[CN24] Il buio che filtra

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Pacco n.2 Epilogo

Antonio Nucciarelli si disse che con l’anno nuovo avrebbe sistemato la tapparella. Delle mattine, per qualche strano allineamento tra Terra e Sole, un fascio di luce lo beccava giusto in faccia poco dopo l’alba.
I buoni propositi, già da qualche lustro, erano diventati un lusso che si concedeva in maniera più o meno inconsapevole, come baluardo contro una vita che sembrava scorrergli di lato.
Dopotutto si trattava di trovare un paio di ore libere: la stecca da inserire era già in garage.
L’aveva comprata sei anni prima, un venerdì pomeriggio: Carla voleva chiamare un operaio e lui si sentì quasi offeso, forte delle estati che aveva passato in officina con suo zio, a 14 anni, negli infiniti pomeriggi estivi in cui andavano in ferie anche le trasmissioni radiofoniche. 
L’aveva scaricata nel box auto e da allora non l’aveva più toccata e Carla non aveva mai perso occasione per rinfacciarglielo. Delle volte pensava che fosse Carla, con qualche oscura macchinazione, a pilotare quei raggi di sole per perpetrare le sue ragioni. Anche adesso, da chissà dove.
Strofinò gli occhi un paio di volte per prendere confidenza con la giornata, scostò le coperte e un brivido gli percorse l'addome per poi scivolare lungo la schiena. Si mise seduto, la sveglia segnava le 5:24.

Ripassò mentalmente la scena: la ragazza, Marta Russo 24 anni, adagiata sul sedile posteriore della Panda, i vestiti ricoperti di sangue, un unico taglio netto lungo la gola e due raccapriccianti incisioni sul viso, come a simboleggiare un sorriso, fatte dopo il decesso, secondo il dott. Santi.
Nel baule dell’auto la ragazza aveva un borsone con il costume di Babbo Natale e un paio di scarpe della Gucci.
Lussi e buoni propositi, pensò Nucciarelli. Si chiese quale dei due fosse più inutile a 20 anni.
Arrivò in bagno, pisciò a intermittenza. Una visita urologica non era ancora stata inserita nella lista dei buoni propositi: questione di priorità, pensò.
Luna grattò la porta con la zampa buona. Quando la raccolse per strada, attaccata a un palo della luce, non arrivava a dieci chili; i suoi occhi enormi raccontavano una fame che Nucciarelli non aveva mai visto. Aveva la zampa anteriore sinistra massacrata, forse dai tentativi di liberarsi. La dovettero amputare e pagare le spese del veterinario fu una delle poche cose su cui lui e Carla non discussero. 
Nucciarelli aprì la porta del bagno e Luna entrò portandosi dietro quel modo tutto suo di occupare lo spazio. Gli si avvicinò, annusò il bordo del pantalone del pigiama e si accoccolò davanti al lavandino. Nucciarelli si buttò sotto la doccia; l’acqua gli batté sul corpo e scivolò sulla pelle, lungo le braccia, seguendo la schiena.
Si infilo nell’accappatoio e tornò in camera da letto, Luna lo seguì. La sveglia segnava le 6:08. Alzò la tapparella e lanciò uno sguardo in strada. Le luci delle luminarie rimbalzavano sui sampietrini ancora umidi.
Si vestì e salutò Luna.

Ormai, dopo quasi trent’anni, Napoli era una città anche sua. Soprattutto in inverno, la mattina presto. Gli piaceva camminare con il freddo, sentirlo risalire tra i vestiti. Lo aiutava a pensare.
Entrò in un bar, si accomodò a un tavolo e chiese un caffè schiumato. Lo servì un ragazzo sulla trentina con gli occhi arrossati e i capelli spettinati.
Entrò una ragazza sui venticinque anni e chiese il prezzo per una colazione a domicilio, aveva dei capelli neri lunghi fino alle spalle e un paio di stivaletti beige.
Si mise a pensare. Il pomeriggio c'era stato Renato Miele, 33 anni, trovato nei bagni del centro commerciale. Arresto cardiaco fulminante. Dal referto di Santi non erano emersi segni di avvelenamento.
Pagò il caffè, osservò di nuovo la ragazza al bancone impegnata a scegliere una scatola. Salutò e andò via.
Le strade si erano riempite e il Sole aveva scacciato anche gli ultimi residui di umidità. Nucciarelli si avviò alla metropolitana con la rassicurante sensazione di essere uno dei tanti.

Arrivò in commissariato prima delle otto. Corrado D’Angelo era già lì; lo salutò con un sorriso. C’era un qualcosa di genuino nel suo attaccamento al lavoro. 
«Novità?»
«Nei video niente di strano.»
«Guardaci bene, mi raccomando.»
D’Angelo fece un cenno di intesa e riprese a esaminare le immagini alla ricerca di qualcosa che neanche lui sapeva. 
Nucciarelli entrò nel suo ufficio e prese una delle cartelline etichettate con il suo nome della ragazza. Nelle immagini, il suo viso deturpato lo fissava con una freddezza che gli faceva venire i brividi.
A lato c’erano altre foto, quella della Panda, con il borsone e il costume di Babbo Natale, che sembrava quasi sbeffeggiarlo, con quel suo colore acceso che strideva con il grigio del sangue rappreso sul sedile.
Passò al fascicolo di Renato Miele. Guardò la foto dell’uomo disteso sul pavimento, con il volto contratto.
Due Babbo Natale in un giorno. La casualità, nel suo lavoro, era spesso l'ipotesi più attendibile, ma doveva essere l'ultima a essere presa in considerazione. Rilesse i referti di Santi, frugò tra i contenitori con gli oggetti recuperati dalle scene del crimine, poi prese le scatole con le letterine dei bambini, ne estrasse una. Osservò la grafia incerta, il disegno del pupazzo di neve: il bambino, Tommaso di 9 anni, chiedeva dei giochi di cui lui non aveva mai sentito parlare.
Capovolse le due scatole e dispose le letterine una sull’altra, formò due torri piene di richieste e di promesse.
Le aprì tutte e cominciò a leggerle, poi lo interruppe il telefono interno:
«Sono D’Angelo. Un altro morto: Pasquale Moccia, 33 anni.»
«Dove?»
«Casa sua! Ieri ha fatto il Babbo Natale al centro di Piazza Garibaldi. Arresto cardiaco.»
«Chi c’è sul posto?»
«Esposito e Palazzuolo.»
«Manda anche Santi e recupera i video.»
«Sarà fatto!»
«Un’altra cosa: fatti dare la scatola con le letterine.»
«Letterine?»
«Sì! Ci deve essere una scatola per le letterine dei bambini, fidati. Tutti ‘sti Babbo Natale morti… sono stati ammazzati, Corrado, altro che arresto cardiaco!»
D’Angelo non ebbe il tempo di rispondere, che Nucciarelli aveva già riattaccato.

