Tiratura piccole case editrici

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Ho ricevuto due proposte editoriali da due piccole case editrici free - nessuna spesa di nessun tipo da parte mia - ed entrambe, come tiratura, indicano solo un centinaio di copie. Ma ha senso pubblicare un libro così? A me sembra una dichiarazione di intenti che non ci sarà nessun investimento sulla promozione, che tanto almeno due terzi delle copie le compreranno miei amici e conoscenti, loro rientreranno dei costi in questo modo e buonanotte. Alla manfrina "se venderà bene ci sarà una ristampa" non ci credo.

Volevo chiedervi se per vostra esperienza tutte le piccole-medie case editrici fanno così. Secondo voi quale dovrebbe essere la tiratura minima per un volume, per rassicurarvi che ci sarà una vera distribuzione e promozione (cioè un vero investimento da parte della case editrice)?

Re: Tiratura piccole case editrici

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Darksy ha scritto: nessuna spesa di nessun tipo da parte mia - ed entrambe, come tiratura, indicano solo un centinaio di copie. Ma ha senso pubblicare un libro così?
Purtroppo mi pare che per le piccole e medie CE sia la norma.
Ti porto un esempio: io ho pubblicato il primo volume di una serie con una piccola CE, non so nemmeno la tiratura iniziale ma c'erano preordini da diverse librerie. Per il secondo volume ce n'erano molti meno, quindi a tutt'ora (dopo quasi un anno) il volume cartaceo non è nemmeno stato stampato.
La maggior parte dei contratti lascia ampio margine alle CE per decidere quante copie stampare, quindi spesso si trova non un numero certo e stabilito ma solo le royalties crescenti in base alle copie vendute. Alla domanda se abbia senso pubblicare un libro così, mi tocca risponderti che l'alternativa è non pubblicare proprio, a meno di non arrivare a una big, che preventiva migliaia di copie ma anche la relativa promozione per venderle.
Avendo esperienza con tre CE medio-piccole diverse, posso dire che è un problema diffuso, e che la tiratura minima significa ben poco: se il libro va bene verrà ristampato (ma come giustamente hai notato, senza promozione è molto difficile che accada) se va male gran parte delle copie in eccedenza finirà al macero. La tiratura, a mio parere, fa poca differenza se non c'è un investimento serio nel promuovere il libro
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
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Re: Tiratura piccole case editrici

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@Darksy e @Silverwillow   La mia esperienza è ancora diversa. Io ho pubblicato con tre diverse CE, ovviamente piccole, nessuna delle quali prevedeva in contratto una tiratura, perché usavano il print on demand, che credo sia una tattica che va tuttora per la maggiore, perché il costo del libro viene pagato prima della stampa, copia per copia, dall'acquirente. Queste CE in genere non fanno il benché minimo investimento, perché non fanno editing e correzione di bozze, e quando lo fanno pagano agli scalcagnati free-lance di turno la miseria di 50 centesimi a cartella, se pure li pagano. Se pure pagano le royalties agli autori. Se pure pagano le tasse. In genere pubblicano tutto quello che arriva, raccattano il ricavo delle venti o trenta copie che ogni autore riesce a piazzare a parenti e amici, stanno in piedi per due o tre anni e poi svaniscono, per ricominciare con un altro marchio. Spesso sono collegate a case editrici di maggiori dimensioni, ma sempre poco titolate, da cui si fanno inviare le opere degli esordienti scartate, spesso senza essere neanche lette. So di CE di questo tipo che pubblicano, in un  anno, anche trecento titoli e non pagano nessuno, tranne la stampa che, come dicevo prima, è pagata in anticipo dagli acquirenti. Con una di queste, con cui avevo pubblicato senza avere incassato un centesimo, mi sono scontrato sul vecchio WD: dopo aver minacciato ridicole querele, hanno chiesto e ottenuto la cancellazione della discussione. Questo è quanto. 
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: Tiratura piccole case editrici

