1
Roma, amata e odiata dai romani.
Imponente, ti riempie gli occhi quando passeggi per le vie del centro. Un monumento che ti avvolge ad ogni passo.
La maledici quando devi percorrerla nel traffico.
Alla prima periferia, la meraviglia cede il posto al degrado di una città sporca e caotica.
Sto tornando a casa da sola, Mario ha dovuto anticipare il turno, dovevamo approfittare dei musei gratuiti la prima domenica del mese, invece lo hanno chiamato per andare immediatamente con la troupe sul luogo di un omicidio. È la prima volta che capita, lui fa sempre servizi sui parlamentari, o su manifestazioni, ma la troupe che segue la cronaca nera era impegnata a seguire una retata.
Era emozionatissimo, ma dal messaggio che gli ho imposto di mandarmi, supplicandolo per delle foto, ho percepito disagio.
Non mi avrebbe ovviamente inviato nulla, mi ha solo confidato che era una donna sulla quarantina, incorniciata nel suo sangue.
Un brivido e il clacson della smart alle mie spalle mi hanno scossa. Immobili con il verde, ora che è scattato il rosso, beneficiamo dello spazio che hanno liberato le sole quattro macchine che sono riuscite a passare, nonostante i veicoli bloccati in mezzo all’incrocio.
Stupidi idioti che con una percorrenza media di sei chilometri orari, si lanciano con un arancione pieno e un muro di macchine davanti.
2
Oggi Mario attacca alle 16, ci vediamo prima di pranzo, ora che ha inviato tutto alla redazione può farmi curiosare.
“Secondo me, è meglio se lasci stare, fa impressione.”
“Ma dove è successo?”
“Non ci crederai, davanti la Centrale Montemartini, dove volevi andare ieri”
Mi stringo in un lieve abbraccio confortante, ma il luogo mi stupisce.
“Come è possibile? Lì attaccato c’è il bar aperto H24.”
“Era dentro il cancello del vialetto, sui sampietrini, subito dopo la sbarra, guarda!”
Fisso gli occhi sul video, non ho visto il tg oggi e comunque questo lo ha girato con il cellulare di nascosto, prima di avere l’autorizzazione per riprendere.
Il corpo appare fugacemente per meno di un secondo, subito impallato da un agente che si china davanti, forse a constatarne per prassi il decesso.
Un uomo in borghese, abbastanza alterato, strepita che devono fare le fotografie e non toccare nulla, un altro agente, stizzito, lo accompagna all’interno, fine delle riprese non autorizzate; quelle ufficiali, mi racconta Mario, riprendono solo il capannello di curiosi, il nastro che delimita la scena e gli agenti dei Ris, intervenuti successivamente, che placano le domande dei reporter, riducendo un’esistenza in poche parole: una donna tra i trenta e i quarant’anni senza documenti, un delitto efferato.
Sono scettica.
“Come ha fatto a portarla lì dentro senza essere visto? Non solo il bar sempre aperto, ma con il cancello chiuso… l’ha uccisa alla centrale, nascosta, sistemata e portata lì per la messinscena?”
Mario mi guarda sbieco per il terzo grado, vedendo il mio sguardo serio, si concentra.
“in effetti potrebbero averla uccisa ieri sera, dentro la centrale, ma quindi qualcuno è rimasto dentro, strano, perché sicuramente c’è un allarme quando chiudono. Non sono riuscito a sentire praticamente nulla, ci hanno tenuti distanti. Ma hai visto in che posizione sta?”
La donna era in una posizione fetale, le ginocchia leggermente più basse e staccate dal petto, il braccio sinistro arcuato sopra la testa verso il ginocchio, il destro in una posizione innaturale, da dietro, leggermente curvo, allungato verso i piedi posizionati sotto il sedere. Un cerchio spezzato da una sciarpa piegata perfettamente a metà e poi ancora una volta in verticale, bloccata tra le ginocchia, allungata verso l’esterno in diagonale.
Rispondo prontamente:
“È una Q”
Mario mi guarda inarcando un sopracciglio, torna indietro nel video faticando per bloccarlo sulla fugace apparizione.
Mi conosce, sa che capto particolari in frazioni di secondo, riesco a fermare immagini ricche di dettagli e a collegarli con facilità. Stenta a vedere una lettera in quell’immagine.
Pensa a voce alta.
“Sarà un messaggio? Un’iniziale?” Si rabbuia, lo assale un dubbio “E se avesse già ucciso tante persone quante sono le lettere prima della Q?”
Quest’ultima frase mi riporta alla mente altre immagini, non è passato molto tempo, avevo visto la foto su un giornale, il titolo recitava qualcosa come il delitto della donna con l’ Hula Hop. Un’altra donna uccisa.
Trovata a Trastevere a Piazza Sant’ Egidio. Dove gli altri vedevano un corpo rigido e perfettamente allineato con un cerchio di plastica tra le braccia, io avevo visto una P.
Ne parlo con Mario
“Siamo di fronte ad un serial killer dell’ alfabeto, a Roma? Impossibile, non ci sono tutti questi omicidi in città.
Anche quella volta tutti dicevano che era impossibile lasciare un corpo in una piazza che è sempre piena di gente, anche a tarda notte, ricordi?”
Mario non risponde, smanetta sul portatile per cercare l’evento precedente.
Troviamo tantissimi articoli e immagini. Sono passati esattamente 28 giorni.
Alfabeto e fasi lunari?
Sono inorridita ed eccitata, calata nel ruolo di piccola detective.
Mario in una foto riconosce il tipo dei Ris che ha visto ieri, prova a sfottermi perché la mia “super vista” non lo aveva riconosciuto, ma non era inquadrato nelle riprese con il telefonino, mentre lui non si è accorto che c’era anche il tipo che strepitava di non toccare nulla, immagino il detective, visto che è sempre in borghese.
“Aspetta! Anche quella volta l’omicidio era davanti ad un museo, lì c’è il posto dove una volta abbiamo visto la mostra sul 1968, ti ricordi?”
Ci fissiamo negli occhi sospendendo le parole a mezz’aria per qualche secondo, l’afonia si sblocca all’ unisono, ma con diverse intenzioni.
“Dobbiamo parlare con i Ris!”
“Potresti fare uno scoop!”
Mario strizza appena narice e occhio destro, un movimento involontario che tradisce la sua contrarietà.
“Uno, non sono un giornalista, il merito dell’ eventuale scoop non sarebbe mio.
Due, mi sento a disagio solo a pensare di speculare su una cosa del genere!”
Nonostante le mie remore, per paura che ci accusino di qualcosa, e quelle di Mario, che è sicuro di mostrarsi ridicolo, ci rechiamo alla caserma Salvo d’Acquisto, pronti ad essere cacciati a calci o, in alternativa, ad essere arrestati.