Quando D’Angelo arrivò con i video, Nucciarelli aveva preparato la lavagna magnetica. Invitò il giovane collega a sedersi e attaccò con un magnete due letterine.
«Guarda.»
D’Angelo aggrottò la fronte, lesse i due fogli che riportavano la stessa scritta stampata: “Un regalo per il mondo”.
«Ci giochiamo il turno del 31 notte che ne troviamo una uguale nella scatola di Moccia?» Nucciarelli proseguì «E se poi incrociando i video riuscissimo a individuare chi ha inserito le letterine nella scatola...»
«... avremmo fatto tombola!»
«Mi accontenterei di un terno.»
«Tranquillo, vi trovo l’uomo prima di stasera.»

D'Angelo si posizionò dietro tre schermi, utilizzò programmi di riconoscimento facciale, osservò vestiti, studiò modi camminare e muovere le mani. Due agenti lo affiancavano prendendo appunti. Dopo due ore in cui dilazionarono anche i battiti delle palpebre, individuarono un uomo con un giaccone blu scuro che compariva in tutti i video.
D'Angelo ricordò quella volta in cui, molti anni prima, durante un compito di latino della seconda liceo, improvvisamente, trovò il senso della versione di latino dopo un'ora passata a disperarsi. Ebbe la sensazione di essere stato illuminato da una luce divina.
Dai video selezionò dei fermi e li stampò, ripercorse il tragitto dell'uomo in ognuno dei centri commerciali, individuò l'auto e il numero di targa.
Corse a chiamare Nucciarelli, con lo stesso misto di ansia e soddisfazione di quando consegnò la versione.
«Si chiama Michele Luogo. L'auto è intestata a Filomena Capasso. Pensiamo sia la madre.»
Nucciarelli lo guardò compiaciuto; D’angelo sorrise e gli mostrò gli spezzoni che aveva selezionato. Poi proseguì:
«Ha lavorato fino al mese scorso al Leroy Merlin in uno dei centri commerciali in cui ha consegnato le letterine, quello di Casoria.»
«Andiamoci!».
D'Angelo osservò l'ispettore attaccare le stampe dei fermo immagine sulla lavagna magnetica. Come in seconda liceo, pregò Dio di non aver fatto cazzate.

Il responsabile del punto vendita, Salvatore Ruocco, li accolse con uno sguardo serio e il volto preoccupato. Nucciarelli lo studiò: aveva un completo blu e capelli neri tirati all'indietro. Gli mostrò le immagini dell'uomo.
«Michele Luongo, bravo ragazzo. Ma non è stato possibile rinnovare il contratto e lui non l'ha presa benissimo.»
Nucciarelli tirò fuori le foto delle vittime, ma fu interrotto da D’Angelo: «Hanno chiamato dal commissariato: Luongo è lì, si è presentato spontaneamente.»

Al rientro trovarono Michele Luongo seduto nell’ufficio degli interrogatori, lo osservarono dal vetro della stanza. L’uomo, sui quarant’anni, aveva il viso segnato dalla stanchezza e gli occhi gonfi.
Nucciarelli entrò per primo, seguito da D’Angelo.
«Michele Luongo?»
«Sì», la voce dell’uomo era un sussurro.
«Signor Luongo, sarò diretto: di quante altre letterine dobbiamo preoccuparci?»
Luongo sgranò gli occhi.
«Io… Io non sapevo…» La sua voce si spezzò.
«Non lo sapeva?»  tagliò corto Nucciarelli. «Allora ci dica cosa ha fatto. Dove sono le altre letterine e in quali centri commerciali sono state portate.»
Luongo abbassò lo sguardo, stringendo i pugni come se volesse aggrapparsi a una verità che sfuggiva anche a lui.
«Afragola… Ne ho consegnate quattro e resta quella di Afragola.»
Nucciarelli si voltò verso D’Angelo.
«Dai ordine di rintracciare chi ha lavorato come Babbo Natale ad Afragola ieri. Fai in modo che si rechi in ospedale, immediatamente.»
D’Angelo annuì e lasciò la stanza. Nucciarelli si fece più incalzante.
«Li ha avvelenati? E la ragazza?»
Luongo si portò le mani al volto, soffocando un singhiozzo: «Non era niente di male!» esplose «Me l’hanno chiesto! Ho solo consegnato le letterine.»
Nucciarelli si sporse leggermente in avanti, il tono calmo ma il suo sguardo tagliente.
«Chi gliel’ha chiesto?»
«Non lo so.» implorò Luongo «Uno che mi ha chiamato…». Le sue parole sembravano spegnersi in un lamento, mentre affondava nella sedia.
«Mi sta dicendo che un perfetto sconosciuto l’ha chiamata e le ha chiesto di fare il giro di tre centri commerciali per consegnare delle letterine?»
«Sì. Non ho ammazzato nessuno. E non ho mai visto nessuno; hanno lasciato tutto nella cassetta delle lettere di mia madre.»
Nucciarelli rimase in silenzio, scrutando ogni movimento dell’uomo. Alla fine, si alzò senza una parola e uscì dalla stanza.
D’Angelo gli andò incontro:
«Ha confessato ispettore? Li ha ammazzati?»
«È solo un povero disperato.»
«Un disperato che ha ammazzato tre persone.»
Nucciarelli scosse la testa.
«Corrado, tu lo immagini questo tipo che provoca infarti, sgozza una ragazza e la sfigura? Possiamo trattenerlo, ma sa altro.»
D’Angelo annuì, ma il dubbio gli bruciava negli occhi.
«E tu cerca di tornare a casa a un orario decente, stasera. È Natale, Corrado.»