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Cheguevara ha scritto: Se pure pagano le royalties agli autori. Se pure pagano le tasse. In genere pubblicano tutto quello che arriva, raccattano il ricavo delle venti o trenta copie che ogni autore riesce a piazzare a parenti e amici, stanno in piedi per due o tre anni e poi svaniscono, per ricominciare con un altro marchio.
La  mia esperienza è un po' diversa. In due casi erano CE piccole, ma che fanno una rigida selezione (non è facile né scontato essere accettati). La vendita dei libri cartacei non è on-demand ma punta su preordini in libreria e fiere di settore (la vendita online è un di più).
Nonostante ciò, i problemi restano identici: è l'autore che deve farsi conoscere e promuovere il suo romanzo, altrimenti venderà pochissimo (tranne a quei famigliari e amici che comprano il libro per solidarietà). In un altro caso era una piccola-media CE con un ufficio stampa molto attivo, ma solo per i titoli di "amici", quindi nel contratto c'erano sì 1000 copie stampate, ma poche speranze di venderle.
Due di queste CE non mi hanno mai pagato i diritti (in un caso perché le vendite erano talmente poche che il costo di un bonifico non valeva la pena, nell'altro semplicemente non li ho mai più sentiti e non ho idea di quante copie abbiano venduto).
Anche la mia esperienza con una big, sebbene migliore, non è stata tutta rose e fiori: il libro è uscito in un periodo molto sfortunato (aprile 2020) ma delle migliaia di copie stampate molte sono finite al macero, mentre io mi ritrovo senza (avevo anche scritto per chiedere qualche decina di copie da avere a disposizione e mi è stato detto che non ce n'erano). Ne ha vendute molte in ebook, ma più grazie al marchio che alla promozione (che è durata qualche settimana). Ma questo almeno è normale: un grosso editore che fa uscire un tot di libri al mese ha un tot di tempo e risorse da destinare a ognuno, e riesce a farli bastare. Le piccole CE non garantiscono nemmeno il minimo indispensabile, e alla domanda se ne valga la pena diventa sempre più difficile rispondere senza rischiare di rovinare i sogni di qualcuno
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Re: Tiratura piccole case editrici

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Personalmente non ho mai pubblicato per una piccola casa editrice, per i motivi di cui sopra, però conosco la tiratura che propongono di solito. Se non usano il print on demand, propongono tra le 100 e le 300 copie, di solito il range di cui sopra si sposta in base al numero dei preorder verso l’uno o l’altro numero.
Per uno scrittore sembra poco? In verità, come raccontato anche sopra, le copie che si vendono sono tramite conoscenze/promozione dell’autore, il resto vanno al macero.
Ne vale la pena? Per me no, infatti non le ho neanche mai contattate. Per ottenere un guadagno tra i 100 e i 300 euro (in realtà molto meno/zero perché non pagano le royalties) preferisco tenere per me i diritti d’autore e se voglio lo regalo per farlo leggere. 
È triste la situazione dell’editoria italiana? No, è triste il fatto che la gente non legge e quelli che leggono scelgono quasi sempre autori famosi (e non famosi perché scrivono).
La domanda del topic alla base pone questa questione in realtà: ma se le case editrici stampano 100 copie, quante verranno distribuite nelle migliaia di librerie in Italia?
Risposta: zero.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Faccio una sintesi tra le mie esperienze personali, quelle degli altri intervenuti in questa discussione e nelle altre discussioni sull'argomento sia qui su CdM che negli anni passati sul WD: che siano micro, piccole, medie o grandi le case editrici, un autore sconosciuto, indipendentemente dalla validità dei suoi scritti, non potendo contare sulla visibilità che solo i grandi media danno, è destinato al flop. Come ho dichiarato più volte, se fossi un giovane di buone speranze mi darei da fare con il self, curando, da solo o con l'aiuto di professionisti, l'editing, l'impaginazione, la copertina, la promozione. Il compenso per gli sforzi, sia economici che di ogni altro genere, è dato dagli incassi, depurati solo della commissione che la piattaforma percepisce su ogni copia venduta. Siccome sono un vecchietto che mastica poco di informatica ed ha anche altri interessi, continuo a scrivere quando ho tempo, voglia e cose da dire, non sono in grado di dedicarmi al self-publishing, e non mi faccio illusioni su un successo che non arriverà mai. Ma lo auguro, il successo, a tutti voi, nessuno escluso. 
                                                                                    BUON NATALE
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
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Re: Tiratura piccole case editrici

