Silverwillow wrote: Thu Feb 27, 2025 12:58 am
Questo è il miglior riassunto del motivo per cui gli ideali comunisti, per molti aspetti giusti, hanno poi fallito nel mondo reale
Lo penso da anni che l'unanimità è da mettere da parte. Con 27 paesi, che aumenteranno, non è più possibile: significa ogni volta fare concessioni monetarie o di altro tipo a chi è in disaccordo, innescando una spirale malsana. Sulla difesa comune europea anche sono d'accordo. Tempo fa ho avuto occasione di chiedere come mai non ci si è pensato prima a un generale italiano, in una conferenza online, e lui mi ha risposto che il problema principale è uniformare l'equipaggiamento, perché si rischia di mandare in fallimento i produttori di armi. Io però credo che non sia così impossibile modificare le linee produttive, purché ci sia la volontà di farlo.
L'Europa esiste, invece. Proprio come il Molise, anche se alcuni non ci credono
Già col trattato di Schengen abbiamo potuto passare frontiere come fossero caselli qualsiasi in autostrada, senza neanche accorgerci, se non perché la cameriera all'autogrill seguente ci ha detto "Bonjour" o "Guten tag" anziché buongiorno. Io sono trentina, ma mi sento prima di tutto italiana ed europea. Anche cittadina del mondo, quando non ci è apertamente ostile.
Non ci facciamo più guerre, in Europa occidentale (la parte orientale, come hai sottolineato, è ancora un casino, e non è certo colpa degli americani) perché ci siamo accorti che la pace rende di più, in termini monetari e di benessere generale (la perfezione no, quella non esiste). Se all'est la questione è ancora la sopravvivenza è perché qualcosa lì è andato molto storto. Ci possiamo, a ragione, lamentare dell'ingerenza americana, ma girando la questione ci potremmo anche chiedere dove saremmo senza...
Voler semplificare a tutti i costi serve soltanto a rendere le cose semplici anche quando non lo sono. Ventitré dei ventisette paesi ue sono nella NATO. Gli eserciti della NATO sono già completamente integrati. Sia per quanto riguarda il munizionamento leggero che pesante con i relativi calibri per quanto riguardo i sistemi d'arma missilistici. Esiste uno standard NATO, il tuo generale lo sa benissimo, che permette l'intercambiabilità dei sistemi d'arma e la condivisione delle informazioni negli apparati di comunicazioni nella cybersicurezza, e naturalmente nella gerarchia dei comandi che nelle Forze Armate NATO è già integrata da un pezzo, e ancora nella condivisione delle informazioni di intelligence e nelle informazioni provenienti dal campo di battaglia. Il comando militare della NATO è da sempre in mano americana, mentre quello politico (che non vale nulla) è sempre stato europeo. La nostra flotta, parlo di Italia, è integrata con quella americana. Le nostre fregate e i nostri pattugliatori sono messi al servizio dei CSG (Carrier Strike Group Gruppi d'attacco delle portaerei) delle flotte americane. Le nostre navi scortano da almeno due decenni le grandi unità americane. Per essere all'altezza degli standard NATO e americani le nostre navi fanno i loro ammodernamenti e aggiornamenti nella base della USNavy a Norfolk, Virginia. Di recente abbiamo speso settecento milioni di euro e sei mesi di cantiere sempre a Norfolk per aggiornare i sistemi di volo e il ponte di atterraggio dell'incrociatore portaeromobili Cavour abilitandola ad ospitare e far decollare gli F35 B che stiamo acquistando sempre dagli Stati Uniti. Fincantieri già costruisce le fregate americane della classe Constellation sempre a Norfolk. Agli americani non ne servono due o tre, ma cinquanta. Lochheed Martin fornisce i suoi aerei di V generazione a quasi tutte le aviazioni NATO. Li costruisce, ne cura l'implementazione con nuovi blocchi di aggiornamento a scadenza biennale, provvede negli USA all'addestramento dei piloti, e alla manutenzione ordinaria e straordinaria.
Fornisce anche i caschi ai piloti, anzi due, fatti su misura del costo di un milione di dollari ciascuno, perché integrati con l'avionica di bordo.
