporale nel quale è normale lasciarsi alle spalle tutto per diventare latore di messaggi "speciali".
È scritto talmente bene che solo dopo un'attenta riflessione ci si chiede chi ha avuto questo compito nel periodo intercorso fra la morte della madre e l'arrivo del figlio.
Non si capisce come funziona questa cosa, c'è e basta, e con la tua scrittura la rendi credibile.
Ho apprezzato che di ogni lettera ci fosse solo uno stralcio con la corrispondente reazione di Alessandro.
Alessandro che torna al paese sapendo inconsciamente che ci sarebbe rimasto pur non intuendo ancor la vera motivazione.
Mi piace come in questa parabola di mistero, rimane al centro sempre l'uomo e la sua evoluzione, come se tutto, natura, Dio, destino fossero complici per permettere all'essere umano di evolversi, di migliorare; arrivando addirittura al punto di scegliere un portavoce per favorire questa evoluzione.
La trama di per sé è semplice, come  a non voler disturbare questa atmosfera: un uomo arriva, rimane per assumersi un compito e poi tramandarlo a prossimo scrittore di lettere.
Salta all'occhio questo Davide, l'erede del compito, proprio per come non è descritto e contestualizzato all'interno del racconto. Potrebbe essere chiunque, quasi ci si dimentica di averne già letto poco più su. Per me questo suo essere così nebuloso e poco definito funziona ai fini della storia, perché di fatto poco importa chi sia e cosa faccia, conta solo il ruolo che si assume per dare continuità alla scrittura di queste lettere.
Anche Alessandro, tranne i suoi "peccati" non è particolarmente descritto, come ad annunciare il suo ruolo di messaggero.
Tutto il racconto scorre che è un piacere, si legge senza intoppi e le descrizioni portano il lettore esattamente dove deve essere.
Non posso che farti i complimenti per questo racconto, per le sue atmosfere e per il piccolo viaggio che mi hai fatto fare ai margini della realtá.
Grazie.

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Ti ringrazio  @Almissima per il tuo bel commento e per l’apprezzamento.
Almissima wrote: Wed Aug 06, 2025 12:41 pmMi viene da pensare al realismo magico
Sì. Amo il realismo magico sudamericano, alla Marquez, e quello italiano di Buzzati e Calvino. Mi piace cercare di adattare il loro mondo anche al mio.
Almissima wrote: Wed Aug 06, 2025 12:41 pmMi piace come in questa parabola di mistero, rimane al centro sempre l'uomo e la sua evoluzione, come se tutto, natura, Dio, destino fossero complici per permettere all'essere umano di evolversi, di migliorare; arrivando addirittura al punto di scegliere un portavoce per favorire questa evoluzione.
Bellissima questa cosa che hai detto. Di massima corrisponde anche al mio pensiero.
Almissima wrote: Wed Aug 06, 2025 12:41 pmmi rendo conto che sono le cose che sono passate senza essere scritte quelle che mi hanno legato di più a questo racconto.
In realtà alle prime stesure c’erano un mare di spiegazioni. Ma so per esperienza che appesantiscono, per quanto piacciano molto a chi scrive. Anzi: io tolgo proprio le cose che più mi piacciono. Però, a quanto pare, il loro “vissuto” (è molto importante che ci sia un "vissuto" nel non detto: scrivendo fai agire i personaggi di conseguenza) resta, dietro il sipario. Voglio dire: bisogna costruire una “vita” dietro la rappresentazione.
Almissima wrote: Wed Aug 06, 2025 12:41 pmLa trama di per sé è semplice, come  a non voler disturbare questa atmosfera:
Le trame semplici sono quelle di più difficile realizzazione.
Almissima wrote: Wed Aug 06, 2025 12:41 pmTutto il racconto scorre che è un piacere, si legge senza intoppi e le descrizioni portano il lettore esattamente dove deve essere.
Questo mi lusinga molto. Sono contento se riesco a fare qualcosa che viene apprezzato. Fa piacere.
Ancora grazie.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Ciao @Alberto Tosciri 