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Non so distinguere tra micro e piccola editoria, riporto quello che mi hanno detto varie persone riguardo case editrici abbastanza conosciute ed utilizzate da esordienti.
3000 copie, tra l’altro, a me risulta la tiratura delle big (solitamente 3000 è anche l’anticipo che si può ottenere da una big). Ovviamente sto parlando sempre di esordienti o simili, a Carrisi gliene stamperanno decine di migliaia già in prima stampa.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Forse si pretende troppo dalle piccole CE (beninteso, serie e competenti, non truffaldine).
100 copie non le ritengo offensive ma bensì oculate. Data la crisi sarebbe assurdo stamparne un migliaio per ogni uscita (perché se lo pretendiamo per noi dev'essere così per tutti i titoli in catalogo) comporterebbe avere un magazzino dai costi insostenibili. Poi però ci si lamenta che molte chiudono.
Sul fronte promozione cosa può fare un CE al giorno d'oggi? Prima di internet autore e editore si conoscevano di persona e probabilmente abitavano anche vicini e limitavano la distribuzione ai dintorni magari solo per conoscenza diretta dei librai. Oggi un autore di Agrigento può pubblicare con una CE di Bolzano tranquillamente, che promozione può fare la CE che non sia social o nelle grandi fiere? Pubblicizzare il proprio titolo ormai è parte dell'essere autore, rassegniamoci all'evidenza. Così come pensare di campare di scrittura è per pochi eletti (non i più bravi, eh!).

Re: Tiratura piccole case editrici

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Per me il vero problema è che i piccoli-medi editori non hanno nessuna idea di come si faccia la promozione di un libro nel 2022 (parlo con cognizione di causa dato che sono un pubblicitario con 15 anni di esperienza). Rispetto a qualsiasi altra azienda di qualsiasi altro settore, l'editoria è un settore imbarazzante a livello di capacità promozionali. Probabilmente la maggior parte sono fondate da gente con la passione per la letteratura ma senza nessuna capacità imprenditoriale e nozione di marketing, per questo al massimo vivacchiano qualche anno senza la minima crescita e poi falliscono.

Come promuovi davvero il libro di un esordiente (e non)? Piani editoriali ben strutturati e ads mirati sui social media, comunicati stampa efficaci, guest post su siti e magazine di settore, advertorial, eventi più originali e d'appeal della solita presentazione con una dozzina tra amici e parenti, direct mailing, testi ottimizzati SEO, street advertising, eccetera. Soltanto le big hanno i grossi capitali per campagne stampe sui quotidiani nazionali e gli spot in tv, ma quello che ho menzionato potrebbe, anzi dovrebbe, essere alla portata di qualsiasi casa editrice. L'autore non deve promuovere alcunché, non è il suo compito, è come il progettista di un'auto. Sta solo alla casa automobilistica la capacità di produrre, promuovere e vendere bene l'automobile.

