Esperienze con editor e agenti letterari

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Mamma mia, è dal WD che non seguivo più questa pagina, e ora, ho quasi un brivido mentre scrivo di nuovo. 
Ho letto qualche thread sulle risposte delle agenzie letterarie, delle case editrici, e mi sono un po' commossa. Immagino quanti in questo forum siano davvero capaci ma manchino dei giusti contatti. Alla fine, dopo qualche anno, mi sono accorta che valgono quasi solo quelli. 
Per me la scrittura è andata oltre alla pubblicazione, che c'è stata, con una CE media. Ma sono stata davvero una cretina. Sono entrata completamente sguarnita di informazioni su come muovermi nel mondo dell'editoria e l'ho pagata. Mi rimane la consolazione di aver scritto un buon romanzo e aver ricevuto il sostegno da chi di letteratura se ne intende. 
Per farla breve, in questi anni ho pagato vari editor e agenzie editoriali perché avevo bisogno di un confronto. È come se mi fossi pagata una scuola di scrittura. 
Volevo condividere con voi le peggiori esperienze, sperando che possano essere di aiuto. 
Scuola Holden. Mille euro per 4 incontri di un'ora online. Uno scrittore a cui di me e del mio testo non poteva importare di meno. Soldi buttati, sapete bene dove.
Cristian Frascella. Si vende come editor ma anche quasi come un agente letterario. Dice che se il testo gli piace, il giorno dopo è sul tavolo di una redazione. Tempi lunghissimi, scheda di poche pagine e sconclusionate, prezzi altissimi. Ho un po' investigato su di lui. Sembra che abbia tenuto in sospeso qualcuno per un po' prima di scomparire dal radar.
Ceccacci: una scheda buona, ma 7 anni fa; quella dello scorso anno abbastanza debole e inadeguata.
Ho lavorato con due editor pure, senza nessun contatto con agenti o CE, e mi sono trovata benissimo. Quello è un vero imparare, masticare i nodi narrativi, farsi travolgere da lessico e sintassi. 
Ai più giovani consiglio prima di mirare alle fantomatiche agenzie che - come anche Cheguevara ha più volte scritto - guadagnano i soldi sugli autori, di lavorare con un/una bravo/a editor. È là che vi troverete insieme alla vostra scrittura. 
E poi: concorsi contatti, amici, racconti sulle riviste. Tutto quello che non passa attraverso le agenzie letterarie.
Che sia vento in poppa per tutti voi.

Re: Esperienze con editor e agenti letterari

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@Elisah15 Grazie per il tuo intervento, che dovrebbe contribuire ad aprire gli occhi a un certo tipo di utenza. Perché, purtroppo, la filiera della spremitura fino all'ultima goccia dell'autore continua a prosperare, alimentata dal vanity fair di chi ha come unico obiettivo quello di vedersi pubblicato da chicchessia, costi quello che costi. E' grazie all'abbondanza di autori di questo tipo, che il mercato editoriale continua a essere inquinato da pseudo case editrici, pseudo agenzie di rappresentanza e pseudo scuole di scrittura, il cui core business non è rappresentato dai lettori, ma dagli scrittori. L'ho detto e ripetuto fino alla nausea ma, credo, non molto ascoltato. In definitiva, chi sono io, se non uno scrittorucolo letto da pochissimi? Beh, sono uno che, per pubblicare le poche cose che ha scritto, non ha speso un centesimo. Vuol dire che si può fare.  
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Esperienze con editor e agenti letterari

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@Cheguevara   personalmente ho sempre letto con interesse i tuoi post, ma finché non sbatti contro il muro, fino a quando non fai l'esperienza diretta del muro, non sai che è proprio davanti a te.
Nell'editoria, molti praticano l'assalto alla diligenza, come dici tu, ma è difficile spiegarlo a parole, ed è difficile capirlo solo ascoltando le parole degli altri.
Per qualcuno, magari qualche speranza c'è.
Sappiamo che i lettori forti sono giovani donne. Al Salone del libro quest'anno, ad esempio, lo stand Mauri Spagnol era quello più affollato anche in assenza di presentazioni. C'erano quasi solo ragazze o anche donne un po' più adulte. Immagino che una scrittrice di riferimento di questo gruppo potrebbe essere Giannone, che con La portalettere deve aver venduto qualcosa come 200 mila copie. Quindi se ci si ritrova in questo filone, ci sono delle possibilità per emergere. 
Non abbiamo, invece, una letteratura alla Byatt o Hilary Mantel, e nemmeno alla Coe o alla McEwan. Troppo rischioso. Siamo intrappolati oltre che dai meccanismi editoriali, da una letteratura che con poche eccezioni varia dal genere Arci/Giannone, alle cerebrali tipo Durastanti (scrittura magnifica comunque) alle narrazioni esistenziali alla Pomella a qualche buon giallo.  Qualcun'altro c'è, tipo Mari o Di Pietrantonio, ma sono perle che non fanno genere. 
Torno al mio consiglio: lavorare molto sulla propria scrittura fino a quando non si trova una voce forte. E poi, però, prepararsi al percorso a gimcana.

