viewtopic.php?p=62756#p62756
La tata è un'assassina.
Il bambino è abbastanza grande da sapere queste cose. Lei è seduta sulla panchina, di fianco alla buca della sabbia, e sta leggendo il giornale. Lui sta costruendo palazzi di sabbia, e sa che la tata è più vigile di quanto dia a vedere.
Non è facile creare edifici di sabbia in forme squadrate, ma oggi ha piovuto e l'umidità è perfetta. Il bambino sa essere preciso e disciplinato, quando vuole. Di fianco a lui c'è un elaborato castello di sabbia, con svariate torrette. Poco prima, la tata aveva scostato il giornale per un attimo, e gli aveva fatto un piccolo complimento, per quello.
In verità, con le sue fondamenta leggermente inclinate, l'edificio simile ad un castello è stato facile da costruire. Adesso si sta concentrando su una seconda costruzione, più moderna, linee parallele. Sta usando una scatola come sagoma, ma la Biblioteca è già crollata due volte. Le pareti alte e verticali sono molto più difficili.
Parte della sua attenzione è rivolta all'ambiente circostante, alla tata, al resto del parco giochi. Uno dei vicini sta attraversando il vialetto trascinandosi dietro un sacco di plastica nera, lungo, che sembra molto pesante. Il bambino si chiede brevemente se attirare la sua attenzione, ma decide che è meglio di no.
Al terzo tentativo, il cubo di sabbia resta in piedi. Ora, la parte difficile: il bambino gratta la parete verticale dell'edificio, quasi un granello alla volta, usando un filo d'erba secca. La sua concentrazione si riduce ad un singolo punto. Trattiene il respiro, come gli ha insegnato la mamma. Passano lunghi minuti.
Ce la fa: nel blocco di sabbia ora c'è una nicchia, sufficiente a posizionare un soldatino, e il palazzo di sabbia non è crollato. Solleva la testa: la tata lo sta sbirciando, oltre l'orlo piegato del giornale. Sorride. Con uno scatto del polso, il foglio si raddrizza e copre di nuovo il suo volto. Il titolo di prima pagina è "Omicidio!" e il bambino non sa ancora leggere bene, ma quella parola la capisce.
La parte difficile è fatta. Il bambino prende un piccolo rastrello e traccia delle linee parallele: strade, ferrovie. Mette sulla sabbia una macchinina, e alcune figurine sopra di essa; uno Zio Sam, una piccola bambola bionda, un altro soldatino… non sono nemmeno tutte della stessa marca, ma non gli importa.
Ammucchia un po' di sabbia per formare una collinetta. Sente uno sbuffo. La tata rotea gli occhi al cielo. Il bambino le fa una smorfia. Lei guarda l'orologio, e poi gli rivolge uno sguardo serio.
È ora. Il tempo è passato così in fretta, che il bambino se ne è a malapena accorto! Almeno, era riuscito a completare la scena. Strade dritte e curve, il tracciato di una ferrovia, edifici, una collinetta, la sua macchinina, i soldatini.
Prima di sera sarebbe sparito tutto, lo sapeva - ma, d'altra parte, niente dura per sempre. La vita stessa è una cosa effimera. Questa è un'altra cosa di cui il bambino è ben consapevole. La tata appoggia il giornale sulla panchina. È ora.
Lui allunga una mano, strappa una manciata d'erba, la butta sopra la collinetta. La donna fa un passo fino all'orlo della buca della sabbia, attenta a non sporcarsi le scarpe, e si sporge per esaminare la scena. «Ma che bravo!» dice, in tono ammirato, «Quasi perfetto! Manca solo la tangenziale.»
«Non posso fare una strada sopraelevata con la sabbia,» risponde lui. Ha in mano un altro soldatino, e sta fissando la collinetta erbosa, pensieroso. «E poi,» prosegue, «La tangenziale non è davvero importante.»
«No,» concorda la tata. Indica l'automobilina, con le figurine sopra. «Quello non dovrebbe essere girato leggermente verso destra?»
«Uh-uh, questa è la scena subito prima,» risponde il bambino, e la donna ridacchia. «Era girato già da prima del colpo,» dice. Non è la prima volta che lei e il bambino discutono su questo argomento.
