Gianmarco Perboni wrote: Non troverei disdicevole infatti che una piccola casa editrice richiedesse, a fronte di una risposta sicura all'invio del manoscritto, l'acquisto di un libro dal proprio catalogo.
Riesco a capire il modo in cui vedi la cosa tu, ma non sono d'accordo: per me il rapporto tra scrittore ed editore è né più né meno di un contratto a vantaggio (in teoria) di entrambi. Nessun datore di lavoro chiederebbe mai di acquistare un suo prodotto per valutare il tuo curriculum: come se per fare la commessa da Prada dovessi comprare una borsa. Assolutamente no.
Gianmarco Perboni wrote: senza mai prenderle in considerazione quando si tratta di scegliere il libro da regalare a Natale, preferendo sempre orientarsi sui titoli delle solite arcinote big dell'editoria?
Questo succede perché i libri più "interessanti" per la maggioranza (quelli dei conduttori televisivi, degli sportivi famosi, dei critici d'arte, del Papa, ecc.) sono pubblicati dalle grosse CE. I romanzi sono una cosa molto soggettiva, che non si regala senza conoscere benissimo i gusti di una persona (io ho libri ricevuti in regalo, di CE blasonate, che prendono beatamente polvere sullo scaffale).
Gianmarco Perboni wrote: Se invece si instaurasse un circolo virtuoso, per cui ad acquistare i libri delle piccole case editrici fossero in primo luogo gli aspiranti alla pubblicazione, l'asfittico mercato del settore se ne gioverebbe.
In un paio di occasioni li ho comprati (per vedere la qualità di stampa, editing, ecc.) ma dopo qualche pagina li ho lasciati. Ma ho lasciato anche libri in cima alle classifiche, quindi il fatto che un libro non mi piaccia non significa che la qualità generale della CE sia bassa, o almeno così ho preferito credere...
Gianmarco Perboni wrote: Però, credo, si potrebbe dare una scossa a un mercato che sul momento è davvero ingessato e per il quale le prospettive sono nere.
Che il mercato dei libri abbia bisogno di una scossa sono d'accordo, ma che siano chiamati gli scrittori a tenerlo in vita no. Questo non sarebbe un circolo virtuoso, ma un
do ut des: compro i loro libri così mi leggono e forse pubblico. Se le prospettive culturali davanti a noi sono queste, tanto vale chiudere le librerie e guardarsi netflix.