Il tesserino stampa di Mario ci permette di essere accolti dal maggiore del nucleo operativo in un open space che non ha nulla da invidiare ai set dei miei crime preferiti.
Ci fanno spegnere e posare i cellulari in una cassettina sul tavolo, formalizzando l’avvertimento che, se avessimo registrato o ripreso qualsiasi cosa in quella stanza, avremmo commesso un reato.
Eravamo potuti entrare per l’insolita combinazione “stampa” e “fornirvi informazioni sul caso” anziché richiederle.
Mentre il maggiore ci chiede quali informazioni dobbiamo trasmettere, capta il mio sguardo carico di apprensione e stupore proiettato alle sue spalle.
È un attimo. Urla a un sottoposto di rigirare immediatamente la lavagna, che incautamente aveva esposto alla nostra vista.
Troppo tardi, ho già registrato ogni particolare
Le foto mostravano tre vittime, una posizionata a forma di S, ognuna collegata alla foto di un uomo, tra cui quello che avevo identificato come detective, attaccato alla foto della donna Q.
Il maggiore ci dedica la sua attenzione con furore rabbioso “allora, quali informazioni avete su questo omicidio?”
Io sto navigando a vista tra i miei collegamenti, rispondo senza continuità.
“Allora manca la R, quindi ha accorciato i tempi?”
Con la vista laterale percepisco un nuovo interesse nei miei confronti.
“Cosa significa esattamente questa domanda?”
Mi sento sulle spine, ma siamo a un passo dall’ essere cacciati in malo modo.
“Eravamo venuti per dirvi che avevamo visto nelle pose di due cadaveri la P e la Q, che avevamo notato che erano avvenuti esattamente a quattro settimane di distanza e che erano posizionati vicino a dei musei. Ora ho visto la S, quindi ho capito che manca la R, ma vuol dire che sono stati compiuti altri due omicidi in un giorno.”
Il maggiore ci guarda con rinnovato rispetto, ma vuole liquidarci, premiandoci con qualche dettaglio.
“Noi abbiamo riconosciuto le lettere dopo diversi giorni, complimenti, comunque la S è la prima che abbiamo trovato, due mesi fa, sempre la prima domenica del mese.”
Ragiono velocemente, mentre ci fa avanzare verso l’uscita.
“Quindi uccide in coincidenza con le aperture gratuite dei musei?”
Non stiamo fornendo nessun nuovo dettaglio, il maggiore scrolla la testa mentre continua ad avanzare.
Mi sento arrossire fino alla punta dei capelli, le mie ambizioni da detective sono naufragate in pochi minuti, ma devo soddisfare l’ultima curiosità.
“Pensavo fosse un detective, uno degli uomini sulle foto era presente sulla scena di due omicidi!”
Vedo il maggiore sgranare gli occhi, mentre tuona “Chi?”
3
A quanto pare era veramente necessaria una super vista per riconoscere il tipo della vittima Q nelle immagini pubblicate per la vittima P.
Il killer che pensava di essere un’artista incompreso, voleva scrivere col sangue S.P.Q.R., un omaggio alla città e la convinzione che il popolo avrebbe apprezzato le sue opere, mai a suo parere comprese da chi si arrogava il diritto di giudicarle.
Dipendente della cooperativa che gestisce la maggior parte dei plessi museali di Roma, si accordava con i colleghi per scambi turno che gli permettevano di girare più siti, avvelenava le vittime, prostitute con cui si appagava con disgusto, per poi operare sui loro corpi e creare delle lettere artistiche e sconvolgenti.
Questa sera in televisione è previsto uno speciale con tutti i dettagli, il montaggio è spettato a Mario, con tutti gli onori.
Il maggiore mi ha suggerito di verificare se dopo la triennale possa interessarmi criminologia e mi ha chiesto se può avvalersi della mia super vista, in caso di necessità.
La R mancata è una vita ancora pulsante ed io mi sento totalmente appagata.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
2Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmMario mi guarda sbieco per il terzo grado, vedendo il mio sguardo serio, si concentra.Meglio i due punti dopo "terzo grado", perché aprono a una spiegazione.
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pm“in effetti potrebbero averla uccisa ieri sera, dentro la centrale, ma quindi qualcuno è rimasto dentro, strano, perché sicuramente c’è un allarme quando chiudono.Lìinizio del discorso diretto è sempre con l'iniziale maiuscola: "In effetti...
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmLa donna era in una posizione fetale, le ginocchia leggermente più basse e staccate dal petto, il braccio sinistro arcuato sopra la testa verso il ginocchio, il destro in una posizione innaturale, da dietro, leggermente curvo, allungato verso i piedi posizionati sotto il sedere. Un cerchio spezzato da una sciarpa piegata perfettamente a metà e poi ancora una volta in verticale, bloccata tra le ginocchia, allungata verso l’esterno in diagonale.Trovata geniale quella della posizione del cadavere a forma di lettera dell'alfabeto. Questa donna ha proprio un colpo d'occhio impressionante per l'essenziale. Brava!
Rispondo prontamente:
“È una Q”
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmNe parlo con MarioManca il punto fermo finale.
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmio avevo visto una P.Una conferma della prima impressione. Brava! Il lettore ti segue, l'hai agganciato bene.
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmTroviamo tantissimi articoli e immagini. Sono passati esattamente 28 giorni.Certo, il lettore è perplesso per chi non ha visto gli "altri cadaveri" A,B,C,D eccetera...
Alfabeto e fasi lunari?
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmcrimecrime con carattere diverso.
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmEravamo potuti entrare per l’insolita combinazione “stampa” e “fornirvi informazioni sul caso” anziché richiederle.Forte questa constatazione! E rimedi anche alla perplessità del lettore sulla strana facilità di disturbare gli inquirenti...
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pmcapta il mio sguardo carico di apprensione e stupore proiettato alle sue spalle."Proiettato" o "diretto"? Vanno bene ambedue, comunque.
Modea72 ha scritto: sab feb 03, 2024 5:30 pm Il maggiore mi ha suggerito di verificare se dopo la triennale possa interessarmi criminologia e mi ha chiesto se può avvalersi della mia super vista, in caso di necessità.Bellissima quest'ultima riga!
La R mancata è una vita ancora pulsante ed io mi sento totalmente appagata.
Brava, @Modea72
Anche se il lettore non assiduo ai Contest si stupirà della tua fretta nella conclusione del giallo, quello che resta nel limite dei caratteri autorizzati dà tutto quello che serve a farne un bel racconto di indagine positivamente conclusa su un delitto efferato che porta ad altri, a un serial killer. Piacevole la scelta dei due investigatori per caso, soprattutto la donna, con la sua "vista" eccezionale per il "colpo d'occhio" sull'insieme!
Scritto molto bene, con quei "flash" su Roma che la fanno vivere anche ai lettori "di fuori" come me, riconosco anche con piacere delle righe di poesia
nel tuo testo. Molto bene, anche per la traccia sulla "Città": e questa è l'Urbe!
