Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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Claire1987 wrote: Dopodiché, diventando di uso quotidiano, diventerà normale distinguere un contenuto umano da uno prodotto dall'IA. Così come ormai tutti sono abituati a distinguere le modifiche fatte con Photoshop nelle foto delle riviste o la CGI nei film. La tecnologia è nuova oggi, ma domani sarà solo un altro componente delle nostre vite.
Mi permetto di dissentire sulla capacità delle masse di distinguere tra produzione umana e produzione AI. L'attuale andazzo fa propendere, invece, per l'assenza di esame critico di ciò che viene propinato dai media, in particolare dai social. Non da parte di tutti, è ovvio, ma dalla maggior parte dell'utenza. Non credo che la generalità dei lettori sarebbe in grado di distinguere il prodotto dell'AI da quello umano, anzi, credo che molti finirebbero per preferire il mainstream preconfezionato in base alle loro preferenze. Consideriamo che, già oggi, per la massa una balla ripetuta due o tre volte diventa realtà: se così non fosse, certi soggetti non sarebbero mai arrivati al potere.
Mario Izzi
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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Le intelligenze artificiali possono essere davvero di supporto per chi scrive? In un'altra sezione avevo postato la questione, dove avevo sottoposto a una IA un brano chiedendone un giudizio; dal confronto con altri, sembra che avere un giudizio davvero critico sia arduo. Non so per il futuro, ma stando così le cose non è, a mio avviso, di molto aiuto.
Comunque, posto due video che si pongono la questione dell'uso delle IA nella scrittura.



Esistono molti mondi: reali, immaginari. Non importa la loro natura: da ognuno di essi si può apprendere qualcosa.
https://www.lestradedeimondi.com/

Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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@M.T. Completamente d'accordo con l'autore del primo video. Il secondo mi ha riportato alla memoria un episodio di un quarto di secolo fa: gestivo una mia società di consulenza alle imprese, e avevo spesso contatti con altri consulenti. Mi ero appena deciso a usare il computer - cosa che in precedenza avevo sempre lasciato ai miei collaboratori - considerandolo ormai un male necessario divenuto indispensabile per la gestione corrente dell'attività. Incontrai un giorno un mio conoscente, col quale avevo avuto a che fare anni prima, che faceva il mio stesso mestiere, con risultati non molto brillanti, per quel che ricordavo. Più giovane di me, mostrava, parole a parte, l'atteggiamento fisico-corporeo di un individuo depresso. Mi aveva interpellato lui, per propormi di affiancarlo nella consulenza a un'azienda sua cliente, per la quale non riusciva a ottenere finanziamenti dal sistema bancario. Alla mia richiesta di rappresentarmi la situazione, accese il computer (eravamo nel suo ufficio) dichiarando: "non ho bisogno di segretarie o collaboratori, perché io e lui (il computer) siamo in due". L'azienda non otteneva finanziamenti perché i bilanci erano taroccati, come appariva chiaramente a un occhio esperto, ma era necessario ragionarci sopra con mente critica, cosa di cui il suo amico computer non era capace. Non credo che le cose, mutatis mutandis, siano, in sostanza, cambiate da allora a oggi: delegare a un'AI (o IA, se preferite) funzioni proprie della mente umana, contribuisce a paralizzarne le capacità critiche e creative. Secondo me, è ovvio. :aka:   
Mario Izzi
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Re: Scrivere testi narrativi con le AI (intelligenze artificiali)

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Stefano R wrote: Per quello che ho capito io, la IA rielabora un'enorme mole di materiale che ha in qualche modo imparato, e che deriva dall'ingegno umano. Ma il vero artista inventa qualcosa di nuovo, non rielabora solamente ciò che ha assimilato. Ci riuscirà un domani la IA? Temo, e nello stesso tempo spero, di no.
Per rispondere anche a @Claire1987  ci sono IA che già fanno meglio di noi. 
Un esempio è il test fatto qualche tempo fa: un'IA non ha rielaborato ma ha proprio creato di sana pianta uno spartito musicale studiano un grande autore di musica classica del passato di cui ora non ricordo il nome.
Fatto ascoltare ai massimi esperti di quell'autore tutti hanno confermato senza dubbi che fosse una composizione del suddetto e anzi, molti l'hanno giudicata la migliore mai sentita (!) chiedendo da dove fosse sbucata fuori quella sinfonia.

Quanti di noi rielaborano? Quanto si può ancora inventare? E si può davvero scrivere qualcosa di mai scritto prima? O la nostra è solo una continua rielaborazione del passato? Quindi cosa ci differenzia da un'IA? In fondo il nostro cervello non è altro che un elaboratore di algoritmi (leggete Kanneman...), solo molto più potente della media...

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