Poco dopo, Nucciarelli bussò alla porta di Santi. Entrò senza aspettare risposta.
«Vuoi farmi gli auguri, Anto’?» chiese Santi, sistemando alcune carte sulla scrivania.
Nucciarelli sospirò prima di parlare.
«Che ne pensi di D’Angelo?»
«In che senso? è una brava persona.»
Nucciarelli sorrise, poi riprese a parlare: «Sai? mio padre era un grande appassionato di calcio. Quando era già terminale, e soffriva come un cane, mi chiese il risultato di una partita di Coppa Italia…» Santi lo ascoltava «…mi sono sempre chiesto: che senso ha sapere il risultato di una partita poco prima di morire?»
«Non saprei»
«Te lo dico io: nessuno! E credo che sia una sensazione terribile. Perché ti accorgi che non è solo quel risultato a non avere senso, ma tutti gli altri risultati di cui hai chiesto. Non hanno senso le partite che hai visto, le volte che ti sei incazzato. Come si reagisce a una cosa del genere?»
«Non lo accetti.»
Nucciarelli annuì: «Esatto! Allora, fino alla fine, continui a chiedere, come se fosse importante.» Santi rimase in silenzio, lasciando che l’amico continuasse, «Sai, Giovanni, lavorativamente parlando io sono un malato terminale. Sono prossimo alla pensione, e lavorare con D’Angelo… tentare di trasmettergli qualcosa… è stato un po’ come chiedere i risultati delle partite. Come non voler ammettere che sia stato tutto inutile.»
«E ora pensi che lo sia?»
Nucciarelli si sfiorò il mento con una mano.
«Non lo so. Ma ti dico una cosa: quel ragazzo ha tanta buona volontà, ma non ha il fiuto. Quel maledetto fiuto che a volte viaggia per conto suo.»
Nucciarelli aprì la cartellina sulla scrivania di Santi e gli mostrò le foto di Renato Miele: il cadavere nel bagno e la postazione in cui aveva lavorato.
«Che ne pensi?»
«Non so che pensare, se non ci fossero stati altri casi ti direi che è un arresto cardiaco per case naturali.»
Nucciarelli cerchiò un punto su una delle foto.
«Sai cosa è questa?» Santi rispose di no. «Una scatola per colazioni: fai arrivare la colazione a chi vuoi. Erano giorni che arrivavano ai centri commerciali e ieri sono arrivate ai babbo natale.»
Santi rimase in silenzio.
«Sono piuttosto elaborate, all’interno sono compartimentate: il caffè, il succo, il cornetto, ogni cosa ha un suo posto. Un po’ troppo per una colazione, non trovi? Ho fatto qualche domanda ai bar: nessuno le usa. Ma se un cliente porta la sua scatola, possono prepararla e consegnarla.»
Si fermò un attimo, il tono si fece più cupo.
«Se si potesse inserire una capsula a rilascio graduale di veleno? Nel momento in cui la scatola viene chiusa il veleno viene rilasciato con nel compartimento desiderato. Magari quello del cornetto. Credimi, è tutta la giornata che mi ripeto quanto sia assurdo. Dai tuoi referti non ci sono segni di avvelenamento.» Fece un'altra pausa. «Dico bene?»
Santi lo fissava senza muovere alcun muscolo. Nucciarelli continuò.
«Certo, se poi il cornetto non viene mangiato tutto il marchingegno diventa inutile e bisogna agire diversamente.»
Nucciarelli si fece più insistente:
«Marta Russo era celiaca, lo sai? C’erano degli snack in auto. I celiaci i cornetti non li mangiano.»
Mentre parlava posizionò le letterine sulla scrivania.
«Poi ci sono queste: un dono per il mondo».
Nucciarelli, tirò fuori una foto che aveva nel portafogli.
«Natale 2017.»
Santi lo interruppe.
«Basta così, Antonio.»
«Ho inviato in un laboratorio una delle scatole, sono in attesa dei risultati.»
Santi scosse il capo:
«Non c'è bisogno. Se vuoi puoi arrestarmi ora.»
Nucciarelli sospirò, poi aggiunse.
«Ti capisco Giovanni, questo è il terzo Natale che passo senza Carla e farei qualunque cosa per poter passare anche dieci minuti con lei. Ma so che non sei stato tu! non rendermi le cose più complicate.»
Riprese la foto, questa volta la posizionò sulla scrivania.
«Natale 2017. Un regalo per il mondo.»
Santi tratteneva le lacrime a fatica.
«Fu tua moglie, Lisa, ad accompagnare tuo figlio sul palco. Gli dissero di sorridere.»
Santi crollò
«Si può chiedere di sorridere a un ragazzo che non riesce a reggersi in piedi? Doveva essere una raccolta fondi: c'erano i canti, lo spettacolo, i tizi vestiti da babbo Natale. Sparirono con i soldi. Una truffa, non si seppe più nulla. Mio figlio non arrivò al natale successivo. Lisa non si è più ripresa. Non immaginavo che arrivasse a tanto, sfigurare il volto di quella ragazza. Avvelenare quegli uomini.»

Nucciarelli sentì una fitta allo stomaco, ripose la sua foto nel portafogli.
«Torna a casa.»
Santi lo guardò incredulo, indossò il cappotto e chiuse l'ufficio.
Nucciarelli lo accompagnò fino all'auto. C'era musica in lontananza e luci sui balconi, l’aria fredda appesantiva ogni passo.
«Non hai paura che lei, che noi...»
«Per andare dove? Lisa si costituirà domani e tu dovrai lasciarla andare.»

L'ispettore Nucciarelli chiuse il fascicolo e lo ripose nella pila "Archiviati". Gli sembrò quasi impossibile aver risolto quel caso così intricato in sole quarantott'ore, eppure ce l'aveva fatta: il serial killer dei Babbo Natale, nei centri commerciali, era stato arrestato grazie al suo fiuto. E a proposito di fiuto... Luna lo attendeva a casa, di sicuro impaziente e pronta a "scartare" l'osso di gomma, quello nel pacchetto rosso con il fiocco verde al centro.

Re: [CN24] Il buio che filtra

2
Alcuni piccoli errori marginali (non te li segnalo, ci sono lettori più bravi di me che provvederanno; a questo giro farò solo commenti generali sulla narrazione nel complesso); anche alcune ripetizioni ravvicinate che sono fastidiose. Secondo me hai chiuso il racconto all'ultimo e non hai fatto in tempo a correggerlo, perché si vede che scrivi bene; peccato. Ogni errore vistoso, in un testo, è come un lampeggiante che abbaglia, distrae e infastidisce il lettore che sta entrando "dentro" il racconto.
Comunque: storia elaborata e intrigante, buon ritmo, buoni dialoghi. Complimenti.
Dimenticavo: hai usato il nome Marta Russo e sono sobbalzato, perché costei era una ragazza assassinata alla Sapienza (cerca su Google). Io quando invento nomi nei miei racconti controllo sempre che non ci siano omonimie famose.

Re: [CN24] Il buio che filtra

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ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmOrmai, dopo quasi trent’anni, Napoli era una città anche sua.
È una menzogna, non sono mai stato a Napoli!

