Re: L'erudita edizioni

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MissPalms ha scritto: mar gen 18, 2022 4:15 pm Ciao a tutti. Sono finita qui dopo aver cercato informazioni su questa casa editrice. Il mio compagno ha inviato un manoscritto alla Giulio Perrone e hanno risposto loro. Qualcuno tra voi alla fine ha pubblicato con L'Erudita? La loro distribuzione è davvero così disastrosa? Grazie in anticipo per le informazioni in più che potrete darmi. 
Ciao. Se vai a leggere questa discussione dall'inizio trovi tutte le informazioni necessarie. Io, più che sulla validità o meno dei canali distributivi, prenderei in esame le altre critiche sul loro modo di operare. Poi, ognuno è libero di decidere come meglio crede.
Mario Izzi
2025 - Sopravvissuti
(in)giustizia & dintorni
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[/De gustibus non est sputazzellam (Antonio de Curtis, in arte Totò)]

Re: L'erudita edizioni

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Buongiorno! 
Recentemente ho avuto un'esperienza molto simile a quelle di cui ho letto: inviato il manoscritto alla Perrone, mi hanno risposto proponendomi una pubblicazione e un incontro. 
Appuntamento via Zoom (collegamento puntuale, referente gentile, spiegazione chiara e cortese e dei dettagli, nulla da dire). Ammetto che avessi aspettative piuttosto basse e mi aspettassi le solite clausole "fregatura" (richiesta contributo economico dell'autore, acquisto di un dato numero di copie, diritti sulle vendite solo a partire dalla copia N venduta...): invece nulla di tutto questo, effettivamente non mi è stato chiesto un centesimo, e alla richiesta di vedere una bozza del contratto molto gentilmente mi è stata inviata subito via mail. 

Quello che mi lascia perplesso è la mancanza di un ufficio stampa della casa editrice, per cui l'intero lavoro di promozione è a carico dell'autore (programmazione, gestione, etc.) ed è richiesto che almeno le prime 4-5 presentazioni non vengano svolte in librerie ma realtà diverse (circoli, associazioni, biblioteche, locali et similia). 
Sono alla mia prima esperienza (e quanto ho letto finora riguarda questa CE non mi incoraggia particolarmente)... che dite? Consigli?

Re: L'erudita edizioni

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Marco.Tripodi ha scritto: dom feb 06, 2022 12:01 pm Buongiorno! 
Recentemente ho avuto un'esperienza molto simile a quelle di cui ho letto: inviato il manoscritto alla Perrone, mi hanno risposto proponendomi una pubblicazione e un incontro. 
Appuntamento via Zoom (collegamento puntuale, referente gentile, spiegazione chiara e cortese e dei dettagli, nulla da dire). Ammetto che avessi aspettative piuttosto basse e mi aspettassi le solite clausole "fregatura" (richiesta contributo economico dell'autore, acquisto di un dato numero di copie, diritti sulle vendite solo a partire dalla copia N venduta...): invece nulla di tutto questo, effettivamente non mi è stato chiesto un centesimo, e alla richiesta di vedere una bozza del contratto molto gentilmente mi è stata inviata subito via mail. 

Quello che mi lascia perplesso è la mancanza di un ufficio stampa della casa editrice, per cui l'intero lavoro di promozione è a carico dell'autore (programmazione, gestione, etc.) ed è richiesto che almeno le prime 4-5 presentazioni non vengano svolte in librerie ma realtà diverse (circoli, associazioni, biblioteche, locali et similia). 
Sono alla mia prima esperienza (e quanto ho letto finora riguarda questa CE non mi incoraggia particolarmente)... che dite? Consigli?
Scusa, ma non ho capito se il contatto è stato con Perrone o con la "costola". Puoi precisare?
Mario Izzi
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Re: L'erudita edizioni

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Questa cosa che tu invii ad un editore e la risposta ti arriva da una "costola" non mi pare una cosa positiva. Il metodo corretto, secondo me, è quello adottato da alcune CE (ad esempio io so che lo fa la Elliot) che indicano con grande chiarezza sul proprio sito la possibilità che la risposta sia inviata da una loro costola MA chiedono che ciò sia preventivamente autorizzato dall'autore oppure consentono all'autore di escludere espressamente - nella missiva di accompagnamento al manoscritto - tale eventualità. 