Sono felice tu sia riuscita a partecipare. Mi è sempre piaciuto leggerti, ma questo sono sicura che è il pezzo migliore tra quelli letti qui.
P.S.: ottima anche la numerazione 1,2,3 per indicare le vittime e le iniziali, e il fatto che si capisca alla fine.
Io li avrei scuriti in neretto per evidenziarli.
Grazie di esserci:
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
3@Poeta Zaza
Grazie, mi fai arrossire!
Sono così contenta che ti sia piaciuto! Un laboratorio davvero sfidante, come mi hai ben capita, avrei avuto bisogno di decine di righe in più, per una buona conclusione, ma del resto, è anche questo un nell'esercizio.
Grazie per i complimenti e per le utili correzioni.
Non so come potrei ora mettere in grassetto i capitoli, non vedo una funzione "modifica".
A presto.
Ti abbraccio
Grazie, mi fai arrossire!
Sono così contenta che ti sia piaciuto! Un laboratorio davvero sfidante, come mi hai ben capita, avrei avuto bisogno di decine di righe in più, per una buona conclusione, ma del resto, è anche questo un nell'esercizio.
Grazie per i complimenti e per le utili correzioni.
Non so come potrei ora mettere in grassetto i capitoli, non vedo una funzione "modifica".
A presto.
Ti abbraccio
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
4Complimenti @Modea72, un'indagine originale, rapida e conclusa con un buon esito. Piccolo appunto, i gradi vanno scritti in maiuscolo se da soli, in minuscolo se accompagnati dal cognome, quindi Maggiore va in maiuscolo. Il finale mi soddisfa nella sostanza, un po' meno nella descrizione, nel senso che mi suona un po' "spiegone", ma so bene che la fretta di concludere per non sforare le battute ne è la sola causa. Infatti, ci sarebbe voluto il triplo di battute per seguire l'indagine passo passo e arrivare al dipendente killer.
Una vista così intuitiva la vedrei bene per una serie TV, io la seguirei volentieri. Pensaci, e che ti sia di buon auspicio.
Brava
Una vista così intuitiva la vedrei bene per una serie TV, io la seguirei volentieri. Pensaci, e che ti sia di buon auspicio.
Brava
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
5Quanto mi è piaciuto questo racconto @Modea72! Propio scorrevole, le scene si susseguono e si fanno seguire senza battere ciglio!
Certo, il racconto merita di essere recuperato e ampliato per inserire tutto quello che hai dovuto condensare nel finale. So bene che razza di fatica è e in ogni caso la storia rimane godibile e anche credibile. Davvero brava!
Certo, il racconto merita di essere recuperato e ampliato per inserire tutto quello che hai dovuto condensare nel finale. So bene che razza di fatica è e in ogni caso la storia rimane godibile e anche credibile. Davvero brava!
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
7Grazie @Adel J. Pellitteri,
considera che non avevo proprio idea di quali fossero i gradi nell' arma, sono andata a cercarli
Lo spiegone finale lascia insoddisfatta anche me, ma a un certo punto ho preferito smettere di tagliare e concludere "a distanza".
Graditissimo il tuo augurio, ma oltre a sognarlo, non saprei proprio neanche come propormi
Grazie ancora
considera che non avevo proprio idea di quali fossero i gradi nell' arma, sono andata a cercarli
Lo spiegone finale lascia insoddisfatta anche me, ma a un certo punto ho preferito smettere di tagliare e concludere "a distanza".
Graditissimo il tuo augurio, ma oltre a sognarlo, non saprei proprio neanche come propormi
Grazie ancora
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
8Modea72 ha scritto: Roma, amata e odiata dai romani.E non solo nel traffico, Ho sempre amato fare passeggiate a piedi, Scendo al Colosseo, i Fori Imperiali, via del Corso, Piazza di Spagna... La meraviglia tutta in un pomeriggio... Ma che schifo le strade, i vicoli pieni d'immondizia di turisti che bivaccano e lasciano in giro le loro cose.
Imponente, ti riempie gli occhi quando passeggi per le vie del centro. Un monumento che ti avvolge ad ogni passo.
La maledici quando devi percorrerla nel traffico.
Roma da un po' di anni ha un odore nauseabondo, odio il caldo che emana, i gas di scarico...
Se sei di Roma sai di cosa parlo e lo hai descritto molto bene.
Modea72 ha scritto: Un brivido e il clacson della smart alle mie spalle mi hanno scossa.Mi ha scossa
Modea72 ha scritto: Fisso gli occhi sul video, non ho visto il tg oggi e comunque questo lo ha girato con il cellulare di nascosto, prima di avere l’autorizzazione per riprendere.Mario è solo un personaggio raccontato, perché non usare la protagonista per raccontare tutto ciò che vede marco? Se con la troupe ci fosse andata lei stessa e avesse da sola visionato i video, e da sola fosse arrivata alla conclusione, credo che la storia sarebbe stata più lineare. Magari la decisione di andare alla polizia l'avrebbe presa con il suo ragazzo Marco, ci vanno insieme ma se fosse lei la reporter?
Il corpo appare fugacemente per meno di un secondo, subito impallato da un agente che si china davanti, forse a constatarne per prassi il decesso.
Un uomo in borghese, abbastanza alterato, strepita che devono fare le fotografie e non toccare nulla, un altro agente, stizzito, lo accompagna all’interno, fine delle riprese non autorizzate; quelle ufficiali, mi racconta Mario, riprendono solo il capannello di curiosi, il nastro che delimita la scena e gli agenti dei Ris, intervenuti successivamente, che placano le domande dei reporter, riducendo un’esistenza in poche parole: una donna tra i trenta e i quarant’anni senza documenti, un delitto efferato.
Modea72 ha scritto: perché sicuramente c’è un allarme quando chiudono.Ci sono anche delle telecamere, più di una. Proprio sul vialetto. Ma non fa niente
Modea72 ha scritto: Mario mi guarda inarcando un sopracciglio, torna indietro nel video faticando per bloccarlo sulla fugace apparizione.Bello, mi è sembrato di vedere la scena.
Modea72 ha scritto: “Uno, non sono un giornalista, il merito dell’ eventuale scoop non sarebbe mio.Infatti, la cosa sembrerebbe strana anche a me, come si fa ad andare alla polizia e dire, scusate noi abbiamo capito che i cadaveri sono posizionati a formare delle lettere, io non ce la farei. Gli ha dato un bel coraggio! Forse aiutati dal fatto che marco è un reporter però ci sta, mi piace.
Due, mi sento a disagio solo a pensare di speculare su una cosa del genere!”
Modea72 ha scritto: Ragiono velocemente, mentre ci fa avanzare verso l’uscita.Anche qui, vedo perfettamente la scena, l'ansia di lei che ragiona alla velocità della luce e vuole saperne di più prima di essere allontanata. Sei molto brava.
