Mi faccio carina, una volta lo sono stata. Vestito a fiori, appena una spruzzata di colonia. E poi la tovaglia di Fiandra, piatti e bicchieri belli e candele, candele ovunque. È così che si fa per una cena romantica.
Già le nove e mezza. È tardi, ma non importa: questa è una serata speciale.
Sento le chiavi nella toppa, la porta che si apre, i tuoi passi nel corridoio.
Entri in cucina, respiri fondo: «L’hai fatto di nuovo.» Aggrotti la fronte e scuoti la testa: «Allora dillo che me lo fai apposta.»
Pollo coi peperoni, è ancora a sfrigolare nel forno, ma l’odore riempie la stanza.
L’ho cucinato con lo stesso amore che ci metteva mia madre quando la sera del sabato, dopo che tutti erano andati a dormire, cominciava a spadellare per il pranzo della domenica.
Ma tu, solo a sentirlo, hai già le paturnie. Non è colpa dei peperoni, è del pollo. Lo detesti. Cioè, non il pollo in sé, mangiarlo.
«Se non lo vuoi, c’è altra roba» dico io. «Ho fatto la spesa.»
Sbatti la ventiquattrore sulla sedia e spalanchi il frigo. «No, Sofia, questa non è la spesa. È un insulto alla salute del pianeta.» Chiudi lo sportello, un tonfo e i magnetini della Normandia crollano sul pavimento. Mi chino a raccoglierli, i ricordi non si lasciano per terra. Alzo la testa, ti vedo andare di là, ti sento brontolare: «Non c’è verso, proprio non capisci.» Come a dire: che ci faccio ancora con te?
Serata speciale. E io qui, col vestitino a fiori, i magnetini e il cuore tutti sbreccati, a chiedermi la stessa cosa. E a rispondermi che è perché sono stupida.
Stupido il mio pollo, stupidi i miei peperoni.
Però una volta ti piacevano, me lo ricordo benissimo.
Te li ho cucinati la prima notte che abbiano passato insieme, in quel monolocale del quartiere latino. All’alba, come avrebbe fatto mia madre prima del giorno di festa, io nuda col grembiule e tu che ancora dormivi, bello come un dio.
L’ho fatto anche oggi, che è il nostro anniversario e speravo… che speravo? Non sarà un peperone a risolvere le cose.
Stupida io a pensarlo.
Tu invece non sei stupido. Non lo è il tofu alle olive, né il seitan agli spinaci. E non lo sono nemmeno le variaziani Goldberg, che hai cercato di spiegarmi in tutti i modi. Architettura modulare, dicevi, schemi matematici e simmetrie, capolavoro delle sperimentazioni di Bach.
Facevo finta di ascoltarti, pure se non capivo una parola. Il massimo della musica che riesco a digerire è Samuele Bersani.
A te, fa orrore. A me invece commuove.
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza complicare il pane…
No, non te la ricordi.
Eppure dovresti, perché è la musica che sentivamo allora, quando eravamo i ragazzi che si baciano in piedi, contro le porte della notte.
«Quel coglione di Prevert.» Hai cominciato a dirlo appena hai scoperto Alda Merini e la cura con cui sceglieva le parole da non dire.
Invece a me non è mai piaciuta quella, ma dichiararlo, chissà perché, ti avrebbe offeso. Avresti smesso di parlare e cominciato a fissarmi come si fa con un ragno sul muro. Un ragno stupido.
E anche qui, devo ammetterlo, hai ragione, perché è un’altra delle cose che non ho mai capito.
Non potevo tenermi Prevert e Bersani e tu Bach e la Merini?
Punizioni. Sei capace di non parlarmi per giorni.
Come oggi, che è il terzo. Pure se è il nostro anniversario.
Il tuo sguardo ormai mi passa attraverso, non mi vedi più. Fossi sdraiata per terra mi cammineresti sopra
Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore
Ci si passa sopra almeno due o tre volte I piedi come sulle aiuole
Credimi, Luigi: vista da fuori non sembra, ma ti assicuro che questa è davvero una serata speciale.
Non vuoi quello che ho cucinato, va bene. Preparo una tisana, la verso nella tua tazza preferita e vengo in salotto.
Sei in piedi davanti alla finestra.
«Hai la faccia stanca, non hai mangiato niente. Bevi almeno questa» dico e la poso sul tavolino, accanto a Infinite Jest di Foster Wallace. Milletrecento pagine e due segnalibri, uno per la trama, l’altro per le note. E io che ho cominciato a leggere Manzini solo perché m’era piaciuta la serie tv. Ti volti, non vuoi dirmi niente, solo farti guardare.
Volto contratto, gli angoli della bocca rivolti in giù e negli occhi un luccichio di lacrime, abbondanti ma non troppo. Giusto quelle che servono per apparire l’icona della delusione.
«È tutto inutile.» Lo dici sottovoce, con un sospiro di riluttanza. «Tu non mi hai mai capito. Pensi solo a quello che piace a te.»
È vero.
Mi piacevi tu. E ho continuato a cercarti fuori e dentro il mio cuore.
Non te o ricordi. Forse non lo hai mai saputo. O magari l’ho soltanto sognato.