Però alla piccola-media editoria mancano due cose: il coraggio di investire dei capitali, perché nessuna azienda di nessun settore ha mai fatto soldi senza investimenti promozionali importanti, e cosa non secondaria dei professionisti - che vanno pagati anche loro molto - in grado di ideare comunicazione persuasiva efficace. Paradossalmente le uniche case editrici che la sanno fare bene sono le EAP verso gli autori per vendere i loro servizi, non le case editrici free verso i lettori per vendere i loro libri, perché le EAP sono guidate da imprenditori interessati a guadagnare anziché da idealisti soddisfatti di stare a malapena a galla. Io credo che la tiritera "in Italia ci sono pochi lettori" sia solo una scusa: la verità è che ci sono poche persone persuase a comprare libri e a leggerli, anziché a guardare film e giocare ai videogiochi, solo perché la promozione dei libri è ferma al 1960.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Fabioloneilboia ha scritto: Non so distinguere tra micro e piccola editoria, riporto quello che mi hanno detto varie persone riguardo case editrici abbastanza conosciute ed utilizzate da esordienti.
3000 copie, tra l’altro, a me risulta la tiratura delle big 
Diciamo che la percezione di CE piccola o media (per le big è più semplice individuarle, sono quelle), è influenzata da vari fattori, tra cui la notorietà del marchio.
Per cui è facile che CE piccole, ma conosciute anche grazie alla loro elevata qualità, spesso vengano scambiate per medie e le micro innalzate di conseguenza al rango di "piccole". Ma secondo la classificazione merceologica, che si basa comunemente sul fatturato, sempre micro rimangono (esistono altre classificazioni basate, per esempio, sul numero di titoli prodotti all'anno, ma non per questo più attendibili).
Le piccole posso arrivare a un minimo "massimo" di 3000 copie stampate in determinati casi, le big partono da quel minimo "minimo" per gli esordienti.
Ma una piccola CE di qualità e ben introdotta sul mercato, valuta a monte quante copie venderà di un determinato libro (basandosi sull'esperienza, sulla conoscenza della sua fetta di mercato, dei suoi lettori, sulle valutazioni fatte assieme al promotore librario). Stamperà quindi tante copie quante è abbastanza certa di venderne entro il tempo di durata del contratto di edizione, in rapporto a una promozione minima che farà per quel determinato titolo e autore.
Per questo ritengo che le CE di cui state qui disquisendo siano con maggiore probabilità micro anziché piccole.

Buon Natale anche a voi. 😃🎄

Re: Tiratura piccole case editrici

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@ElleryQ Sì più o meno anche io ho le stesse notizie, con varie case. Tra l’altro pure piuttosto conosciute. 300 copie è già un numero che riservano a non esordienti.
Oggi ne parlavo proprio con un mio cugino, che fa l’editor, e mi raccontava di un suo amico che ha raggiunto le mille copie vendute con un libro e lo hanno contattato pure i giornali. Questo per far capire quanto sia difficile arrivare ad un traguardo del genere. 
Spiace ma la situazione è questa.
Tant’è che le case editrici cercano gente con molti follower perché sono gli unici che vendono davvero.
Noi buttiamo il sangue per far leggere un nostro testo, io oggi vi dico che se avevamo qualche decina di migliaia di follower ci contattavano loro per convincerci a scrivere un libro. O lo scrivevano loro per noi.
Sarà triste, ma è giusto avere le idee chiare per capire la situazione.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Darksy ha scritto: Rispetto a qualsiasi altra azienda di qualsiasi altro settore, l'editoria è un settore imbarazzante a livello di capacità promozionali. Probabilmente la maggior parte sono fondate da gente con la passione per la letteratura ma senza nessuna capacità imprenditoriale e nozione di marketing, per questo al massimo vivacchiano qualche anno senza la minima crescita e poi falliscono.
Sono d'accordo. Anch'io sono appassionata di letteratura, ma non mi sognerei mai di aprire una CE, perché so di non avere le competenze necessarie. Non ci si può improvvisare, e non è come occuparsi di abbigliamento, si gioca con le vite e i sogni degli altri, e se non si è in grado è meglio non mettercisi neanche. Però hai ragione anche sul fatto che oggi, con la vastità di mezzi promozionali (gratuiti o quasi) a disposizione, non c'è scusa che tenga per lasciare tutta la promozione sulle spalle dell'autore. Tutto quel che serve è solo un po' di tempo e serietà, e se una CE non ha nemmeno quelli è meglio evitarla.
ElleryQ ha scritto: Le piccole posso arrivare a un minimo "massimo" di 3000 copie stampate in determinati casi, le big partono da quel minimo "minimo" per gli esordienti.
Come dicevo sopra, in un caso le copie previste da contratto (da una piccola, secondo gli standard) erano mille (1500 nel caso di una big,). Fatico ancora a inquadrare medie, piccole e micro, forse perché ho criteri di valutazione diversi. Il punto è che non fa differenza: puoi avere diecimila copie da contratto, ma se il libro non viene promosso non ne venderà neanche dieci.
Certo, secondo ogni logica più copie un editore mette nel contratto e più dovrebbe essere spinto a promuoverle. Da mia esperienza però non è così: io di quelle mille copie non ho idea di cosa ne sia stato. Dovrò chiedere, prima o poi, ma sinceramente mi avvilisce. Possono dirmi qualsiasi cosa, e non saprò mai qual è la verità. L'autore si trova in una posizione non dico svantaggiosa ma peggio, non ha alcuna voce in capitolo, è costretto a fidarsi di ciò che gli viene detto, perché non ha i mezzi per controllare da sé.
Fabioloneilboia ha scritto: Noi buttiamo il sangue per far leggere un nostro testo, io oggi vi dico che se avevamo qualche decina di migliaia di follower ci contattavano loro per convincerci a scrivere un libro. O lo scrivevano loro per noi.
Sarà triste, ma è giusto avere le idee chiare per capire la situazione.
Di questo sono sicura. Ma non mi sta bene, perché non è solo triste, è ingiusto. Va bene farsi un'idea concreta della situazione, ed evitare di farsi illusioni, ma è una realtà inaccettabile, quindi va cambiata (ma ancora non so come, quindi non chiedetemelo  :P )
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Re: Tiratura piccole case editrici

