[Lab 8] Sterrennacht boven de Rhône

1
Tema: La documentazione
Traccia: Ricchezze


«Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia?»
Vincent Willem van Gogh, Lettere a Theo

«Willem, mi ricevi?» Theodorus vedeva l’immagine del fratello tremolare davanti al vetro del casco.
«Sì, ciao, Theo».
«Non stavi già dormendo, vero?»
«Come?»
«Stavi dormendo?»
«Ah! No, tranquillo. Comunque la connessione non è molto stabile, dove sei?»
Un sorriso stanco increspò il volto barbuto di Thedorus. «Uno dei miei posti preferiti sulla Luna». Alzò la testa all’immensa cupola di vetro. Quello che vedevano i suoi occhi, lo vedevano anche quelli del fratello. Il cielo scintillava di stelle chiare, verdi, gialle, bianche, rosa chiaro. Oltre il vetro e lo scheletro metallico che lo reggeva, si stagliava il monte Malapert, e dalla sua vetta partiva l’ascensore spaziale, lunghissimo e luminoso. Si perdeva nello spazio fino a sparire alla vista e, oltre, una palla azzurra galleggiava nel nero. La Terra. Theo alzò un dito a indicarla. «Laggiù ci sei tu».
Si sedette sulla piattaforma metallica. Vasto davanti a lui, sotto la cupola e sotto il cielo stellato, un lago d’acqua dolce si stendeva nero e placido. Le lampade di controllo sparse tutte attorno, gialle e verdi, proiettavano sulla superficie lunghe lame di luce.
Theodorus guardò il volto di Willem in trasparenza sul proprio casco: era in ammirazione, la bocca leggermente aperta. Percepiva tutto quello che il fratello stava percependo: la connessione neurale lo trasmetteva direttamente al cervello, grazie ai chip sottopelle.
«Che posto è?»
«È una riserva d’acqua, l’unica accessibile in atmosfera protetta e non direttamente sotto gli specchi solari. Quando le cisterne sono piene ma continuiamo a fondere ghiaccio, è qui che viene mandata l’acqua in eccesso. È Johanna che se ne occupa, mi permette di venire anche quando è chiuso ai nostri colleghi, come favore personale. Mi rilassa: mi ricorda casa, e le luci di Arles che si riflettono nel Rodano.»
Willem annuì. «Non avrei detto che anche tu fossi in grado di rilassarti». Dopo qualche attimo di contemplazione, interruppe il silenzio. «Come va il lavoro?»
Il volto di Theodorus si incupì. «In generale, bene. La domanda di elio-3 continua a crescere; vogliono costruire una nuova centrale a fusione nucleare in Francia, l’avrai letto.»
«Sì, devo avere visto qualcosa».
«Già». Fece per aggiungere altro, poi tacque. «Ma non ti ho chiamato per parlare di me. Dimmi di te, come stai? Hai dipinto qualcosa di nuovo?»
«Sì, qualcosina».
«Poi voglio vedere. Hai comprato gli impianti nuovi per il tuo chip?»
«Non ancora. Ho provato a dipingere un nuovo odore, e riesco anche con gli impianti vecchi. Non riesco a scolpire la musica come vorrei, però.» Willem dipingeva in realtà virtuale: usava la neurostimolazione per dipingere visioni, suoni, odori, gusti e ogni nuovo senso che il chip potesse simulare nella mente umana.
«Sei riuscito a vendere qualcosa?»
«Non ancora, no, niente». Evitò lo sguardo del fratello.
«Ma i miei soldi ti stanno arrivando regolarmente?»
«Sì...»
«E per cosa li usi, se non hai comprato il chip nuovo?»
«Be’, sai, ho comunque una vita, una casa da mantenere, e tutto il resto».
«E tutto il resto».
«Sì. Te l’ho detto tante volte, se non vuoi mandarmi niente, posso guadagnarmi da vivere io, ne sono più che capace.»
«Non è questo il punto. Cosa li terrei a fare? Qui non me ne faccio niente, al villaggio lunare c’è tutto quello di cui ho bisogno.»
Willem espirò rumorosamente e si passò una mano tra i capelli. «Sei proprio fortunato, Theo».
«Fortunato? Sai benissimo quanto ho lavorato per arrivare qui. Se questa è una fortuna... E poi, adesso...»
«Perché io non ho mai fatto niente, vero?» Lo interruppe Willem.
«È che non hai mai avuto abbastanza forza di volontà. Tu potresti ottenere molto di più. Potresti diventare famoso, se sfruttassi il tuo talento.»
«Non ruota tutto attorno a fare carriera e guadagnare sempre più soldi, sai?»
«Già, è molto più importante piangersi addosso e aspettare che il tempo passi da sé, vero?»
«Scusami se non sono intelligente quanto te, o un duro lavoratore quanto te».
«Non è questo il punto. Non puoi restare ad aspettare l’ispirazione, o il miracolo, o il momento magico in cui la vita inizia a ruotare come vuoi tu e tutto quanto si mette a posto da solo. Devi farne qualcosa, il tempo non è clemente. Sei vivo, sei sano, tu, hai una casa, hai tutto quello che ci vuole per farcela.»
«E allora qual è, il punto? Se mi hai chiamato per farmi questi discorsi, davvero, riprenditi i tuoi soldi e riattacca».
