[CE24] Check your privilege

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Traccia 2: Ma è ovvio no?

CHECK YOUR PRIVILEGE: storia semi-romanzata di una doccia fredda.

Poche volte nella vita ho fatto la doccia fredda. È una cosa che semplicemente non mi piace, ho bisogno che l’acqua sia almeno tiepida. È la mia versione di dormire con il lenzuolo quando ci sono 42 gradi fuori. Su quello non ho problemi: a volte mi stendo in mutande, in diagonale nel letto, o con braccia e gambe spalancate come una stella marina, e mi godo il fresco della notte. Ma la doccia fredda no!
La doccia più gelida che abbia mai fatto è stata di quelle metaforiche: la sensazione di brividi e imbarazzo che solo una gaffe che ti terrà sveglia di notte per i prossimi vent’anni può procurarti.
Primo anno di liceo, ultima settimana di scuola. I professori hanno rinunciato a fare lezione, anche loro non ce la fanno più in attesa delle vacanze, e ci lasciano liberi di fare conversazione, cominciare a nostro piacere i compiti estivi o scegliere un film da guardare in classe. Solo l’odiatissimo prof di Storia e Filosofia continua a proclamare a gran voce: “Si lavora fino all’ultimo minuto dell’ultimo giorno.”
È in questo contesto che avviene la seguente conversazione.

Bea: Il 15 luglio i miei cugini fanno una festa in piscina. Ti va di venire?
Vera: Non so se riesco. In quei giorni partiamo, ma non so di preciso quando. Appena i miei mi dicono che giorno ti faccio sapere.
Bea: Ok!
Vera: Tu quando parti?
Bea: No, rimango a Milano.
Vera: Andate via in agosto?
Bea (dopo avermi fissata per qualche secondo): No. Rimaniamo a Milano. 
Vera: Tutto l’estate?
Bea: Mm-hmm.
Vera: E cosa fai?
Bea: Lunedì comincio a lavorare nel negozio con i miei cugini. Poi magari a Ferragosto andiamo a fare la giornata al mare.