Il bambino appoggia l'ultimo soldatino sulla collinetta, disteso, e poi usa lo stelo di erba secca per tracciare delle linee di tiro immaginarie nell'aria, una dalla nicchia scavata nella Biblioteca, e una dalla collinetta. «Dei colpi,» dice, marcando il plurale. «Se c'è un complice nell'erba, allora non è necessario che il Governatore sia girato a destra.»
Fa due versi, pwosh pwosh!, in rapida successione. «Uno per lui, uno per il Presidente.»
«C'era un sacco di gente,» risponde lei, «Ma nessuno ha visto un complice.»
«Perché era davvero bravo,» dice il bambino, alzando la voce senza accorgersene, «E un giorno anche io sarò così bravo!»
La tata sorride. È importante che i ragazzini abbiano degli idoli, anche se immaginari. «Non come quel buffone di Oswald, eh?»
«Esatto!» grida, sorridendo, e poi nota la figura che sta entrando nel parco. «Mamma!»
La mamma si avvicina, lungo il vialetto del parco giochi. Lui è felicissimo di vederla, e scatta in piedi, travolgendo le torrette della Corte Vecchia, rendendo irriconoscibile il tracciato della ferrovia, e facendo collassare la Biblioteca sulla collinetta erbosa, sopra il tiratore senza nome. Le corre incontro e le abbraccia le gambe, mentre lei sorride, gli arruffa i capelli, e dice, «Ehi! Attento, con quelle mani sporche di sabbia!»
La tata le si avvicina, con il giornale sotto un braccio, e le stringe la mano. «Ha dato problemi?» chiede la mamma, ma sa che il bambino è un angelo, e prosegue facendo un cenno col mento al giornale. «Novità?»
«Hanno trovato l'arma,» risponde la tata, un po' imbarazzata, mentre si china per raccogliere i soldatini e la macchinetta, e l'altra donna emette un tsk-tsk di disapprovazione.
«Dovresti stare più attenta. Parlano di me?»
La tata scuote la testa. La mamma sorride, e poi si rivolge al figlio: «Dai, andiamo.»
Il bambino rilascia la mamma dall'abbraccio. «Mamma?»
«Sì?»
«Hai la manica sporca di sangue.»
«Oh!» dice la signora, rivoltando il polsino all'indietro, «Non ti preoccupare, tesoro, non è mio. Oggi pizza, che ne dici?»
E il bambino fa un «Siiiì» entusiasta, mentre comincia a seguirla fuori dal parco, verso casa. Il secondo tiratore, rimasto nella sabbia, non verrà più ritrovato.
Re: La Buca della Sabbia
2Ho scritto questo qualche tempo fa come esercizio, e mi è piaciuto. In seguito, ne ho fatto una versione ultra-compressa: stessa vicenda, metà delle parole. Ad un certo punto posterò anche quella, perché mi piacerebbe un sacco sentire delle opinioni sulla differenza tra le due versioni.
Re: La Buca della Sabbia
3Ciao @Zappo e benvenuto al forum.
Ho trovato originale e interessante questo racconto. Innanzi tutto per l’immersione quasi totale nel mondo di un bambino, nella sua dimensione, nei suoi pensieri.
Un mondo che mi è molto congeniale e familiare, a volte ne ho scritto qualcosa, memore di lontani ricordi anche della mia infanzia, passata in quasi solitudine dentro il cortile cinto da alte mura di una caserma carabinieri che era il mio piccolo mondo dove nell' orto, ombreggiato da piante di nespole e porticati di vite, mi figuravo mondi salgariani, guerre nelle colonie, battaglie, truppe moderne nel deserto, influenzate dai fumetti dell’epoca.
I carri armati erano alcuni mattoni accatastati in un angolo, alcuni con un buco al centro che era la botola del capocarro, un soldatino di plastica. Ci sarebbe da scrivere un’odissea su quanta vita possa creare l’immaginazione di un bambino scontroso e solitario.
Nel tuo racconto ho apprezzato i particolari del castello che il bambino costruisce, mi piacerebbe analizzarli tutti ma farei delle colossali digressioni sul tema fino a risultare noioso.