Re: L'erudita edizioni

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Marco.Tripodi ha scritto: dom feb 06, 2022 3:00 pm Manoscritto inviato a Perrone, risposta e contatto ricevuti dalla costola
Come dice anche @Cacciugo e come risulta da altri interventi nella discussione, è un comportamento discutibile, purtroppo attuato anche da altri editori che lasciano ad altri, con cui eventualmente spartire il malloppo, il compito di "sporcarsi". Tenerne conto, prima di affidarsi a costoro, è consigliabile.
Mario Izzi
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Re: L'erudita edizioni

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Marco.Tripodi ha scritto: dom feb 06, 2022 12:01 pmSono alla mia prima esperienza (e quanto ho letto finora riguarda questa CE non mi incoraggia particolarmente)... che dite? Consigli?
Lascia perdere: ne ricaveresti solo sbattimento e frustrazione, in cambio di pochissima visibilità e - se ti va bene - un centinaio di euro. 
Un prodotto editoriale che non ha dietro un buon distributore, un promotore e un ufficio stampa è fuori dal mercato. 
E un editore che non svolge certi servizi - delegandoli all'autore - non ha motivo di essere un editore. 
Meglio il Self publishing.

Si tratta solo della mia opinione, chiaro.  

Re: L'erudita edizioni

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un saluto a tutti, un passaggio veloce da questo thread giusto per dire che ho risposto alla recente call lanciata da Perrone per nuovi manoscritti e ho ricevuto risposta via mail con l'invito a un contatto da parte di questa Erudita.
A parte il fatto che non l'avevo mai nemmeno sentita nominare (e non ricordo di aver mai nemmeno visto in nessuna libreria un libro di questa CE) mi ha lasciato perplesso che mi contattasse un altro, nel caso avrei visto meglio che mi rispondesse Perrone per dirmi se ero d'accordo a che il mio manoscritto andasse in mano a questa loro "costoletta".
Vedo che le mie perplessità non solo solo mie e a quanto pare sono perplessità giustificate.
Risponderò perché comunque è cortesia. Ci fossero sviluppi interessanti verrò a riferirne.

Re: L'erudita edizioni

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Buongiorno a tutti! 
Ho pubblicato con L'Erudita e il mio parere è positivo. La mia posizione personale è questa: concordo sul fatto che, se la call è di Perrone, si dovrebbe forse consultare l'autore prima di girare direttamente a un altro marchio, seppur di proprietà dello stesso editore. Immagino non lo facciano perché hanno la stessa sede e lo stesso personale, per cui sono esattamente la stessa cosa, marchio di uscita a parte. Non a caso, il sito di Perrone ha un'intera sezione sull'Erudita. Assolutamente nessun contributo, in nessuna forma. Per quanto riguarda l'editing, non lo fanno, nel senso che fanno una correzione di bozze ma, sinceramente, i piccoli-medi editori, almeno nella mia esperienza, fanno tutti così. L'unica eccezione felice è stata Transeuropa, con cui ho lavorato all'editing del mio precedente romanzo in modo puntuale e professionale. Quindi, in sostanza, nulla di nuovo. Se si desidera un editing che si possa definire tale, bisogna rivolgersi ad un professionista esterno in questa sezione di editoria, giusto o sbagliato che sia. Per il discorso della distribuzione nelle librerie, sfido chiunque abbia pubblicato con, ripeto ancora, la piccola-media editoria, a trovare uno dei suoi romanzi a scaffale, escluse le librerie della propria zona con cui si hanno contatti o in quelle in cui le ha l'editore. Idem per le presentazioni, mai trovata una casa editrice che organizzi le presentazioni per l'autore, e sono a cinque romanzi e una raccolta di racconti. Anche qui, giusto o sbagliato che sia, la questione è delegata all'autore. Se si desidera una gestione diversa della cosa, occorre (anche qui ripeto ancora, giusto o sbagliato che sia, but that's the way things are) rivolgersi ad un agente il quale, una volta deciso se prendere o meno in carico l'autore, tenterà di traghettarlo verso l'editoria di prima fascia dove, chissà, forse alcune cose funzionano in modo diverso. Tutto questo per dire che non vedo perché demonizzare un marchio che funziona esattamente come tutti quelli della stessa dimensione. In più, il contratto e le liberatorie si firmano con la Perrone, a ulteriore dimostrazione del fatto che si è a tutti gli effetti dentro ad una delle case editrici indipendenti più prestigiose sul panorama attuale italiano. Il che, personalmente, non mi pare proprio una cosa da niente. 
Un saluto a tutti e in bocca al lupo!