Modea72 ha scritto: La R mancata è una vita ancora pulsante ed io mi sento totalmente appagata.Bella la frase finale.
Considerata la difficoltà di questo contest, il tuo racconto mi ha soddisfatto in pieno.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
9Grazie @Albascura,
sì, sono di Roma, oggi bella passeggiata ai fori imperiali, che meraviglia ma poi... come sappiamo, Roma non è solo centro storico, anzi. Un degrado inaccettabile.
Probabilmente hai ragione sulla maggiore linearità se tutto fosse stato visto e descritto dalla protagonista, ma ho pensato che l' interazione tra lei e il fidanzato rendesse più dinamica la risoluzione, anche grazie al confronto e poi volevo sottolineare una super vista che un po' avrebbe perso, se fosse stata sulla scena.
Contenta di essere riuscita a "mostrare" e non solo a descrivere e felicissima che ti sia piaciuto.
Grazie mille.
sì, sono di Roma, oggi bella passeggiata ai fori imperiali, che meraviglia ma poi... come sappiamo, Roma non è solo centro storico, anzi. Un degrado inaccettabile.
Albascura ha scritto: Mi ha scossaPuoi spiegarmi la correzione? La concordanza del verbo non è corretta con la pluralità dei soggetti?
Probabilmente hai ragione sulla maggiore linearità se tutto fosse stato visto e descritto dalla protagonista, ma ho pensato che l' interazione tra lei e il fidanzato rendesse più dinamica la risoluzione, anche grazie al confronto e poi volevo sottolineare una super vista che un po' avrebbe perso, se fosse stata sulla scena.
Albascura ha scritto: Ci sono anche delle telecamere, più di una. Proprio sul vialetto
Contenta di essere riuscita a "mostrare" e non solo a descrivere e felicissima che ti sia piaciuto.
Grazie mille.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
10Modea72 ha scritto: Puoi spiegarmi la correzione? La concordanza del verbo non è corretta con la pluralità dei soggetti?Hai ragione, ho letto male io
Il brivido e il clacson l' hanno scossa.
Non so per quale motivo ho preso in considerazione solo il colpo di clacson.
Come se tu avessi scritto:
Un brivido, uncolpo di clacson mi ha scossa.
Ma io l ho letto cosí, non so che giro mi ha fatto la mente.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
11Ti ringrazio, mi avevi fatto venire il dubbio, ma non trovavo riscontri.
Grazie ancora per il passaggio.
Grazie ancora per il passaggio.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
12@Modea72 ciao.
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Roma, amata e odiata dai romani.
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Non so se conosci questa frase, ma ci azzecca tanto! "Quod nun fecerunt barbari fecerunt Barberini"
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La maledici quando devi percorrerla nel traffico.
Alla prima periferia, la meraviglia cede il posto al degrado di una città sporca e caotica.
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Storia e monnezza!
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Sto tornando a casa da sola, Mario ha dovuto anticipare il turno, dovevamo approfittare dei musei gratuiti la prima domenica del mese, invece lo hanno chiamato per andare immediatamente con la troupe sul luogo di un omicidio. È la prima volta che capita, lui fa sempre servizi sui parlamentari, o su manifestazioni, ma la troupe che segue la cronaca nera era impegnata a seguire una retata.
Era emozionatissimo, ma dal messaggio che gli ho imposto di mandarmi, supplicandolo per delle foto, ho percepito disagio.
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Sei stringata e si coglie la giusta ansia.
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Non mi avrebbe ovviamente inviato nulla, mi ha solo confidato che era una donna sulla quarantina, incorniciata nel suo sangue.
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Quindi nella scena vi è tanto sangue...
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Sono scettica.
“Come ha fatto a portarla lì dentro senza essere visto? Non solo il bar sempre aperto, ma con il cancello chiuso… l’ha uccisa alla centrale, nascosta, sistemata e portata lì per la messinscena?”
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Ecco il particolare che ti è saltato di vista: Il sangue non può essere trasportato. Se sopra dici che il corpo era incorniciato nel sangue, per forza di cose è stata uccisa lì. Ma si lì non poteva essere a causa della gente, dovevi lasciare stare il sangue. Il corpo trasportato ucciso da altra parte non funziona.
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Mario mi guarda sbieco per il terzo grado, vedendo il mio sguardo serio, si concentra.
“in effetti potrebbero averla uccisa ieri sera, dentro la centrale, ma quindi qualcuno è rimasto dentro, strano, perché sicuramente c’è un allarme quando chiudono. Non sono riuscito a sentire praticamente nulla, ci hanno tenuti distanti. Ma hai visto in che posizione sta?”
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E la svista coinvolge pure Mario.
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“Siamo di fronte ad un serial killer dell’ alfabeto, a Roma? Impossibile, non ci sono tutti questi omicidi in città.
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Forse ci sono. Ma in ambienti della mala pieno.
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Mentre il maggiore ci chiede quali informazioni dobbiamo trasmettere, capta il mio sguardo carico di apprensione e stupore proiettato alle sue spalle.
È un attimo. Urla a un sottoposto di rigirare immediatamente la lavagna, che incautamente aveva esposto alla nostra vista.
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Dove li hanno fatti entrare? Dove si fanno le ricostruzioni è una zona interdetta! Va bene anche così!
“Eravamo venuti per dirvi che avevamo visto nelle pose di due cadaveri la P e la Q, che avevamo notato che erano avvenuti esattamente a quattro settimane di distanza e che erano posizionati vicino a dei musei. Ora ho visto la S, quindi ho capito che manca la R, ma vuol dire che sono stati compiuti altri due omicidi in un giorno.”
Il maggiore ci guarda con rinnovato rispetto, ma vuole liquidarci, premiandoci con qualche dettaglio.
“Noi abbiamo riconosciuto le lettere dopo diversi giorni, complimenti, comunque la S è la prima che abbiamo trovato, due mesi fa, sempre la prima domenica del mese.”
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Volevo ben dire!
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A quanto pare era veramente necessaria una super vista per riconoscere il tipo della vittima Q nelle immagini pubblicate per la vittima P.
Il killer che pensava di essere un’artista incompreso, voleva scrivere col sangue S.P.Q.R., un omaggio alla città e la convinzione che il popolo avrebbe apprezzato le sue opere, mai a suo parere comprese da chi si arrogava il diritto di giudicarle.
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Immagino che avranno fatto girare le foto segnaletiche, confrontato gli archivi, e sguinzagliato qualche decina di agenti. Ma il Killer è rimasto lì ad aspettarli... Non quadra il finale, Modea! Come ben immagino, la tagliola dei caratteri è stata implacabile.
