Che tu sia
fiore di loto,
o diafano
germoglio
tra i sassi
del selciato,
al cielo
poco importa,
d’oceano t'inonda,
e tu puoi scegliere,
se incantare
le onde,
o restare a
galla incantato
Re: D’oceano t’inonda
2@Sira ho scelto di commentare questa poesia perché.
Mi sono sentito travolto dalla musicalità di questa poesia che anche graficamente mi ricorda un po' un'onda. Sia nel ritmo con cui scandisci i versi che nella scelta dei termini e nella ripetizione che usi con sapienza (incantare/incantato).
Sbaglierò, ma trovo che in questo punto qui sia la chiave della poesia:
Per quanto abbia apprezzato lo stile e i fonemi, ti faccio un piccolissimo appunto sulla sostanza delle cose (per come le ho filtrate io, ovviamente). All'inizio accomuni due elementi, il fiore di loto e il germoglio tra i sassi, con un "che tu sia ___ o ___" e, mentre per il fiore di loto non usi alcun aggettivo perché ha un immaginario già portentoso, per il germoglio tra i sassi adoperi un "diafano" che ne rende tutta la fragilità. Il mio (piccolissimo) dubbio, è se non fosse stato meglio contrapporre al diafano germoglio qualcosa di più solido, di più grande, che un fiore di loto che in fondo, per quanto bei richiami contenga, resta pur sempre un fiore. E quindi comunque fragile, e di specie vicina a quella del germoglio.
Tutto qua per il resto, solo complimenti.
Mi sono sentito travolto dalla musicalità di questa poesia che anche graficamente mi ricorda un po' un'onda. Sia nel ritmo con cui scandisci i versi che nella scelta dei termini e nella ripetizione che usi con sapienza (incantare/incantato).
Sbaglierò, ma trovo che in questo punto qui sia la chiave della poesia:
d’oceano t'inonda,Non "l'oceano t'inonda" ma "d'oceano t'inonda". Non parliamo dell'oceano in quanto tale ma di qualcosa che arriva improvvisa e usa l'oceano quasi come arma contro di te. Cos'è? L'estate? La libertà? In fondo possiamo decidere se incantarle, queste onde, o se restare a.
Per quanto abbia apprezzato lo stile e i fonemi, ti faccio un piccolissimo appunto sulla sostanza delle cose (per come le ho filtrate io, ovviamente). All'inizio accomuni due elementi, il fiore di loto e il germoglio tra i sassi, con un "che tu sia ___ o ___" e, mentre per il fiore di loto non usi alcun aggettivo perché ha un immaginario già portentoso, per il germoglio tra i sassi adoperi un "diafano" che ne rende tutta la fragilità. Il mio (piccolissimo) dubbio, è se non fosse stato meglio contrapporre al diafano germoglio qualcosa di più solido, di più grande, che un fiore di loto che in fondo, per quanto bei richiami contenga, resta pur sempre un fiore. E quindi comunque fragile, e di specie vicina a quella del germoglio.
Tutto qua per il resto, solo complimenti.
Re: D’oceano t’inonda
3@Sira Ciao Sira la tua poesia mi ha fatto riflettere su come, sia pure nella nostra piccolezza, abbiamo sempre il potere di scegliere: se decidere di governare il destino, o lasciarci andare ad esso. L'andamento dei versi è delicato e terso. Grazie per aver condiviso questa interessante poesia.
Re: D’oceano t’inonda
4(Commento del 9 marzo 2019, già presente nel WD)
La tua poesia si erge (anche graficamente) come un giunco sottile del "mondo fluttuante" di Hiroshige, e sale su, sempre più in alto, perché si prefigge un obiettivo: dire la verità. Non solo la verità dell'uguaglianza unita alla tensione verso la giustizia, ma anche quella della contemplazione e, oserei dire, della sovrabbondanza: usi il termine "oceano" come sinonimo di immensità, la stessa in cui sappiamo che è dolce naufragare.
L'immagine che dipingi è estatica, e vi si possono individuare non indifferenti spunti teologici.
È stato un piacere averti letta, @Sira: ti ringrazio e ti saluto.
La tua poesia si erge (anche graficamente) come un giunco sottile del "mondo fluttuante" di Hiroshige, e sale su, sempre più in alto, perché si prefigge un obiettivo: dire la verità. Non solo la verità dell'uguaglianza unita alla tensione verso la giustizia, ma anche quella della contemplazione e, oserei dire, della sovrabbondanza: usi il termine "oceano" come sinonimo di immensità, la stessa in cui sappiamo che è dolce naufragare.
L'immagine che dipingi è estatica, e vi si possono individuare non indifferenti spunti teologici.
È stato un piacere averti letta, @Sira: ti ringrazio e ti saluto.
Re: D’oceano t’inonda
5@Ton , ma ciao!
Grazie per aver commentato, mi ha fatto piacere!
Ciao @Domenico S., grazie a te per aver letto. Un abbraccio.
@Ippolita, carissima, ricordavo questo tuo bel commento, grazie per averlo ripostato.
Ton ha scritto:Non "l'oceano t'inonda" ma "d'oceano t'inonda". Non parliamo dell'oceano in quanto tale ma di qualcosa che arriva improvvisa e usa l'oceano quasi come arma contro di te. Cos'è? L'estate? La libertà? In fondo possiamo decidere se incantarle, queste onde, o se restare a.È il cielo a inondarci di vita.
Ton ha scritto: Il mio (piccolissimo) dubbio, è se non fosse stato meglio contrapporre al diafano germoglio qualcosa di più solido, di più grande, che un fiore di loto che in fondo, per quanto bei richiami contenga, resta pur sempre un fiore. E quindi comunque fragile, e di specie vicina a quella del germoglio.Sì, certo, avrei potuto, ma mi piaceva l'idea di rimanere sul genere. Ho scelto il fiore di loto per simbolismo e sacralità: cresce nello stagno, ma conserva la purezza e la bellezza elevandosi dal suo habitat.
Grazie per aver commentato, mi ha fatto piacere!
Ciao @Domenico S., grazie a te per aver letto. Un abbraccio.
@Ippolita, carissima, ricordavo questo tuo bel commento, grazie per averlo ripostato.