Qualcuno in staff mi ha giocato uno scherzo e mi ha infilato in un pacco assieme a Luna... Siamo toccati a te, grazie di averci trattato bene. L'ho letto di fretta e mi è sembrato un bel racconto, spero di trovare il tempo nei prossimi giorni di rileggerlo con più attenzione e di lasciarti un commento vero.
Nel frattempo grazie anche da Luna
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Re: [CN24] Il buio che filtra

4
Bella gatta da pelare hai trovato nel tuo pacco @ITG! il genere giallo è proprio difficile da affrontare con poche battute ma la tua ottima scrittura ha reso interessante il testo e piacevolissimo. Detto questo, a livello di “divertimento” (nel senso di sentirmi coinvolta nella caccia all’assassino) qui c’è n’è proprio poco… quello che emerge è una ottima costruzione del personaggio e anche dei collaterali, ma tutti gli elementi necessari a scoprire il colpevole fanno parte del patrimonio di conoscenze dell’ispettore che riesce col proprio fiuto straordinario a dipanare la matassa.
Complimenti e tanti cari auguri.

Re: [CN24] Il buio che filtra

5
Ciao @ITG 

Ne ero praticamente certo che la traccia te l'aveva comminata @Marcello  :D
Da giallista sfegatato ti avrà voluto mettere alla prova. Io ho letto attentamente, e ho trovato qualche punto critico... te li segnalo


Dopotutto si trattava di trovare un paio di ore libere: la stecca da inserire era già in garage.
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Intendi la stecca da biliardo?
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L’aveva comprata sei anni prima, un venerdì pomeriggio: Carla voleva chiamare un operaio e lui si sentì quasi offeso, forte delle estati che aveva passato in officina con suo zio, a 14 anni, negli infiniti pomeriggi estivi in cui andavano in ferie anche le trasmissioni radiofoniche. 
L’aveva scaricata nel box auto e da allora non l’aveva più toccata e Carla non aveva mai perso occasione per rinfacciarglielo.
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Questo passo non lo capisco. Se lui andava a giocare a biliardo, il discorso delle ore in officina e la sua messa da parte non mi spiega.
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Ripassò mentalmente la scena: la ragazza, Marta Russo 24 anni, adagiata sul sedile posteriore della Panda, i vestiti ricoperti di sangue, un unico taglio netto lungo la gola e due raccapriccianti incisioni sul viso, come a simboleggiare un sorriso, fatte dopo il decesso, secondo il dott. Santi.
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Ecco il primo omicidio, brutale, ai danni di una donna, all'interno della sua auto? 
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Si mise a pensare. Il pomeriggio c'era stato Renato Miele, 33 anni, trovato nei bagni del centro commerciale. Arresto cardiaco fulminante. Dal referto di Santi non erano emersi segni di avvelenamento.
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Qui si aprono delle indagini per uno morto d'infarto? Certo, ci sono dei dubbi da parte di Nucciarelli, ma chiamare il medico legale Santi mi pare una forzatura. In genere si chiama l'ambulanza che lo carica e lo porta in ospedale, anche da morto. Se nell'ambulanza vi è anche un medico, ne constata il decesso. Poi tutto finisce lì. Come mai è finito sotto la lente di Nucciarelli? Tale fatto poteva avvenire a distanza di giorni e giorni di indagine, ma non dopo qualche ora, a tamburo battente..
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Pagò il caffè, osservò di nuovo la ragazza al bancone impegnata a scegliere una scatola. Salutò e andò via.
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Dissemini un indizio
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«Nei video niente di strano.»
«Guardaci bene, mi raccomando.»
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Stanno già guardando i video? Che efficienza!
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 frugò tra i contenitori con gli oggetti recuperati dalle scene del crimine, 
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Il caso di Renato Mele è solo una ipotesi di omicidio, quindi, non può essere inclusa nelle scene di crimine.
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«Sono D’Angelo. Un altro morto: Pasquale Moccia, 33 anni.»
«Dove?»
«Casa sua! Ieri ha fatto il Babbo Natale al centro di Piazza Garibaldi. Arresto cardiaco.»
«Chi c’è sul posto?»
«Esposito e Palazzuolo.»
«Manda anche Santi e recupera i video.»
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Anche qui si da per scontato che sia un omicidio, la trovo una forzatura. La ragazza è stata uccisa brutalmente.. I due trovati morti senza segni di brutalità... Si potrebbe fare una marea di ipotesi, ma le indagini dovrebbero procedere solo sul caso di Marta Russo..
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D'Angelo si posizionò dietro tre schermi, utilizzò programmi di riconoscimento facciale, osservò vestiti, studiò modi camminare e muovere le mani. Due agenti lo affiancavano prendendo appunti. Dopo due ore in cui dilazionarono anche i battiti delle palpebre, individuarono un uomo con un giaccone blu scuro che compariva in tutti i video.
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Indagini a ritmo serrato... :D   
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Dai video selezionò dei fermi e li stampò, ripercorse il tragitto dell'uomo in ognuno dei centri commerciali, individuò l'auto e il numero di targa.
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Che fortuna, in genere di video camere, nei parcheggi, non ce ne stanno. Magari lo hanno beccato quando si è avvicinato a quelle dello stabile..
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«Ha confessato ispettore? Li ha ammazzati?»
«È solo un povero disperato.»
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Rimanga a disposizione....
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«Natale 2017.»
Santi lo interruppe.
«Basta così, Antonio.»
«Ho inviato in un laboratorio una delle scatole, sono in attesa dei risultati.»
Santi scosse il capo:
«Non c'è bisogno. Se vuoi puoi arrestarmi ora.»
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Aveva l'assassino nella sua equipe: altro colpo di culo!  :D
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L'ispettore Nucciarelli chiuse il fascicolo e lo ripose nella pila "Archiviati". Gli sembrò quasi impossibile aver risolto quel caso così intricato in sole quarantott'ore, eppure ce l'aveva fatta: il serial killer dei Babbo Natale, nei centri commerciali, era stato arrestato grazie al suo fiuto. E a proposito di fiuto... Luna lo attendeva a casa, di sicuro impaziente e pronta a "scartare" l'osso di gomma, quello nel pacchetto rosso con il fiocco verde al centro.
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Io non la vedrei così. Lui ha avuto una serie di colpi di fortuna. Non capisco perché Santi dice che dovrà essere rilasciata... Ma dato che l'epilogo non lo potevi cambiare va bene così. Però non capisco che fine fa Carla! Mi sono perso qualcosa? In fin dei conti, per la complessità del caso, due giorni non bastavano, dato che si partiva con un omicidio, due infarti, collegati solo da un costume di Babbo Natale. Diciamo che visto secondo un classico alla Maigret ci poteva stare... Ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN24] Il buio che filtra