«Ma che c’entra? Ti ho chiamato per farti vedere questo posto. Sia mai che ti venga qualche idea per dipingere. Ora stai zitto un attimo e goditi questo silenzio. Pensa a dipingere questo freddo, e dipingere questa umidità. Volevo solo ricordarti quanto è bello essere vivi.» Fece una breve pausa, poi aggiunse, in un sussurro: «Non ti ho chiamato per litigare. Non oggi.»
Tacquero entrambi e guardarono le luci colorate che ballavano sull’acqua sotto la notte stellata. Poi, lento e con fatica, Theodorus riprese a parlare: «I medici dicono che è stata la radiazione del vento solare. Pensano che c’entri anche la polvere lunare, ma non sono sicuri.»
«Che cosa?»
«Mi vogliono rispedire sulla Terra per le cure. Ma non voglio tornare.»
«Di che stai parlando?»
«Cosa tornerei a fare? Sono stati chiari, è incurabile.» Le parole avevano preso a fuoriuscire come l’acqua del Rodano che rompe gli argini, e Theodorus rischiava di annegarvi. «Vorrebbe dire solo vedere la mia vita prolungata un po’, e per cosa? Vedere i miei soldi venire buttati in cure inutili? È per questo che ho lavorato tutti questi anni? La gioia che avevo quando ho iniziato non so più dove sia finita. Speravo di ritrovare in questo lago il bambino che sognava le stelle quando da piccoli io e te giocavamo sulla riva del Rodano. Non voglio morire, Willem. Avevo così tanti sogni, e ora niente ha più importanza. Tutto quello che ho messo da parte... Tutto quello che sono... Andrà a te. È già scritto nel testamento.» Si alzò in piedi. «Tu non hai dei sogni che hai paura di perdere? Dei sogni per cui vuoi lottare?»
Gli occhi di Willem erano arrossati dalle lacrime. «Theo... Torna a casa, ti prego. Se i medici possono curarti, allora...»
«Smettila». Provò a sorridere per rassicurare il fratello, ma non ce la fece più e scoppiò in lacrime, e distolse lo sguardo da Willem. «Non prenderti in giro». Tirò su col naso. «È questo che mi ha sempre fatto arrabbiare di te. Non accetti la realtà, e quando ti si presenta davanti, tu non reagisci. Non ci sono vie di uscita, ormai ho deciso.» Alzò le mani a togliersi il casco. «Ti sto per regalare una visione unica nell’universo. Vedi di dipingerla bene, e vedi di diventare famoso.» Si tolse la tuta.
«Theo, aspetta!»
L’aria era fredda e umida. Oltre la cupola di vetro, oltre il cratere Shackleton, oltre il monte Malapert, c’era la Terra, e il Rodano che luccicava sotto le stelle, e Willem nella sua casa dalle pareti gialle affacciata sul tratto di fiume incanalato ad Arles. Theodorus saltò, e il suo corpo ruppe la superficie perfetta dello specchio d’acqua, che si chiuse sopra la sua testa, gelida e nera.
Fece qualche possente bracciata, dritto verso il fondo. Uno, due, tre. L’orecchio interno scricchiolava per la pressione. Giù. L’ossigeno iniziava mancare, ma Theodorus non ne voleva sapere di tornare in superficie. Giù, giù, ancora più giù. Il cervello voleva aria, e lo fece inspirare in modo irrazionale, e i polmoni si riempirono d’acqua e presero a bruciare. Le gambe si mossero e iniziarono gli spasmi, ma era troppo tardi. Poi si fermò. Prima che la realtà si annebbiasse del tutto, il dolore svanì, e Theo smise di condividere la morte con Willem, mentre Willem condivideva i suoi sensi con Theo.
Theodorus vedeva la camera da letto del fratello. La finestra aperta, da cui il vento caldo di fine settembre soffiava dolce, portando l’odore di Arles e del Rodano che scorreva placido oltre la strada. Udì il vociare sommesso dei passanti, turisti, coppiette e ubriachi. Oltre lo smog della città, un mare di stelle, e la Luna quasi piena, identica a decenni prima, quando quella non era la casa di Willem ma dei loro genitori, e lui passava la notte a sognare con il naso all’insù, mentre Willem giocava con la tela e le tempere e dipingeva nuove sensazioni con il chip.
Ma oltre a tutto questo, Willem gli stava trasmettendo qualcos’altro. Era caldo, struggente, e pulsava lento. Faceva male, un abisso di dolore, insopportabile per non poter raggiungere il fratello e salvarlo con le proprie mani. E calda e morbida, come seta, confortevole e profonda, la gratitudine nei confronti di Theo. Ma soprattutto, sconfinato, rovente, caleidoscopio di tutte le sfumature che può avere il cielo, dello stesso odore che ha un abbraccio fraterno dopo una lunga separazione o la coperta sotto cui da piccoli si mettevano in due quando il padre leggeva loro le storie, silenzioso ma per questo costante, l’amore nei confronti di Theo.
Le emozioni del fratello furono l’ultima cosa che Theodorus vide.

