È Substack la nuova frontiera dell'editoria?

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Secondo questo articolo di GdL (Giornale della Libreria), potrebbe essere la nuova frontiera dello scouting editoriale. E voi, cosa ne pensate? Qualcuno l'ha già sperimentato?

Niente pubblicità, un ritorno alla pubblicazione cadenzata in stile blog e una community fedele di lettori e lettrici: negli ultimi tempi Substack sta facendo molto parlare di sé nel mondo dell'editoria.

Nata nel 2017, Substack è una piattaforma online molto apprezzata da scrittori e scrittrici, poiché consente di inviare via e-mail ai propri iscritti racconti, saggi e riflessioni oppure di pubblicarli direttamente sul portale, dando la possibilità agli utenti di interagire tramite commenti e condivisioni. Anche in Italia alcuni blogger che si occupano di recensioni di libri, autrici e autori, giornalisti stanno iniziando a costruire la propria attività su Substack. 

Negli ultimi anni, Substack ha costruito una scena letteraria composta sia da autori affermati che da una schiera di emergenti che sta sviluppando la propria attività e community sulla piattaforma, trovando qui libertà creativa e visibilità. 
Come scrive il Guardian: «per alcuni è un modo per far conoscere nuove opere, che si tratti di pubblicare un romanzo a puntate o racconti freschi di stampa; per altri, è un modo per interagire direttamente con lettori e lettrici; per altri ancora, è un luogo dove trovare spazio per la critica, il giornalismo, lo sfogo personale, l’autopromozione».

Gli utilizzatori di Substack ne apprezzano l’immediatezza e la libertà dalle logiche degli algoritmi e della pubblicità online. E se si riesce a costruire una corposa lista di abbonati paganti, può essere una fonte di guadagno non indifferente.
Icone letterarie acclamate come Margaret Atwood, George Saunders, Salman Rushdie e molte altre innalzano la qualità dei testi e rendono la piattaforma più credibile, che in cambio offre loro un collegamento diretto e monetizzabile con i propri lettori e lettrici. Ma il successo di questi ultimi mesi, non riguarda i grandi nomi noti, bensì le voci di scrittrici e scrittori non particolarmente celebri, figure che si sono ritrovate ad avere decine di migliaia di follower sulla piattaforma e che in seguito hanno pubblicato opere di narrativa con alcuni editori. 

C’è un ottimismo digitale che ricorda i primi tempi del blogging e di Twitter, quando sembrava possibile creare nuove scene senza le vecchie gerarchie e pregiudizi. Luoghi dove un appassionato dilettante aveva la reale possibilità di accelerare il processo per diventare un nome noto.

In ogni caso, Substack è una piattaforma da tenere d'occhio. Forse non arriverà a smuovere le vendite come fa BookTok, ma può essere interessante per il settore editoriale poiché può diventare il luogo in cui si scrive e si legge, si fa scouting, si parla di libri e ci si confronta, si scoprono nuove penne e si costruisce un dialogo diretto tra lettori, lettrici, autori e autrici.

Qui l'articolo completo:
https://www.giornaledellalibreria.it/ne ... -6786.html

Re: È Substack la nuova frontiera dell'editoria?

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Non l'ho mai utilizzato ma il nome mi era balzato agli occhi recentemente, prima dell'articolo loro, per altri motivi legati ai libri che pubblico.
Quindi ho iniziato a ragionare se ne valesse la pena o meno, lato editore.

L'idea che mi sono fatto al momento è che possa essere un "ritorno ai blog" se sempre più utenti, leggasi recensori, creator, autori e CE, la useranno (la piattaforma) in maniera cosciente. È anche un modo per monetizzare se si pubblica contenuti veramente interessanti.

Dall'altro lato, come tutte le cose, richiede tempo. Anche molto di più di un video su TikTok. Quindi questo potrebbe essere uno spartiacque.

Personalmente sarei felice di tornare al buon caro testo anziché proseguire con video, abbandonando tutti questi social (non che sia contro ma iniziano a essere troppi) ma capisco che la mia è un'utopia bella e buona.
La coesistenza può starci: da un lato cerchi pubblico giovane (social), dall'altro cerchi pubblico nostalgico interessato alla lettura come fonte di arricchimento culturale.

Questi i miei 256 cent :D
Rivista Piegàmi
256 Edizioni

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