6
  wrote:ITGAntonio Nucciarelli si disse che con l’anno nuovo avrebbe sistemato la tapparella. Delle mattine, per qualche strano allineamento tra Terra e Sole, un fascio di luce lo beccava giusto in faccia poco dopo l’alba.
I buoni propositi, già da qualche lustro, erano diventati un lusso che si concedeva in maniera più o meno inconsapevole, come baluardo contro una vita che sembrava scorrergli di lato.
Dopotutto si trattava di trovare un paio di ore libere: la stecca da inserire era già in garage.
In effetti la stecca arriva dopo troppo tempo:

Se le metti così arriva subito, oppure descrivi meglio il danno alla tapparella:
Antonio Nucciarelli si disse che con l’anno nuovo avrebbe sistemato la tapparella: Delle mattine, per qualche strano allineamento tra Terra e Sole, un fascio di luce lo beccava giusto in faccia poco dopo l’alba. Dopotutto si trattava di trovare un paio di ore libere: la stecca da inserire era già in garage.
I buoni propositi, già da qualche lustro, erano diventati un lusso che si concedeva in maniera più o meno inconsapevole, come baluardo contro una vita che sembrava scorrergli di lato.
Comunque per me era chiaro lo stesso ma ho dovuto tornare indietro a rileggere.


  wrote:ITGITGNucciarelli lo accompagnò fino all'auto. C'era musica in lontananza e luci sui balconi, l’aria fredda appesantiva ogni passo.
«Non hai paura che lei, che noi...»
«Per andare dove? Lisa si costituirà domani e tu dovrai lasciarla andare.»
 Qui il dialogo puoi renderlo più chiaro:
Santi lo scrutò preoccupato.
— Non hai paura che mia moglie e io...
— E dove vorreste andare? Lisa verrà in caserma domani, a costituirsi. Tu dovrai lasciare che lo faccia.
O rendilo in altro modo, io mi sono confusa in questo punto.
Ho trovato il racconto ben strutturato, Il colpo di scena inserito nel momento giusto. Con pochi aggiustamenti verrà un bel racconto.



Re: [CN24] Il buio che filtra

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bestseller2020 wrote: Sun Jan 05, 2025 12:54 pmNe ero praticamente certo che la traccia te l'aveva comminata @Marcello  :D
Io? Mai e poi mi sarei messo a protagonista di un racconto! È colpa di quell'investigatore dilettante, se non fosse che suo padre... Va be', lasciamo perdere...
bestseller2020 wrote: Sun Jan 05, 2025 12:54 pmIntendi la stecca da biliardo?
 Ma no, la stecca rotta della tapparella!
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Re: [CN24] Il buio che filtra

8
Marcello wrote: Sun Jan 05, 2025 5:01 pm  Ma no, la stecca rotta della tapparella!
Mi sono accorto di aver preso io la stecca! :D Ho letto velocemente l'incipit e mi sono perduto...
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Grazie a tutti per il passaggio, risponderò con calma a tutti i commenti, ma per il momento vorrei scusarmi per quanto ha evidenziato bezzicante
bezzicante wrote: Sat Jan 04, 2025 7:43 pmDimenticavo: hai usato il nome Marta Russo e sono sobbalzato, perché costei era una ragazza assassinata alla Sapienza (cerca su Google). Io quando invento nomi nei miei racconti controllo sempre che non ci siano omonimie famose.
Hai ragione, avevo scelto il cognome quasi subito, poi quando ho cominciato a scrivere il nome Marta è saltato fuori praticamente da solo, evidentemente qualche reminiscenza deve avermi giocato un brutto scherzo.  Mi dispiace, è stato veramente fuori luogo usare quel nome, ma l'ho fatto in maniera involontaria. 

Re: [CN24] Il buio che filtra

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ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmL'ispettore Nucciarelli chiuse il fascicolo e lo ripose nella pila "Archiviati". Gli sembrò quasi impossibile aver risolto quel caso così intricato in sole quarantott'ore, eppure ce l'aveva fatta: il serial killer dei Babbo Natale, nei centri commerciali, era stato arrestato grazie al suo fiuto. E a proposito di fiuto... Luna lo attendeva a casa, di sicuro impaziente e pronta a "scartare" l'osso di gomma, quello nel pacchetto rosso con il fiocco verde al centro.
Bravissimo @ITG  Complimenti!  (y)

Ti è toccato l'epilogo di un giallo dallo staffer-scrittore specializzato nel genere, @Marcello  e tu l'hai costruito con sapienza e acume.

Il titolo? Ti suggerisco

Ispettore Nucciarelli: il caso della vendetta di Natale è tuo!  ;)

Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Ciao @ITG e Buon Anno!
Apro questo commentino dicendoti: "bravo"! Sei riuscito, nonostante il numero limitato di caratteri  a te concessi, a confezionare una storia piuttosto complessa (con tanto di falsa pista iniziale, vedasi Michele Luongo...) Una storia che richiede  un impegno non indifferente per concepirla e per ideare il necessario meccanismo ad incastro. 
Inoltre, è scritta bene e ci sono tanti dettagli che introducono la figura del Commissario, facendocelo apparire vivo e non un cartonato. Applausi, infine, per le riflessioni sulla morte (dinnanzi alla quale ogni cosa perde di valore) espresse sotto forma di una bella sequenza dialogata. 
Per tutte queste ragioni, ribadisco il mio "bravo!".
Tutto perfetto, dunque? Ovviamente no. 
Ad esempio, perché Luongo dovrebbe accettare di recapitare le letterine ai Babbi Natale senza un motivo? Avresti dovuto inserire nell'interrogatorio qualche spiegazione, anche sommaria; ad esempio, la voce misteriosa potrebbe averlo allettato con una piccola somma di denaro. Cosa che avrebbe conferito un certo grado di credibilità al suo agire (dopotutto Luongo è disoccupato).
In generale, il problema di questo racconto è quello comune a tutti i racconti gialli prodotti nei contest: semplicemente, non possono confezionarsi su misura. Non si può costringere una storia gialla, che necessita di indizi, false piste, procedimenti induttivi spesso per tentativi, a restare dentro un certo numero di caratteri. Ovvero, ci vogliono i caratteri che ci vogliono. Punto.
Tu te la sei giocata bene ma, lo stesso, ritengo che la narrazione sia giocoforza un po' troppo "accelerata", con delle soluzioni stile deus ex machina che servono all'autore palesemente per quadrare il cerchio (si vedano le letterine "Un regalo per il Mondo").
Ci tengo a sottolineare che i pregi del tuo lavoro superano di gran lunga i demeriti; te la sei cavata benissimo, meglio di tanti altri che si sono cimentati in questo genere sulle pagine (digitali) di questa piattaforma o del defunto Writer's Dream. Personalmente ho molto apprezzato.  
      

