Movimenti clonici

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Dimmi ragazza, dimmi
quando le marionette meccaniche hanno risalito il fiume
percorrendo il sentiero tracciato dalle tartarughe
prosciugando il lago della spada restituita
fino a qui
dove la magia è stata bandita
da una luna sfregiata dalle orme degli uomini?

Flauti magici dalle note scalze
gnomi di pietra con le scarpe lucide
i Troll in vacanza
come efebi slavati distesi al sole
giocano alla Playstation.

Mentre tu ridi, come un burattino
ma senza fili
se non elettrici
la risata isterica, contrita
simile a carne raggrinzita
al gusto di plastica bruciata
come le tue labbra
che melliflue sciolgono baci
simili a candele morenti
non per voluttà
ma per le copertine di cellophane
che rivestono il desiderio
delle carte telefoniche.

Quindi se nemmeno tu ragazza
nel fiore dei sogni
sciogli l'oro dei tuoi capelli al vento per amore
così come l’argentea spada della Luna
(dimenticata medaglia appesa al cielo
da un Dio errabondo e distratto)
annega in una oleosa pozzanghera d’acqua
allora restituiamo solo la meccanica
dei nostri movimenti
simili a prodotti in scadenza.

E tu, terra
bocca d’arsura infiltrata di veleni
cementata e incatramata
da quanto tempo
non volgi più lo sguardo al cielo
riflettendo sul palmo della tua corazza
la bellezza dell'universo?

E allora come puoi poeta cantare
avvoltolato da fili elettrici
il cervello ingabbiato da byte
frullato in un loop digitale
Il campionamento della tua voce
mi giunge flebile, gracchiante e distorto

Come il lamento di un automa morente.
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