Vuoti di memoria, non c'è posto per tenere insieme tutte le puntate di una storia
Piccolissimo particolare, ti ho perduto senza cattiveria
Mangiati le bolle di sapone intorno al mondo e quando dormo taglia bene l'aquilone
Togli la ragione e lasciami sognare, lasciami sognare in pace
Però ne ero certa: da qualche parte doveva essere rimasto quel noi. Se non tutto, almeno un po’.
E allora tiravo la maniglia della porta e uscivo.
Ti sei mai accorto di quante volte è successo?
Ogni volta speravo mi chiedessi: «Sofia, dove vai?»
Non lo hai mai fatto, troppo occupato a indossare facce desolate, esasperate e alla fine sconfitte.
Mi sono sempre domandata chi avesse perso chi.
Andavo fuori, al cinema, che è un fuori in capo al mondo pure se è a trecento metri da casa.
E mi rifugiavo al Gioiello per sognare. Dopotutto ci si va per quello. Anche se non fanno cinema tibetano in lingua originale.
Mi guardi, ma non mi vedi. È tanto che succede. Anche adesso, mentre ti lasci cadere sulla poltrona quasi ti ci avesse spinto tutto il peso del mondo. Ti giri verso il tavolino, prendi la tazza, l’annusi.
«È al biancospino» dico.
Dai una sorsata.
«Com’è?» chiedo.
Alzi le sopracciglia, sospiri: «Non hai scaldato la tazza» e continui a bere desolato.
Ti guardo, ti vedo. E vorrei dirti che detesto il cinema tibetano, pure quello coi sottotitoli, che non faccio mai in tempo a leggere.
Invece ho sempre adorato De Sica.
E potrei raccontarti di quella volta che al Gioiello c’era la rassegna Vittorio per sempre.
Davano Amanti, 1968. Il film non era bello. Mastroianni e la Dunaway sì. Un amore disperato.
Ho pianto come una ragazzina e ho continuato a tirare su col naso anche dopo i titoli di coda.
Avevo bisogno di un fazzoletto, non me li porto mai, specie quando servono.
Ne vedo uno davanti alla faccia, stretto in una mano pallida. Mi giro, dopo la mano c’è un braccio e alla fine del braccio il resto: Marco Pavani, con gli occhi rossi e ancora umidicci di lacrime, proprio come i miei.
«Bello, eh?» mi fa.
«Insomma.»
«Hai ragione, fa cagare. Però De sica…»
«Sì, è sempre De sica.»
«Posso offrirti un caffè?»
Così mi ha detto, proprio all’uscita del cinema. Mi ha offerto un fazzoletto e ha indicato il bar dall’altra parte della strada.
Perché rifiutare? Dopotutto era solo un caffè.
Se te lo dicessi mi spiegheresti che niente è mai solo un caffè. E allora dovrei dirti che non c’è stato niente tra noi. Non perché tu sia geloso, figuriamoci, di me poi, ma per chiarezza.
Abbiamo solo parlato. Quella volta e molte altre. Perché poi c’è stata la rassegna su Mastroianni e non puoi nemmeno immaginare le cose che vengono fuori dopo un film e un caffè.
Marco Pavani, il nome dovrebbe dirti qualcosa. È il tuo caporeparto, nonché delegato sindacale. Quando si dice le coincidenze. Il mondo sembra così grande, invece è solo una rete di condutture dove scorrono le nostre esistenze. Pare che ognuna vada per i fatti suoi, ma prima o poi si incontrano, si mescolano. Acque chiare e acque scure che diventano acqua e basta, senza chiedersi cosa fossero prima. Dovrebbero invece.
Condutture, vasi comunicanti, come quelle delle vasche di decantazione o delle lagune di depurazione, dove si raccolgono i residui dei processi di concia prima di venire ridotti in pani dalle presse. Marco me l’ha spiegato e con parole così semplici che perfino io l’ho capito.
E all’improvviso è stato tutto chiaro.
Il tuo meraviglioso progetto, quello che ti ha tenuto impegnato per mesi, giorno e notte. Specialmente la notte.
Che ha dato un’impennata alla tua carriera e il premio Ingegnere dell’anno, consegnato dalle orgogliose mani dell’Amministratore delegato, dottoressa Valeria Oldoini. Scintillante, radiosa, col suo completo verde savana e lo sguardo da leonessa, ti metteva un braccio attorno alla vita e continuava a dire: «Il mio Luigi.»
Poche volte ti ho visto così felice. E poi che giornate! Radio, televisione, articoli. Tornavi a casa come un Crociato da Gerusalemme. E io ero orgogliosa, non sai quanto. Di te, di me, di noi.
Vorrei dirtele tutte queste cose, solo per rivedere quel sorriso.
E invece: «Vuoi dell’altra tisana?» Non rispondi, allunghi la tazza. Si la vuoi.
Vado in cucina, quando torno stai leggendo Foster Wollace.
Infinite Jest, scherzo infinito. Bel titolo.
Marco ha il cancro.
E no, non è un problema suo. L’ha preso per colpa della concia al cromo, si chiama così, ora lo so, e delle tossine chimiche sfuggite chissà come. Si è ammalato lui e molti altri, ma tanto sono solo operai, che ne capiscono di progetti internazionali?