Hai scelto la traccia giusta per narrare di come il passato sia terribilmente invasivo, impattante nella vita del giorno dopo, e magari anche nel presente.
Le lettere: che forma eccezionale per comunicare quello che può essere svelato anche dopo secoli. Io le adoro, perché scritte a mano hanno un valore immenso. Si dice che ognuno ha la sua impronta, quella caratteristica per cui si manifesta il proprio carattere. Lo studio della grafia personale può svelare lati del tuo carattere che non conosci. Al punto di farti sobbalzare e ricredere su alcune cose, convinzioni. Scrivere, e riscrivere a mano, giusto per bloccare, fissare nel tempo un pensiero, una emozione, una storia. Esistono i musei delle lettere, quella forma di manifestarsi che oggi si è persa, sostituita da semplici gesti cliccati su smartphone, quasi meccanici, senza sentimento. Ti confesso che a causa di uno sbandamento per una persona, io, ammogliato con figli, mi misi a scrivere a mano alcune lettere disperate.. Oggi sorrido per quel che feci; fu il modo per urlare qualcosa che avevo dentro.

Però le tue lettere sono un invito alla purificazione e niente hanno a che fare con quella esperienza tutta umana di soffrire per amore. Gli odori, i profumi che si respirano in quel paese descritto li conosco bene, da sardo e per averci vissuto per anni in quei posti diroccati, dalle vie deserte, tra la gente silenziosa e rispettosa del tempo e della natura. Parli di ideali, in fondo. Ma sono messaggi di altri tempi. L'idealismo è crollato, fallito. Vi è solo la rappresentazione di un futuro sfalsato, disumano. L'idea che si avrà tutto e niente, questa mi pare dominante.

Il testimonio lasciato da Alessandro a Davide pare un modo per salvare quello che ancora c'è di buono nell'essere umano. Dobbiamo rimetterci a scrivere come una volta si faceva? In modo da lasciare le tracce nostre ai posteri? Ciao, un bel racconto, come sempre.. :)
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Grazie @bestseller2020
bestseller2020 wrote: Sun Aug 10, 2025 9:40 amHai scelto la traccia giusta per narrare di come il passato sia terribilmente invasivo, impattante nella vita del giorno dopo, e magari anche nel presente.
Oh sì. Il passato è SEMPRE terrribilmente invasivo, ne stiamo pagando le conseguenze oggi, anche se qualcuno non vuole sentirselo dire. E io lo dico lo stesso.
Il mondo sta pagando le conseguenze per aver permesso agli asini da soma  di avere le stesse incombenze dei cavalli di razza, pardon, di etnia superiore, per parafrasare il politicamente corretto del Kaiser. 
 
bestseller2020 wrote: Sun Aug 10, 2025 9:40 amPerò le tue lettere sono un invito alla purificazione e niente hanno a che fare con quella esperienza tutta umana di soffrire per amore. Gli odori, i profumi che si respirano in quel paese descritto li conosco bene, da sardo e per averci vissuto per anni in quei posti diroccati, dalle vie deserte, tra la gente silenziosa e rispettosa del tempo e della natura. Parli di ideali, in fondo. Ma sono messaggi di altri tempi. L'idealismo è crollato, fallito. Vi è solo la rappresentazione di un futuro sfalsato, disumano. L'idea che si avrà tutto e niente, questa mi pare dominante.
So cosa significa la sofferenza per un amore, specie quando finisce, per svariati motivi, o non è corrisposto.
Descrivo paesi oggi mezzo abbandonati, con un passato patriarcale e matriarcale. Oggi trasformati nel loro vissuto antico  in camminamenti per turisti beceri e ignoranti, sempre con il cellulare davanti al viso, pronti a riprendere eventuali incidenti  per avere like. Inutile discutere di involucri vuoti senz'anima.