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@Silverwillow magari potessimo fare qualcosa, ma non si può impedire alle persone di comprare una certa tipologia di libri. Non è ben chiaro quanto vendono certe robe che ho difficoltà a definire libri. Ora, per spiegare meglio la situazione, c’è anche chi dice di accettare l’amicizia se si compra il proprio “libro”, prendendo per i fondelli bambini e ragazzini.
Sento spesso dire che bisogna comprare più libri, soprattutto per i giovani, ma aspettiamo un attimo. Qui in giro c’è roba che è meglio non acquistare, ormai comprarne uno non vuol dire affatto aiutare la cultura. Bisogna vedere che libro, perché gli scaffali sono pieni zeppi di roba di qualità pari ai peggiori programmi televisivi.

Re: Tiratura piccole case editrici

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I soldi sono pochi e il mercato dell'editoria è fortemente dopato. Ci sono le EAP di cui tutti ormai conosciamo la condotta, le micro/piccole fatte da appassionati che si presentano con copertine fatte da bambini dell'asilo (sorvolando sui contenuti), le grandi che pubblicano chiunque abbia un seguito e non serve sappia scrivere e il self. Dentro tutto questo devi sopravvivere tu, piccola CE fatta da persone competenti ma senza capitali per sviluppare una stampa e una promozione degne di nota anche se ne hai le capacità.
Purtroppo è un settore in cui è molto difficile distinguere un prodotto buono senza prima averlo comprato e non essendo un un bene di consumo non ti basta cambiare marca se ti trovi male. Inoltre l'avvento dell'ebook sta eliminando un passaggio fondamentale nel filtrare la qualità della "merce": le librerie.
Ci vorrebbe innanzitutto un bel bollino "No EAP" su ogni libro pubblicato da una micro/piccola. L'editoria a pagamento è una pratica sconosciuta al lettore medio che già di suo fatica a uscire dal recinto delle grandi case editrici, figuriamoci stare dietro a queste distinzioni. Anche un bel certificato di qualità starebbe bene, ma non so se l'associazione editori cosa ne pensi.
Insomma la clientela andrebbe educata all'acquisto ed è compito dell'associazione di categoria occuparsene con marchi e campagne di informazione.

Re: Tiratura piccole case editrici

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@ivalibri Letto l'articolo, apprezzo la sincerità: una che per mestiere cerca di guadagnare non sulle vendite, ma sugli autori, ha poi il coraggio di chiarire, se ce ne fosse bisogno, che, a parte chi riesce a essere divulgato dai grandi media, sono soldi buttati.
Mario Izzi
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Re: Tiratura piccole case editrici

