Ciao
@Kalut
Ho letto con piacere il tuo racconto.
Ti lascio questo commento con le mie impressioni.
Il tuo racconto è un’intensa narrazione in prima persona che intreccia un’esperienza fisica – l’ascesa di una montagna – con una profonda riflessione esistenziale.
La salita diventa una metafora potente per il conflitto interiore del protagonista, che si confronta con la stanchezza, la paura del cambiamento e il senso di immobilità.
Il monolito di granito, l’Om, emerge come un simbolo complesso, incarnando sia la maestosità della natura sia la prigione dell’inerzia personale.
Il testo si distingue per la sua capacità di evocare immagini vivide e di trasmettere un senso di urgenza emotiva, pur mantenendo un tono intimo e introspettivo.
1. Stile e linguaggio
Il linguaggio è ricco, poetico e denso di immagini sensoriali che immergono il lettore nell’esperienza del protagonista.
Frasi come “galleggio nell’esplosione di verde che è il mese di maggio” o “il lago è lì, ottocento metri sotto di me, lungo e placido, pare addormentato” dipingono un quadro vivido, quasi tattile, del paesaggio.
L’uso di metafore – il cuore che “si trasferisce nelle tempie”, il catarro che “cerca libertà” – aggiunge un tocco di originalità e sottolinea l’intensità fisica ed emotiva della salita.
Il ritmo della narrazione è ben calibrato: le frasi brevi e spezzate durante i momenti di fatica fisica riflettono il respiro affannoso del protagonista, mentre le descrizioni più lunghe e fluide, come quella del lago o dell’Om, rallentano il ritmo per dare spazio alla contemplazione.
Tuttavia, in alcuni punti, l’abbondanza di aggettivi e dettagli potrebbe essere snellita per mantenere la tensione narrativa.
Ad esempio, la frase “l’attore principale, il protagonista, io un imbucato allo spettacolo” potrebbe essere più incisiva eliminando una delle tre definizioni, evitando ridondanza.
Un altro punto di forza è il registro colloquiale che emerge nei dialoghi e nei pensieri del protagonista, come “faccio come se niente fosse” o “quanto invidio il mio amico”.
Questo approccio rende il personaggio autentico e vicino al lettore, ma il passaggio al tono più filosofico nella riflessione sull’Om potrebbe risultare leggermente brusco.
Una transizione più graduale potrebbe armonizzare i due registri.
2. Temi
Il racconto esplora temi universali come il conflitto tra azione e immobilità, la paura del cambiamento e il rapporto tra l’uomo e la natura.
La salita rappresenta una lotta non solo fisica, ma anche esistenziale: il protagonista si scontra con i propri limiti, fisici (la stanchezza, il catarro da fumatore) ed emotivi (la paura di cambiare).
L’Om, con la sua presenza imponente e immobile, diventa un simbolo ambivalente: da un lato, incarna la forza stoica della natura; dall’altro, riflette l’inerzia del protagonista, che si identifica con la sua staticità e la odia.
Il tema del tempo è altrettanto centrale.
L’Om, che “aspetta il passare del tempo, degli anni, dei secoli”, e il “lento, inesorabile conto alla rovescia” finale suggeriscono una meditazione sulla finitezza umana e sull’incapacità di sfuggire al trascorrere del tempo.
Questo tema è reso ancora più potente dal contrasto con la vitalità del bosco di maggio, che “urla” la sua voglia di vivere.
Un altro elemento interessante è il rapporto con Marco, che rappresenta una figura di contrasto: agile, sicuro, quasi sovrumano nella sua capacità di affrontare la salita.
La sua presenza accentua il senso di inadeguatezza del protagonista, ma potrebbe essere esplorata ulteriormente per aggiungere profondità alla dinamica relazionale.
3. Struttura
La struttura del racconto è lineare, seguendo l’ascesa fisica del protagonista, ma è arricchita da digressioni introspettive che ne amplificano il significato. L’apertura in medias res, con il dialogo tra il protagonista e Marco, cattura immediatamente l’attenzione, mentre la descrizione del paesaggio e dell’Om funge da climax simbolico.
