Re: Daniele

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@Adel J. Pellitteri 

Primo a commentare.

Bello l’incipit ed il contrasto tra la vita fasulla che fuoriesce dai social e la triste realtà dí Daniele. Mi piace la descrizione dell’ambiente in cui vive e il fatto che sia ritenuto fortunato perché va a lavorare in bici. Mi piace la chiosa finale, che si collega all’inizio, dando uno circolarità che apprezzo sempre molto nei racconti.

Non mi convincono queste cose: 
- il subaffitto da parte di un africano, espediente utilizzato per rendere la situazione di Daniele ancora più tetra. Poco verosimile.
- il padre ricco che non si è mai preso cura di lui, anzi ha fatto allontanare la madre. Anche qui poco verosimile negli anni attuali. Forse avrei provato a ambientare il racconto negli anni 40, ma poi veniva meno l incipit.
- il finale. Troppo anticlimatico. Arrivato lì ho pensato “ma forse l’autrice si è fermata a metà e non ha pubblicato la seconda parte”?

In ogni caso scritto bene e molto scorrevole.

My two cents ovviamente.

Re: Daniele

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pestonaccio wrote: Non mi convincono queste cose: 
- il subaffitto da parte di un africano, espediente utilizzato per rendere la situazione di Daniele ancora più tetra. Poco verosimile.
- il padre ricco che non si è mai preso cura di lui, anzi ha fatto allontanare la madre. Anche qui poco verosimile negli anni attuali. Forse avrei provato a ambientare il racconto negli anni 40, ma poi veniva meno l incipit.
- il finale. Troppo anticlimatico. Arrivato lì ho pensato “ma forse l’autrice si è fermata a metà e non ha pubblicato la seconda parte
Concordo con la questione del subaffitto, mi rendo conto di avere calcato la mano. Per la questione padre assente, invece, mi hai fatto capire che, non avendo dato un'età al mio personaggio, lo hai identificato più giovane di quanto io l'ho immaginato. Toglierò la frase del subaffitto per inserirne una da dove si possa evincere l'età, magari dirò che si tratta di un quarantenne rimasto al palo. Così, per il concepimento, rientriamo negli anni '80, accettabili per comportamento paterno. 
Il finale è volutamente crowdfunding.
La domanda che il personaggio si pone 'Già a che punto è?" Pone proprio la domanda cosa farà? È pronto a diventare un eroe che salva la ragazza o no? Il cielo "romantico" adesso lo ha visto pure lui. Grazie infinite, i commenti sono sempre preziosi.
Ti ringrazio per i suggerimenti 

Re: Daniele

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@Adel J. Pellitteri

Sono contento che tu abbia trovato interessanti i miei spunti.

Per il finale forse più che “a che punto sei” ragionerei sul “cosa vuoi fare della/nella tua vita/futuro”. Magari così il messaggio diventa più chiaro.

Re: Daniele

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pestonaccio wrote: Per il finale forse più che “a che punto sei” ragionerei sul “cosa vuoi fare della/nella tua vita/futuro”. Magari così il messaggio diventa più chiaro
Humm, rifletterò, ma non assicuro nulla. Basta suggerire, no?

Re: Daniele

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@Adel J. Pellitteri
Ah certo, decidi tu!

L’importante è confrontarsi, poi il testo è il tuo!

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