commento
Le montagne della nebbia di @Joyopi
Sequel del racconto Un meraviglioso Natale, di @paolasenzalai
Genere: Fantascienza (sottogenere: Fantascienza-Soft)
— Sai, non ti ho mai dimenticato — disse Maria parlando sottovoce con le labbra poggiate sulla barba di Babbo Natale che, ormai era lampante, era Luca, il ragazzo di tanti anni prima che aveva smesso di frequentare.
— Hai una bella famiglia — disse Luca guardando il movimento intorno a loro, al quale si era aggiunto un turbinio di altre persone, adulti e una miriade di bambini urlanti e sorridenti che si avvicinavano a bocca aperta alla slitta, accarezzando le renne che fremevano in tutto il corpo con guizzi nervosi al contatto di quelle manine.
— Bene, bene, bimbi belli! So che siete stati tutti buoni ! — disse Luca alzandosi sulla slitta e alterando la sua voce come prima mentre si cenava, assumendo l’atteggiamento di un Babbo Natale, distribuendo graziosi pacchetti a tutti, prelevandoli dal retro della sua slitta.
Oh! — disse Maria. — Devo aver bevuto un po’ troppo. Vedo che i regali, per quanti ne dai, non hanno mai fine! Com’è possibile?
— Tutto è possibile!
— Ma davvero hai ricevuto quella lettera strampalata che ti ho scritto?
— Mai ricevuto lettere. Ma so tutto.
— Io vorrei chiederti tante cose — continuò Maria, aiutando a distribuire i doni, fingendo di non vedere che Giò e sua sorella gemella Rachele avevano prelevato regali diverse volte, nascondendo i pacchetti dietro la siepe che delimitava la casa del nonno e ricominciando il giro con gli altri bambini.
— Tieni vicini i nipoti — diceva Luca, facendo loro l’occhiolino.
— Se è per quello hanno già ricevuto regali in abbondanza.
— Non ancora.
— Cosa vuoi dire?
— Fidati di me. Dunque tu mi ami ancora come ai vecchi tempi?
Il nonno in quel momento cominciò a starnutire, batté le mani come a voler ingiungere alla parentela di rientrare a casa e piano piano si entrava tutti dentro al caldo. Dalla folla di bambini del vicinato, che non aveva intenzione di diradarsi, scattavano foto con il cellulare. Luca si metteva allegramente in posa.
— Fate, fate — diceva. Poi rivolgendosi a Maria — Tanto non vedranno niente nelle foto!
Qualche bambino infatti si lamentava guardando lo schermo — Ma perché si vede solo la slitta?
Luca rideva, simpatico. — Non preoccuparti bel bambino! Un giorno vedrai tutto!
— Ma io voglio adesso!
— Fidati di Babbo Natale! Un giorno vedrai tutto! Ti fidi?
— Uhm… Sì!
— Sono estremamente contento allora!
Poi, volgendosi verso Maria — Torniamo a noi. Non ho molto tempo.
— Non mi dire che te ne devi andare! Siamo rimasti troppo tempo senza vederci!
— Questo è vero. Dobbiamo recuperare il tempo perduto. Tu saresti d’accordo?
— Io certo che sì. Che intenzioni avresti?
— Quello che ti ho detto. Ritornare dal principio. E anche di più.
— Spiegati meglio. È che ho bevuto un po’, poi mi sono anche sentita male. Ma con te sto bene.
— Sono contento. Voglio farti vedere una cosa. È una sorpresa. Chiudi gli occhi.
— Una sorpresa per me?
— Solo per te.
Maria chiuse gli occhi.
— Ora puoi aprirli.
Maria si ritrovò china in un angolo appartato della siepe con in mano un pacchetto che stava scartando. Al suo fianco vide Giò che la osservava con attenzione negli occhi. Maria si sentiva strana. Si accorse di indossare la calda e colorata tuta ginnica con felpa imbottita della nipotina Rachele e avvertiva uno strano profumo dolciastro emanare dai vestiti.