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Fabioloneilboia ha scritto: Oggi ne parlavo proprio con un mio cugino, che fa l’editor, e mi raccontava di un suo amico che ha raggiunto le mille copie vendute con un libro e lo hanno contattato pure i giornali. Questo per far capire quanto sia difficile arrivare ad un traguardo del genere. 
Nel senso che la sua CE ha deciso di fare un po' di promozione pubblicitaria, utilizzando il canale dei quotidiani? Al loro posto farei lo stesso. Farei andare per un po' i libri allo sbaraglio, e poi spingerei quelli che dimostrano di saper muovere qualche passo da soli.
Già.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Mi sembra si stia trascurando un aspetto. Premesso che sotto le 500 copie un libro è quasi come se non esistesse, non è tanto (o soltanto) importante la tiratura iniziale, che può essere anche relativamente modesta, ma il fatto che la CE abbia gli strumenti per distribuire e promuovere quella tiratura. Così come solitamente l'autore prima di firmare un contratto si informa se l'editore ha un distributore (e quale), dovrebbe informarsi se ha anche un promotore. Infatti, per quanto una CE possa avere un ufficio stampa attivo, non è mai sufficiente, e  non ha alcun potere di far giungere il libro negli scaffali. Il promotore è l'agente che va fisicamente in libreria prima dell'uscita del libro, e convince i librai a pre-ordinarlo al distributore. In tutte le CE medio-piccole di qualità, distribuzione e promozione procedono sempre di pari passo, poiché senza il promotore il libro non arriva in libreria, anche se l'editore ha un distributore. Nel caso di distributori piccoli (DirectBook), a volte il distributore è anche promotore, con tutti i limiti del caso, ma più spesso sono due entità distinte (sebbene a volte associate). 
Brutus ha scritto: Inoltre l'avvento dell'ebook sta eliminando un passaggio fondamentale nel filtrare la qualità della "merce": le librerie.
A me non pare che ci sia mai stato alcun "avvento dell'ebook", e la ragione è semplice: il 30% del prezzo di copertina di un libro va al distributore, e i grandi colossi editoriali - Mondadori, Messaggerie/GeMS, Feltrinelli, Giunti - controllano anche le principali società di distribuzione, le quali distribuiscono altre centinaia di editori italiani. Questi colossi non hanno alcun interesse nella sostituzione del libro con l'ebook, che elimina la distribuzione. Poi ovviamente esistono alcuni mercati paralleli (la microeditoria, il Self publishing, gli ebook) , ma sono mercati minoritari. 
Ultima modifica di Wanderer il lun dic 26, 2022 10:38 pm, modificato 2 volte in totale.

Re: Tiratura piccole case editrici

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@Ilaris no, nel senso che le mille copie vendute sono un traguardo così difficile da raggiungere che è un evento. Pure i media ti contattano se ci arrivi.

Sul mercato piccolo degli ebook non sono d’accordo, ormai spopolano. Vero le case editrici non li vogliono, problemi loro. Da esordiente del mondo del self publishing vi dico che funzionano alla grandissima. Per non parlare degli abbonamenti (come Kindle unlimited). Con tutto il rispetto per le case serie che investono in libri seri, grazie agli ebook si riesce a far leggere i propri lavori agli altri.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Fabioloneilboia ha scritto: Sul mercato piccolo degli ebook non sono d’accordo, ormai spopolano. 
Il fatto che "spopolano" non significa che stiano modificando il mercato e le sue dinamiche. L'editoria digitale, nel complesso, non arriva al 10% del mercato editoriale. E di questo il 90% è sempre in mano ai colossi di cui sopra: i bestseller ebook sono infatti sempre quelli appartenenti ai grandi gruppi, quindi non c'è alcuna rivoluzione in atto, e gli editori indipendenti arrancano tanto sul fronte digitale quanto su quello cartaceo. 