Apro la bocca. Poi la richiudo. Guardo la mia amica, ma non so cosa rispondere. Una voce dentro di me mi dice che ci sto mettendo troppo a elaborare la sua risposta. Poi un pensiero si affaccia nella mia mente: toc-toc, ciao piccola borghese, mi dice, lo sai vero che non tutti se ne vanno dalla città durante l’estate per andare in vacanza?
Conosco Bea da esattamente 269 giorni, dal 12 settembre dell’anno scorso, quando la professoressa di Italiano ci stava portando per la prima volta in classe. Io fissavo i ragazzi e le ragazze che camminavano vicino a me, cercando di leggere sui loro volti tutto ciò che avrei scoperto nei mesi successivi. Quale ragazza sembrava quella più studiosa, quella con cui avrei organizzato pomeriggi di ripasso prima delle verifiche? Chi, invece, era quella con cui sarei andata alle feste per fare le matte assieme? Chi sembrava la persona adatta con cui passare una serata tranquilla, con pizza e film? Chi sarebbe stata la prima coppia a fornire un po’ di gossip alla classe? Quando il mio sguardo si è posato su Bea, lei mi ha salutata timidamente, presentandosi. La prima e ultima volta nella mia vita in cui l’ho vista timida. Io ho risposto in modo analogo. Arrivati in classe, mi sono seduta accanto a lei, seconda fila, di fianco al calorifero. In fondo era l’unica persona di cui sapevo il nome. Nei mesi successivi, Bea è diventata la mia migliore amica. 
Stiamo assieme tutti i giorni a scuola, quasi ogni domenica, anche solo per il pranzo, e gran parte delle vacanze. Io la aiuto nello studio, lei mi porta a fare shopping e mi insegna a truccarmi; comunichiamo per citazioni di film e ci capiamo con uno sguardo, scoppiando a ridere per motivi che sappiamo solo noi.
Eppure, ora, scoprire che non andrà in vacanza è esattamente come fare una doccia fredda. Ogni singola domanda che mi viene in mente, mi sembra fuori luogo: Ma perché? Non hai bisogno di rilassarti? Ma ti servono soldi? Lo fai tutti gli anni? Non hai parenti da qualche parte che possono ospitarti? Ma anche i tuoi cugini?
Anche rimanere in silenzio è strano e, nel mio tentativo di trovare qualcosa da dire, continuo ad aprire e chiudere la bocca.
Alla fine, Bea comincia a ridere e a quel punto mi riprendo.
“Stai bene?” mi chiede.
“Sì, no. Scusa.”
“Non è mica una tragedia, sai’”
“Certo, certo, ma mi dispiace che non vai a fare neanche una settimana da qualche parte.”
“Eh! Sono abituata. Tanto ogni volta che un cugino si sposa andiamo giù al paese di mia mamma.”
“Quanti cugini ti rimangono che devono sposarsi?”
Bea comincia a contare sulle dita e quando supera il numero 9 scuoto la testa smarrita: sono troppo milanese!
In quella breve pausa dovuta al conteggio dei cugini, mi torna in mente una conversazione avuta un paio di giorni fa. Chiacchieravo al telefono dei programmi estivi con un amico torinese e ricordo il fastidio che avevo provato mentre lui mi elencava tutti i posto in cui andrà: sulle Dolomiti con dei nonni, in Sardegna con gli altri nonni, negli Stati Uniti con i genitori, in Grecia con degli amici di famiglia. Mentre i miei affittano ogni anno “solo” una casa in montagna per qualche settimana, che viene divisa tra noi e la nonna, a periodi alterni.
Bea ha perso il conto dei cugini, ma a quel punto riprendo la parola: “Ti va di venire a fare qualche giorno in montagna con me?”
“Con i tuoi genitori?” La punta di preoccupazione nella sua voce è del tutto giustificata, ma questa è una storia per un’altra occasione.
“Possiamo andare su con mia nonna. Te la ricordi? Vi siete conosciute a carnevale.”
“Beh, devo chiedere ai miei, ma sarebbe bello! Grazie!”

Nei giorni successivi riusciamo a convincere i genitori di Bea a lasciarla partire per cinque giorni e a fine agosto saliamo in montagna con mia nonna e la sua Panda. Sono dei giorni bellissimi. Faccio scoprire alla mia migliore amica il mio posto preferito al mondo: il paese vecchio con le sue case di pietra, le baite in quota, le camminata che faccio tutti gli anni, le mie radure segrete nei boschi. E poi alla sera mangiamo i capolavori creati da mia nonna e guardiamo la televisione, alternando film di fantascienza per me e commedie romantiche per lei. Il cielo ci regala una settimana di pieno sole e ogni giorno riesco a portare Bea in un posto nuovo, a sera non voglio mai tornare a casa. È la settimana più bella dell’estate e spero si possa trasformare in una tradizione annuale.
Tornate a Milano, passa qualche giorno senza che riusciamo a vederci: lei lavora di nuovo nel negozio della sua famiglia, per me ricominciano alcuni impegni extra-scolastici, entrambe dobbiamo finire i compiti rimandati ovviamente fino all’ultimo.