Adesso stai leggendo e non è il caso di dirti cosa fanno le tossine chimiche, tanto lo sai. Certo che lo sai, perché da qualche parte, in ufficio, ci saranno sicuramente interi faldoni di esposti, denunce, perizie. O forse no. Forse la Oldoini ha voluto diversamente: «Facciamo pulizia. A che servono tutte queste cartacce?» E poi magari avrà riunito il consiglio di fabbrica per dire come stavano le cose. Pulizia e verità.
«Mi dispiace immensamente per le famiglie» avrà detto «Ma se qualcuno si ammala, non si può addossare questa responsabilità a un’azienda come la nostra, che ha sempre posto estrema attenzione alla salute e all’ambiente.» Carismatica, seducente. Copia anastatica della Sigourney Weaver di Una donna In carriera. Come resisterle?
Sì, adesso è tutto chiaro. Una volta ti piaceva la carne, pollo, vitello, manzo, divoravi una fiorentina in meno di dieci minuti. «Al sangue, mi raccomando» dicevi al cameriere. Poi basta. All’improvviso, germogli di soia, tofu e la faccia schifata contro per la mia cotoletta. Salute e ambiente. La Oldoini deve avertelo spiegato molto bene durante una di quelle notti laboriose. Questione di coerenza.
E anche don Paolo, pardòn, ormai Monsignor Guarini, deve averci messo del suo. Messo e preso immagino, se non altro per motivare quel messale in pelle tempestato di rubini. Ho riconosciuto il logo dell’azienda. Che pensiero gentile.
Don Paolo, oratorio, catechismo, Adesso puoi baciare la sposa, quello che conta è l’amore. E i pacchetti azionari, che una guida spirituale si manifesta in tanti modi. Come la gratitudine.
Come il pacco di Natale per i dipendenti, che siamo tutti una grande famiglia. Spumante, panettone e cancro.
Cancro, Luigi, come quello di Marco, che non ha mai mangiato il mio pollo con i peperoni perché è vegetariano. Proprio come te. Perché lui ci tiene alla salute del pianeta, proprio come te.
Potrei ma non voglio fidarmi di te
Io non ti conosco e in fondo non c'è
In quello che dici qualcosa che pensi
Sei solo la copia di mille riassunti
Ti guardo. Sei un bell’uomo anche con gli occhi sgranati e il colorito cianotico. Anche con gli spasmi dell’agonia.
È colpa della tisana. Cioè, di quello che ci ho messo dentro.
Non è stato facile procurarmi qualcosa di inodore e insapore, ma alla fine l’ho trovata.
È roba per i topi, povere bestie, nessuno li ama e tutti vogliono liberarsene.
Apri a chiudi la bocca, allunghi le braccia, cerchi di afferrarmi. Adesso mi vedi.
Cerchi di parlare, ma esce solo un rantolo.
So cosa vuoi chiedermi. Sembra una domanda facile, ma i perché non lo sono mai.
Come l’amicizia, che sembra così spontanea, naturale. Si prende e si dà affetto in un flusso continuo, tale e quale a quello che scorre nelle condutture.
Marco è mio amico e gli resta poco da vivere.
Ormai non posso fare molto per lui.
Forse solo una cosa. Per lui, ma anche per me e pure per qualcun altro. Una sola.
Fermarti, per esempio.
Poi, magari faccio pure una visitina alla Oldoini.
Leggera, leggera si bagna la fiamma
Rimane la cera e non ci sei più.
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
2aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmL’ho cucinato con lo stesso amore che ci metteva mia madre quando la sera del sabato, dopo che tutti erano andati a dormire, cominciava a spadellare per il pranzo della domenica.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmChiudi lo sportello, un tonfo e i magnetini della Normandia crollano sul pavimento. Mi chino a raccoglierli, i ricordi non si lasciano per terra.queste sono immagini che non possono lasciare indifferenti, ti fanno entrare dentro alla storia con tutte le scarpe. È il bello del saper scrivere.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmla prima notte che abbiano passato insieme,refuso
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmAvresti smesso di parlare e cominciato a fissarmi come si fa con un ragno sul muro. Un ragno stupido.Similitudine originale!
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmFossi sdraiata per terra mi cammineresti sopramanca il punto finale
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmNe vedo uno davanti alla faccia, stretto in una mano pallida. Mi giro, dopo la mano c’è un braccio e alla fine del braccio il resto: Marco Pavani, con gli occhi rossi e ancora umidicci di lacrime, proprio come i miei.magia… due pennellate e la storia prende vita. Emoziona senza che si debba ricorrere a chissà quali spiegazioni. Non servono. Tutto è già qui in una riga e mezzo.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmIl mondo sembra così grande, invece è solo una rete di condutture dove scorrono le nostre esistenze.altra similitudine originale e molto efficace
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmleggendo Foster Wollace.Wallace - refuso
Non mi aspettavo niente di meno da una tua storia @aladicorvo. Perfetta “Giudizi universali” per questo racconto che, come il Bolero di Ravel, cresce d’intensità e di emozioni man mano che si va avanti con la lettura. Ci sono tanti temi toccati in punta di penna ma con una straordinaria capacità di far entrare in empatia il lettore con la narrazione. C’è amore, disillusione, premeditazione, vendetta, critica sociale, vacuità dei valori. C’è dolcezza ma anche un “graffio” inconfondibile. Un’ottima lettura, grazie!