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Che bel giallo? Scorrevole e con un buon intreccio, ma sono negata per certe cose e quindi mi chiedo: ma come è arrivato l'ispettore Nucciarelli a capire che l'assassina era la moglie del medico legale?  :facepalm:  Il  movente c'è, ma l'indizio qual è?
Sono sicura di essere l'unica a non averlo afferrato.

Complimenti

Auguri di buon anno

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Ciao @ITG  bello leggere qualcosa di tuo a parte i  "ciao come va", "buon anno" "buon ferragosto" :)
Allora, innanzitutto  m'inchino: un pacco come quello che è capitato a te mi avrebbe fatto alzare bandiera bianca da subito. Un giallo, con inchiesta lampo (48 ore!) su un serial killer da incasellare in meno di 16000 caratteri: un'impresa come scalare l'Everest. Invece tu hai raccolto la sfida e te la sei cavata pure egregiamente. Il racconto fila, si legge con grande soddisfazione dell'utente e sei pure riuscito a dipingerci dei personaggi (almeno 2:  il detective e il medico legista) pieni di umanità e sfaccettature.
Mi accingo però a farti le pulci, innanzitutto perché so che le apprezzi :asd: , e poi perché secondo me il racconto merita di essere ripreso e valorizzato oltre le contingenze del contest.
Molto probabilmente alcuni degli aspetti che evidenzierò sono dovuti ai limiti di spazio dati dai caratteri contati, e non perché tu non ci abbia pensato, ma tant'è, te li espongo comunque.
Non si capisce perché il caso di un tizio morto d'infarto nei bagni d'un centro commerciale sia arrivato fino alla scrivania dei poliziotti. Per il terzo cadavere, si potrebbe immaginare che, venuto in qualche modo  a conoscenza della morte di un altro "babbo natale", il Nucciarelli s’insospettisca e decida di indagare su quella che sembra una morte naturale. Ma il secondo morto? C'è stata una vittima assassinata, la ragazza e, non ci piove, c'è un'indagine. Ma se uno muore nei bagni pubblici e il medico che interviene dichiara la morte naturale causata da un infarto, la cosa finisce lì. Corpo restituito alla famiglia e pratiche funebri normali. Come sarebbe finito nei casi sospetti e oggetto di indagini giudiziarie? È stato Sarti, scoperti i misfatti della moglie, che ha fatto in modo di essere il medico designato per dissimulare la presenza di veleno? Ma anche in quel caso, morte naturale=nessuna inchiesta. Questo mi sembra un punto da chiarire nell'economia del racconto.

Bella l'idea della colazione al bar e del particolare, notato senza notarlo, delle scatole da asporto. Un indizio messo lì senza far capire che è un  indizio, nella più classica tradizione giallista. C'è però un altro indizio che appare presto e, secondo me, non può restare "innocuo" così a lungo come hai fatto tu. Se sulle scene del delitto c'è il messaggio "un regalo per il mondo" che rimanda a una raccolta fondi-truffa ai danni del figlio malato, ora morto, di un collega, a cui Nucciarelli ha partecipato, di cui ha una foto, che di sicuro ricorda bene e ricorderà per sempre; appena legge il messaggio nella sua testa farà il collegamento tra le due cose. Com'è possibile che impieghi così tanto a fare il collegamento e non vada subito dal medico legale a parlargliene? Non dico che debba subito immaginarlo colpevole, ma non va a parlare con lui della raccolta fondi, a riflettere insieme a quale nesso possa esserci con gli omicidi? Invece interroga il "postino" e solo quando lo ritiene innocente va da Sarti.
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmosservò di nuovo la ragazza al bancone impegnata a scegliere una scatola
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmHo fatto qualche domanda ai bar: nessuno le usa. Ma se un cliente porta la sua scatola, possono prepararla e consegnarla.
Questi due passaggi non sono in contraddizione? Nel primo la ragazza sembra scegliere tra le scatole proposte dal bar; nella seconda dice che il bar non le usa, ma se un cliente porta la sua gliela riempiono.
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmLuna grattò la porta con la zampa buona
Dice dopo che l'altra gliel'hanno amputata: non è la zampa buona, è la zampa restante, la zampa rimasta, l'unica zampa...
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmfrugò tra i contenitori con gli oggetti recuperati dalle scene del crimine, poi prese le scatole con le letterine dei bambini, ne estrasse una.
Le scatole con le letterine dei bambini non dovrebbero piuttosto essere state trovate sul luogo in cui le vittime hanno impersonato Babbo Natale? Perché le scene del crimine sono la panda della ragazza, i bagni del centro commerciale e la casa del terzo morto. Mi sembra inverosimile che i tre, finito il lavoro, si siano portati via le urne con le lettere. Quelle di solito restano nella postazione (o come si chiama) da Babbo Natale, appartengono al comune, il direttore del centro commerciale, o chi so io, e sono loro a gestirle.
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmCorse a chiamare Nucciarelli, con lo stesso misto di ansia e soddisfazione di quando consegnò la versione.
"di quando aveva consegnato". Perché l'azione è anteriore, risale ai tempi del liceo.
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmnell’ufficio degli interrogatori,
nell'ufficio di (scegli tu quale poliziotto) oppure nella stanza (sala?) degli interrogatori. Ufficio degli interrogatori non l'ho mai sentito, ma posso sbagliare.
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pmma sa altro.
Penso che manchi un "non".