Per il bambino è dunque normale che pensi che la sua tata sia un’assassina. Non spieghi come sia giunto a questa conclusione ma non è di vitale importanza ai sensi della costruzione di questo breve pezzo e comunque per il bambino non si tratta di qualcosa di drammatico, sembra prenderla come una qualsiasi peculiarità degli adulti, uno dei loro tanti incomprensibili atteggiamenti. Il bambino prosegue nel suo gioco, pur controllando la tata che a sua volta controlla lui, ma non c’è nulla di minaccioso.
Dall’accenno che la tata fa a Oswald, il presunto assassino di Kennedy penso, si intuisce che gli adulti che ruotano nella cerchia del bambino hanno idee alquanto particolari e non solo le idee circa quel fatto. Interessante, per quanto rimangano a livello di congetture, forse anche sbagliate da parte mia, sulle quali far volare la fantasia.
Una cosa che mi ha colpito è quando il bambino incontra la mamma. Il breve scambio di battute con la tata è agghiacciante nella sua brevità e nei suoi sottintesi; molto ben costruito. E ancora di più raggela la naturalezza e la tranquillità delle due donne, che non è dato sapere chi siano. Forse c’entrano qualcosa con l’assassinio, ma niente trapela.
Quella macchia di sangue sulla manica della mamma, la sua reazione all’osservazione del figlio è una pietra miliare, viene voglia di saperne di più. Chi è la donna? È coinvolta? È forse quella figura misteriosa di donna, elegantemente vestita che si vede nelle foto intorno al luogo dell’attentato di Dallas e della quale si sono perse completamente le tracce?
Una storia da approfondire, che merita, scritta in tono sapiente, asciutto e distaccato, ma coinvolgente.
Merita di essere ampliata, approfondita. E non abbandonare mai il bambino. I suoi sogni potranno essere gli incubi del mondo per il futuro. Letterariamente parlando.
Al limite aggiusta la formattazione, i periodi appaiono troppo staccati uno dall’altro, ma sono particolari risolvibili.
Un saluto.
Ho trovato originale e interessante questo racconto. Innanzi tutto per l’immersione quasi totale nel mondo di un bambino, nella sua dimensione, nei suoi pensieri.
Un mondo che mi è molto congeniale e familiare, a volte ne ho scritto qualcosa, memore di lontani ricordi anche della mia infanzia, passata in quasi solitudine dentro il cortile cinto da alte mura di una caserma carabinieri che era il mio piccolo mondo dove nell' orto, ombreggiato da piante di nespole e porticati di vite, mi figuravo mondi salgariani, guerre nelle colonie, battaglie, truppe moderne nel deserto, influenzate dai fumetti dell’epoca.
I carri armati erano alcuni mattoni accatastati in un angolo, alcuni con un buco al centro che era la botola del capocarro, un soldatino di plastica. Ci sarebbe da scrivere un’odissea su quanta vita possa creare l’immaginazione di un bambino scontroso e solitario.
Nel tuo racconto ho apprezzato i particolari del castello che il bambino costruisce, mi piacerebbe analizzarli tutti ma farei delle colossali digressioni sul tema fino a risultare noioso.
Per il bambino è dunque normale che pensi che la sua tata sia un’assassina. Non spieghi come sia giunto a questa conclusione ma non è di vitale importanza ai sensi della costruzione di questo breve pezzo e comunque per il bambino non si tratta di qualcosa di drammatico, sembra prenderla come una qualsiasi peculiarità degli adulti, uno dei loro tanti incomprensibili atteggiamenti. Il bambino prosegue nel suo gioco, pur controllando la tata che a sua volta controlla lui, ma non c’è nulla di minaccioso.
Dall’accenno che la tata fa a Oswald, il presunto assassino di Kennedy penso, si intuisce che gli adulti che ruotano nella cerchia del bambino hanno idee alquanto particolari e non solo le idee circa quel fatto. Interessante, per quanto rimangano a livello di congetture, forse anche sbagliate da parte mia, sulle quali far volare la fantasia.