Certamente l'idealismo è crollato. Nella Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, personaggi come Goffredo di Buglione, Tancredi e Rinaldo, si ucciderebbero piuttosto che combattere per un Occidente così degradato e miserabile come  è stato fatto diventare oggi. E Rolando, nella Chanson de Roland, non si ucciderebbe più per dare l'allarme contro gli invasori, non ne varrebbe la pena.
Il futuro, se sarà una continuazione di questo squallido presente, dove sono felici solo i suoi propagatori, non merita di essere vissuto.
Sto seriamente pensando di andare a vivere isolato in un terreno che ho in campagna, aggiustarmi una casetta e recintare con un muro tutt'intorno. Avrei frutta, verdura, pollame, formaggio, acqua pulita di un pozzo artesiano, irrigazione agricola e della luce elettrica ne farei a meno. Per leggere e scrivere basta la luce del sole, carta e penna, e di notte lampade e candele. Carta e penna durano secoli. Anche millenni. I like dei beceri svaniscono in niente. Ma con i loro like, ultimo tassello di questa cultura, hanno rovinato il mondo.
bestseller2020 wrote: Sun Aug 10, 2025 9:40 amIl testimonio lasciato da Alessandro a Davide pare un modo per salvare quello che ancora c'è di buono nell'essere umano. Dobbiamo rimetterci a scrivere come una volta si faceva? In modo da lasciare le tracce nostre ai posteri? Ciao, un bel racconto, come sempre.. :)
Conosco ragazzini e ragazzine che non sono capaci di tenere la penna Bic in mano, la tengono come uno scalpello, e quando scrivono ignorano il corsivo, scrivendo in stampatello, tipo lista della spesa, riempendo il foglio di pasticci e sbagliando ortografia. E molti hanno studiato a distanza. E molti sono all'università e scrivono hanno (verbo avere) con anno (periodo di 12 mesi) e alcuni avranno lavori e posti di rilievo. Dove l'ignoranza deve imperare.

Ciao
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Grazie Alberto. Magistrale la forma e l'impatto. Lo dimostra che il mio stato d'animo è rimasto infastidito dall'inizio alla fine. Un binario ricalcato e senza deviazioni, un martello sino al finale.

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Grazie @Artemis
Artemis wrote: Mon Aug 11, 2025 12:10 amGrazie Alberto. Magistrale la forma e l'impatto. Lo dimostra che il mio stato d'animo è rimasto infastidito dall'inizio alla fine. Un binario ricalcato e senza deviazioni, un martello sino al finale.
Spero "infastidito" in senso positivo... come mai dall'inizio alla fine? Curiosità...
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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@Alberto Tosciri 
Sono un filo in soggezione a scrivere un prequel o sequel alla tua storia, te lo posso dire così in maniera del tutto informale?

Re: [CE 2025] Ora tocca a te

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Almissima wrote: Mon Aug 11, 2025 9:04 amSono un filo in soggezione a scrivere un prequel o sequel alla tua storia, te lo posso dire così in maniera del tutto informale?
Stai tranquilla Almissima; non è il caso di avere soggezione per qualcosa che scrivo io, non pensare che sia sublime. Talvolta sono complicato, lo ammetto, rispecchia il mio carattere, ma tutto si può modificare. 
Se può esserti d'aiuto per quello che vorrai scrivere (prequel o sequel), io talvolta per scrivere mi baso oltre che a storie antiche, ma molto rivisitate da me, (che possono essere leggende di qualsiasi parte d'Italia), mi baso sul realismo magico alla Marquez, Buzzati e Calvino, dove le cose impossibili, la magia, fanno parte della normalità, senza che i personaggi se ne stupiscano.
Il tuo racconto è molto veritiero, reale. Mi è piaciuto, devo studiarlo bene per non uscire troppo dal tuo tracciato.
Tieni conto che, misurandoci con altri stili e mentalità, credo ci sia sempre da imparare qualcosa e questo è un bene.
Sono contento che il tuo racconto sia stato abbinato al mio e viceversa.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

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