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
3Matugguarda Ala – mi sono detto – che sceglie un titolo uguale alla canzone. Chissà se è un caso?
Non lo sai, ma c’è solo un altro autore che potevi citare per attirare ancor più la mia attenzione, e quell’Autore è Freak Antoni (e, difatti, una delle interpretazioni che amo di più di Bersani è quella in “Non sono un duro (guarda come piango)” degli Skiantos. Vabbè, bando alle divagazioni).
E no che non è un caso: la prima citazione in corsivo salta all’occhio (e, letteralmente, fuori dal mio monitor) ancor prima che io inizi a leggere. E allora non posso che iniziare a leggere.
E leggerò tutto d’un fiato. Urca, che racconto. Potrebbe sembrare semplicemente il riuscito pov di un’assassina. Ma tu ci metti tutte le ragioni che sono capaci di trasformarla in una Giustiziera della notte. Che, come tale, ha tutte le ragioni (e l'irrevocabile nostra empatia). Ragioni che non crollano nemmeno di fronte alla sua efferatezza (non avrà usato stricnina, che è amara e insolubile in una tisana, ma deve esere stato comunque duro, morire, per Luigi).
Prima è solo un non comprendersi più, un non riconoscersi, un “riuscire” ad arrivare persino ad odiarsi.
Ma poi si svela il mostro. Che può essere fermato solo da un (altro) mostro.
Oh, ma quanto hai reso estrema l’interpretazione di Giudizi universali? Il buon Bersani si era limitato a non farti esistere più, fiamma bagnata e calore, e luce finiti, nel suo (nostro) cuore. Sofia libera il cuore liberando il mondo dalla presenza del troppo cerebrale Luigi. Del troppo arrivista Luigi, del troppo colpevole, del mostro Luigi. Quando si dice "unire l'utile al dilettevole"...
Mi resta un dubbio: Luigi lo avrà capito perché (e par mano di chi) muore? Sembra di sì, ma dopotutto non è importante che ciò sia palese (così il lettore può decidere come più gli aggrada).
Sì, l’ho letto tutto d’un fiato, mi è davvero piaciuto e, come mi capita spesso, preferisco comunicare nel commento le mie sensazioni grezze di lettore, piuttosto che le raffinatezze da critico attento (che, poi, sono indispensabili anche quelle e, anzi, pure di più delle sensazioni di un queffe qualsiasi, ma sono certo che non ti mancheranno dai bravi e assidui commentatori che partecipano al contest).
Solo due o tre note:
Infine, concedimi di dare una piccolissima (e futile) voce alla sospensione d'incredulità (che in questo racconto può essere nulla): i poveri topi difficilmente vengono uccisi da sostanze che agiscono immadiatamente. È una precisa strategia che serve a far sì che quei piccoli e intelligentissimi parassiti non possano creare legami con l'alimento che li avvelena (cosa che saprebbero fare senz'altro quando il designato dal clan assaggia, mentre gli altri attendono l'esito).
Ah, ancora una piccola cosa: lasci trasparire anche la promessa del "e non mica è finita qui". Altri pagheranno, presto. Sono combattuto: ha bisogno il racconto di queste precisazioni finali? Non lo so.
Per quanto ci siano "intrusi" nella storia (necessari a completarla e a renderla credibile, d'accordo) la questione mi pare sia molto intima. Ti ammazzo perché non posso vivere con uno come te: un assassino che mai pagherà per le sue "responsabilità oggettive" (perché le cose, nel mondo reale, di solito non vanno alla Erin Brockovich, e i responsabili, poi, la sfangano quasi sempre).
E non lo so, ecco.
A rileggerti.
Non lo sai, ma c’è solo un altro autore che potevi citare per attirare ancor più la mia attenzione, e quell’Autore è Freak Antoni (e, difatti, una delle interpretazioni che amo di più di Bersani è quella in “Non sono un duro (guarda come piango)” degli Skiantos. Vabbè, bando alle divagazioni).
E no che non è un caso: la prima citazione in corsivo salta all’occhio (e, letteralmente, fuori dal mio monitor) ancor prima che io inizi a leggere. E allora non posso che iniziare a leggere.
E leggerò tutto d’un fiato. Urca, che racconto. Potrebbe sembrare semplicemente il riuscito pov di un’assassina. Ma tu ci metti tutte le ragioni che sono capaci di trasformarla in una Giustiziera della notte. Che, come tale, ha tutte le ragioni (e l'irrevocabile nostra empatia). Ragioni che non crollano nemmeno di fronte alla sua efferatezza (non avrà usato stricnina, che è amara e insolubile in una tisana, ma deve esere stato comunque duro, morire, per Luigi).
Prima è solo un non comprendersi più, un non riconoscersi, un “riuscire” ad arrivare persino ad odiarsi.
Ma poi si svela il mostro. Che può essere fermato solo da un (altro) mostro.