Una cosa che mi ha colpito è quando il bambino incontra la mamma. Il breve scambio di battute con la tata è agghiacciante nella sua brevità e nei suoi sottintesi; molto ben costruito. E ancora di più raggela la naturalezza e la tranquillità delle due donne, che non è dato sapere chi siano. Forse c’entrano qualcosa con l’assassinio, ma niente trapela.
Quella macchia di sangue sulla manica della mamma, la sua reazione all’osservazione del figlio è una pietra miliare, viene voglia di saperne di più. Chi è la donna? È coinvolta? È forse quella figura misteriosa di donna, elegantemente vestita che si vede nelle foto intorno al luogo dell’attentato di Dallas e della quale si sono perse completamente le tracce?
Una storia da approfondire, che merita, scritta in tono sapiente, asciutto e distaccato, ma coinvolgente.
Merita di essere ampliata, approfondita. E non abbandonare mai il bambino. I suoi sogni potranno essere gli incubi del mondo per il futuro. Letterariamente parlando.
Al limite aggiusta la formattazione, i periodi appaiono troppo staccati uno dall’altro, ma sono particolari risolvibili.
Un saluto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: La Buca della Sabbia
4Grazie @Alberto Tosciri sono davvero felice che ti sia piaciuto!
Il racconto è parco di dettagli, anche perché l'ho creato come esercizio di brevità... proprio perché, quando non ci sto attento, tendo a fare l'opposto. Avevo in mente un'atmosfera ancora prima che una trama, la mia missione era trasmetterla al lettore nel modo più efficiente possibile. Se alla fine raggela, vuol dire che almeno un po' ci ho preso!
Grazie anche del consiglio sulla formattazione. Se ho tempo, domani o nei prossimi giorni posterò la versione super-condensata ("e ora, più difficile", mi sono detto), spero che ci darai un'occhiata.
Il racconto è parco di dettagli, anche perché l'ho creato come esercizio di brevità... proprio perché, quando non ci sto attento, tendo a fare l'opposto. Avevo in mente un'atmosfera ancora prima che una trama, la mia missione era trasmetterla al lettore nel modo più efficiente possibile. Se alla fine raggela, vuol dire che almeno un po' ci ho preso!
Grazie anche del consiglio sulla formattazione. Se ho tempo, domani o nei prossimi giorni posterò la versione super-condensata ("e ora, più difficile", mi sono detto), spero che ci darai un'occhiata.
Re: La Buca della Sabbia
5Zappo ha scritto: Se ho tempo, domani o nei prossimi giorni posterò la versione super-condensata ("e ora, più difficile", mi sono detto), spero che ci darai un'occhiata.Ci darò senz'altro un'occhiata.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: La Buca della Sabbia
6Per chi dovesse arrivare dopo: la versione "brevissima" è qui viewtopic.php?p=62788#p62788
Re: La Buca della Sabbia
7Ciao @Zappo, passo anche a lasciarti un commento qui - sempre sperando che sia utile e tenendo conto del fatto che sono un semplice lettore - visto che mi hai detto di là che ti avrebbe fatto piacere. Perché no, allora?
Scherzi a parte, l'altro racconto è scritto in modo migliore, secondo me, di questo. La sintesi rende la scena più gradevole, aumenta l'effetto WTF in vari punti e l'attenzione stessa alla lettura. Però, a mio parere, i pregi finiscono qui: in questa versione del racconto trovo molte risposte a questioni inespresse nell'altro o, comunque, dettagli che nell'altro mancano e/o che rendono più naturali alcuni passaggi.
Nell'altro, per esempio, la tata è una figura che, prima dice al bambino di sbrigarsi, poi fa qualche commento - quasi "a caso" - su quanto sta facendo. Qui, invece, è una figura partecipe che non guarda il tempo (anche perché devono attendere la madre, non ha nemmeno senso che di là gli fa capire di sbrigarsi) e che collabora con la ricostruzione della scena sulla sabbia.
Poi, come detto all'inizio, l'altro è più sintetico e migliore nella forma: non perché più sintetico, sembra più curato in generale nello stile.
Quindi non saprei come dirti, l'altro si legge meglio, ma questo mi piace di più. Parere mio.
Alla prossima lettura.