Dipendente della cooperativa che gestisce la maggior parte dei plessi museali di Roma, si accordava con i colleghi per scambi turno che gli permettevano di girare più siti, avvelenava le vittime, prostitute con cui si appagava con disgusto, per poi operare sui loro corpi e creare delle lettere artistiche e sconvolgenti.
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la terza però l'ha massacrata a sangue, ricordati.
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La R mancata è una vita ancora pulsante ed io mi sento totalmente appagata.
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Però, facendo bene i conti, il killer avrebbe fatto in tempo anche a commettere il quarto omicidio, dato che, come detto sopra, per arrivare a lui, ci avrebbero messo del tempo e magari lui sarebbe potuto scappare e andare a Milano, a Firenze, e magari ci scappavano altre opere d'arte a suon di mazzate. Poteva essere una soluzione.. Comunque un bel lavoro..ciao
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Roma, amata e odiata dai romani.
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Non so se conosci questa frase, ma ci azzecca tanto! "Quod nun fecerunt barbari fecerunt Barberini"
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La maledici quando devi percorrerla nel traffico.
Alla prima periferia, la meraviglia cede il posto al degrado di una città sporca e caotica.
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Storia e monnezza!
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Sto tornando a casa da sola, Mario ha dovuto anticipare il turno, dovevamo approfittare dei musei gratuiti la prima domenica del mese, invece lo hanno chiamato per andare immediatamente con la troupe sul luogo di un omicidio. È la prima volta che capita, lui fa sempre servizi sui parlamentari, o su manifestazioni, ma la troupe che segue la cronaca nera era impegnata a seguire una retata.
Era emozionatissimo, ma dal messaggio che gli ho imposto di mandarmi, supplicandolo per delle foto, ho percepito disagio.
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Sei stringata e si coglie la giusta ansia.
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Non mi avrebbe ovviamente inviato nulla, mi ha solo confidato che era una donna sulla quarantina, incorniciata nel suo sangue.
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Quindi nella scena vi è tanto sangue...
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Sono scettica.
“Come ha fatto a portarla lì dentro senza essere visto? Non solo il bar sempre aperto, ma con il cancello chiuso… l’ha uccisa alla centrale, nascosta, sistemata e portata lì per la messinscena?”
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Ecco il particolare che ti è saltato di vista: Il sangue non può essere trasportato. Se sopra dici che il corpo era incorniciato nel sangue, per forza di cose è stata uccisa lì. Ma si lì non poteva essere a causa della gente, dovevi lasciare stare il sangue. Il corpo trasportato ucciso da altra parte non funziona.
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Mario mi guarda sbieco per il terzo grado, vedendo il mio sguardo serio, si concentra.
“in effetti potrebbero averla uccisa ieri sera, dentro la centrale, ma quindi qualcuno è rimasto dentro, strano, perché sicuramente c’è un allarme quando chiudono. Non sono riuscito a sentire praticamente nulla, ci hanno tenuti distanti. Ma hai visto in che posizione sta?”
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E la svista coinvolge pure Mario.
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“Siamo di fronte ad un serial killer dell’ alfabeto, a Roma? Impossibile, non ci sono tutti questi omicidi in città.
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Forse ci sono. Ma in ambienti della mala pieno.
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Mentre il maggiore ci chiede quali informazioni dobbiamo trasmettere, capta il mio sguardo carico di apprensione e stupore proiettato alle sue spalle.
È un attimo. Urla a un sottoposto di rigirare immediatamente la lavagna, che incautamente aveva esposto alla nostra vista.
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Dove li hanno fatti entrare? Dove si fanno le ricostruzioni è una zona interdetta! Va bene anche così!
“Eravamo venuti per dirvi che avevamo visto nelle pose di due cadaveri la P e la Q, che avevamo notato che erano avvenuti esattamente a quattro settimane di distanza e che erano posizionati vicino a dei musei. Ora ho visto la S, quindi ho capito che manca la R, ma vuol dire che sono stati compiuti altri due omicidi in un giorno.”
Il maggiore ci guarda con rinnovato rispetto, ma vuole liquidarci, premiandoci con qualche dettaglio.
“Noi abbiamo riconosciuto le lettere dopo diversi giorni, complimenti, comunque la S è la prima che abbiamo trovato, due mesi fa, sempre la prima domenica del mese.”
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Volevo ben dire!
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A quanto pare era veramente necessaria una super vista per riconoscere il tipo della vittima Q nelle immagini pubblicate per la vittima P.
Il killer che pensava di essere un’artista incompreso, voleva scrivere col sangue S.P.Q.R., un omaggio alla città e la convinzione che il popolo avrebbe apprezzato le sue opere, mai a suo parere comprese da chi si arrogava il diritto di giudicarle.
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Immagino che avranno fatto girare le foto segnaletiche, confrontato gli archivi, e sguinzagliato qualche decina di agenti. Ma il Killer è rimasto lì ad aspettarli... Non quadra il finale, Modea! Come ben immagino, la tagliola dei caratteri è stata implacabile.
Dipendente della cooperativa che gestisce la maggior parte dei plessi museali di Roma, si accordava con i colleghi per scambi turno che gli permettevano di girare più siti, avvelenava le vittime, prostitute con cui si appagava con disgusto, per poi operare sui loro corpi e creare delle lettere artistiche e sconvolgenti.
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la terza però l'ha massacrata a sangue, ricordati.
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La R mancata è una vita ancora pulsante ed io mi sento totalmente appagata.
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Però, facendo bene i conti, il killer avrebbe fatto in tempo anche a commettere il quarto omicidio, dato che, come detto sopra, per arrivare a lui, ci avrebbero messo del tempo e magari lui sarebbe potuto scappare e andare a Milano, a Firenze, e magari ci scappavano altre opere d'arte a suon di mazzate. Poteva essere una soluzione.. Comunque un bel lavoro..ciao
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
13Ciao @bestseller2020,
grazie per il passaggio.
Come sempre, sei implacabile, provo a rispondere ai tuoi appunti.
Avevo abbozzato un' idea non meglio elaborata, vista la mancanza di caratteri per approfondire, che all' interno dei musei portasse dei paravento/divisori pieghevoli, di minimo ingombro, con apposta la dicitura rossa su nastro giallo "non oltrepassare", li sistemava immediatamente prima dell' omicidio, a ridosso dell' entrata dei musei, facendosi aiutare dalla malcapitata prostituta, convinta di mettere in scena una fantasia sessuale.
Nascosti alla vista, in una decina di minuti avvelenamento, posizionamento, dissanguamento.
grazie per il passaggio.
Come sempre, sei implacabile, provo a rispondere ai tuoi appunti.
bestseller2020 ha scritto: Quod nun fecerunt barbari fecerunt BarberiniNon conoscevo, grazie.
bestseller2020 ha scritto: Se sopra dici che il corpo era incorniciato nel sangue, per forza di cose è stata uccisa lì.In realtà, nella mia idea, l'omicida portava le donne sul luogo, le avvelenava con sostanza ad effetto immediato e, prima del livor mortis, le posizionava e le tagliava in più punti per dissanguarle.