Oh, ma quanto hai reso estrema l’interpretazione di Giudizi universali? Il buon Bersani si era limitato a non farti esistere più, fiamma bagnata e calore, e luce finiti, nel suo (nostro) cuore. Sofia libera il cuore liberando il mondo dalla presenza del troppo cerebrale Luigi. Del troppo arrivista Luigi, del troppo colpevole, del mostro Luigi. Quando si dice "unire l'utile al dilettevole"...
Mi resta un dubbio: Luigi lo avrà capito perché (e par mano di chi) muore? Sembra di sì, ma dopotutto non è importante che ciò sia palese (così il lettore può decidere come più gli aggrada).
Sì, l’ho letto tutto d’un fiato, mi è davvero piaciuto e, come mi capita spesso, preferisco comunicare nel commento le mie sensazioni grezze di lettore, piuttosto che le raffinatezze da critico attento (che, poi, sono indispensabili anche quelle e, anzi, pure di più delle sensazioni di un queffe qualsiasi, ma sono certo che non ti mancheranno dai bravi e assidui commentatori che partecipano al contest).
Solo due o tre note:
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmi magnetini e il cuore tutti sbreccatiMa che bella scelta. Perché la sbrecciatura non è la semplice scheggiatura: presuppone una volontà, quasi una perizia, di chi ha sbrecciato.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmNon rispondi, allunghi la tazza. Si la vuoi.Refuso.
Infine, concedimi di dare una piccolissima (e futile) voce alla sospensione d'incredulità (che in questo racconto può essere nulla): i poveri topi difficilmente vengono uccisi da sostanze che agiscono immadiatamente. È una precisa strategia che serve a far sì che quei piccoli e intelligentissimi parassiti non possano creare legami con l'alimento che li avvelena (cosa che saprebbero fare senz'altro quando il designato dal clan assaggia, mentre gli altri attendono l'esito).
Ah, ancora una piccola cosa: lasci trasparire anche la promessa del "e non mica è finita qui". Altri pagheranno, presto. Sono combattuto: ha bisogno il racconto di queste precisazioni finali? Non lo so.
Per quanto ci siano "intrusi" nella storia (necessari a completarla e a renderla credibile, d'accordo) la questione mi pare sia molto intima. Ti ammazzo perché non posso vivere con uno come te: un assassino che mai pagherà per le sue "responsabilità oggettive" (perché le cose, nel mondo reale, di solito non vanno alla Erin Brockovich, e i responsabili, poi, la sfangano quasi sempre).
E non lo so, ecco.
A rileggerti.
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
4queffe ha scritto: ven ago 30, 2024 1:52 pmChissà se è un caso?Sono rientrato da in CdM da poco, principalmente con il desiderio di leggere e infastidire gli autori con qualche mio commento. Non avevo letto il regolamento del contest, quindi non sapevo che la scelta di una canzone come tema conduttore era d'obbligo.
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
5aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmEntri in cucina, respiri a fondo: «L
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmPollo coi peperoni, è ancora a sfrigolare nel forno, ma l’odore riempie la stanza.Ti suggerisco i due punti esplicativi dopo "peperoni".
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmi magnetini e il cuore tutti sbreccati sbrecciati,"tutti" mi sembra superfluo.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmFossi sdraiata per terra mi cammineresti soprametterei una virgola là in mezzo
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmNon te o lo ricordi.refusino
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmdove si raccolgono i residui dei processi di concia prima di venire ridotti in pani panni dalle presse.Volevi dire panni, o sbaglio?
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmE i pacchetti azionari, che una guida spirituale si manifestaché
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmCome il pacco di Natale per i dipendenti, che siamo tutti una grande famigliaché
P.S.: Dimenticavo il commento in sintesi, cara @aladicorvo:
- Capolavoro! -
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
6 Grazie @Monica , credo di averti già proposto un ingaggio da Happiness Trainer , @Poeta Zaza , Nostra Signora delle Pulci, non ci fossi toccherebbe inventarti, ma stavolta mi hai fatto arrossire
E @queffe , in diretta dallo staff! Accidenti avvisa, che mi mettevo in ghingheri.
A proposito, casomai volessi somministrare una tisanina GameOver, tallio. Inodore, insapore, leggo usato proprio come veleno per topi, insomma una sciccheria.
Grazie a tutti, comunque vada il contest, anche l'ottimo @bestseller2020 vi confermerà che non è stata una passeggiata.
Ma bella davvero
E @queffe , in diretta dallo staff! Accidenti avvisa, che mi mettevo in ghingheri.
A proposito, casomai volessi somministrare una tisanina GameOver, tallio. Inodore, insapore, leggo usato proprio come veleno per topi, insomma una sciccheria.
Grazie a tutti, comunque vada il contest, anche l'ottimo @bestseller2020 vi confermerà che non è stata una passeggiata.
Ma bella davvero
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
7@aladicorvo ciao, voglio iniziare da te i miei fottuti commenti!
Non so se sia regolare il commento alla propria partner di contest, ma credo che nessuno si offenderà dal momento che lo faccio. Comunque chiedo parere a @Sira che autorizzo a bannare questo commento se fosse contro il regolamento.