Re: L'erudita edizioni

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Paroladopoparola ha scritto: ven gen 20, 2023 9:46 amIn più, il contratto e le liberatorie si firmano con la Perrone, a ulteriore dimostrazione del fatto che si è a tutti gli effetti dentro ad una delle case editrici indipendenti più prestigiose sul panorama attuale italiano. Il che, personalmente, non mi pare proprio una cosa da niente. 
Grazie per aver condiviso la tua esperienza e in bocca al lupo per la tua pubblicazione.
Quello che scrivi è da un lato un po' più confortante, ma dall'altro non riesco allora a capire una cosa: se il contratto è a nome di Perrone, perché non è la stessa CE a doversi assumere il "rischio d'impresa" o a "metterci la faccia" (o il marchio) dinanzi al pubblico? Perché creare un'etichetta editoriale con prassi simili a quelli di un piccolo/micro editore, se sei un editore con una certa forza e visibilità sul mercato? 
Se una delle "case editrici indipendenti più prestigiose dell'attuale panorama" crea un'etichetta apposita per comportarsi come una piccolissima e neo nata CE, qualcosa suona male (a me, perlomeno).
Perrone non è l'unica a utilizzare questa prassi, altre di fascia medio alta lo fanno, sia chiaro. Ma personalmente mi pongo il perché questi editori si siano sentiti in diritto di dover creare etichette apposite verso cui dirottare libri su cui con il loro marchio non punterebbero in toto. 
Forse per sfruttare quella fascia di mercato, oggi ampia, in cui si collocano centinaia di autori potenzialmente validi ma non pronti e già belli confezionati da immettere subito sul mercato senza sforzi? 
Molti editori oggi lo fanno: accettano manoscritti "preconfezionati" su cui non c'è granché da investire in editing e i cui autori hanno anche una certa fan base personale, per cui il libro si vende da sé. E lo fanno anche i big. 
Ma questo significa che al giorno d'oggi le CE medio alte e le big non hanno più voglia di agire come normali imprese, non si assumono il rischio e soprattutto hanno scelto di ridurre i costi del personale interno come editor e marketing (e il ricorrere sempre più alle agenzie è un'altra delle riprove), ma al tempo stesso vogliono salvare "capra e cavoli" cercando di pescare nel mare magnum sfruttabile. Tuttavia lo fanno con etichette che non vadano a impattare sul marchio primario a livello di notorietà, perché sarebbe una caduta di stile lasciar capire che un editore ormai consolidato nel panorama librario si poggia totalmente sulle spalle dell'autore (che è costretto a fare editing esterno a sue spese se vuole apparire al meglio, e puntare sulle sue conoscenze e possibilità, anche economiche, per la promozione). Autore magari valido, tra l'altro, ma sul quale non fa lo sforzo iniziale di investire.
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