Uno nuovo, che scrive da sempre.

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Dopo una bella "lavata di capo" perché non mi ero presentato, eccomi qui!
Sono Alessio, da Ferrara, anni 39, infermiere, circa un pò giornalista locale, marito, papà, runner e...lo diciamo, come si dice? Scrittore?
Che poi nemmeno mi ci sento, se non fosse che semplicemente scrivere è la cosa per me più naturale, come il peso che rende in equilibrio una bilancia: è quello che mi fa sentire a posto.
Racconti, ma anche esperienze in podcast o una newsletter che curo settimanalmente che parla di musica-che-non-interessa-a-nessuno, e infine ora autore di un primo romanzo, di cui non parlo che già l'ho fatta grossa parlandone nella sezione le mie pubblicazioni, con l'innocenza del bambino che interrompe i genitori a tavola, per qualunque cosa per lui sia fondamentale.

Ed eccomi qui, semplicemente: negli ultimi anni, ma forse da sempre, scrivo sopratutto per spiegare dentro a qualcosa quello che vedo nel mondo, come una cura, un'analisi, una sessione di terapia individuale.
Guardo ai David Grossman, guardo ai Murakami, alle Roselle Postorino, all'ultimissima scoperta Nathan Hill che è quasi un collega di idea, solo più bravo.
E guardo al mondo.

Re: Uno nuovo, che scrive da sempre.

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Chissà, ma in fondo, "essere bravi" o meno, cambia poco, personalmente.
Nel senso: una cosa che sento è di essere (almeno, abbastanza) bravo nel mio lavoro, che è quello di infermiere e che non è poco: vuol dire stare vicino alle persone.
Questo, lo scrivere, è il mio angolo dove non esiste il lavoro (gli orari, la necessità, lo stipendio), non esistono le responsabilità (la famiglia).
Esiste un foglio bianco, dove tutto si mette assieme e mi sono sempre reso conto (ancora di più con questo primo romanzo) che essenzialmente scrivere mi fa stare bene, come se  per qualunque nero della vita esistesse la possibilità scrivendo di dare pennellate di bianco e riportare tutto alla sua versione migliore.
Anche scrivendo di sofferenza eh: s'intende. Ma poi va su carta, che se ne prende la responsabilità, senza proferire parola.
Certo, qui siamo ad un passo in più: chissà se davvero ora posso dare un pennello anche a chi legge e dargli qualcosa. :-)

Re: Uno nuovo, che scrive da sempre.

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thyo1985 wrote: Chissà, ma in fondo, "essere bravi" o meno, cambia poco, personalmente.
Nel senso: una cosa che sento è di essere (almeno, abbastanza) bravo nel mio lavoro, che è quello di infermiere e che non è poco: vuol dire stare vicino alle persone.
Questo, lo scrivere, è il mio angolo dove non esiste il lavoro (gli orari, la necessità, lo stipendio), non esistono le responsabilità (la famiglia).
Esiste un foglio bianco, dove tutto si mette assieme e mi sono sempre reso conto (ancora di più con questo primo romanzo) che essenzialmente scrivere mi fa stare bene, come se  per qualunque nero della vita esistesse la possibilità scrivendo di dare pennellate di bianco e riportare tutto alla sua versione migliore.
Anche scrivendo di sofferenza eh: s'intende. Ma poi va su carta, che se ne prende la responsabilità, senza proferire parola.
Certo, qui siamo ad un passo in più: chissà se davvero ora posso dare un pennello anche a chi legge e dargli qualcosa. :-)
Bravo, @thyo1985 e benvenuto tra di noi del CdM!  :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

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