Re: Tiratura piccole case editrici

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@Wanderer io credo che questi siano dati relativi al fatturato dei libri venduti, ovvero attendibili fino a un certo punto. Un ebook può costare un quinto di un cartaceo, per non parlare dei libri letti in abbonamento, che non risultano da nessuna parte. 
Tra l’altro noi parliamo di narrativa, mentre nel totale dei libri venduti i dati includono i testi scolastici e scientifici, che sono un’enormità.
Per quello che vedo gli ebook hanno una fetta enorme del mercato narrativa.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Fabioloneilboia ha scritto: Per quello che vedo gli ebook hanno una fetta enorme del mercato narrativa.
Ma di quale mercato parliamo? Mi troveresti nella classifiche del Kindle Store un ebook molto venduto che sia solo un ebook, ovvero che non sia innanzitutto un cartaceo molto venduto? Questo perché, per il mercato, l'ebook è la versione digitale di un cartaceo - e si va ad aggiungere all'offerta del cartaceo - non qualcosa che lo sostituisce, e che quindi ridefinisce il mercato. Negli Stati Uniti, tipicamente, un testo esce in quattro versioni: copertina rigida, copertina flessibile, ebook e audiobook. Ma questo non vuol dire che né l'ebook sta sostituendo il cartaceo, né che l'audiolibro sta sostituendo l'ebook, né che il libro in copertina flessibile stia sostituendo quello in copertina rigida, e così via. Il mercato dei testi pubblicati in solo ebook - che è quello a cui tu sembri fare riferimento - resta molto minoritario, se parliamo in termini di mercato. Che poi un ebook autopubblicato possa essere scaricato e letto da tante persone (anche gratis) è tutt'altro paio di maniche. Da questo punto di vista, anche una singola copia di un libro può essere letto da cento persone... ma questo cambierà poco, in termini di mercato.

Comunque, vorrei tornare in topic, e lo faccio proprio parlando di ebook.
Per un autore, in effetti, tra avere un libro stampato in 100 copie e pubblicarlo solo in ebook vedo la seconda cosa come molto più preferibile.
Il libro in cento copie praticamente non esiste (se non per amici e parenti dell'autore), mentre l'ebook almeno esiste, a modo suo.
Ultima modifica di Wanderer il lun dic 26, 2022 11:51 pm, modificato 1 volta in totale.

Re: Tiratura piccole case editrici

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@Wanderer no, non mi riferivo ai testi solo in ebook, ma al fatto che tantissimi libri hanno una parte enorme delle vendite in formato ebook. Chiaramente con anche il cartaceo in vendita. Solo in digitale ne escono davvero pochi e quelli sì, come dicevi, sono una piccola percentuale del mercato.
Il punto è che, a mio modo di vedere, è più utile avere una casa editrice che produca anche l’ebook (e lo venda a massimo 5 euro e lo inserisca in unlimited), piuttosto che una tiratura di qualche copia in più che non si sa che fine facciano.

Re: Tiratura piccole case editrici

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Fabioloneilboia ha scritto: Il punto è che, a mio modo di vedere, è più utile avere una casa editrice che produca anche l’ebook (e lo venda a massimo 5 euro e lo inserisca in unlimited), piuttosto che una tiratura di qualche copia in più che non si sa che fine facciano.
Questo sì. 

Inoltre, come ho scritto sopra (nell'edit del messaggio), un libro in 150 copie è irrilevante come libro, mentre 150 acquisti in ebook possono essere già un micro successo, o comunque un discreto punto di partenza. Se non fosse che, quando c'è di mezzo l'editore, l'aspirante autore punta sul prodotto cartaceo, e spesso preferisce un libro stampato in 150 copie di pessima qualità, piuttosto che un buon ebook. 

A ben vedere, oggi l'ebook potrebbe/dovrebbe essere la principale risorsa della microeditoria "free" - ovvero di tutti quegli editori più o meno di qualità che, per limitate risorse economiche, non possono assumere un gran rischio d'impresa sulla stampa e sulla distribuzione delle tirature cartacee - mentre accade fin troppo spesso che proprio la microeditoria "free" punti solo sul cartaceo: perché? Perché, se l'editore pubblicasse solo in ebook, dopo aver effettuato l'editing e l'impaginazione, per guadagnare dovrebbe pensare a come promuovere l'opera, e non potrebbe contare sul fatto che l'autore acquisti le copie del proprio stesso libro, ovvero si sbracci per organizzare presentazioni e vendere le 150 copie ad amici e parenti...
Ultima modifica di Wanderer il mar dic 27, 2022 12:22 am, modificato 4 volte in totale.
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