Dunque. Ti ricordi che ti dissi, a proposito del latte e miele, che sarebbe abbondato nel contest, e a noi, dato che ci siamo dimostrati in più trasgressivi, ci veniva dato il compito di fare qualcosa di nudo e crudo. Quello che siamo più capaci di fare, almeno io, considerato che a differenza di me, tu Manuela, ai un modo di svuotare il catino con la velocità di una paratia libera e aperta. Il tuo modo di precipitare sulla storia, è come il precipitare delle acque sulle cascate del Niagara! Non sei parsimoniosa nel scrivere, per nulla. Ti dissi pure, a riguardo della storia raccontata a presa diretta come il classico dei monologhi, che potevi usare la terza persona per dividere i periodi. Perché scrivere in prima persona ti obbliga a correre e a comprimere tutto in poco spazio temporale. Lo stesso problema lo sentito anch'io sul mio pezzo. Ma vedo che hai deciso di mantenere la tua scelta e comunque, tutto ti è venuto bene, anche perché la tua caratteristica alle raffiche decise e mortali è davvero notevole. Come ti ha fatto notare:
A finire, una questione che abbiamo discusso: la motivazione per uccidere. Io ti avevo proposto qualcosa di più incisivo, tipo, lei che si ritrova malata dello stesso male del suo amico Marco. Sentire la morte vicina toglie qualsiasi inibizione all'omicidio. Ti sei presa la legittima licenza di far fuori Luigi solo perché era un emerito "coglione", facendola risultare una donna su cui dover riflettere e porsi tante domande. Però devo dire che hai scelto un registro che limita quel desiderio di indagine sul personaggio di Sofia. Un finale quasi pulp, ma dal sapore romantico. Un bel mix!
Non è stata una passeggiata per te, te lo riconosco. Non è facile avere a che fare con un tipo come il sottoscritto. Ciao carissima!
Non so se sia regolare il commento alla propria partner di contest, ma credo che nessuno si offenderà dal momento che lo faccio. Comunque chiedo parere a @Sira che autorizzo a bannare questo commento se fosse contro il regolamento.
Dunque. Ti ricordi che ti dissi, a proposito del latte e miele, che sarebbe abbondato nel contest, e a noi, dato che ci siamo dimostrati in più trasgressivi, ci veniva dato il compito di fare qualcosa di nudo e crudo. Quello che siamo più capaci di fare, almeno io, considerato che a differenza di me, tu Manuela, ai un modo di svuotare il catino con la velocità di una paratia libera e aperta. Il tuo modo di precipitare sulla storia, è come il precipitare delle acque sulle cascate del Niagara! Non sei parsimoniosa nel scrivere, per nulla. Ti dissi pure, a riguardo della storia raccontata a presa diretta come il classico dei monologhi, che potevi usare la terza persona per dividere i periodi. Perché scrivere in prima persona ti obbliga a correre e a comprimere tutto in poco spazio temporale. Lo stesso problema lo sentito anch'io sul mio pezzo. Ma vedo che hai deciso di mantenere la tua scelta e comunque, tutto ti è venuto bene, anche perché la tua caratteristica alle raffiche decise e mortali è davvero notevole. Come ti ha fatto notare:
queffe ha scritto: ven ago 30, 2024 1:52 pmPotrebbe sembrare semplicemente il riuscito pov di un’assassina.Ritengo che in effetti la tua scelta era anche quella prescelta da @Poldo , che ha parlato di "prima persona". Ma così facendo, mi pare ovvio che si elimina qualsiasi contraddittorio, perché è normale che non si possa andare oltre il proprio pensiero. L'unico modo per un minimo di contraddittorio poteva essere la voce interiore della coscienza di Sofia. Con questo potevi anche metterla in conflitto con se stessa.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pm«Quel coglione di Prevert.» Hai cominciato a dirlo appena hai scoperto Alda Merini e la cura con cui sceglieva le parole da non dire.La differenza abissale tra i due autori e questa frase mi ha particolarmente colpito. Non sono tanto afferrato col Prevert! D'altronde ebbe successo sul pubblico femminile, dato le sue poesie d'amore. Alda Merini non credo che scegliesse le parole da non dire; credo che le uscivano grazie a quel suo naturale filtro, che anche a causa del suo trascorso nel famigerato manicomio aveva acquisito. Poi, se è una sua citazione, va bene; io credo nella sua naturale predisposizione allo svisceramento dell'anima.
A finire, una questione che abbiamo discusso: la motivazione per uccidere. Io ti avevo proposto qualcosa di più incisivo, tipo, lei che si ritrova malata dello stesso male del suo amico Marco. Sentire la morte vicina toglie qualsiasi inibizione all'omicidio. Ti sei presa la legittima licenza di far fuori Luigi solo perché era un emerito "coglione", facendola risultare una donna su cui dover riflettere e porsi tante domande. Però devo dire che hai scelto un registro che limita quel desiderio di indagine sul personaggio di Sofia. Un finale quasi pulp, ma dal sapore romantico. Un bel mix!
Non è stata una passeggiata per te, te lo riconosco. Non è facile avere a che fare con un tipo come il sottoscritto. Ciao carissima!
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
8Eco lo sapevo, @bestseller2020 , hai steso in finestra tutti i nostri panni sporchi. E te l'avevo pure detto di usare il programma CandeggioNapalm
Non dico niente.
Sappi solo che ti sto preparando una tisana
Non dico niente.
