“Oggi una frase che contiene subordinate è considerata troppo complessa per i lettori. L’importante è che i concetti siano facilmente comprensibili, obietterà qualcuno. Sbagliato! Le scimmie comunicano a versi; i delfini trillano e fischiano, e sono contenti così. Ma noi abbiamo bisogno di poter esprimere concetti, sensazioni, emozioni che richiedono una struttura un po’ più articolata di ‘Io Tarzan, tu Jane’.
Questo stile paratattico, fatto di frasi brevi legate tra loro dalla congiunzione ‘e’, serve per raccontare fatti. È rapido, immediato, conferisce un ritmo incalzante al discorso, ma spezzetta il pensiero, lo comprime, perché nega il tempo e il respiro della riflessione. Lo stile ipotattico, invece, fatto di lunghe frasi e subordinate, serve per argomentare una tesi, per far riflettere, per stimolare il pensiero. Permette di creare associazioni di idee, di stabilire una gerarchia tra le frasi e di porle in relazione.
Non è un caso che si tenda a usarlo sempre meno. La nostra è una società che vuole fatti ma non riflessioni, notizie ma non approfondimenti; è una società che non ha più tempo per l’eleganza, la bellezza, la complessità. Abbiamo sintesi ma non chiarezza, rapidità ma non efficienza, informazioni ma non conoscenza. Sappiamo troppo e conosciamo troppo poco, perché non siamo più in grado di creare relazioni fra le cose.”
Negli ultimi anni si nota una crescente preferenza per uno stile narrativo essenziale, fatto di frasi brevi e coordinate, che privilegia la rapidità e l’immediatezza. Lo stile paratattico, con le sue costruzioni dirette e il ritmo incalzante, è oggi largamente diffuso, mentre lo stile ipotattico, con la sua capacità di creare connessioni profonde attraverso subordinate e incisi, sembra essere sempre più relegato alla letteratura di nicchia o a determinati generi.
Ma questa semplificazione è davvero un bene? La paratassi frammenta il pensiero o lo rende più incisivo? L’ipotassi arricchisce la riflessione o rischia di appesantire il testo?
Vi chiedo:
• Da lettori, preferite autori che adottano uno stile ipotattico o paratattico? Oppure non fate caso a questa differenza?
• Da scrittori, vi riconoscete più nell’ipotassi, con periodi complessi e ricchi di subordinate, o nella paratassi, con frasi brevi e coordinate? Oppure cercate un equilibrio tra i due?
Mi piacerebbe conoscere la vostra opinione!