Il primo giorno della seconda liceo ci riabbracciamo e confrontiamo quanta abbronzatura ci è rimasta. Lei è ancora perfetta; io sono già tornata Biancaneve.
“Mia nonna ti manda un saluto. Le ha fatto molto piacere che ci fossi anche tu.”
“Oh! Anche a me ha fatto piacere conoscerla meglio. È davvero una grande!”
“Ha detto che l’estate prossima sei la benvenuta. Sarebbe bello tornare su assieme, no? Ci sono un sacco di camminate che non siamo riuscite a fare e ne vale veramente la pena.”
Bea non risponde subito, ma tentenna muovendo la testa a destra e a sinistra.
“Non so lo, tesoro...”
“I tuoi ti hanno fatto problemi?”
“No, no, anzi ringraziano tantissimo tua nonna e ti mandano un abbraccio! È che...”
“È che?”
“Era davvero tutto in salita...”
“Sai com’è, è montagna!”
“E poi non c’è tanto da fare.” Ripenso a tutte le cose che abbiamo fatto, alle passeggiate, i picnic, la giornata all’agriturismo. “A parte camminare... in salita.”
“Ok, l’anno prossimo ti porto in qualche posto più pianeggiante.” Aggiungo una risata un po’ forzata. Pensavo veramente che la vacanza le fosse piaciuta.
Bea mi posa entrambe le mani sulle spalle e mi guarda dritto negli occhi per avere la mia completa attenzione.
“Vera, tesoro mio, mi dispiace dovertelo dire: a me la montagna non piace.”
Apro la bocca. Poi la richiudo. Guardo la mia amica, ma non so cosa rispondere.

Re: [CE24] Check your privilege

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SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmConosco Bea da esattamente 269 giorni, dal 12 settembre dell’anno scorso, 
A parte le date, in prosa i numeri andrebbero scritti in lettere. 
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmlei mi porta a fare shopping e mi insegna a truccarmi; comunichiamo per citazioni di film e ci capiamo con uno sguardo, scoppiando a ridere per motivi che sappia
Non capisco questa cosa dello shopping se la ragazza vive in una famiglia che non si può permettere le ferie.
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmIn quella breve pausa dovuta al conteggio dei cugini, mi torna in mente una conversazione avuta un paio di giorni fa prima
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmricordo il fastidio che avevo provato mentre lui mi elencava tutti i posto posti in cui andrà sarebbe andato: sulle Dolomiti con dei n
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmle camminata che faccio tutti gli anni, le mie radure segrete nei boschi. E poi alla sera mangiamo i capolavori creati da mia nonna e guardiamo la televisione, alternando film di fantascienza per me e commedie romantiche per lei. Il cielo ci regala una settimana di pieno sole e ogni giorno riesco a portare Bea in un posto nuovo, 
Descrivi molto bene l'atmosfera di una vacanza all'aria aperta di due amiche. Non solo salite...
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmBea mi posa entrambe le mani sulle spalle e mi guarda dritto negli occhi per avere la mia completa attenzione.
“Vera, tesoro mio, mi dispiace dovertelo dire: a me la montagna non piace.”
Apro la bocca. Poi la richiudo. Guardo la mia amica, ma non so cosa rispondere.
La traccia è pienamente rispettata. Vera ha dato per scontato che all'amica piacesse la montagna, o quantomeno piacesse trascorrere qualche giorno in vacanza in sua compagnia indipendentemente dal luogo scelto. Però Vera scopre un'altra cosa, che è triste per una persona che offre un regalo col cuore a un'amica. Non è ovvia la gratitudine. Come è ovvio che Bea non sia un'amica per Vera.

Brava, @SilviaVera  e benvenuta nel mondo dei Contest del CdM! :saltello:
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CE24] Check your privilege

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Ciao @SilviaVera  benvenuta al forum e al contest.

Anche io ho apprezzato questa storia adolescenziale, quando ci si affaccia alla vita e si scoprono, o almeno si credono di scoprire come verità assolute, incredibili affinità e sintonie con i nostri coetanei. In alcuni casi arriviamo a condividere tutto, ma proprio tutto: modi di vedere le cose, di pensare, di reagire alle situazioni o almeno abbiamo questa sensazione, bellissima, e alla fine, quando scopriamo che questa “affinità” non è corrisposta, ci crolla il mondo addosso.
Le prime delusioni della vita; dicono che deve essere così, che la vita è così. Forse anche da queste cose cominciamo ad avere la consapevolezza della sofferenza.
Racconto scritto bene, atmosfere e pensieri vissuti e che uno rivive leggendo.
Non tutti amano e capiscono la montagna. Ci sono le salite. Eh già.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: [CE24] Check your privilege

