In sogno

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In sogno una voce,
mi parlò come
volesse colpire
il cuore della terra:

- Nella monotona cadenza
è rinchiusa la più pura
perdizione della memoria.

Nel contempo
tuonavano
i tacchi del tempo
al ritmo dei passi
dell'umanità,
sull'ellittica polveriera.

Questo è il mio corso:
fortunato,
mi persi
nelle più piccole vie
degli scandagli dell'attimo:
trasmigrai fra le gallerie
dello scorrere del tempo!

Con le carni scavate dalla noia,
vagai per la vasta landa neralba
delle gramigne disperate,
per ritrovare vecchi istanti
rigogliosi, che tanto invocai
con pupille brucianti.

Apparve nella mediana di un arco
solare, immersa in un'estate
cupa e notturna,
un'aquila, bifronte.
A furia di spirali, animò la sottile
solitaria butta dipinta
sul quadro alla fine dei giorni,
fino a troneggiare
su un picco brunito.

L'istmo della realtà
tremò al suo dire:

- Buon dolce ritrovo, ennesimo
errabondo,
cosa cacci stavolta nella valle
del tuttotondo?

L'intelletto, viaggiò
nella vana ricerca
dell'animatore di tali
pensieri volatili.

Le corde seppero solo suonare:

- Non caccio, essere malforme,
ma esisto, come te, e tutte le
forme.

Allorché fendette l'aria:

- E così è, lubrico errabondo,
questo tempio sconfinato
qual è il tuttotondo,
non gira per girare
e non è il tuo mondo.
Qui,

il ruscello dello scorrere
è un lago d'aria; l'umanità
il suo fondo.
Dimmi, ancora,
perché vaghi
in questo tetro
circo sordo?

Un'indecisa inquietudine
scese sul mio essere,
divisa dal terrore:
l'essere o le sue parole?

L'inerzia dei pensieri
fu più lesta
dei loro boia:

- Oh, grottesca immagine,
impenetrabile è la freccia
del tuo discorso, per me,
uomo dal lume fragile.
Qui mi sento condannato
da leggi sconosciute, forse da me
trascurate o forse sempre
risapute. Ignoro tutto questo, ma
vago alla ricerca del nonsoché,
del buio fresco.
Sopiti nella memoria, ho
i sentori rigogliosi di questa
vasta landa, che svanisce a ogni
lasso e ricresce a ogni passo,
come del mare l'onda, infranta;
tignosi versi e pensieri
sussurra codesta valle tonda,
avida di forieri, sazia di notte
fonda.
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