Ci sono un po' di maiuscole mancanti e altre quisquilie, ma avrai tempo e modo di occupartene con calma.
Spero, in tutte le mie ciance, di averti detto qualcosa d'interessante, se no pazienza :)

A rileggerti (spero presto)
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Ciao @ITG bella scrittura, ricca, soprattutto l'inizio della tapparella.
Ci sono alcuni passaggi che però non ho capito.
ITG wrote: Sat Jan 04, 2025 5:41 pm«Li ha avvelenati? E la ragazza?»
Luongo si portò le mani al volto, soffocando un singhiozzo: «Non era niente di male!» esplose «Me l’hanno chiesto! Ho solo consegnato le letterine.»
Nucciarelli si sporse leggermente in avanti, il tono calmo ma il suo sguardo tagliente.
«Chi gliel’ha chiesto?»
«Non lo so.» implorò Luongo «Uno che mi ha chiamato…». Le sue parole sembravano spegnersi in un lamento, mentre affondava nella sedia.
«Mi sta dicendo che un perfetto sconosciuto l’ha chiamata e le ha chiesto di fare il giro di tre centri commerciali per consegnare delle letterine?»
«Sì. Non ho ammazzato nessuno. E non ho mai visto nessuno; hanno lasciato tutto nella cassetta delle lettere di mia madre.»
Nucciarelli rimase in silenzio, scrutando ogni movimento dell’uomo. Alla fine, si alzò senza una parola e uscì dalla stanza.
Sono un po' tardo ma non credo di aver capito che nesso ha avuto Luongo per essere stato scelto a portare le letterine nei centri commerciali. E poi perché lui accetta senza chiedersi il motivo.

L'altro punto che non mi torna è quello di Lisa. Sembra che Nucciarelli la conosca però se è stata lei a prendere le scatole per la colazione, perchè Nucciarelli non l'ha riconosciuta quando l'ha vista al bar?
Poi qualcosa altro ma temo più per mia inettitudine.
Alla prossima

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Grazie dei commenti e delle osservazioni. 
Il racconto che ho postato, sicuramente pieno di difetti, originariamente era molto più lungo, probabilmente a furia di tagliare ho eliminato passaggi che avrebbero (forse) reso più chiare alcune dinamiche. 
E' stato molto divertente cimentarsi in un giallo, grazie dell'opportunità. 

Re: [CN24] Il buio che filtra

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Ciao @ITG 

Ho letto il tuo racconto e l'ho trovato decisamente interessante, ti lascio i miei complimenti e queste stringate considerazioni:

    
Il racconto con un’ambientazione poliziesca, si presenta come un’opera densa di atmosfera, introspezione psicologica e tensione narrativa.


1. Tono e atmosfera


Il racconto si distingue per un tono cupo e riflessivo, che alterna momenti di introspezione a sequenze d’azione tipiche del genere poliziesco.
L’incipit, con Antonio Nucciarelli che si confronta con il fascio di luce mattutino e i suoi buoni propositi mai realizzati, stabilisce immediatamente un’atmosfera di malinconia e stanchezza esistenziale.
Questa sensazione permea tutto il testo, intrecciandosi con il ritmo investigativo e creando un contrasto efficace tra la routine personale del protagonista e la gravità dei crimini su cui indaga.L’ambientazione invernale di Napoli, con le sue strade umide, le luminarie e il freddo che “risale tra i vestiti”, è descritta con grande vividezza sensoriale, contribuendo a creare un’immagine tangibile della città come sfondo vivo e pulsante, quasi un personaggio a sé.
L’uso di dettagli come i “sampietrini ancora umidi” o il “verso dei gabbiani” (dal testo precedente) dimostra una capacità di evocare immagini che ancorano il lettore al contesto, rendendo Napoli non solo uno scenario, ma un’entità che influenza l’umore e le scelte dei personaggi.Punti di forza:
  • La capacità di fondere il tono introspettivo con l’indagine poliziesca crea un equilibrio tra riflessione personale e tensione narrativa.
  • L’ambientazione è resa con dettagli sensoriali che arricchiscono l’esperienza di lettura, dando spessore al contesto.
Criticità:

  • In alcuni passaggi, l’introspezione di Nucciarelli rischia di rallentare il ritmo della narrazione, specialmente nella parte iniziale, dove i dettagli sulla sua vita personale (es. la tapparella, il rapporto con Carla) potrebbero risultare eccessivi rispetto all’avanzamento della trama poliziesca.
L’atmosfera malinconica, pur efficace, a volte prevale sul dinamismo atteso in un racconto di genere, creando un rischio di disallineamento con le aspettative del lettore.


2. Personaggi


Antonio Nucciarelli è il fulcro del racconto, un ispettore prossimo alla pensione, segnato dal peso della perdita (Carla) e dalla consapevolezza della sua mortalità professionale.
La sua caratterizzazione è convincente: è un uomo stanco, ma ancora capace di intuizioni brillanti, come dimostrato dal “fiuto” che lo guida alla risoluzione del caso. Il suo rapporto con Luna, il cane con tre zampe, aggiunge un tocco di umanità e vulnerabilità, mentre il dialogo con Santi rivela una profondità emotiva legata alla sua percezione della fine della carriera e del senso della vita.
Corrado D’Angelo rappresenta il contraltare giovane e idealista, pieno di entusiasmo ma privo del “fiuto” di Nucciarelli.
La sua dedizione al lavoro e la sua inesperienza lo rendono un personaggio complementare, che bilancia il cinismo del protagonista.
Tuttavia, la sua caratterizzazione rimane meno sviluppata rispetto a quella di Nucciarelli, rischiando di ridurlo a una figura funzionale piuttosto che a un personaggio a tutto tondo.
Michele Luongo e Santi sono figure chiave nella risoluzione del caso. Luongo, il presunto colpevole, si rivela un “povero disperato”, un personaggio ambiguo che incarna il tema della vulnerabilità sociale.
Santi, invece, emerge come una figura tragica, legata a una motivazione personale (la perdita del figlio e il dolore della moglie Lisa) che aggiunge complessità morale al racconto.
La sua confessione e il gesto di Nucciarelli di lasciarlo andare evidenziano un’empatia che trascende la giustizia tradizionale, rendendo il finale moralmente ambiguo.Punti di forza:
  • Nucciarelli è un personaggio ben delineato, con un mix di cinismo, umanità e intuizione che lo rende credibile e interessante.
  • Il rapporto tra Nucciarelli e Luna aggiunge una dimensione emotiva che rende il protagonista più vicino al lettore.
  • La complessità morale di Santi e la sua backstory arricchiscono il racconto, introducendo un conflitto etico che va oltre il semplice “colpevole o innocente”.
Criticità:
  • Alcuni personaggi secondari, come D’Angelo, risultano sottodimensionati. Il suo ruolo di supporto è chiaro, ma manca una maggiore esplorazione delle sue motivazioni o del suo arco narrativo.
  • La figura di Lisa, pur centrale nella motivazione dei crimini, rimane nell’ombra, menzionata solo indirettamente. Questo lascia un vuoto narrativo, poiché il lettore non ha modo di conoscere direttamente la sua prospettiva.
3. Struttura e intreccio