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Ciao @SilviaVera
è la prima volta che ti leggo e si è rivelata una prima volta davvero piacevole.
Il racconto mi è piaciuto, mi ha anche risvegliato i ricordi, perché di vacanze con le amiche, ai mari e ai monti, più o meno a quell'età, ne ho fatte più d'una. Ho trovato tutto molto riuscito: lei che si sente far prova di grande generosità, la sua idea per cui l'amica soffre dello stare in città, la convinzione che, poiché sono amiche, debbano amare le stesse cose (è ovvio!) e la delusione nello scoprire che l'amica non condivida la sua passione per la montagna. Apprezzo molto anche la "futilità" della doccia fredda: un dolore, a quell'età in cui si vuole condividere tutto con gli amici, ma che passerà presto, dopo la sorpresa, capendo che non è lei o la sua ospitalità che l'amica non ha apprezzato, ma delle attività che non le interessano e nulla toglie alla loro amicizia. In genere in questi contest, abbiamo tutti tendenza a moltiplicare i drammi, i morti e le vittime di disgrazie infami (parlo in generale, in questa gara ho ancora letto molto poco, non mi esprimo :) ) questo racconto è una boccata d'aria serena.
L'unica cosa che secondo me è un pelo meno riuscita è l'inizio del racconto: l'introduzione sulla doccia fredda, il passaggio alla doccia fredda in senso metaforico mi sono sembrati un po' incollati lì come a voler a tutti i costi dare un'introduzione al racconto; e secondo me il testo non ne ha bisogno. Può iniziare subito con la vicenda del liceo (la doccia fredda finale è preannunciata dal sottotitolo), o se davvero ritieni necessaria un'introduzione, limitarsi a una frase sul fatto che per quanto non ami le docce fredde la peggiore che hai preso è stata una doccia fredda metaforica.
(Naturalmente, è solo il mio parere di lettrice, fanne quello che credi).
Un saluto,
Bef
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [CE24] Check your privilege

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Ciao @SilviaVera molto piacere di leggerti.
Un racconto che si legge con piacere con una bella scrittura, fresca, semplice ma ricca nell'attenzione ai particolari.
Mi sembra il rapporto tra due amiche di altri tempi, quando si guardavano i film alla televisione, i cugini che si sposano al sud, immagino la vecchia panda, magari 4x4. Si respira un'aria che forse oggi nelle prime liceali non c'è.
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmPoche volte nella vita ho fatto la doccia fredda. È una cosa che semplicemente non mi piace, ho bisogno che l’acqua sia almeno tiepida. È la mia versione di dormire con il lenzuolo quando ci sono 42 gradi fuori. Su quello non ho problemi: a volte mi stendo in mutande, in diagonale nel letto, o con braccia e gambe spalancate come una stella marina, e mi godo il fresco della notte. Ma la doccia fredda no!
Bello, mi è piaciuto molto questo inizio.
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmConosco Bea da esattamente 269 giorni, dal 12 settembre dell’anno scorso,
Questa conta esatta mi lascia un po' perplesso. O ha una dote speciale come quei autistici che ricordano date e numeri associati ai giorni o anni, oppure dovrebbe essere un evento così importante tanto da fare quasi un conto alla rovescia o viceversa. Solo una mia riflessione insignificante.

Tutto scritto bene con un finale che lascia un leggero amaro, ma poco. Bea mi sembra sia stata sensibile nel non esprimere il suo disagio verso la sua migliore amica durante la vacanza. Forse qualche dettaglio durante il loro soggiorno con la nonna poteva arricchire la storia, qualche aneddoto particolare legato alla montagna  in cui si percepiscono le prime crepe, ma avrebbe anche tolto la sorpresa finale. 
Grazie per questa bella lettura.
Alla prossima

