Io mi meraviglio, tu ti meravigli (CP8 - fuori concorso)

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Poesia fuori concorso (Contest di Poeisa I versi prigioni):
Blackout Poetry dalla  Traccia 2 (Intervista a Margherita Hack)
    


Io mi meraviglio, tu ti meravigli…

                                                   (perché il cielo è di tutti. Anche di notte)

il cielo, un cielo infinito
e tutti quei puntini luminosi
le stelle… ancora stelle…
una meraviglia leggere i messaggi
nello spazio celeste: straordinario
scintillio di luci nell’oscurità,
che appartiene a tutti
 all’io come al tu
(la mancanza di maiuscola e punto fisso è voluta)
https://lapoesianonsimangia.myblog.it/c ... i-sono-io/

Re: Io mi meraviglio, tu ti meravigli (CP8 - fuori concorso)

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      Di tutte le scienze l’astronomia è probabilmente quella che più ha ispirato e ispira tanto i più grandi poeti, del passato e di oggi, che gli innumerevoli poeti dilettanti. Questo perché il cielo è sotto gli occhi di tutti, e un cielo stellato in una notte buia dà veramente la sensazione dell’infinito. Possiamo immaginare la curiosità e forse la venerazione o lo spavento che potevano provocare tutti quei puntini luminosi che comparivano ogni notte a formare le stesse configurazioni, e che anticipavano o ritardavano il loro apparire nel corso dell’anno.
Per molti popoli antichi
le stelle erano divinità, o in qualche modo era ad esse che venivano collegate. Oggi proviamo ancora meraviglia nel guardare le stelle, ma è una meraviglia completamente diversa, piena di orgoglio. Da poco più di un secolo abbiamo imparato ad analizzarne la luce e a leggere i messaggi che vi sono contenuti. Abbiamo capito che le stelle sono globi gassosi formatisi sotto l’azione della gravità e che brillano grazie alle reazioni nucleari del loro interno, reazioni che col tempo ne modificano la struttura provocandone l’invecchiamento” e la “morte”.
Sappiamo misurarne la distanza da noi e i moti
nello spazio. In conclusione, delle stelle sappiamo tutto o quasi, e la meraviglia è che da quel minuscolo puntino luminoso a centinaia o migliaia di anni luce da noi abbiamo potuto ricavare una così grande messe di informazioni. E’ un cielo che gli scienziati conoscono sempre meglio e che invece la popolazione va dimenticando, perché le nostre città super illuminate cancellano la volta celeste.
Quando il cittadino comune si ritrova in montagna, in una notte senza luna, riscopre lo
straordinario scenario offerto dalla Via Lattea e dallo scintillio di migliaia di stelle. Le immagini della Terra ottenute dai satelliti ci mostrano un’Europa cosparsa di luci che ci privano dello spettacolo del cielo notturno, dichiarato “Bene comune dell’Umanità”. Un bene da salvaguardare, lasciando almeno qualche luogo immerso nell’ oscurità, dove le nuove generazioni possano riappropriarsi di un grande spettacolo che appartiene a tutti. Ma quanti poeti ci hanno parlato del cielo, fin dai tempi più remoti? Impossibile ricordarli tutti. Penso alla tristezza di Saffo, che in una fredda notte invernale, quando le Pleiadi sono alte nei nostri cieli mediterranei, esclama «e io giaccio sola».
Penso alla elaborata cosmogonia di Dante, che suggella ogni cantica della Divina Commedia con la parola «stelle»: «E quindi uscimmo a riveder le stelle»; «puro e disposto a salire a le stelle»; «l’amor che muove il sole e le altre stelle». Ma chi forse ne ha più sentito il fascino è Leopardi. Appena quindicenne scrive una Storia dell’Astronomia in cui afferma: «La più sublime, la più nobile fra le Fisiche scienze ella è senza dubbio l’Astronomia. L’ uomo si innalza per mezzo di essa
come al disopra di se medesimo…». E ancora, nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia: «Che fai tu, Luna, in ciel? Dimmi, che fai, silenziosa Luna?».
(mi ero dimenticata di inserire il testo)
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Re: Io mi meraviglio, tu ti meravigli (CP8 - fuori concorso)

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mire ha scritto: Io mi meraviglio, tu ti meravigli…

                                                   (perché il cielo è di tutti. Anche di notte)

il cielo, un cielo infinito
e tutti quei puntini luminosi
le stelle… ancora stelle…
una meraviglia leggere i messaggi
nello spazio celeste: straordinario
scintillio di luci nell’oscurità,
che appartiene a tutti
 all’io come al tu
@mire

Irene cara, mi piace moltissimo questa tua prova, perché vi ritrovo gran parte della tua poetica (intesa nella sua accezione più vera, vale a dire come "visione che il poeta ha del mondo"). Ho scritto più volte, nei commenti ai testi del contest, che la Blackout Poetry non finisce mai di meravigliarmi, giacché ci fa toccare con mano il fatto che riusciamo a mettere pezzetti di noi anche in scritti che non ci appartengono.
Dicevo della tua poetica. Dunque, ritrovo in questa poesia non solo la tua cifra narrativa, che è la "leggerezza" calvinianamente intesa, ma anche l'empatia, l'inclusività, il desiderio di fare del bene e di condivisione. 
Complimenti e un grande grazie insieme a un grande abbraccio.
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Re: Io mi meraviglio, tu ti meravigli (CP8 - fuori concorso)

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Carissima @Ippolita  ti ringrazio tanto e ricambio l'abbraccio! :hug:

Ippolita ha scritto: che la Blackout Poetry non finisce mai di meravigliarmi, giacché ci fa toccare con mano il fatto che riusciamo a mettere pezzetti di noi anche in scritti che non ci appartengono.
Sì, è verissimo! Anzi, le poche parole che scegliamo di salvare sono più che mai appartenenti a un pensiero tutto nostro-veramente-nostro, che si delinea a partire da una parola chiave (che non è necessariamente la prima);  


Ippolita ha scritto: la "leggerezza" calvinianamente intesa, ma anche l'empatia, l'inclusività, il desiderio di fare del bene e di condivisione. 
 sono felicissima di sapere questo, grazie mille! <3
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