4530
by Alberto Tosciri
Vorrei chiarire, con rispetto e senza polemica, che ho la sensazione che le mie parole siano state in gran parte fraintese — forse anche volutamente reinterpretate — e trasformate in una posizione che non mi appartiene.
Non ho mai giustificato la morte di civili, tanto meno di bambini. L’ho definita apertamente un “massacro di innocenti” e ho scritto che non provo alcuna gioia nel vederla. È lì, nero su bianco.
Ma ho anche espresso un concetto scomodo: in certi contesti bellici urbani, combattenti irregolari si nascondono deliberatamente tra i civili, confidando sul fatto che la risposta militare — inevitabile — provocherà stragi e indignazione mondiale. È un fatto reale, documentato, tragico.
Denunciarlo non significa assolvere nessuno, ma chiedere di guardare la realtà nella sua complessità, non con le lenti del bianco e nero.
Non si tratta di giustificare la violenza, ma di comprendere le dinamiche che portano a certe tragedie, se davvero vogliamo evitarle.
Chi riduce la guerra all’equazione “divisa = male, civile = bene” (o viceversa), finisce — magari in buona fede — per alimentare una narrazione semplicistica e distorta.
Alcuni interventi mi hanno attribuito parole e intenzioni che non ho mai espresso, arrivando a paragonarmi a chi giustificava i crimini nazisti.
È un paragone che trovo profondamente ingiusto e intellettualmente scorretto.
Non starò a rievocarlo di nuovo — anche se mi è capitato di farlo, come se servisse a “giustificarmi” — ma mio padre è stato prigioniero dei lager nazisti per due anni.
Per questo non sono diventato fascista. E per questo non sono nemmeno diventato comunista.
Mi sono stancato.
È lecito stancarsi di essere fraintesi?
Credo che il confronto tra posizioni diverse sia importante, anzi necessario, ma solo se c’è rispetto reciproco.
Il dissenso fa bene. La condanna morale senza ascolto, no.
A chi ha scelto di andarsene, dico sinceramente: mi dispiace.
Ma non posso accettare che il mio pensiero venga ridotto a una caricatura ideologica.
Se ci sono divergenze, si discutano. Ma nel merito, non nei pregiudizi.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)