Avevo abbozzato un' idea non meglio elaborata, vista la mancanza di caratteri per approfondire, che all' interno dei musei portasse dei paravento/divisori pieghevoli, di minimo ingombro, con apposta la dicitura rossa su nastro giallo "non oltrepassare", li sistemava immediatamente prima dell' omicidio, a ridosso dell' entrata dei musei, facendosi aiutare dalla malcapitata prostituta, convinta di mettere in scena una fantasia sessuale.
Nascosti alla vista, in una decina di minuti avvelenamento, posizionamento, dissanguamento.
bestseller2020 ha scritto: Dove li hanno fatti entrare? Dove si fanno le ricostruzioni è una zona interdettaBeh, sì, immagino, ma viene concesso in film e serie quotate... è pur sempre un racconto e, a mia difesa, la ricostruzione doveva essere girata, per questo il Maggiore si infuria quando vede che la lavagna è stata incautamente girata.
bestseller2020 ha scritto: Immagino che avranno fatto girare le foto segnaletiche, confrontato gli archivi, e sguinzagliato qualche decina di agentiMa proprio questo è il fulcro del mio racconto! La protagonista, detective per caso, è dotata di capacità visive e di collegamento dei particolari assolutamente fuori dalla norma. L'assassino era stato ripreso sul luogo del secondo delitto e lei, vedendo la foto on line, riesce a riconoscerlo, il fidanzato, pur imbeccato da lei, non riesce a riconoscerlo.
bestseller2020 ha scritto: Però, facendo bene i conti, il killer avrebbe fatto in tempo anche a commettere il quarto omicidioNon ho capito se mi stai suggerendo un finale diverso, ma nei miei tempi non avrebbe potuto, loro vanno subito dopo il terzo omicidio dai Ris e il killer sta uccidendo ogni prima domenica del mese.
bestseller2020 ha scritto: Comunque un bel lavoro..ciaoGrazieeee
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
14Modea72 ha scritto: davanti la Centrale Montemartini,alla
Modea72 ha scritto: Mario mi guarda sbieco per il terzo grado,non so, forse è un refuso. Comunque o mi guarda di sbieco o mi guarda bieco, ma il significato non è proprio lo stesso
Ottima l'idea degli investigatori dilettanti, pregevole l'ambientazione romana e buona anche la "super-vista", un dettaglio inconsueto che dà un tocco di originalità senza introdurre elementi fantascientifici: esistono persone dotate di particolari capacità percettive.
Ci sono però anche un paio di errori grossolani, che tuttavia possono essere risolti senza snaturare il racconto. Il primo è quello del sangue che circonda la vittima Q: se l'omicidio è avvenuto in altro luogo la quantità di sangue nella sede del ritrovamento sarà minima. Tra l'altro in seguito dici che avvelenava le vittime, quindi il sangue non c'entra proprio.
Il secondo è la presenza dell'omicida sulla scena del crimine a contatto con i tecnici della scientifica: l'area di un crimine viene delimitata da un nastro, che tu stessa nomini, e nessuno che non sia addetto ai lavori può accedervi. La polizia però riprende sempre il capannello di curiosi che si accalca al di là del nastro, perché l'espressione fin troppo abusata dell'assassino che torna sul luogo del delitto ha un fondo di verità, soprattutto nel caso dei serial killer. Fai fare anche a Mario una ripresa del pubblico ed ecco che il particolare si aggiusta.
Come altri, anche tu per mancanza di caratteri arrivi a un finale troppo sbrigativo e in forma di racconto-spiegone che guasta un po' l'andamento in "presa diretta" a cui si deve fin lì la freschezza e la vivacità della narrazione.
Nel complesso un lavoro per molti versi apprezzabile, con alcuni difetti; nell'ottica di una futura revisione senza vincoli di spazio, a mio avviso puoi risolvere quei difetti e dare piena dignità a un racconto che la merita.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
15Grazie grazie @Marcello per gli apprezzamenti e per i consigli.
Inizialmente avevo scritto "di sbieco", poi ho tolto il "di" perché, nelle mie intenzioni, diventava l'inclinazione del volto, lo sguardo traverso, che lasciava perplesso il soggetto, ma comprendo che sia stato così solo nella mia testa, è corretto "di sbieco".
Sicuramente mi mancano conoscenze mediche ed investigative, cercarle al volo on line, riempie a malapena il fondo delle lacune.
Avevo immaginato avvelenamento perché potesse poi, subito dopo, infierire sul corpo in "modo artistico", mentre altri metodi avrebbero lasciato segni diversi sulla vittima. Non ho trovato quanto sangue riesca ancora a scorrere, prima di arrivare al livor mortis.
La protagonista lo riconosce poi un una foto on line in una non meglio specificata immagine, qui per me, era praticamente minimamente visibile, forse camuffato, tra il capanello di curiosi.
Ecco, se questo non risulta chiaro, mi spiace proprio tanto e dovrò studiare bene come rimediare.
Sullo spiegone finale, non posso che darti ragione, alla fine ho scelto di tagliare su questa parte, avevo dato tutti gli indizi, rimando addirittura ad uno speciale TV, le spiegazioni dettagliate, qui lasciate alla sola immaginazione del lettore.
Rileggerò per capire come aggiustare il tiro, anche se alla fine, non ci rimetto mai mano, arriverà un giorno, che li sistemo tutti!
Grazie ancora!
Inizialmente avevo scritto "di sbieco", poi ho tolto il "di" perché, nelle mie intenzioni, diventava l'inclinazione del volto, lo sguardo traverso, che lasciava perplesso il soggetto, ma comprendo che sia stato così solo nella mia testa, è corretto "di sbieco".
Sicuramente mi mancano conoscenze mediche ed investigative, cercarle al volo on line, riempie a malapena il fondo delle lacune.
Avevo immaginato avvelenamento perché potesse poi, subito dopo, infierire sul corpo in "modo artistico", mentre altri metodi avrebbero lasciato segni diversi sulla vittima. Non ho trovato quanto sangue riesca ancora a scorrere, prima di arrivare al livor mortis.
Marcello ha scritto: secondo è la presenza dell'omicida sulla scena del crimine a contatto con i tecnici della scientifica: l'area di un crimine viene delimitata da un nastroQui pensavo di essere stata brava. Nel delitto principale l'assassino viene collegato alla vittima sulla lavagna e lo stesso risultava presente sulla scena del crimine, dando di matto perché urlava che non dovevano toccare nulla e fare le fotografie, perché era colui che risultava avere trovato il corpo, persona che lavora per i plessi museali e che era di turno in quel sito. Mario lo riprende prima dell' arrivo dei Ris e pensavo di confondere il lettore, che poteva immaginare un esaltato che ripeteva quanto ascoltato mila volte nei polizieschi.