Re: [CE24] Check your privilege

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Anche a me è piaciuto l'incipit, ma credo abbia ragione Bef nel ritenerlo un po' "incollato".
Storia adolescenziale simpatica, scrittura semplice e scorrevole, quasi assenti  "pulci" e refusi, convincenti (giusto piccole rigidità) i dialoghi.
Curiosità personale  sulla frase: la professoressa di Italiano ci stava portando per la prima volta in classe. A parte il verbo, intendi dall'ingresso all'aula? Ex prof di licei, non ricordo questa pratica: in un atrio o altro spazio adatto veniva letto l'appello di ciascuna classe  e gli studenti la raggiungevano in autonomia (indicazioni sulle porte). Dalle considerazioni di Vera la sua sembra tutta femminile: l'hai pensata così?
Noto anch'io alcune incoerenze narrative: lo shopping già segnalato da Zaza (meglio invertire i ruoli), la festa in piscina del dialogo iniziale (Bea ha cugini ricchi a Milano? Più oltre pare siano tutti a sud), la "sconoscenza" di Vera circa la condizione socio- economica dell'amica assiduamente frequentata per un anno intero.
Quanto alla doccia fredda nell'apprendere che Bea non apprezza la montagna, viene di chiedersi quanto sia stata brava e gentile la ragazza nel non rivelare il suo fastidio nel doversi arrampicare qua e là (ogni giorno riesco a portare Bea in un posto nuovo). Poeta Zaza ne ricava non sia una vera amica; ci ritrovo un contesto corrispondente all'età, di rapporto stretto ed esclusivo ma spesso di breve durata.
Nell'insieme un buona prima prova. A rileggerti!
" ...con mano ferma ma lenta sollevò la celata. L'elmo era vuoto." (Calvino)
Pagina autrice fb: virginialess/21 Blog "Noi nonne": https.//virginialess.wordpress.com

Re: [CE24] Check your privilege

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ciao @@SilviaVera@ e benvenuta.

Condivido i commenti che hai ricevuto. Scrittura che rivela la tua giovane età! Spero di non cannare  :facepalm: ma così parrebbe. Inizialmente non si capisce chi sia Bea, chi Vera. Solo dopo il primo dialogo, in cui ripeti i nomi delle due, si realizza che è Vera a raccontare, quando dice "conosco bea da..."  Forse è stata l'apprensione dell'inizio, quando non si ha ancora chiaro come impostare la storia, se scrivere in prima persona, o lasciare alla voce esterna la regia. Diciamo che forse è l'inesperienza, che poi si dissolverà quando starai con noi, in altri nuovi e strabilianti contest. Ciao  :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CE24] Check your privilege

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Brava, @SilviaVera . Racconto piacevole e fresco, che con i 37° di questi giorni già da solo merita un plauso.
Fresca la giovinezza e le sue illusioni, trapunte di noi e di per sempre. Il flusso chiacchierante che tiene insieme e sembra dare un senso alle cose. A tutte le cose.
Ma la storia, che si dipana tra caprette che fanno ciao e altre leggerezze, è molto più profonda di quello che vuol far credere.
Parla di comunanza, di comunicazione, di riserbo e di condivisione, di quella fame di affetto che ci fa dimenticare l’ombra confortevole dell’immaginario, dove il vero io si protegge come nella conchiglia di un paguro e solo a tratti, e con timore, mette fuori il capo per cercare l’altro.
L’altro che abbiamo voluto pensare come un riflesso di noi stessi, dunque già noto, ma che ci sfugge perché ha le stesse paure e reticenze.
SilviaVera ha scritto: mar ago 06, 2024 6:22 pmApro la bocca. Poi la richiudo.
Sembrerebbe la fine di un'amicizia e di quel mondo che si portava dietro. Ma la fine è solo un’invenzione per dare un senso alla nostra illusione di voltare pagina. La vita invece di pagine non ne ha. Scorre, fluisce, attraversa il tempo, muta e trasforma.
E questo Vera e Bea adesso lo sanno.
Le vedo allontanarsi nella nebbia, come nella scena finale di Casablanca.  L’inizio di una bella amicizia.
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