[CP17] Quanto sono stata bella

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Traccia 2. Se potessero parlare

 
Dove sono finiti i verdi cipressi delle mie piazze?
Janin vendeva le spezie sotto la loro ombra
e Fathia sognava a occhi aperti sotto ai miei androni

Di me dicevano che ero bella, quanto la città delle calle
per le pietre bianche, dal mare azzurro e barche
Dove sono andati ora chi mi amava?

Li ho visti andare via con i carretti carichi di paura e poche cose
lungo cumuli di macerie ai bordi di strade sepolte
Non sono più rifugio per nessuno, forse ancora per i morti

Anche i cani qui non hanno più padroni nella notte
i lampioni non illuminano più, sono spenti e a terra
Perché questo fuoco piombato dall’alto sui miei poveri pilastri?

Di botto hanno ceduto con un boato nero di polvere
Sono crollata a terra con i miei solai: morta per sempre
Ora sono utile a chi vende foto ricordo

Per riempire riviste di chi si sgomenta per un secondo
il tempo che serve per girare pagina e poter dire
questo l'hai meritato perché custodivi i colpevoli.


Mi chiamavano Gaza. Quanto sono stata bella.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP17] Quanto sono stata bella

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Ciao @bestseller2020, bella poesia, complimenti!  Dar voce a uno dei luoghi della terra più martoriati, la trovo una ottima idea. Per quanto riguarda la realizzazione delle terzine, in generale mi sembrano abbastanza musicali, ma ci sono alcuni aspetti, a mio avviso, da correggere dal punto di vista della forma. La punteggiatura o si mette o non si mette. Per esempio nella seconda terzina l’inciso che inizia con “quanto la città… bianche” interrompe la fluidità e non ci sta proprio bene in italiano. Forse un altro segno grafico (frase tra lineette?) se proprio vuoi evidenziare quel punto. Ma qui sono certa che @Poeta Zaza  saprà  dirti meglio di me come fare la sistemazione. Anche la parola barche (priva di alcun aggettivo resta monca. 
“dal mare azzurro e barche (? barche come? )  Mancano tutti i punti finali. Una scelta?  Inoltre quando dici: “Dove sono andati ora chi mi amava?” Il verbo non concorda. (Dov’è andato ora chi mi amava?) oppure (Dove sono andati ora coloro che mi amavano?)


bestseller2020 wrote: Thu Jan 23, 2025 7:57 pmDi me dicevano che ero bella, quanto la città delle calle
per le pietre bianche, dal mare azzurro e barche
Dove sono andati ora chi mi amava?
bestseller2020 wrote: Thu Jan 23, 2025 7:57 pmLi ho visti andare via con i carretti carichi di paura e poche cose
lungo cumuli di macerie ai bordi di strade sepolte
Non sono più rifugio per nessuno, forse ancora per i morti
Questa è una immagine riuscita e toccante.


Anche nella parte in cui descrivi i lampioni c’è qualcosa che non mi gira bene, tuttavia abbiamo (purtroppo) ben vivide in mente certe immagini e dunque arrivano bene ugualmente al lettore.
Un buon lavoro che necessita di qualche aggiustamento, ma, come ti ho detto, ho apprezzato molto la scelta di far parlare questa terra.  :love:

Re: [CP17] Quanto sono stata bella

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Hai ragione! Ah se quella terra potesse parlare…
Vorrei ascoltarla citare i tormenti che ha subito da qui a quattromila anni.
Hai scelto di far parlare una terra che di storia ne ha più di qualunque altra.
I tuoi versi sono un tributo a Gaza e un doloroso promemoria delle conseguenze delle guerre e della violenza.
Il tuo richiamo alla memoria e alla bellezza perduta è un'accusa contro la violenza che ha portato alla distruzione.
Le immagini dei cipressi, delle spezie, dei sogni e delle pietre bianche creano un contrasto straziante
La chiusura, con la città che si lamenta di essere diventata solo un oggetto di curiosità per chi sfoglia le riviste, aggiunge un ulteriore strato di tristezza e amarezza.

Ho apprezzato moltissimo la tua declinazione della traccia, trovo la tua una buona prova.
Tuttavia, credo che potresti migliorare la fruizione di alcuni versi senza stravolgere le tue emozioni:
  wrote:bestseller2020Dove sono finiti i verdi cipressi delle mie piazze?
Janin vendeva le spezie sotto la loro ombra
e Fathia sognava a occhi aperti sotto ai miei andron
I cipressi?, parlando di Gaza o del medio oriente in generale, citerei alberi autoctoni: ulivi, aranci, cedri…
  wrote:bestseller2020Di me dicevano che ero bella, quanto la città delle calle
per le pietre bianche, dal mare azzurro e barche
Dove sono andati ora chi mi amava?
L'accostamento a Venezia, credo ti riferissi a questa città, non mi sembra molto evocativo, L'architettura di una, nonostante il mare e le barche, non evoca l'accostamento con l'altra.
Attenzione alla concordanza verbale.