La protagonista lo riconosce poi un una foto on line in una non meglio specificata immagine, qui per me, era praticamente minimamente visibile, forse camuffato, tra il capanello di curiosi.
Ecco, se questo non risulta chiaro, mi spiace proprio tanto e dovrò studiare bene come rimediare.
Sullo spiegone finale, non posso che darti ragione, alla fine ho scelto di tagliare su questa parte, avevo dato tutti gli indizi, rimando addirittura ad uno speciale TV, le spiegazioni dettagliate, qui lasciate alla sola immaginazione del lettore.
Rileggerò per capire come aggiustare il tiro, anche se alla fine, non ci rimetto mai mano, arriverà un giorno, che li sistemo tutti!
Grazie ancora!
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
16Ciao @Modea72
Mi è piaciuto lo stile, la scansione delle scene che fa pensare a una macchina da presa. E bene hai fatto a scegliere il presente indicativo perché in questo modo ogni cosa prende vita e noi siamo proprio lì, dove tutto accade.
Meno convincente la struttura che arriva a una conclusione più che affrettata, direi proprio mancata. E non per ragioni di spazio.
Eppure nel racconto ci sono intuizioni molto interessanti, che però restano a livello embrionale.
Spiego.
Hai sentito il bisogno di riconoscere a Roma un ruolo che va oltre quello di semplice sfondo. Ottimo. E infatti hai scelto un luogo straordinario: la Centrale Montemartini, dove magicamente il tempo si avviluppa su se stesso, mettendo in scena una coniugazione stupefacente del concetto di eternità.
È sempre Roma, cerniera immortale tra passato e presente.
Spunto davvero intrigante, viene da chiedersi perché mai l’assassino, che da addetto alla sorveglianza (o qualsiasi altra mansione avesse) aveva accesso libero, non abbia collocato la vittima all’interno, opera tra le opere, magari usando un falso furgoncino delle pulizie.
Sarebbe bastato questo per rendere esplicito il suo anelito all’immortalità e dunque il movente.
Uno speciale sui tristi accadimenti, dunque pure sulla Centrale, un’inquadratura del sorvegliante ed ecco che la super vista coglie il particolare, collega, ricuce e deduce. Nessun bisogno di spiegoni.
Vorrei evitare il mefitico pippone su Realtà&Rappresentazione, ma come faccio? Hai cominciato tu.
Mario. È un giornalista, cioè un raccontatore di accaduti. E lavora con una troupe per le riprese, pure loro narratori, ma per immagini. Il mondo vede (non guarda) e crede di sapere... devo continuare?
Ultima osservazione: la monnezza (l’immondizia n.d.t.).
Difficile pensare a Roma senza tirarla in ballo. E tu l’hai fatto, perché pure quella, a modo suo, è storia. Di tutti, ma poi di nessuno, dato che se ne sono liberati (o avrebbero voluto). Rifiuti. Come le prostitute dell’artista assassino.
Ma pure questa l’hai usata solo nell’incipit, accoppiata alle lamentiadi per il traffico e morta lì. Peccato.
È tutto collegato, @Modea72 e tu in qualche modo lo sapevi.
Hai avuto per le mani un diamante, ma l’hai trattato come un anello di totano in pastella.
Buono, per carità, ma non brilla come potrebbe.
Mi è piaciuto lo stile, la scansione delle scene che fa pensare a una macchina da presa. E bene hai fatto a scegliere il presente indicativo perché in questo modo ogni cosa prende vita e noi siamo proprio lì, dove tutto accade.
Meno convincente la struttura che arriva a una conclusione più che affrettata, direi proprio mancata. E non per ragioni di spazio.
Eppure nel racconto ci sono intuizioni molto interessanti, che però restano a livello embrionale.
Spiego.
Hai sentito il bisogno di riconoscere a Roma un ruolo che va oltre quello di semplice sfondo. Ottimo. E infatti hai scelto un luogo straordinario: la Centrale Montemartini, dove magicamente il tempo si avviluppa su se stesso, mettendo in scena una coniugazione stupefacente del concetto di eternità.
È sempre Roma, cerniera immortale tra passato e presente.
Spunto davvero intrigante, viene da chiedersi perché mai l’assassino, che da addetto alla sorveglianza (o qualsiasi altra mansione avesse) aveva accesso libero, non abbia collocato la vittima all’interno, opera tra le opere, magari usando un falso furgoncino delle pulizie.
Sarebbe bastato questo per rendere esplicito il suo anelito all’immortalità e dunque il movente.
Uno speciale sui tristi accadimenti, dunque pure sulla Centrale, un’inquadratura del sorvegliante ed ecco che la super vista coglie il particolare, collega, ricuce e deduce. Nessun bisogno di spiegoni.
Vorrei evitare il mefitico pippone su Realtà&Rappresentazione, ma come faccio? Hai cominciato tu.
Mario. È un giornalista, cioè un raccontatore di accaduti. E lavora con una troupe per le riprese, pure loro narratori, ma per immagini. Il mondo vede (non guarda) e crede di sapere... devo continuare?
Ultima osservazione: la monnezza (l’immondizia n.d.t.).
Difficile pensare a Roma senza tirarla in ballo. E tu l’hai fatto, perché pure quella, a modo suo, è storia. Di tutti, ma poi di nessuno, dato che se ne sono liberati (o avrebbero voluto). Rifiuti. Come le prostitute dell’artista assassino.
Ma pure questa l’hai usata solo nell’incipit, accoppiata alle lamentiadi per il traffico e morta lì. Peccato.
È tutto collegato, @Modea72 e tu in qualche modo lo sapevi.
Hai avuto per le mani un diamante, ma l’hai trattato come un anello di totano in pastella.
Buono, per carità, ma non brilla come potrebbe.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
17Ciao @aladicorvo
grazie per tutti questi spunti interessanti.
I cadaveri all' interno mi sarebbe piaciuto, ma trovavo difficile giustificarlo per gli altri delitti, sarebbe stato molto più facile intuire che fosse qualcuno dei dipendenti, quindi mi sembrava una motivazione credibile per l'assassino.
La considerazione su Mario, che comunque è un cineoperatore/montatore e non un giornalista, come lui stesso specifica, anche per giustificare che preferisca andare alla polizia, non l'ho capita, quindi...
Mi fa piacere che tu abbia colto il riferimento alle prostitute.
Sicuramente devo imparare a gestire il testo per fare trarre le giuste considerazioni al lettore ma, facendo tesoro di precedenti consigli, che mi suggerivano di non imbeccare troppo, pensavo fosse una buona scelta, per fare intuire lo scenario e la mentalità dell' assassino.
Grazie di tutti i consigli, mai scritto un giallo, mi hai fornito ottimi spunti di riflessione.