Giò rovistò nei vari pacchi, ne scartò uno ed estrasse uno specchio da dama del Settecento in plastica, mettendolo in faccia a Maria.
— Guarda come sei ora! — le disse Giò con la sua voce squillante che quasi le ferì i timpani. Non l’aveva mai sentita con quella intensità.
Quella era la faccia della nipotina Rachele! Maria cacciò un urlo.
— Oh Luca! Ma cosa…
— Oh no! Io ora sono il tuo fratellino gemello Giò. E tu la mia dispettosa e cara sorellina gemella Rachele. Che ne dici?
Maria si alzò all’improvviso, come se avesse fuoco sotto i piedi. Guardò oltre la siepe.
— Ma quelli…
— Siamo noi. Ma più avanti negli anni.
— Ma noi…
— Noi siamo i tuoi nipotini.
— Ma Giò e Rachela dove sono?
— Non preoccuparti: non gli è successo niente.
— Come sarebbe?
— Continuano a scartare regali in uno degli infiniti mondi. Da qui all’eternità.
— Luca! Ho paura! Chi sei? Cosa hai fatto?
Venne Marta, la sorella più grande di Giò e Rachela, quella che si lasciava e ritornava in continuazione con quello spilungone di Marco.
— Ma che bravi imbroglioni che siete! Dovreste vergognarvi! — disse.
— Di cosa? — rispose con una bellissima faccia tosta Luca-Giò.
— Siete dei ladruncoli!
— Questo è niente! Se le cose andranno come penso ne dovrai vedere ancora delle belle!
— Sei il solito antipatico! — disse Marta mostrandogli la lingua.
Luca-Giò ricambiò sfoderando una linguaccia rossa.
— Un antipatico mostriciattolo! — disse Marta e poi rivolta a Maria-Rachele
— Una volta tanto la gemella non ti ha imitato. Forse lei sta crescendo. Le femmine crescono sempre prima dei maschi! Si sa! — E rientrò in casa.
— Non c’è molto tempo Maria! — disse Luca.
— Ma per cosa?
— Se vuoi resteremo così. Cresceremo assieme!
— Ma Giò e Rachele dove sono?
— Qui. Adesso siamo noi qui. Loro continuano a vivere da un'altra parte.
— Ma io non ti capisco!
— Ti spiegherò con calma. Capirai tutto.
— Ma loro? — Maria-Rachele indicò il Babbo Natale e la Maria anziani.
— Posso portare solo uno per volta. Quella Maria ora deve andare.
— Ma noi qui, così! È orribile!
— Immagino. Ma non è così. Devi fidarti di me.
— Ma tu chi sei… Luca?
— Sempre io. Ma un tempo non ho rispettato la mia vita. Diciamo che me ne sono andato prima del tempo. Qualcuno mi ha fatto capire che avevo sbagliato, mi ha permesso di continuare, di arrivare a questo momento. Che io volevo. A volte viene concesso di tornare, di ricominciare. Vuoi ricominciare con me?
— Ma così!
— Non sono io che decido — Luca-Giò le prese il mento tra pollice e indice.
— Te lo chiedo un’ultima volta, il tempo è scaduto: vuoi ricominciare con me?
Maria-Rachele si guardò attorno affranta.
— Sì ! — rispose come fosse l’ultimo sospiro.
Si sentì una folata di vento gelido, un ohh!!! di meraviglia che sembrava starci bene con quello strano Natale. La slitta con le renne si era alzata in volo, fece un giro sopra il paese, con la Maria anziana che salutava felice, imitata dal Luca Babbo Natale, poi si innalzarono in cielo fino a diventare un puntino.
— Andiamo bambini, torniamo a casa! — disse il nonno.
Giò e Rachele, contrariamente alle loro abitudini, si alzarono obbedienti e rientrarono in casa tenendosi per mano e lanciandosi ogni tanto uno sguardo.
[CN23-2] Un meraviglioso Natale
1Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)