Sitografia
Artemis. https://www.nasa.gov/specials/artemis
ispace. https://ispace-inc.com
ITER. https://www.iter.org
Neuralink. https://neuralink.com
Tipton M., Montgomery H. The experience of drowning. The Medico-Legal Journal, 2022, 90(1): 17-26. https://doi.org/10.1177/00258172211053127
Tollefson J., Gibney E. Nuclear-fusion lab achieves ‘ignition’: what does it mean? Nature, 2022, 612, 597-598. https://doi.org/10.1038/d41586-022-04440-7
Van Gogh V. W. The Letters. Van Gogh Museum, Amsterdam 2009. https://vangoghletters.org
Wikipedia. https://en.wikipedia.org
  Arles. https://en.wikipedia.org/wiki/Arles
  Deep brain stimulation. https://en.wikipedia.org/wiki/Deep_brain_stimulation
  Health threat from cosmic rays. https://en.wikipedia.org/wiki/Health_th ... osmic_rays
  Helium-3. https://en.wikipedia.org/wiki/Helium-3
  Lunar habitation. https://en.wikipedia.org/wiki/Lunar_habitation
  Lunar resources. https://en.wikipedia.org/wiki/Lunar_resources
  Lunar south pole. https://en.wikipedia.org/wiki/Lunar_south_pole
  Malapert (crater). https://en.wikipedia.org/wiki/Malapert_(crater)
  Moonbase. https://en.wikipedia.org/wiki/Moonbase
  Neurostimulation. https://en.wikipedia.org/wiki/Neurostimulation
  Shackleton (crater). https://en.wikipedia.org/wiki/Shackleton_(crater)
  Shoemaker (lunar crater). https://en.wikipedia.org/wiki/Shoemaker_(lunar_crater)
  Solar mirror. https://en.wikipedia.org/wiki/Solar_mirror
  Space elevator. https://en.wikipedia.org/wiki/Space_elevator
  Starry Night Over the Rhône. https://en.wikipedia.org/wiki/Starry_Ni ... Rh%C3%B4ne
  Theo van Gogh (art dealer). https://en.wikipedia.org/wiki/Theo_van_ ... rt_dealer)