A presto.
grazie per tutti questi spunti interessanti.
I cadaveri all' interno mi sarebbe piaciuto, ma trovavo difficile giustificarlo per gli altri delitti, sarebbe stato molto più facile intuire che fosse qualcuno dei dipendenti, quindi mi sembrava una motivazione credibile per l'assassino.
La considerazione su Mario, che comunque è un cineoperatore/montatore e non un giornalista, come lui stesso specifica, anche per giustificare che preferisca andare alla polizia, non l'ho capita, quindi...
aladicorvo ha scritto: devo continuare?Sì... per favore
Mi fa piacere che tu abbia colto il riferimento alle prostitute.
Sicuramente devo imparare a gestire il testo per fare trarre le giuste considerazioni al lettore ma, facendo tesoro di precedenti consigli, che mi suggerivano di non imbeccare troppo, pensavo fosse una buona scelta, per fare intuire lo scenario e la mentalità dell' assassino.
Grazie di tutti i consigli, mai scritto un giallo, mi hai fornito ottimi spunti di riflessione.
A presto.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
18Ciao @Modea72 Ho letto con interesse il tuo racconto e ho trovato anch'io una bella idea. La improvvisata detective per un attimo mi ha ricordato la serie Morgane, della quale ho visto diversi episodi, in cui una cittadina dotata di un'intelligenza sopra la norma collabora con la polizia per risolvere casi di omicidio.
Sono d'accordo sugli avvenimenti che si susseguono con troppa rapidità, causa i pochi caratteri a disposizione.
Purtroppo non sono mai stato alla centrale montermartini, però trovo un po' strano che non ci siano state telecamere di videosorveglianza sparse dentro e fuori il museo. Ormai viviamo in un'epoca nella quale siamo perennemente controllati. Altro dubbio che percepisco in alcuni passaggi, sempre riferito all'attualità, riguarda la smania da parte dei giornali, soprattutto locali, per le notizie di cronaca nera. Un delitto efferato, tiene l'interesse dell'opinione pubblica per molto tempo, se non si risolve. Forse 28 giorni sono pochi per per far decantare la notizia. Mi immagino che con l'omicidio della Q il collegamento da parte di tutti, soprattutto dei giornali sia immediato, la comunanza del museo, la messinscena, è difficile che sfugga qualcosa all'opinione pubblica. Poi un mese ancora prima ce n'è stato un altro, la S. Sembra strano che non la ricordino. Insomma, il terrore di un serial Killer in giro credo che getti letteralmente nel panico chiunque, soprattutto se ci si sente un potenziale bersaglio. La coppia di detective alla fine non penso che abbia fatto una scoperta così eclatante, in virtù del mondo in cui viviamo. Sono riflessioni che nulla tolgono alla bellezza del tuo racconto. Chissà, magari ambientato in un'altra epoca...
Comunque ho apprezzato la tua capacità di scrittura, sempre fresca e coinvolgente.
A rileggerti
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
19Grazie @Kasimiro,
sicuramente ci sono punti che avrei dovuto strutturare con molto più tempo a disposizione, oltre che con molti più caratteri.
Di gialli ne ho letti tanti e di serie sul genere ne ho viste un' infinità, ma non ho nessuna competenza in merito ed ogni passaggio avrebbe meritato uno studio approfondito; figurati che ho perso tempo per cercare i nomi dei gradi nei ris, idem per trovare il nome della loro caserma a Roma!
Alle telecamere per esempio, che mi hanno già fatto notare, non avevo pensato. In linea generale avevo scelto un omicida che agisse dall' interno per fare intuire al lettore che avesse la possibilità di bypassare i vari intoppi sulla scelta del luogo.
Sul precedente omicidio, per evitare il collegamento immediato, avevo scritto che nessuno aveva visto un' altra lettera, a parte i Ris che avevano mantenuto il riserbo a riguardo.
Il corpo a S mi facilitava il fatto che poteva non essere nemmeno essere stato colto come omicidio, una posizione naturale, il primo della serie, solo gli inquirenti avevano collegato.
Posso dirti che ho sviluppato l'idea dell' acronimo SPQR successivamente a questa scelta.
Infine, la notizia succulenta per i giornalisti è sicuramente viva, ma i fatti si svolgono in due giorni.
Questo, tutto ciò che avevo in testa, ma chiaramente non sono riuscita a precisarlo bene nel racconto e, come già ammesso, per una credibilità migliore, sicuramente avrei dovuto studiare i passaggi con altri tempi.
Grazie per i vari spunti.
A presto
sicuramente ci sono punti che avrei dovuto strutturare con molto più tempo a disposizione, oltre che con molti più caratteri.
Di gialli ne ho letti tanti e di serie sul genere ne ho viste un' infinità, ma non ho nessuna competenza in merito ed ogni passaggio avrebbe meritato uno studio approfondito; figurati che ho perso tempo per cercare i nomi dei gradi nei ris, idem per trovare il nome della loro caserma a Roma!
Alle telecamere per esempio, che mi hanno già fatto notare, non avevo pensato. In linea generale avevo scelto un omicida che agisse dall' interno per fare intuire al lettore che avesse la possibilità di bypassare i vari intoppi sulla scelta del luogo.
Sul precedente omicidio, per evitare il collegamento immediato, avevo scritto che nessuno aveva visto un' altra lettera, a parte i Ris che avevano mantenuto il riserbo a riguardo.
Il corpo a S mi facilitava il fatto che poteva non essere nemmeno essere stato colto come omicidio, una posizione naturale, il primo della serie, solo gli inquirenti avevano collegato.
Posso dirti che ho sviluppato l'idea dell' acronimo SPQR successivamente a questa scelta.
Infine, la notizia succulenta per i giornalisti è sicuramente viva, ma i fatti si svolgono in due giorni.
Questo, tutto ciò che avevo in testa, ma chiaramente non sono riuscita a precisarlo bene nel racconto e, come già ammesso, per una credibilità migliore, sicuramente avrei dovuto studiare i passaggi con altri tempi.
Grazie per i vari spunti.
A presto
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
20Modea72 ha scritto: Graditissimo il tuo augurio, ma oltre a sognarlo, non saprei proprio neanche come propormiMettiti d'impegno a scrivere almeno una ventina di racconti/episodi ben articolati, dove la protagonista si avvale di questa sua caratteristica, a mano a mano prova a postarne alcuni qui e vedi le prime reazioni; a lavoro ultimato ti affidi a un Editor professionista e poi parti alla ricerca di una Ce. Detta così sembra semplice e so che non lo è, però ricorda sempre che se non ti dai un obiettivo da perseguire non raggiunerai alcuna meta. Lavora con determinazione, tutto è realizzabile.
Re: [Lab12] L’opera incompiuta
21@Adel J. Pellitteri grazie per il tuo entusiasmo e incoraggiamento!!!!