  wrote:bestseller2020Li ho visti andare via con i carretti carichi di paura e poche cose
lungo cumuli di macerie ai bordi di strade sepolte
Non sono più rifugio per nessuno, forse ancora per i morti
È solo un mio pensiero, ma sarei stata più incisiva:
Non sono più rifugio se non per i cadaveri smarriti.
  wrote:bestseller2020Anche i cani qui non hanno più padroni nella notte
i lampioni non illuminano più, sono spenti e a terra
Perché questo fuoco piombato dall’alto sui miei poveri pilastri?
Per alleggerire non ripeterei il concetto della mancanza di luce nella notte: 

Anche i cani qui non hanno più padroni 
i lampioni caduti terra non rischiarano notte
Perché questo fuoco piombato dall’alto sui miei poveri pilastri?

  wrote:Sono crollata a terra con i miei solai: morta per sempre
Bella, è una immagine dinamica, la sensazione di movimento coglie di sorperesa. Questa non è solo un immagine ma sono frame di un breve video.

  wrote:bestseller2020Per riempire riviste di chi si sgomenta per un secondo
il tempo che serve per girare pagina e poter dire
questo l'hai meritato perché custodivi i colpevoli.
Avrei citato le riviste in generale e non di qualcuno in particolare. Le notizie riempiono le riviste per chiunque e non solo per chi si sgomenta un secondo.
Inoltre io non sfoglio più una rivista da secoli. Visto il periodo che stiamo vivendo avrei citato i social invece delle riviste.


Per riempire i profili social di chi si sgomenta 
un istante per scrollare lo schermo e potermi dire
questo l'hai meritato perché custodivi i colpevoli.


E qui, alla fine, il pugno nello stomaco! Mille riflessioni mi assalgono. Sei stato bravo e coraggioso a metterti in gioco con questo brano. L'emotività a volte mi impedisce di scrivere come vorrei. Non so se sarei stata altrettanto capace.



Se sono stata invadente dimmelo, non mi offendo. Negli ultimi tempi trovo molto soddisfacente ragionare e commentare in modo più tecnico. Lo trovo un esercizio molto valido. Mi aiuta a correggere soprattutto me stessa, la mia scrittura.

Grazie Best.

Re: [CP17] Quanto sono stata bella

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bestseller2020 wrote: Thu Jan 23, 2025 7:57 pmDi me dicevano che ero bella, quanto la città delle calle
per le pietre bianche, dal mare azzurro e barche
Dove sono andati ora chi mi amava?
Bella quanto Venezia? Forse non l'accostamento migliore ma efficace. Però è la città delle "calli" non delle "calle", facendo di questa parola il plurale.
Per l'ultimo verso, ancorché musicale e bello, la forma corretta in grammatica la dovresti trovare in una di queste due:

- Dove sono andati coloro che mi amavano?
- Dov'è andato ora che mi amava?
Ti suggerisco una terza versione, così:

- Dov'è andato adesso chi mi amava?
bestseller2020 wrote: Thu Jan 23, 2025 7:57 pmPer riempire riviste di chi si sgomenta per un secondo
il tempo che serve per girare pagina e poter dire
questo l'hai meritato perché custodivi i colpevoli.


Mi chiamavano Gaza. Quanto sono stata bella.
Bravo @bestseller2020  :)

Bella l'idea sulla traccia. Buona la costruzione!
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CP17] Quanto sono stata bella

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Ciao ragazze! @@Monica @Albascura @Poeta Zaza grazie per il passaggio.
@Monica wrote: Fri Jan 24, 2025 7:51 amUn buon lavoro che necessita di qualche aggiustamento,
Hai ragione. All'ultimo minuto ho deciso di partecipare e ho scritto di getto...  Importante è aver tirato fuori qualcosa in dieci minuti.
Poeta Zaza wrote: Fri Jan 24, 2025 11:16 amBella quanto Venezia? Forse non l'accostamento migliore ma efficace.
L'accostamento a Venezia è da intendere in senso lato, e non per caratteristiche architettoniche. Comunque, sentirsi bella come Venezia non è una dichiarazione dell'autore, ma un vezzo che si è data Gaza stessa, vista come una donna che parla di sé, anche in modo smisurato, magari azzardando.
Albascura wrote: Fri Jan 24, 2025 10:46 amcipressi?, parlando di Gaza o del medio oriente in generale, citerei alberi autoctoni: ulivi, aranci, cedri…
Ma i cipressi del Libano sono famosissimi  :D quanto i cedri.. Si dice che l'arca sia stata costruita con tronchi di cipresso... Secondo la bibbia della CEI.

Grazie ancora a tutte. Sono incasinato col lavoro, ma per sabato passerò a commentarvi (vi ho già letto) ciao donne! <3
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

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