Re: [Lab 8] Sterrennacht boven de Rhône

2
Per me hai vinto tutto!
Per la ricerca minuziosa e per la storia davvero originale. 
Meraviglioso il collegamento con Van Gogh, Da oggi se devo immaginare la luna non potrò fare a meno di pensare che Theodorus è rimasto lassù.
Le descrizioni dell'acqua, in particolare, mi hanno colpito; l'accostamento al Rodano è perfetto. 
Mina ha scritto: «È una riserva d’acqua, l’unica accessibile in atmosfera protetta e non direttamente sotto gli specchi solari. Quando le cisterne sono piene ma continuiamo a fondere ghiaccio, è qui che viene mandata l’acqua in eccesso. È Johanna che se ne occupa, mi permette di venire anche quando è chiuso ai nostri colleghi, come favore personale. Mi rilassa: mi ricorda casa, e le luci di Arles che si riflettono nel Rodano.»
Anche frasi come questa:
Mina ha scritto: Poi voglio vedere. Hai comprato gli impianti nuovi per il tuo chip?»
«Non ancora. Ho provato a dipingere un nuovo odore, e riesco anche con gli impianti vecchi. Non riesco a scolpire la musica come vorrei, però.» Willem dipingeva in realtà virtuale: usava la neurostimolazione per dipingere visioni, suoni, odori, gusti e ogni nuovo senso che il chip potesse simulare nella mente umana.
Risultano così naturali che mi sembra di sapere cosa sono quei chip, mi pare di aver annusato e toccato opere d'arte del genere.
Mi sono iscritta su midjourney, questo che stiamo vivendo è solo l'inizio!

Complimenti! Bravissimo.

Re: [Lab 8] Sterrennacht boven de Rhône

5
ciao @Mina

Per me non è semplice commentare in genere i tuoi racconti. Pensò però che affronti un genere per niente facile. Io dico sempre che scrivere di tempi futuribili non basta descrivere le tecnologie del momento: bisogna anche saper individuare "Il pensiero umano" del momento. In tanti si sono  cimentati  a partire da Verner. Ma in quell'epoca si mirava al futuro come esplorazione e invenzione. Poi qualcuno ha osato andare oltre, come George Orwell, dove lui immaginò il mondo tecnologico e il suo impatto sulla umanità. In questo racconto si coglie benissimo un futuro solo tecnologico che non ha impatti sui due fratelli. Infatti, se togli la parte tecnologica e futuristica, rimane una comune storia di fratellanza, che poteva essere ambientata dovunque.
Non so se è stata una tua deliberata scelta, dipingere questa umanità che ha oltrepassato lo spazio in cui è sempre stata rilegata e ambientata su di un'altra terra ostile. Mi è piaciuta l'idea di "questo cielo stellato" che pittoricamente hai tentato di inserire. Avresti dovuto inserirlo sotto spoiler, avrebbe condotto a una diversa lettura dell'idea di vita lunare che traspare in modo evidente. Certo, citi: 
Mina ha scritto: «Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia?»
Vincent Willem van Gogh, Lettere a Theo
 Questo passo, sapendo del suo quadro " Notte stellata sul Rodano", lo avresti dovuto infilare meglio al fine di essere ben chiaro il sessaggio melanconico del grande (sfortunato) pittore. Ciao a presto. (y)

