Otta wrote: Ferma restando l'utilità dell'esercizio che ci stiamo accingendo a farePer l'appunto. Ed è esattamente questo il senso. Quello che propongo qui è un semplice esercizio, non il componimento della vita.
Criticare lo show don't tell è perfettamente legittimo e sono molto d'accordo nel dire che il troppo stroppia e che l'ortodossia dello stile non deve diventare una catena infrangibile.
A questo proposito posso muovere anch'io una critica alla regola, visto che per secoli di letteratura non se ne era mai sentito parlare.
Tutti abbiamo studiato a scuola I Promessi Sposi senza che nessuno ci abbia mai parlato di show don't tell e quando abbiamo iniziato a occuparci di scrittura ci siamo sentiti dire che quello di Manzoni è un narratore onnisciente e che adesso non va più bene. È vero che se oggi uno scrittore dovesse usare lo stesso stile di Manzoni forse non verrebbe apprezzato, ma questo non vuol dire che dobbiamo buttare alle ortiche i Promessi Sposi.
Il fatto è che nella mentalità ottocentesca lo scrittore doveva anche assolvere a un altro compito: mostrarci attraverso i fatti le conseguenze delle azioni dei personaggi in chiave morale. per questo motivo l'autore era più preoccupato di come far passare il suo punto di vista attraverso la voce del narratore.
In tempi più recenti si è sviluppata, a ragione o a torto, una certa intolleranza nei confronti della presa di posizione sui fatti narrati da parte della voce narrante. Un po' come dire: "Ti dico come sono andate le cose, giudica tu come ti pare".
Se questo atteggiamento riflette solo una mancanza di contenuto forse il testo rischierà di risultare un piatto elenco di oggetti, azioni, parole; ma, visto che secondo i dettami della pragmatica della comunicazione umana è impossibile non comunicare, finisce che comunque, attraverso il modo con cui descriveremo le cose, le azioni e le parole, arriveremo a comunicare qualcosa. Il problema a questo punto è essere consapevoli di cosa vogliamo comunicare.
Possedere la capacità di comunicare un proprio contenuto attraverso la tecnica dello show don't tell può dare al nostro messaggio una potenza che potrei definire maieutica. "Io ti mostro le cose in modo che ti appaiano come io le ho ordinate, ma sarai tu a leggerle e a giudicarle pensando che siano elementi oggettivi, e che il giudizio che ne trarrai sarà il tuo e non il mio. Io rimango nell'ombra a muovere i fili".
Se ci pensate quasi tutta la comunicazione moderna segue questo principio.
È un bene? È un male? Dipende. Ditemelo voi.