[CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Traccia 3. "The Silent Drifters" di John Pitre.
Di funghi, altari di ossa, e poi...


Non importa davvero tutto questo.
Io sono una creatura di funghi
E ora il mio autunno sta finendo
La neve vortica intorno
E io devo proprio andare.

Anche voi siete funghi
Ma siete convinti di essere altro, che so,
La vostra professione?
Chi siete davvero?
Chi siete quando nessuno vi vede?
Io sono un fungo.

Se mi avete voluto bene
Bruciate le mie fotografie
Io devo proprio andare
Ricordatemi come un fungo
Che cresce silenzioso sottoterra
E profuma di sottobosco umido
Pieno di rospi, di ragnatele bianche e di infanzia.

Alla luce calda del giorno
Mi sento arte
Forse insignificante
Ma tant'è
Io ora sono questa poesia.

Le parole sono solo segni
Simboli arbitrari
Suoni inconclusi
Ora vi lascio qualcosa di più
Perché devo proprio andare
Io, rettile preistorico, mi libro in volo
Verso nuove dimensioni
Io, medusa fluorescente, scendo
Al di là di tutte le facce della luna
Verso le vibrazioni profonde del buio cosmico.

È di sovrumana magnificenza
Ma è altrettanto divertente
Ampliare lo sguardo ancora
Lasciare andare gli idoli e le armature
Cedere alla resa.

Non so cosa accadrà
Magari nulla
Ma parto ugualmente
Me ne vado a modo mio.

A modo mio, il mio suicidio
Poteva essere altro
Un attentato all'ambasciata israeliana
Una bomba negli uffici Trenord
E invece è un sigillo di sangue
Onnipotente
Plip, plop, drip -
Su un altare di ossa appuntite
Con il quale apro
Il portone del mondo dei demoni.

Tre
Sangue
Caos
E poi...

Re: [CP15] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Wow @Mina questa poesia è un viaggio mentale davvero disturbante. Il distacco dalle convenzioni per tornare a essere materia plasmabile in qualsiasi forma, in un’altra dimensione (forse) 
Mina ha scritto: mar ott 08, 2024 11:24 pmMa è altrettanto divertente
Ampliare lo sguardo ancora
Lasciare andare gli idoli e le armature
Cedere alla resa.
Cedere alla resa, abbandonare gli idoli e le armature, ampliare lo sguardo ritornare a essere vibrazione cosmica. Potente…

La parte con la quale non sono riuscita a entrare in sintonia è quando descrivi l’altare di ossa appuntite. Mi è subito venuta in mente l’immagine dei “cocci aguzzi di bottiglia” di Montale ma non credo c’entri nulla col tuo proposito. Mi piacerebbe capire meglio…

Re: [CP15] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Ciao @Mina, è risaputo: ho sempre grosse difficoltà a recepire poesie complesse, e la tua lo è. È davvero estraniante. Parto dal confronto con la traccia 3 che mostra l'ascesa verso un misterioso infinito, trattenuta però da fili sottili ; Tu – dandoti l'identità di fungo – parti dal basso per ascendere. Nel percorso dei tuoi versi si susseguono immagini a volte contrastanti. Nel primo verso, quando dici di autunno e neve che vortica, sembra parli di una dipartita naturale, invece alla fine troviamo il suicidio. La seconda strofa mette in dubbio l'identità della società (almeno così suppongo), " Chi siete?" ; l'eterna consapevoleza:  "nessuno è come sembra". Nella terza chiedi che vengano bruciate le fotografie, cioè che venga cancellata del tutto la tua identità/esistenza. Prosegui con "mi sento arte e sono poesia" qui c'è il totale allontanamento dalla fisicità. Prosegui parlando di ascensione con immagini particolari e suggestive come l'uccello preistorico e la medusa fluorescente. Ma ecco che arriva il suicidio. Poteva essere un gesto eclatante  "un attentato all'ambasciata israeliana o una bomba al Trenord" invece è "un sigillo di sangue" ma cosa intendi per sigillo di sangue? Mi fermo qui perchè, per quanto particolare e potente, devo ammettere che non riesco ad afferrarne il significato fino in fondo. 
L'adesione alla traccia mi appare chiara,  sembra una scena dantesca, inquietante, e la tua poesia lo è altrettanto.  :sss:

Re: [CP15] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Mina ha scritto: mar ott 08, 2024 11:24 pm Non importa davvero tutto questo.
Io sono una creatura di funghi
E ora il mio autunno sta finendo
La neve vortica intorno
E io devo proprio andare.

