massimopud ha scritto: u ti ritieni corresponsabile dei lager, di Hiroshima, dei gulag o di altri genocidi avvenuti nel corso della storia?
Siamo tutti colpevoli? Non assolvere il genere umano in toto, significa non assolvere noi stessi, i nostri genitori, i nostri figli, per crimini commessi da altri, francamente mi pare assurdo, un po' come se per un omicidio commesso da un delinquente dovessimo andare in galera tutti quanti.
Su questo sono del tutto d'accordo. Ognuno deve prendersi le
sue responsabilità, non quelle del vicino, del connazionale, tantomeno del genitore. Non condanno il genere umano per Hiroshima o altri orrori simili, solo i diretti responsabili (che dovevano andare in galera).
massimopud ha scritto: Le responsabilità sono sempre individuali, colpevolizzare tutti indiscriminatamente è, oltre che sbagliato, anche pericolos
Più che d'accordo su questo. Il punto qui è diverso. Non è un singolo uomo a danneggiare l'ambiente, né le multinazionali o i "poteri forti" (sebbene abbiano spesso grosse responsabilità). Siamo tutti, perché ognuno di noi fa ogni giorno qualcosa che danneggia il pianeta, e va dalla mancata raccolta differenziata (vivo in un condominio di diciotto famiglie, e siamo forse in 3-4 a farla), al riscaldamento o al condizionatore eccessivo e non necessario, all'acquisto di vestiti economici da aziende che oltre a sfruttare i lavoratori usano sostanze nocive, all'uso dell'auto per fare mezzo chilometro. Spesso si fa senza nemmeno saperlo (e mi ci metto anch'io, non mi considero certo superiore, perché tante cose le ho imparate solo di recente), quindi non è una colpa, ma è un dato di fatto, e l'eliminazione della fauna selvatica per proteggere l'economia è solo la punta dell'iceberg (lo so, è una frase fatta, ma rende l'idea).
massimopud ha scritto: Neanch'io ho le statistiche, ma scommetto un euro sul contrario, almeno in grandi metropoli come Londra, New York, Parigi: ogni mattina ripescavano i cadaveri nei fiumi. Non facciamoci fregare dal velo romantico del tempo: il nostro passato è oscuro, di solito anche peggio del presente.
Un euro lo posso anche scommettere (posso permettermelo)
I dati sono difficili da trovare e valutare, perché i suicidi fanno poca notizia. Qualche anno fa un ragazzo si è buttato da un condominio a mezzo chilometro da me, ma la notizia non è neanche finita sui giornali (l'ho scoperto per altre vie). Il punto è che proprio perché la vita quotidiana uno o due secoli fa era più difficile, con problemi più immediati e concreti, quelli personali finivano in secondo piano. Se stai morendo di fame, non pensi alla tristezza della tua condizione di affamato, ma a procurarti in fretta qualcosa da mangiare.
Ippolita ha scritto: Su quali basi scientifiche certe, dunque, affermare che la Terra di questo passo sarà un deserto? I segnali di un cambiamento di tendenza sono ben visibili, anche se non distribuiti in modo uniforme sul mappamondo.
Oggi per combinazione è l'Earth Overshoot Day (mi si perdoni l'anglicismo, ma così è conosciuto) cioè il giorno in cui abbiamo esaurito le risorse mondiali per quest'anno. E siamo al 2 agosto... Nei prossimi anni questo giorno verrà sempre prima, finché le risorse non le avremo esaurite in anticipo di anni. Non è ambientalismo (anzi, non amo affatto certe espressioni estreme ambientaliste, come buttare vernice su quadri e monumenti) è un dato di fatto. È quasi una cosa banale da contabili: noi siamo un tot, consumiamo un tot, le risorse sono meno, quindi: qualcuno resta fuori, e il pianeta si consuma. Sono dati concreti, non idee. La Terra sarà un deserto perché non ci sono risorse per tutti, gli esseri umani aumenteranno per un po' (decenni, magari, ma è niente sul lungo periodo) ma poi inizieranno a morire di fame e pandemie. Molti luoghi diventeranno invivibili, il deserto avanzerà, le terre coltivabili diminuiranno, l'acqua potabile sarà sempre più difficile da trovare, le specie animali non utili al cibo o al commercio spariranno. Non è uno scenario reale, è solo ciò che succederà se si continua su questa linea d'azione mirata solo al profitto. Il tempo e il modo di cambiare le cose c'è ancora, e forse hanno ragione quelli che protestano, anche in modi discutibili, per far sì che quel tempo non sia rimandato all'infinito.