Scherzi a parte, l'altro racconto è scritto in modo migliore, secondo me, di questo. La sintesi rende la scena più gradevole, aumenta l'effetto WTF in vari punti e l'attenzione stessa alla lettura. Però, a mio parere, i pregi finiscono qui: in questa versione del racconto trovo molte risposte a questioni inespresse nell'altro o, comunque, dettagli che nell'altro mancano e/o che rendono più naturali alcuni passaggi.
Nell'altro, per esempio, la tata è una figura che, prima dice al bambino di sbrigarsi, poi fa qualche commento - quasi "a caso" - su quanto sta facendo. Qui, invece, è una figura partecipe che non guarda il tempo (anche perché devono attendere la madre, non ha nemmeno senso che di là gli fa capire di sbrigarsi) e che collabora con la ricostruzione della scena sulla sabbia.
Zappo ha scritto: La donna fa un passo fino all'orlo della buca della sabbia, attenta a non sporcarsi le scarpe, e si sporge per esaminare la scena. «Ma che bravo!» dice, in tono ammirato, «Quasi perfetto! Manca solo la tangenziale.»Questo è un passaggio, ma poi prosegue per dirgli altre cose; in particolare trovo questa frase
Zappo ha scritto: La tata sorride. È importante che i ragazzini abbiano degli idoli, anche se immaginari. «Non come quel buffone di Oswald, eh?»che qui sembra un pensiero della tata, mentre di là era un pensiero del bambino. Nell'altro racconto era il bambino a dare questi dettagli - sui quali avevo qualche dubbio di realismo - mentre qui è la tata con il bambino che "rievoca" la scena sulla sabbia, con un grado di ragionamento inferiore a quanto si capisce di là. Anche il titolo del racconto, almeno secondo me, qui acquista più senso proprio perché sembra che la tata gli stia dando particolari della scena "del crimine" e il collegamento mentale "dettaglio -> esperta -> assassina" mi fa arrivare al titolo e mi strappa un mezzo sorriso.
Poi, come detto all'inizio, l'altro è più sintetico e migliore nella forma: non perché più sintetico, sembra più curato in generale nello stile.
Zappo ha scritto: Non è facile creare edifici di sabbia in forme squadrate, ma oggi ha piovuto e l'umidità è perfetta. Il bambino sa essere preciso e disciplinato, quando vuole. Di fianco a lui c'è un elaborato castello di sabbia, con svariate torrette. Poco prima, la tata aveva scostato il giornale per un attimo, e gli aveva fatto un piccolo complimento, per quello.Ti ho riportato questo intero passaggio per darti l'idea di quanto dico. Di là l'ironia, l'atmosfera surreale è più diretta anche per via della sintesi, scene come queste, oltre a distogliere lo sguardo (in un certo senso) al racconto, aggiungono dettagli di secondo piano che non arricchiscono il racconto e, diciamo, i tuoi intenti. Le frasi brevi che focalizzano questi dettagli, rallentando la lettura stessa, portano proprio l'attenzione a questi particolari che, alla fine, non sono importanti.
In verità, con le sue fondamenta leggermente inclinate, l'edificio simile ad un castello è stato facile da costruire. Adesso si sta concentrando su una seconda costruzione, più moderna, linee parallele. Sta usando una scatola come sagoma, ma la Biblioteca è già crollata due volte. Le pareti alte e verticali sono molto più difficili.
Quindi non saprei come dirti, l'altro si legge meglio, ma questo mi piace di più. Parere mio.
Alla prossima lettura.
https://www.facebook.com/curiosamate
Re: La Buca della Sabbia
8Ciao @bwv582 e grazie tantissime per aver letto entrambe le versioni! Questi commenti mi sono preziosi, mi permettono di trarre il massimo da questo "esercizio" letterario. Ciascuna versione ha dei problemi e dei meriti leggermente diversi.
Buon weekend!
Buon weekend!
Re: La Buca della Sabbia
9@Zappo
Il tuo racconto mi é piaciuto molto. Ho avuto la sensazione di essere sollevata dalla realtá.
L'incipit terribile e il bambino concentrato nel suo gioco sono un contrasto talemente forte che il lettore non sa bene cosa aspettarsi. È spontanea la ricerca della vittima designata, ma si rimane in sospeso. Inoltre la tata nella prima parte si limita a leggere il giornale e ad osservarlo: sembra davvero innocua e viene facile pensare che sia una fantasia di bambino, un gioco.