Re: Esperienze con editor e agenti letterari

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@Elisah15  Mi fa piacere che tu ti sia resa conto di come stanno realmente le cose: una pecora in meno da tosare da parte di un certo genere di marpioni. Riguardo al problema di cosa scrivere per essere letti, non sono la persona adatta a dare consigli: io scrivo quello che mi va, infatti ho pubblicato fantascienza distopica, thriller, racconti e versi. Il risultato: meglio stendere un velo pietoso. :P
Mario Izzi
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Re: Esperienze con editor e agenti letterari

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Ricordo uno scontro che ebbi sul WD con un sostenitore accanito della Scuola Holden, unico passaporto secondo lui verso la grande editoria. Quando sollevai qualche dubbio sull'opportunità di spendere migliaia di euro, rispose che di lì a tre anni, grazie a quell'investimento, avrebbe raggiunto il successo. Poiché sono un po' stronzo, trascorsi i tre anni tornai a scrivergli sul forum per chiedere notizia delle pubblicazioni con grandi case editrici che sicuramente aveva ottenuto. Sto ancora aspettando la risposta.

Re: Esperienze con editor e agenti letterari

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Elisah15 wrote: Thu May 22, 2025 8:39 pmImmagino quanti in questo forum siano davvero capaci ma manchino dei giusti contatti. Alla fine, dopo qualche anno, mi sono accorta che valgono quasi solo quelli. 
È così. Pur cercando di mantenere la mente obiettiva, mi è toccato arrivare alla stessa conclusione.
Elisah15 wrote: Thu May 22, 2025 8:39 pmPer me la scrittura è andata oltre alla pubblicazione, che c'è stata, con una CE media.
Il tuo post va a toccare uno dei tanti tasti dolenti, perché qui siamo più d'uno ad aver pubblicato con CE buone, tramite qualche colpo di fortuna (nel senso che il romanzo è arrivato alle persone giuste al momento giusto) o concorso. Il problema, spesso, sorge dopo. Perché se non hai una rete stabile di contatti o un'agenzia che ti segue ti tocca ricominciare ogni volta da capo. Pensare che pubblicare con una medio-grande CE serva almeno a fare curriculum è normale ma si rivela anch'esso un presupposto errato: se fai invii spontanei a CE o agenzie ciò che mandi non viene neanche aperto, proprio perché si dà per scontato che un autore pubblicato abbia già le sue conoscenze e non debba passare per gli invii spontanei. In pratica, non basta arrivare a pubblicare qualcosa, se si vuole farne un'attività continuativa bisogna pubblicare tramite i canali "giusti". Io ho pubblicato con HarperCollins, ma conosco autori di molte altre buone CE di cui aspetto da anni novità che non arrivano.
Elisah15 wrote: Thu May 22, 2025 8:39 pmPer farla breve, in questi anni ho pagato vari editor e agenzie editoriali perché avevo bisogno di un confronto. È come se mi fossi pagata una scuola di scrittura. 
Lo posso capire. Io non avevo i fondi e ho cercato ogni singola opportunità di avere una valutazione gratuita, col pensiero inconscio che fosse la mia scrittura che non era perfetta, e che se lo fosse stata di certo prima o poi qualcuno ne avrebbe riconosciuto i meriti. Qualche anno, e molti dispiaceri, dopo penso che sia invece il modo migliore per scoraggiarsi. La perfezione non esiste, esiste solo un talento che si può affinare e che, in un mondo ideale, verrebbe riconosciuto e incoraggiato in modo spontaneo.
A tutti noi, credo, è capitato di leggere un libro terribile di una CE blasonata e chiedersi: ma come caspita ci è arrivato? O, al contrario, di leggerne uno del tutto sconosciuto e pensare: com'è che nessun addetto ai lavori se n'è accorto? L'unica risposta logica è che una logica non ci sia, quindi entrano in gioco soprattutto i fattori che hai citato (a cui aggiungerei il fattore C  :P ) 
Elisah15 wrote: Thu May 22, 2025 8:39 pmAi più giovani consiglio prima di mirare alle fantomatiche agenzie che - come anche Cheguevara ha più volte scritto - guadagnano i soldi sugli autori, di lavorare con un/una bravo/a editor. È là che vi troverete insieme alla vostra scrittura. 
Lo trovo un ottimo consiglio. Almeno si paga per un servizio chiaro e onesto (migliorare la propria scrittura e capire qualcosa in più dei meccanismi narrativi) e non per ipotetiche speranze. Io ho fatto solo editing con CE, ma un paio erano fatti bene e ho imparato tantissimo su come correggere difetti che prima non vedevo nemmeno.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

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