La chiusura, con il protagonista che riprende la salita lasciandosi alle spalle l’Om, è aperta e lascia spazio all’interpretazione, suggerendo che il conflitto interiore non è risolto.
Tuttavia, la parte centrale, in cui il protagonista riflette sull’Om, potrebbe beneficiare di una maggiore gradualità.
Il passaggio dalla descrizione fisica del monolito alla sua interpretazione esistenziale (“quell’Om sono io”) è potente, ma rischia di sembrare improvviso. Potresti inserire qualche accenno precedente alla paura del cambiamento, magari attraverso un ricordo o un pensiero fugace durante la salita, per preparare il lettore a questa rivelazione.
4. Personaggi
Il protagonista è ben delineato, con un mix di vulnerabilità e introspezione che lo rende relatable.
La sua lotta fisica e psicologica è resa con grande empatia, e dettagli come il “catarro da fumatore” o il cuore che “batte in testa” aggiungono realismo. Tuttavia, la sua backstory rimane implicita: sappiamo poco del suo passato o del contesto che lo ha portato a temere il cambiamento. Un accenno a un evento specifico (un fallimento, una perdita) potrebbe rendere il suo conflitto ancora più tangibile.
Marco, invece, è una figura secondaria che funziona come contraltare, ma rimane poco sviluppato.
La sua agilità e il suo entusiasmo sono accennati, ma non emergono dettagli che lo rendano un personaggio a tutto tondo.
Potresti aggiungere un piccolo gesto o una frase che riveli qualcosa di più su di lui, ad esempio un motivo personale per cui ha voluto condividere questa salita con il protagonista.
5. Impatto emotivo
Il racconto ha un forte impatto emotivo, grazie alla combinazione di descrizioni vivide e riflessioni esistenziali.
La scena del lago visto dall’alto, che fa “scomparire la fatica per un attimo”, è un momento di bellezza pura che contrasta con la sofferenza fisica. Allo stesso modo, l’odio improvviso del protagonista verso l’Om e verso se stesso è un’esplosione emotiva che colpisce per la sua intensità.
Tuttavia, il finale potrebbe essere ancora più incisivo.
La frase “il tempo torna a scorrere nel suo lento, inesorabile conto alla rovescia” è suggestiva, ma lascia il lettore con una sensazione di incompletezza.
Un’immagine concreta o un gesto finale del protagonista (ad esempio, un ultimo sguardo al paesaggio o un’interazione con Marco) potrebbe rafforzare la chiusura, senza necessariamente risolvere il conflitto.
6. Punti di forza
- Immaginario potente: Le descrizioni del bosco, del lago e dell’Om creano un mondo vivido e simbolico.
- Metafora della salita: La narrazione fisica si intreccia magistralmente con quella esistenziale, rendendo il racconto universale.
- Autenticità del protagonista: La sua vulnerabilità e le sue imperfezioni lo rendono un personaggio credibile e umano.
- Tono poetico: Il linguaggio evocativo eleva il racconto oltre la semplice narrazione di un’escursione.
7. Suggerimenti per il miglioramento
- Snellire alcune descrizioni: In alcuni punti, come la riflessione sull’Om, il testo potrebbe essere più conciso per mantenere la tensione narrativa.
- Sviluppare Marco: Dare maggiore spessore al personaggio secondario potrebbe arricchire la dinamica relazionale.
- Preparare il climax esistenziale: Inserire accenni precedenti alla paura del cambiamento renderebbe la rivelazione sull’Om più organica.
- Rafforzare il finale: Un’immagine o un gesto conclusivo potrebbe rendere la chiusura più memorabile.
8. Conclusione
Il tuo racconto è un’opera intensa e ben scritta, che combina una narrazione fisica avvincente con una profonda riflessione esistenziale.
La metafora della salita e il simbolo dell’Om sono potenti e lasciano un’impressione duratura.
Con qualche piccolo aggiustamento per snellire il linguaggio e approfondire i personaggi secondari, il testo potrebbe raggiungere un impatto ancora maggiore.
È un racconto che invita alla rilettura, offrendo nuovi spunti di riflessione a ogni passaggio.
Con i miei complimenti un saluto e alla prossima