L'attenzione viene spostata sulle figure scompagnate con cui il bambini gioca, e non é piú la tata, ma lui stesso a diventare sinistro tanto é concentrato a realizzare il suo progetto, perché si percepisce che é un progetto preciso, molto preciso.
Il colpo di grazia sono i fili d'erba usati come traiettore, e la tata non é piú una minaccia, ma un'insegnante o forse collega.
Ottimo anche il diversivo dell'uomo con il sacco nero, perché subito balugina l'idea di un cadavere. Mi ha ricordato le comparsate di Hitchkock nei suoi film, fini a se stesse, ma utili a fuorviare lo spettatore.
Perfetto anche come si introduce l'idea di una ricostruzione di un omicidio a scopo didattico, riferito all'omicidio Kennedy.
Fin qui il racconto mi ha tenuto sulla corda e in qualche modo poteva continuare ancora per un bel po' introducendo l'idea di una sorta di famiglia Addams dell'omicidio oppure di una speciale scuola segreta dove i killer vengono addestrati fin dalla piú tenera etá.
Con l'entrata in scena della madre tutta questa situazione piuttosto surreale viene calata in una routine quotidiana, fatta di pasti e mani sporche, di inconvenienti da comunicare (hanno trovato l'arma) e le tracce del lavoro della madre (c'è chi ha le dita sporche di inchiostro), un bel modo per mostrare la professione della donna, e allo stesso tempo dar una parvenza di normalitá a questa situazione.
Trovo che tu abbia caratterizzato benissimo i personaggi che emergono uno per volta, ben definiti e sono loro che reggono la tua trama che di fatto é semplicemente lo spaccato di qualche ora di giochi al parco di un bambino.
Mi piace da morire il tuo stile, lo si legge che é un piacere e, a mio avviso, ogni parola é al posto suo e la tensione non cala mai. Il lettore non puó distrarsi in attesa del colpo di scena e non si rende conto che il colpo di scena lo sta giá leggendo.
Mi é piaciuta anche la fine, ma avrei voluto leggere di piú attraverso gli occhi di quel bambino, avrei voluto sapere di piú.
Per me é come l'incipit di un racconto molto piú sostanzioso, dove l'assasinio di Kennedy puó rimanere del tutto marginale.
Ho letto che per te questo era un esercizio, quindi il mio commento a quel fine non sará utilissimo, ma ti é riuscito molto, molto bene.
Grazie! Alla prossima!
Il tuo racconto mi é piaciuto molto. Ho avuto la sensazione di essere sollevata dalla realtá.
L'incipit terribile e il bambino concentrato nel suo gioco sono un contrasto talemente forte che il lettore non sa bene cosa aspettarsi. È spontanea la ricerca della vittima designata, ma si rimane in sospeso. Inoltre la tata nella prima parte si limita a leggere il giornale e ad osservarlo: sembra davvero innocua e viene facile pensare che sia una fantasia di bambino, un gioco.
L'attenzione viene spostata sulle figure scompagnate con cui il bambini gioca, e non é piú la tata, ma lui stesso a diventare sinistro tanto é concentrato a realizzare il suo progetto, perché si percepisce che é un progetto preciso, molto preciso.
Il colpo di grazia sono i fili d'erba usati come traiettore, e la tata non é piú una minaccia, ma un'insegnante o forse collega.
Ottimo anche il diversivo dell'uomo con il sacco nero, perché subito balugina l'idea di un cadavere. Mi ha ricordato le comparsate di Hitchkock nei suoi film, fini a se stesse, ma utili a fuorviare lo spettatore.
Perfetto anche come si introduce l'idea di una ricostruzione di un omicidio a scopo didattico, riferito all'omicidio Kennedy.
Fin qui il racconto mi ha tenuto sulla corda e in qualche modo poteva continuare ancora per un bel po' introducendo l'idea di una sorta di famiglia Addams dell'omicidio oppure di una speciale scuola segreta dove i killer vengono addestrati fin dalla piú tenera etá.
