Re: Crudo Studio Editoriale

101
Sjø wrote: La mia domanda è: perché dovrei affidarmi a scrittori che non reputo bravi?
Non voglio difendere l'agenzia, che comunque, per quel poco che ci avevo avuto a che fare, mi era sembrata seria. Non miracolosa, ma neanche attira-polli, anzi sono stati tra i pochi ad essere molto carini nella risposta anche dopo che ho rifiutato i loro servizi a pagamento, e corretti nel dire che non c'era modo di sapere se sarei finita in questa loro "vetrina", dipendeva dal risultato finale.
Mi viene spontanea la risposta alla tua domanda, perché spesso chi sa fare bene le cose non le sa per forza insegnare. Chi invece non le sa fare ma le osserva da lontano può essere uno scrittore molto mediocre, ma un ottimo editor. Per fare un esempio (molto O.T. ma lo siamo già): gli allenatori di Sinner sono stati giocatori di tennis mediocri ai loro tempi, ma uno di loro ha portato fino al n. 1 mondiale ben tre giocatori. Non avevano il talento, ma di tennis ci capiscono tanto. Lo stesso può valere per un editor/consulente. Che sia un cattivo scrittore non può essere un criterio di giudizio.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Crudo Studio Editoriale

102
@Silverwillow grazie per la tua risposta. La penso in maniera differente anche se rispetto il tuo punto di vista. Gli allenatori di Sinner sono stati poi lontani dai riflettori del gioco mentre Vaccari è uno scrittore tutt’oggi , e a mio parere, mediocre. Avendo, per me, dato prova di questo, non può, sempre a mio avviso, fare del bene al mio testo, anzi a un testo qualsiasi. Sempre per me chi conosce in maniera approfondita le cose può saperle insegnare mentre non è sufficiente avere capacità di insegnamento se le cose non le sai. Ma è una mia opinione. 
«Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato».
Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby

Re: Crudo Studio Editoriale

103
Sjø wrote: La penso in maniera differente anche se rispetto il tuo punto di vista.
Certo, si può avere punti di vista differenti (sarebbe una noia mortale se la pensassimo tutti allo stesso modo). Sul fatto che qualcun altro metta mano a un mio testo sono molto diffidente anch'io, ma anche se avesse vinto uno Strega. A me interessano di più i risultati che un editor o un'agenzia possono vantare nell'aver portato autori sconosciuti o comunque non di primo piano al successo.
Sempre per me chi conosce in maniera approfondita le cose può saperle insegnare mentre non è sufficiente avere capacità di insegnamento se le cose non le sai
Per esperienza personale, io so quasi tutti gli espedienti narrativi che funzionano, li riconosco nei libri degli altri ma è molto più difficile metterli nei miei, perché non scrivo con schemi e regole in mente. In questo senso, secondo me è più facile vedere cosa si può migliorare nei testi altrui che nei propri, perché non c'è il fattore emotivo personale, quindi lo sguardo dovrebbe essere più lucido, almeno in teoria
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Crudo Studio Editoriale

104
Silverwillow wrote: A me interessano di più i risultati che un editor o un'agenzia possono vantare nell'aver portato autori sconosciuti o comunque non di primo piano al successo.
A me interessano le agenzie letterarie, quelle vere, che credono nell’autore, lo rappresentano, si fanno carico di tutto, compreso eventuale editing, e poi si battono per trovare la giusta collocazione ai romanzi e soprattutto il giusto percorso per l’autore. Esistono, ma non voglio andare OT ulteriormente. Grazie per questo dialogo.
«Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato».
Francis Scott Fitzgerald, Il grande Gatsby

Return to “Agenzie”