Il racconto segue una struttura classica del genere poliziesco, con un’indagine che si sviluppa attraverso l’analisi di indizi (le letterine, le scatole per colazioni, i video) e culmina nella risoluzione del caso.
L’intreccio è ben costruito, con una progressione logica che parte dalla scoperta dei corpi, passa per l’individuazione di un sospettato (Luongo) e arriva alla rivelazione finale del movente legato a Santi e Lisa.
L’uso delle letterine con la scritta “Un regalo per il mondo” come elemento ricorrente è efficace nel creare un filo conduttore simbolico, mentre il tema dei Babbo Natale morti introduce un tocco di originalità nel genere.
Tuttavia, la narrazione soffre di alcune discontinuità.
Ad esempio, il passaggio dalla descrizione introspettiva di Nucciarelli alla scena del crimine è piuttosto brusco, e l’introduzione di dettagli come il costume di Babbo Natale o le scatole per colazioni appare inizialmente scollegata, richiedendo al lettore uno sforzo per collegare i pezzi.
La risoluzione finale, con il coinvolgimento di Lisa, è emotivamente potente ma arriva in modo un po’ precipitoso, senza un’adeguata preparazione che renda il lettore pienamente consapevole del peso della sua backstory.Punti di forza:
  • L’intreccio poliziesco è ben orchestrato, con un crescendo di tensione che culmina nella scoperta del movente.
  • L’uso delle letterine e delle scatole come indizi simbolici aggiunge un elemento di mistero che stimola il lettore.
  • Il finale aperto, con Nucciarelli che lascia andare Santi, introduce una riflessione etica che arricchisce il racconto.
Criticità:
  • Alcuni passaggi risultano poco fluidi, con dettagli che sembrano introdotti senza un’adeguata contestualizzazione (es. le scatole per colazioni, che diventano centrali solo alla fine).
  • La risoluzione del caso è rapida e potrebbe beneficiare di una maggiore costruzione drammatica per enfatizzare il coinvolgimento emotivo di Santi e Lisa.
  • Il tema della casualità (“la casualità, nel suo lavoro, era spesso l’ipotesi più attendibile, ma doveva essere l’ultima a essere presa in considerazione”) è interessante, ma non pienamente sviluppato.
4. Temi principaliIl racconto affronta diversi temi, intrecciandoli con abilità:
  • Il senso della perdita: La morte di Carla, il figlio di Santi e la malattia terminale del padre di Nucciarelli sono elementi che permeano il testo, sottolineando il peso del lutto e la difficoltà di trovare significato in un mondo segnato dalla sofferenza.
  • La fragilità umana: Personaggi come Luongo e Santi incarnano la vulnerabilità di chi, schiacciato da circostanze personali o sociali, compie scelte estreme. Nucciarelli stesso, con i suoi buoni propositi irrealizzati e la sua stanchezza, riflette questa fragilità.
  • La moralità ambigua: La decisione di Nucciarelli di non arrestare immediatamente Santi e di lasciare che Lisa si costituisca introduce un dilemma etico. Il racconto sembra suggerire che la giustizia non sia sempre una questione di bianco o nero, ma di comprensione umana.
  • Il Natale come simbolo: L’ambientazione natalizia, con i Babbo Natale assassinati e le letterine dei bambini, crea un contrasto tra l’aspettativa di gioia e la realtà di morte e dolore, amplificando il senso di alienazione dei personaggi.
Punti di forza:

  • I temi sono ben integrati nella narrazione e offrono spunti di riflessione profonda, elevando il racconto oltre il semplice genere poliziesco.
  • Il contrasto tra il Natale e i crimini crea un effetto straniante che rafforza l’atmosfera.
Criticità:
  • Alcuni temi, come quello della casualità o del “fiuto” investigativo, sono accennati ma non approfonditi, lasciando spazio a un maggiore sviluppo.
  • La backstory di Lisa, pur centrale, rimane troppo sullo sfondo, riducendo l’impatto emotivo del finale.
5. Stile e linguaggio


Lo stile del racconto è ricco e descrittivo, con una prosa che alterna registri colloquiali a momenti più poetici.
L’uso di immagini sensoriali (es. “le luci delle luminarie rimbalzavano sui sampietrini ancora umidi”) è efficace nel creare un’immersione sensoriale, mentre il linguaggio quotidiano di Nucciarelli (es. “mi si era totalmente bollito il cervello” nel testo precedente) lo rende un personaggio autentico e relatable.
I dialoghi sono realistici e funzionali, specialmente nelle interazioni tra Nucciarelli e D’Angelo, che riflettono il rapporto mentore-allievo.Tuttavia, in alcuni punti, la prosa tende a essere eccessivamente densa, con dettagli che rallentano il ritmo (es. le riflessioni sulla tapparella o sul passato di Nucciarelli). Inoltre, alcune espressioni ripetitive o colloquialismi (es. “fare tombola”) possono sembrare fuori luogo in un contesto così drammatico, rischiando di spezzare l’immersione.


Punti di forza:
  • La prosa è evocativa e capace di creare immagini vivide, specialmente nelle descrizioni ambientali.
  • I dialoghi sono credibili e contribuiscono a delineare i rapporti tra i personaggi.
  • L’alternanza tra registri colloquiali e riflessivi dà al racconto un tono distintivo.
Criticità:
  • Alcuni passaggi risultano sovraccarichi di dettagli, rallentando il ritmo narrativo.
  • L’uso di espressioni gergali in momenti di alta tensione può risultare incongruo.

6. Conclusione e suggerimenti

Il racconto è un’ottima prova narrativa, che combina con successo elementi del genere poliziesco con una riflessione profonda sulla condizione umana. La forza principale risiede nella caratterizzazione di Nucciarelli, nell’atmosfera evocativa e nel finale moralmente ambiguo, che invita il lettore a riflettere sulla giustizia e sull’empatia. Tuttavia, il testo potrebbe beneficiare di alcune revisioni:
  • Snellire i passaggi introspettivi nella prima parte per mantenere un ritmo più fluido.
  • Sviluppare maggiormente i personaggi secondari, come D’Angelo e Lisa, per dare loro maggiore spessore.
  • Collegare meglio gli indizi (es. le scatole per colazioni) alla narrazione, introducendoli in modo più organico.
  • Approfondire il tema della casualità e del “fiuto” investigativo, che potrebbe diventare un elemento distintivo del racconto.
In sintesi, il racconto è un’opera promettente, con un forte potenziale emotivo e narrativo, che potrebbe essere ulteriormente affinata per raggiungere un equilibrio ancora più efficace tra introspezione, azione e mistero.


Un saluto e a presto rileggerti, ciao (y)

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