Marcello ha scritto: dom giu 16, 2024 10:29 am Se esiste un testo che la spiega dettagliatamente nel modo in cui tu la vorresti raccontare potresti citarlo in una nota a piè di pagina. Non una ragnatela di note, ma una unica che rimanda a quel testo, per chi vuole approfondire.
Il mio editore di un tempo mi fece allegare una bibliografia. Forse, come fanno autori molto "più" (ma più più) noti di me, basterebbe una notula in fondo al romanzo, di quelle che leggono in pochi, dove si citano velocemente la vicenda storica e la sola fonte più importante.
Alberto Tosciri ha scritto: dom giu 16, 2024 11:30 amConsidera che molti soldati non sapevano certo tutta la politica e le cause che avevano portato alla guerra. Sono lì e si guardano attorno, annusano, guardano, cercano di capire e tu dovresti, attraverso i loro interrogativi e pensieri dare al lettore la giusta inquadratura che poi proseguirà soggettivamente a seconda delle conoscenze storiche di chi legge o anche non avendo tutte queste conoscenza si farà un’idea bastante a godere il testo. Una visione cinematografica per intenderci.
Nel mio caso, il portatore del punto di vista è un ragazzotto alle
prime armi, che vede attraverso il filtro della
recluta, e non può valutare con il criterio di un veterano. E neppure di uno
storico. Vive l'esperienza ingenuamente, fa quello che gli tocca fare, e non si rende conto della situazione. L'ambiente è una battaglia medievale realmente accaduta. Le fonti riportano due versioni, simili ma diverse. Ho scelto quella che più si adatta alla trama. Mi scoccia, per esempio, non dire perché Tizio suoni le campane, e neppure fare il nome suo e quello dei suoi compari. Tuttavia, anche se il mio ragazzotto non ne sa il motivo, e neppure può immaginare chi sia il tizio sul campanile, il lettore dovrebbe intuire comunque quello che succede.
Da giovanissimo lessi "Vacanze Matte", di Richard Powell, senza rendermi conto che il protagonista è un
tontolone. Scritto in prima persona, il romanzo è visto attraverso il suo filtro. Ho capito la faccenda rileggendolo quando avevo dodici anni. E me lo sono riletto da poco per imparare dove siano i limiti: una sorta di risciacquo in Arno.
Da piccolo fregavo i libri di nascosto dalla libreria di mio padre. Ho letto di tutto, dai romanzi storici a quelli di Delly, i preferiti di mia sorella, che ha diciotto anni più di me.