Sappi solo che ti sto preparando una tisana
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
9@aladicorvo Quanta amarezza scritta con leggiadria. Luigi è una figura non ben definita dal tuo punto di vista. Ben diversa da come lo dipinge @bestseller2020.
Ha dei gusti raffinati, musicali, narrativi, poetici, culinari. Sembrerebbe quasi una figura sensibile, ma che per opportunismo si lascia sedurre dalla Oldoini (sedurre forse è una parola grossa) e la relazione matrimoniale che si spegne lentamente. Non è così chiaro cosa voglia dalla vita.
Diversamente da Sofia. Vorrebbe quello che tutti desiderano da una coppia: amore. Che bella parola. Descrivi in modo delizioso, nostalgico, amaro lo stato d'animo che pervade la donna, fino a condurla, (lo interpreto io) alla follia. La parte oscura prende il sopravvento. Perché se una coppia non funziona ci si lascia o uno dei due prende la decisione, poi se non ci sono figli dovrebbe essere uno scherzo. Invece no, l'animo umano prende delle vie senza uscita che vanno verso l'abisso. Giudizi universali.
Il povero Marco Pavani, come tanti altri, prende il cancro. E quante volte si è visto farla franca, come le aziende che lavorano l'eternit. Però lui è un sindacalista, non uno qualsiasi. Difficile da nascondere con tutte le buone intenzioni da mantide di Valeria. (anche se l'idea di mantide anzianotta mi fa un po' orrore)
In Sofia questo episodio sembra determinante, insieme alle prestazioni di “volontariato sessuale” di Luigi. E finisce nell'oblio anche lei, senza pensare al fatto che anche la sua vita sarà rovinata per sempre e non potrà portare a termine la sua prossima visita... a meno che sia immediata.
Un racconto davvero molto amaro, scritto con sapienza, come sempre.
Bella l'idea della canzone che segue le emozioni passo passo di Sofia. Chissà cosa ne penserebbe l'autore.
Avete fatto un buon lavoro.
A presto.
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
10@aladicorvo ti leggo sempre con grandissimo piacere e questo racconto é nelle mie corde.
Questa mitezza che si trasforma in risoluzione pura. Lei che si sente sempre un pochino in difetto che risolve questo uomo come se fosse un fiocco di polvere sul comó come a riportare un equilibrio nel quadro generale.
A me questo tipo di vendetta piace molto.
Complimenti!
Questa mitezza che si trasforma in risoluzione pura. Lei che si sente sempre un pochino in difetto che risolve questo uomo come se fosse un fiocco di polvere sul comó come a riportare un equilibrio nel quadro generale.
A me questo tipo di vendetta piace molto.
Complimenti!
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
11Ciao @aladicorvo
Sofia sembrerebbe che stia cercando di fare di tutto per piacere al marito, a cominciare dall’amore permeato di ricordi con cui ha cucinato il pollo con i peperoni.
O mimare con le dita delle due mani a significare: “tra virgolette” e via fantasticando. Non farci caso: paranoie mie.
La parte dove Sofia parla del suo amico Marco, che si è ammalato per via delle esalazioni della fabbrica di concia delle pelli dove lavora Luigi, la trovo un po’ macchinosa. È un fatto che ha la sua importanza, ma poteva avere, a mio parere, una connotazione diversa nell’ambito dl racconto.
Forse Sofia, perché no, poteva anche essersi innamorata di questo Marco, magari un suo compagno d’infanzia che pur essendo un semplice operaio sentiva che aveva più anima e dedizione del suo Luigi.
Veniamo anche a sapere che Luigi è diventato un anomalo vegetariano per compiacere la Oldoini, amando in realtà la carne, come tutti gli animali uomini. Cosa non si farebbe per la carriera.
Il fatto dell’avvelenamento di Luigi con veleno per topi non mi convince molto. Certo non gli avrebbe fatto bene, ma penso che non sarebbe morto subito e anche se fosse morto, dopo un bel po’, sarebbe risultato all’autopsia.
Sofia sarebbe finita in galera per omicidio. Ne varrebbe la pena? Poteva bollire una pentola d’olio e scaraventargliela addosso mentre nudo si accingeva a fare la doccia. Non sarebbe morto, forse, rimanendo sfigurato in tutto il corpo per sempre. Fine della sua carriera e del suo tradimento con la Oldoini.
Certo Sofia sarebbe ugualmente finita in galera, ma non per omicidio e con un bravo avvocato qualche annetto, buona condotta e stava fuori.
Per Luigi la rovina totale. Che vita avrebbe fatto, ripensando al suo comportamento ogni giorno?
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmMi faccio carina, una volta lo sono stata.Qui Sofia suscita simpatia, una sorta di comprensione. Una donna non più giovanissima che si fa bella per il marito che rientra dal lavoro.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmquesta è una serata speciale.Una serata molto diversa da quella che si sarebbe portati a pensare. La seconda persona è utile con la sua forma discorsiva per inquadrare i personaggi, risaltare le scene, i ricordi.
