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da Cheguevara
Silverwillow ha scritto:
Sarebbe una di quelle di Pavese: "Ci si sente umiliati perché si capisce – si tocca con gli occhi – che al posto del morto potremmo essere noi: non ci sarebbe differenza, e se viviamo lo dobbiamo al cadavere imbrattato. Per questo ogni guerra è una guerra civile: ogni caduto somiglia a chi resta, e gliene chiede ragione."
Lo stesso senso di straniamento è presente nelle testimonianze di molti soldati, perché uccidere altri esseri umani non è affatto naturale, se non per autodifesa. Non a caso, chi la inizia è solito dipingere la guerra come necessaria non per aggredire (o guadagnare, che è il motivo principale) ma per difendere qualcosa: valori, territorio, lavoro, ecc.
Se tu fossi una riflessione sul posto che l'essere umano occupa nel mondo?
E' in cima alla catena alimentare e funziona diversamente da tutte le altre specie: quella umana è l'unica specie che distrugge l'ambiente che la ospita ed è l'unica specie che, in presenza di condizioni ambientali avverse, tende a crescere numericamente.
Forse veniamo da un altro mondo che pure abbiamo distrutto?
Se tu fossi una riflessione sulle religioni?
Mario Izzi
Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni (trilogia)
Dea
Non solo racconti
[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]