@RodjaAnalisi profonda che mi piacerebbe condividere, ma non posso, almeno non interamente. Perché sono uno che ha letto, nella sua non breve vita, migliaia di libri senza essere in grado di distinguere quali fossero oggettivamente belli o brutti: molto semplicemente, libri che mi sono piaciuti o non piaciuti. Mi sono piaciuti se, arrivato alla fine, ho provato un senso di mancanza, perché avrei voluto continuare a leggere. Non mi sono piaciuti quelli in cui ho provato sollievo, dopo aver resistito alla voglia di interrompere la lettura, magari di un best seller. Quando sono io a scrivere, parto da esperienze di vita intorno alle quali costruisco storie e personaggi, cercando di usare un linguaggio aderente il più possibile alla realtà. Anche se a leggermi non saranno in tanti, il mio libro mi sopravviverà e forse, prima o poi, a qualcuno verrà lo schiribizzo di esumarlo da un polveroso scaffale e, leggendolo, mi ridarà vita. Effimera, il ricordo di un autore sconosciuto, ma meglio di niente.
Re: Perché si scrive?
76Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]
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