Sofia sembrerebbe che stia cercando di fare di tutto per piacere al marito, a cominciare dall’amore permeato di ricordi con cui ha cucinato il pollo con i peperoni.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pm«No, Sofia, questa non è la spesa. È un insulto alla salute del pianeta.»Certo che Luigi ha un modo platea ledi esagerare. Penso proprio che a lui della salute del pianeta importi nulla. Giusto per indisporre.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmio nuda col grembiuleQui Sofia ha cominciato a crollarmi. Ma è solo una mia idiosincrasia personale.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmL’ho fatto anche oggi, che è il nostro anniversario e speravo… che speravo? Non sarà un peperone a risolvere le cose.Qui si comincia a intuire la premeditazione.
Stupida io a pensarlo.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmFacevo finta di ascoltarti, pure se non capivo una parola.Evidente incompatibilità di carattere. Purtroppo anche se talvolta, quando c’è incompatibilità, capita di rendersene conto prima del matrimonio, non si da retta a questa vocina. Colpisce come Luigi, nella sua artefatta rabbia senza senso nei confronti di Sofia, finga di non vederla in casa, parlando e sbraitando genericamente all’aria.
aladicorvo ha scritto: gio ago 29, 2024 11:40 pmMi sono sempre domandata chi avesse perso chi.Anche qui solo una questione di gusti personale. Io non userei questo modo di dire che sa di frase fatta di questi tempi, come la mitica: “l’estate più calda di sempre”; oppure “ma anche no”; oppure: “secondo te?”
O mimare con le dita delle due mani a significare: “tra virgolette” e via fantasticando. Non farci caso: paranoie mie.
La parte dove Sofia parla del suo amico Marco, che si è ammalato per via delle esalazioni della fabbrica di concia delle pelli dove lavora Luigi, la trovo un po’ macchinosa. È un fatto che ha la sua importanza, ma poteva avere, a mio parere, una connotazione diversa nell’ambito dl racconto.
Forse Sofia, perché no, poteva anche essersi innamorata di questo Marco, magari un suo compagno d’infanzia che pur essendo un semplice operaio sentiva che aveva più anima e dedizione del suo Luigi.
Veniamo anche a sapere che Luigi è diventato un anomalo vegetariano per compiacere la Oldoini, amando in realtà la carne, come tutti gli animali uomini. Cosa non si farebbe per la carriera.
Il fatto dell’avvelenamento di Luigi con veleno per topi non mi convince molto. Certo non gli avrebbe fatto bene, ma penso che non sarebbe morto subito e anche se fosse morto, dopo un bel po’, sarebbe risultato all’autopsia.
Sofia sarebbe finita in galera per omicidio. Ne varrebbe la pena? Poteva bollire una pentola d’olio e scaraventargliela addosso mentre nudo si accingeva a fare la doccia. Non sarebbe morto, forse, rimanendo sfigurato in tutto il corpo per sempre. Fine della sua carriera e del suo tradimento con la Oldoini.
Certo Sofia sarebbe ugualmente finita in galera, ma non per omicidio e con un bravo avvocato qualche annetto, buona condotta e stava fuori.
Per Luigi la rovina totale. Che vita avrebbe fatto, ripensando al suo comportamento ogni giorno?
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)
(Apocalisse di S. Giovanni)
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
12Ciao @aladicorvo
il tuo racconto mi è piaciuto molto, questa giustiziera con l'abitino a fiori e la spruzzata di profumo attira l'empatia nonostante il gesto estremo che ha deciso di compiere.
Come sto dicendo a tutti, però, siamo qui per giocare e nell'ambito del contest trovo che i vostri due racconti non si sposino (giuro che non cercavo il gioco di parole scemo per lei che ammazza il marito ) del tutto; non solo perché la scena del rientro a casa di lui e della "cena" sono diversi tra i due testi, ma soprattutto perché il Luigi dipinto da te non somiglia molto a quello del racconto del tuo socio. D'accordo, lei non lo percepisce come si percepisce lui, ma di là lui sembra solo uno senza scrupoli che teme che la moglie scopra che "cede il suo corpo" alla capa per fini economici e di carriera, qui scopriamo che manipola la moglie e la spadroneggia da sempre, gioca all'intellettuale blasé...
insomma, questo solo per l'ambito del gioco, il racconto è delizioso
il tuo racconto mi è piaciuto molto, questa giustiziera con l'abitino a fiori e la spruzzata di profumo attira l'empatia nonostante il gesto estremo che ha deciso di compiere.
Come sto dicendo a tutti, però, siamo qui per giocare e nell'ambito del contest trovo che i vostri due racconti non si sposino (giuro che non cercavo il gioco di parole scemo per lei che ammazza il marito ) del tutto; non solo perché la scena del rientro a casa di lui e della "cena" sono diversi tra i due testi, ma soprattutto perché il Luigi dipinto da te non somiglia molto a quello del racconto del tuo socio. D'accordo, lei non lo percepisce come si percepisce lui, ma di là lui sembra solo uno senza scrupoli che teme che la moglie scopra che "cede il suo corpo" alla capa per fini economici e di carriera, qui scopriamo che manipola la moglie e la spadroneggia da sempre, gioca all'intellettuale blasé...
insomma, questo solo per l'ambito del gioco, il racconto è delizioso
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)
(Groucho Marx)
Re: [CE24-2] Giudizi universali - Sofia
13Grazie a quanti mi hanno dedicato tempo. Avrei voluto rispondere ad ognuno, ma sono in viaggio e per giunta senza pc