Quando gli europei fanno da soli costruiscono in genere sistemi meno avanzati di quelli americani, ma sempre integrati a livello NATO. Mi riferisco ad esempio alle forze corazzate. Un classico esempio di come agisce il nostro paese sono i carri C1 e C2 Ariete costruiti da OTO Melara con un progetto ormai risalente agli anni Ottanta. Sono inferiori a tutti gli altri carri occidentali, ai Leclerc francesi ai Challenger inglesi ai Leopard tedeschi e anche a quelli russi a partire dal T90. E quest'anno abbiamo speso un miliardo e mezzo per il loro inutile aggiornamento. In compenso abbiamo fatto una joint venture tra Leonardo e la Rheinmetall tedesca (quella dei Leopard) per costruire trecento tank Panther (un modello già obsoleto) alla modica cifra di otto miliardi. Nella costruzione di armi l'europa va alla spicciolata e regnano l'invidia e le idiosincrasie nazionali. Un nuovo MBT (Main Battle Tank) lo vogliono fare tedeschi e francesi, ma i tedeschi hanno anche questa JV con gli italiani. Gli inglesi invece hanno deciso di andare per i fatti loro. Il nuovo caccia di VI generazione invece vede una JV italiana inglese e giapponese, con i sauditi che si vogliono accodare. Mentre tedeschi e francesi hanno un progetto tutto loro e autonomo. Italiani e inglesi, francesi e tedeschi, tra loro non dialogano. Naturalmente gli americani fanno da soli ma il caccia di VI generazione ce l'hanno praticamente quasi già fatto ed entrerà in linea entro il 2029, quando tutti gli altri saranno ancora in fase progettuale. Risultato, compreremo dagli americani come facciamo adesso con gli F35, come abbiamo fatto con gli F16 e prima ancora con gli F4 e gli F105.
Col solo progetto F35 ABC gli americani stanno guadagnando qualcosa come duemila miliardi di dollari.
[font="Open Sans", "Segoe UI", Tahoma, sans-serif]Identica cosa avviene nella cantieristica navale, i cantieri francesi sono in compentizione con quelli italiani nella costruzione navale. Mentre gli inglesi vanno per i fatti loro. [/font]
Ma questo è quello che funziona.
Se l'Europa volesse un esercito unico non potrebbe raggiungere questo risultato attraverso i trattati esistenti. I paesi che volessero integrare le loro forze armate a un livello diverso da quello NATO o costituire Forze Armate transnazionali dovrebbero arrivarci tramite la sottoscrizione di autonomi trattati internazionali che dovrebbero andare a incidere sulle loro costituzioni. Non si tratterebbe di unione europea, ma di chi ci sta.
E chi ci starebbe? La Francia, o la Germania, o il Regno Unito, ma anche Spagna e Italia, rincerebbero ad avere una politica estera autonoma al cui servizio verrebbero messe le Forze Armate. E guidate da chi? Chi darebbe il via a un intervento? Ogni paese vorrebbe un diritto di veto naturalmente. E poi pensare che Francia o Regno Unito possano mettere a disposizione la loro deterrenza nucleare a favore di Polonia o Bulgaria è da folli.
Quindi rassegnati. Sei sulla trentina, ma non ti basterebbero i prossimi quaranta a vedere questo risultato, proprio come è successo a me.
Pensare poi che l'unità europea sia un processo lento è un'altra illusione. La Comunità Economica Europea è nata nel 1957. Sono quasi settant'anni. Se uno vuole qualcosa in un secolo quasi la raggiunge. Ma qui non siamo in un periodo di transizione o in mezzo al guado, ognuno è sulla sua sponda.
È una menzogna offerta alle opinioni pubbliche italiane quella che l'unione sia uno stato federale in fieri. Non lo è. È un organismo sovrannazionale che ha competenza in determinate materie e di cui ogni stato membro si serve per raggiungere i propri obiettivi. Questo Francia e Germania, ma anche Spagna e Polonia, ma anche Ungheria e paesi baltici lo sanno benissimo. L'italia no. Noi siamo idealutopici. C'è Schenghen, possiamo viaggiare, che può essere sospeso in ogni momento per ogni tipo di emergenza. Non c'è un mercato unico bancario, né uno dei servizi, né uno dei capitali, in compenso abbiamo una moneta unica col sistema TARGET2 che in venti anni ha drenato ricchezza e liquida dalla periferia del continente verso Austria Germania e Olanda. Il sistema precedente, voluto da Guido Carli, funzionava meglio ed era più equilibrato.
L'unione serve solo a renderci poveri e a far scappare i nostri giovani all'estero dove sono pagati meglio e le condizioni sono migliori. Ogni anno cinquantamila ragazzi vanno via. E vanno via a causa dell'unione, non grazie a essa. Perché le condizioni sempre più precarie del paese sono causate da questo assetto economico istituzionale. Da trenta anni i nostri conti chiudono con un avanzo primario e da trentanni tagliamo welfare e facciamo crescere il debito. Uno stato indipendente il debito lo avrebbe azzerato con inflazione e svalutazione o con l'emissione di titoli acquisiti dal Tesoro, al limite denunciando il debito stesso. Ma l'unica funzione dell'euro è quella di costringere l'italia a spendere una quota sempre crescente delle proprie risorse a servizio del debito. Quasi centoventi miliardi quest'anno. Debito che è quasi tutto in mano di investitori stranieri e privati a carattere speculativo che ci tengono per le p... E in più il debito va rifinanziato ogni anno per una cifra che va dai quattrocento ai cinquecento miliardi. Tutto sul mercato.
Il sistema monetario europeo serve solo a fiaccare paesi come l'italia (con infatti la demografia peggiore di tutta la storia umana), a levarli di mezzo e a renderli servi; quando cadranno le bende dagli occhi sarà sempre tardi. Nel frattempo bonjour e guten tag consoliamoci così.