Pacco n.4: Incipit
[CN24] Fuochi di stelle
La neve scricchiolava sotto il peso dei suoi passi. I piedi erano due pezzi di ghiaccio. “E chi ce li ha i soldi per un paio di scarpe nuove.” pensò Gaetano sentendo l’umidità salire dalle calze fino alle ginocchia. Aveva imbottito di fogli di giornale la giubba rossa da Babbo Natale. La barba finta gli faceva prudere il viso.
La divisa da Babbo Natale che ancora indossava, anno dopo anno, non bastava più a proteggerlo come prima, quando, baldanzoso e impegnato coi doni, si sentiva invincibile e importante agli occhi chiusi e speranzosi di una generazione di bambini fiduciosi.
Gaetano sapeva come veniva visto da chi lo guardasse adesso: un vecchio sfatto dal disagio, tremante e macilento, col vestito logoro.
Aveva voglia a sperare, lui, nel dono di un fuocherello acceso per riscaldare le sue ossa. Stava prendendo un no dopo l'altro.
— Toc toc
— Ti prego, fammi entrare a scaldarmi al tuo caminetto. Sono Babbo Natale...
— Non mi freghi, sei finto—- aveva detto Tommaso, quello del trenino dell'anno prima, sbattendogli la porta in faccia, smanettando al cellulare.
— Toc toc
— Ti prego, ho freddo e fame, sono Babbo Natale...
— Tu non esisti, lo so — aveva detto Franco, quello del pallone da calcio, attraverso lo spioncino, senza nemmeno degnarsi di aprire.
— Toc toc
— Sono Babbo Nat...
— Senza slitta, senza doni? Ah ah ah... — disse sprezzante un bambino che Gaetano non riconobbe.
— La slitta l'ho bruciata per riscaldarmi. I miei soldi son finiti: troppi regali. Ti chiedo solo un fuocherello: ho il gelo addosso.
— Se fossi chi dici di essere, passeresti dal camino. Fallo!
— Dal camino più non riesco, son senza forze. Aprimi tu.
— Perché chiedi proprio a me? Vattene altrove...
Gaetano continuava a camminare, sempre più adagio, sotto la neve che scendeva a fiocchi dolci, con la giubba sempre più bianca e a chiazze rosse sempre più piccole, parlando tra sé e sé:
"Lasciavo ogni volta nel sonno due occhietti sognanti di belle promesse, di attese di me... E adesso? Senza doni, sono davvero niente per loro?"
Così meditava, quel Babbo Natale sperduto e scacciato. Ma sapeva che c'erano altri che l'avrebbero accolto con gioia, a braccia aperte, solo perché era lui, Gaetano.
E pensava che, se fosse riuscito a raggiungere la cascina di Serena e della sua bambola Serenella, per esempio, sarebbe stato così.
Però, quel casolare era lontano, e lui sapeva che non sarebbe riuscito ad arrivarci senza l'aiuto di qualcuno.
Anche i grandi lo respingevano. E da quelle case con le finestre illuminate da cui aveva guardato con l'acquolina in bocca le tavole imbandite? Dopo il toc toc e la sua richiesta di cibo e calore, aveva ricevuto dei "grandi" no.
Aveva cercato di ripararsi un po' dal freddo sotto una tettoia, ma un cane si era messo ad abbaiargli contro con furia, cercando di morderlo, e quindi aveva dovuto allontanarsi anche da quell'esiguo riparo.
All'improvviso, alzò gli occhi al cielo e vide scendere, assieme ai lenti fiocchi di neve, delle fiamme di stelle, come fuocherelli che lo circondavano in un brillio di luci tutte per lui: sentì che quel calore lo avvolgeva tutto e lo sollevava.
Aveva cercato di ripararsi un po' dal freddo sotto una tettoia, ma un cane si era messo ad abbaiargli contro con furia, cercando di morderlo, e quindi aveva dovuto allontanarsi anche da quell'esiguo riparo.
All'improvviso, alzò gli occhi al cielo e vide scendere, assieme ai lenti fiocchi di neve, delle fiamme di stelle, come fuocherelli che lo circondavano in un brillio di luci tutte per lui: sentì che quel calore lo avvolgeva tutto e lo sollevava.
Oh fiocchi di neve,
compagni fedeli
di tante missioni
il dì di Natale,
stendete dall'alto
un soffice velo,
copritemi lievi
d'un caldo sognar...
dove il Cielo ha più fuochi
di stelle per me.
compagni fedeli
di tante missioni
il dì di Natale,
stendete dall'alto
un soffice velo,
copritemi lievi
d'un caldo sognar...
dove il Cielo ha più fuochi
di stelle per me.