Re: [Lab 8] Sterrennacht boven de Rhône

6
Ciao @Mina 
Bella e struggente questa notte stellata sul Rodano. Mi ha colpito la frase della lettera di Van Gogh
Mina ha scritto: «Guardare le stelle mi fa sempre sognare, così come lo fanno i puntini neri che rappresentano le città e i villaggi su una cartina. Perché, mi chiedo, i puntini luminosi del cielo non possono essere accessibili come quelli sulla cartina della Francia?»
Vincent Willem van Gogh, Lettere a Theo
Per me contiene un pensiero, una verità profonda che dovrebbe far considerare o riconsiderare la creazione o comunque quello che vediamo e percepiamo con i nostri sensi. Non sto ad analizzare troppo in quanto potrei andare a cozzare contro altri ragionamenti, ma secondo me, (non solo secondo me) quei puntini luminosi che percepiamo sopra di noi sono accessibili come i punti su una cartina, per quanto la distanza possa essere incommensurabile. Hai presente la stazione spaziale di forma circolare del film di fantascienza (non tanto: rappresenta ciò a cui stiamo ostinatamente andando incontro con gioia) del film Elysium, dove nelle scene iniziali si vede un uomo che cammina al suo interno, in un’atmosfera e gravità ricreata con un “basso” sotto di lui e un “alto” sopra di lui? Se camminasse abbastanza si intuisce che arriverebbe al luogo “alto” continuando a camminare come sempre. È una rappresentazione in scala ridotta del creato.
Con una premessa del genere io forse vedo la Luna come qualcosa di diverso e anche le stelle, ma è una mia opinione, questo non toglie niente alla magnifica poesia del tuo racconto, allo struggente desiderio dei due fratelli di rivedersi, al generoso sacrificio di Theodorus.
In poche parole sei riuscito a condensare un’esistenza, ricca di dolci ricordi come le notti stellate sul Rodano trascorse da bambini dai due fratelli. Hai fatto intuire, accennandone per brevi efficaci tratti, ai contrasti e dissapori fra i due, subito appianati dalla situazione presente, messa in assoluto risalto dalla rivelazione della contaminazione letale subita dal fratello sulla Luna.
Il fatto dei chips per poter avere ulteriori sensazioni, la facoltà di dipingere profumi, visioni, suoni, gusti e altro ha certo il suo fascino, immagino una rappresentazione visiva, scultorea della musica di Bach, ma mi disturba che per avere queste possibilità ci sia bisogno di qualcosa di artificiale come un chip. Sarebbe auspicabile acquisire in modo naturale determinate capacità.
Non mi intendo di musica ma so che alcuni grandi compositori del passato  e anche del presente hanno usato una particolare armonia naturale che va sotto il nome di “legge dell’Ottava”, che comprende svariate applicazioni, non solo nella musica. Ma una musica con queste regole ha delle capacità di penetrazione nell’animo molto più profonde, capaci di suscitare sensazioni immense. Ed è una cosa naturale, quasi completamente ignorata oggi.
Questo tuo racconto, ma anche gli altri che hai scritto in questi ultimi tempi, denotano oltre alla bravura nello scrivere l’impegno, l’amore, la dedizione e la ricerca uniti in maniera armoniosa. Hanno la capacità di suscitare sensazioni inusuali, piacevolmente nuove eppure conosciute, come un qualcosa di insito nell’animo. Contengono un desiderio, una speranza.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [Lab 8] Sterrennacht boven de Rhône

8
@bestseller2020 @Alberto Tosciri @Almissima grazie mille  :buhu:
bestseller2020 ha scritto: Non so se è stata una tua deliberata scelta, dipingere questa umanità che ha oltrepassato lo spazio in cui è sempre stata rilegata e ambientata su di un'altra terra ostile.
Sì, lo è stata: in genere non sono particolarmente interessato a scrivere di società completamente diverse dalla nostra - per quanto il genere distopico, come quello di Orwell che citi, mi piaccia da leggere - perché preferisco parlare di persone che provano emozioni che io in primo luogo possa capire o di tematiche che significano qualcosa per me. In questo caso una tecnologia così avanzata ha sicuramente un impatto sull'umanità, sia in positivo - ad esempio la naturalezza con cui i due parlano di sinestesie - sia in negativo - avere dei chip neurali così integrati con la mente è una pessima idea per una miriade di motivi - ma evidenziarlo qui secondo me non sarebbe stato pertinente col punto di vista tematico del racconto
Alberto Tosciri ha scritto: Con una premessa del genere io forse vedo la Luna come qualcosa di diverso e anche le stelle
Non l'avevo mai vista da questo punto di vista, è interessantissimo
Alberto Tosciri ha scritto: una particolare armonia naturale che va sotto il nome di “legge dell’Ottava”, che comprende svariate applicazioni, non solo nella musica. Ma una musica con queste regole ha delle capacità di penetrazione nell’animo molto più profonde, capaci di suscitare sensazioni immense
Bellissima questa legge; il potere della musica è sempre sorprendente e non smette mai di affascinarmi. Come scrittore, mi piacerebbe se anche le mie storie avessero un pizzico di questa magia  :)


Neuralink autorizzati a testare impianti cerebrali sugli umani
Questa una notizia che ho letto giusto stamattina, a proposito di tecnologie allo stesso tempo promettenti e inquietanti
Rispondi

Torna a “Labocontest”