Con l'entrata in scena della madre tutta questa situazione piuttosto surreale viene calata in una routine quotidiana, fatta di pasti e mani sporche, di inconvenienti da comunicare (hanno trovato l'arma) e le tracce del lavoro della madre (c'è chi ha le dita sporche di inchiostro), un bel modo per mostrare la professione della donna, e allo stesso tempo dar una parvenza di normalitá a questa situazione.
Trovo che tu abbia caratterizzato benissimo i personaggi che emergono uno per volta, ben definiti e sono loro che reggono la tua trama che di fatto é semplicemente lo spaccato di qualche ora di giochi al parco di un bambino.
Mi piace da morire il tuo stile, lo si legge che é un piacere e, a mio avviso, ogni parola é al posto suo e la tensione non cala mai. Il lettore non puó distrarsi in attesa del colpo di scena e non si rende conto che il colpo di scena lo sta giá leggendo.
Mi é piaciuta anche la fine, ma avrei voluto leggere di piú attraverso gli occhi di quel bambino, avrei voluto sapere di piú.
Per me é come l'incipit di un racconto molto piú sostanzioso, dove l'assasinio di Kennedy puó rimanere del tutto marginale.
Ho letto che per te questo era un esercizio, quindi il mio commento a quel fine non sará utilissimo, ma ti é riuscito molto, molto bene.
Grazie! Alla prossima!
Re: La Buca della Sabbia
11Racconto molto carino, lavori bene nell'accompagnare il lettore al disvelamento finale, facendolo passare dalla fantasia del bambino alla realizzazione che tutto ciò che dice lo dice in senso letterale e non metaforico. Così come ciò che fa.
Anche lo stile non è male, ma secondo me pecchi troppo di accuratezza in alcune parti. Essendo descritto dal punto di vista del bambino, mi aspetterei termini più vaghi e imprecisi, impressioni. Invece usi termini come:
Per il resto non ho praticamente altro di negativo da segnalare.
Anche lo stile non è male, ma secondo me pecchi troppo di accuratezza in alcune parti. Essendo descritto dal punto di vista del bambino, mi aspetterei termini più vaghi e imprecisi, impressioni. Invece usi termini come:
Zappo ha scritto: la tata è più vigile di quanto dia a vedereE, più avanti, le forme 'squadrate'. Sono parole troppo 'strane' da sentire in bocca a un bambino. Il bambino ha un'età indefinita, gioca nella buca della sabbia, non sa leggere, ma si esprime con accuratezza e quasi alla pari degli adulti. E' un po' troppo ambiguo, secondo me, dovresti lavorare di più sulla sua caratterizzazione attraverso il linguaggio che usi nelle descrizioni.
Per il resto non ho praticamente altro di negativo da segnalare.
Zappo ha scritto: La sua concentrazione si riduce ad un singolo punto. Trattiene il respiro, come gli ha insegnato la mammaQuesta frase è la migliore della storia, proprio perché si capisce solo rileggendo il racconto una volta che lo si è finito. Complimenti.
Scrivere è necessario
Re: La Buca della Sabbia
12Grazie @Komorebi_return , dei complimenti e soprattutto delle osservazioni!
Re: La Buca della Sabbia
13ciao Zappo, quello che mi ha colpito di questo racconto è il contrasto tra le costruzioni di sabbia, gioco tipico dell'infanzia, e gli elementi di una realtà cruda e violenta, vedasi la scritta sul giornale (che compeggia nel racconto come un'insegna illuminata). Il bambino sembra essere cosciente che il mondo sia fatto così.
Inquietante l'affermazione
Ricostruire la scena di un attentato giocando è lo sconfinamento del mondo violento degli adulti nella felice ingenuità di un bambino.
Molto bello, manca qualche elemento chiarificatore, ma il racconto rimane suggestivo.
Inquietante l'affermazione
Zappo ha scritto: e, «E un giorno anche io sarò così bravodiventerà un Killer?
Ricostruire la scena di un attentato giocando è lo sconfinamento del mondo violento degli adulti nella felice ingenuità di un bambino.
Molto bello, manca qualche elemento chiarificatore, ma il racconto rimane suggestivo.