Traccia 3 "Un'esperienza sensoriale".
Il sogno
Ho sognato di nuovo il cavallo rosso. Questa volta tenevo per mano mia nonna ed eravamo alle giostre. Era la fiera di Sant'Anna. Rallentavo il passo per fermarmi a guardare, come ipnotizzata, un gruppo di ragazzi grandi che a turno colpivano il palo tirapugni. Il punteggio appariva dopo una frazione di secondo a lettere gialle sullo schermo nero. In cima al palo c'era lui, il cavallo rosso, in verità solo la testa e il collo, uscivano fuori direttamente dal meccanismo di metallo che si alzava e abbassava per essere preso a pugni. Gli occhi del cavallo erano fuori dalle orbite, la punta del naso era scolorita come se qualcuno passasse ad accarezzarla ogni giorno. C'era odore di pop-corn, zucchero filato e gomma bruciata. La nonna mi prendeva per la spalla e mi tirava a sé, affrettando il passo, nel tentativo di sottrarmi alla violenza della scena. Ora sentivo soltanto l'odore familiare e rassicurante del suo golfino. Sapeva di cipolla e Omino Bianco.
Quando è suonata la sveglia tutto mi sono ribellata dentro, non volevo abbandonare il sogno. Sapevo che quegli odori sarebbero stati perduti per sempre. Avrei potuto affettare cipolle tutto il giorno o mettere la testa nel cestello della lavatrice, andare all'Esselunga e comprare un pacco di pop-corn; avrei sentito il sale e il burro, e magari l'odore del sacchetto di plastica, ma non quello del luna park nella fiera di Sant'Anna né tanto meno quello di una persona morta stupidamente un'estate di vent'anni fa, cadendo da una scala.