Qui c'è un'anima che se ne sta andando.
Un'anima antica, come sono i funghi sul pianeta.


Anche voi siete funghi
Ma siete convinti di essere altro, che so,
La vostra professione?
Chi siete davvero?
Chi siete quando nessuno vi vede?
Io sono un fungo.

SIamo tutti solo l'immagine che proiettiamo al mondo
Ma in realtà siamo anche altro.


Se mi avete voluto bene
Bruciate le mie fotografie
Io devo proprio andare
Ricordatemi come un fungo
Che cresce silenzioso sottoterra
E profuma di sottobosco umido
Pieno di rospi, di ragnatele bianche e di infanzia.

Infatti lo dice, l'anima antica:bruciate l'immagine che avete di me e ricordatemi come un fungo.
Il fungo rappresenta il suo vero io e la sua missione sulla terra. Per quanto il simbolismo del fungo ai più richiami immagini goliardiche, i funghi sono simbolo di rinascita, trasformazione e forza. La forza di crescere in ambienti umidi e oscuri.


Alla luce calda del giorno
Mi sento arte
Forse insignificante
Ma tant'è
Io ora sono questa poesia.

L'arte definita dalla forma che viene esposta alla luce. in effetti dire io sono insignificante mentre sei in realtà bellezza è poesia.
Io l'avrei terminata qui, il resto della poesia è un turbine di parole, pensieri, si poetici, ma potrebbero essere altro. Un'altra poesia.
Mina ha scritto: mar ott 08, 2024 11:24 pmA modo mio, il mio suicidio
Poteva essere altro
Un attentato all'ambasciata israeliana
Una bomba negli uffici Trenord
E invece è un sigillo di sangue
Onnipotente
Mentre i primi versi sono appaganti, questi mi ribaltano tutto.
Mina ha scritto: mar ott 08, 2024 11:24 pmPlip, plop, drip -
Su un altare di ossa appuntite
Con il quale apro
Il portone del mondo dei demoni.
Sembrano sminuire il senso profondo che io avevo colto prima.
La chiusa:
Mina ha scritto: mar ott 08, 2024 11:24 pmTre
Sangue
Caos
E poi..
Mi ha gettato nel caos

Re: [CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Ciao e grazie per il passaggio <3
@Monica ha scritto: mer ott 09, 2024 5:08 amLa parte con la quale non sono riuscita a entrare in sintonia è quando descrivi l’altare di ossa appuntite. Mi è subito venuta in mente l’immagine dei “cocci aguzzi di bottiglia” di Montale ma non credo c’entri nulla col tuo proposito. Mi piacerebbe capire meglio…
Adel J. Pellitteri ha scritto: mer ott 09, 2024 8:09 amMa ecco che arriva il suicidio. Poteva essere un gesto eclatante  "un attentato all'ambasciata israeliana o una bomba al Trenord" invece è "un sigillo di sangue" ma cosa intendi per sigillo di sangue?
Albascura ha scritto: mer ott 09, 2024 11:41 amIo l'avrei terminata qui, il resto della poesia è un turbine di parole, pensieri, si poetici, ma potrebbero essere altro. Un'altra poesia.
Per me, la chiave di questa poesia sta proprio alla fine. Una dipartita libera, punto d'arrivo finale dell'arte come liberazione suprema. Il fungo che parla è in primo luogo un essere umano, che accarezza l'idea di una dipartita eroica, ma sceglie infine di attuare un rituale magico, perché l'arte è magia e la magia è irrazionale. 
Albascura ha scritto: mer ott 09, 2024 11:41 amMi ha gettato nel caos
L'idea è questa; a un certo punto, si iniziano a distinguere le forme nel caos, così come gli occhi si abituano al buio, e le forme che le parole confinano anelano a questo caos, per poi rinunciare. La partenza è da qualcosa di noto a qualcosa di ignoto. L'inizio della poesia offre appigli e spunti di interpretabilità, ma alla fine il viaggio deve avere inizio, e le parole si muovono verso qualcosa di incomprensibile, ignoto.

Re: [CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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ciao @Mina .
E pensare che conoscendo il tuo indirizzo di studio mi rendo conto che dovevi fare altro: il psicanalista! :D

E mi pare pure che già ti dissi di stare attento alle lungaggini, queste stancano, spezzano l'iniziale passione per poi spegnere la curiosità.
Eppure la sintesi la conosci bene... L'unico consiglio che mi pare sia pertinente è sempre lo stesso. Cerca di condensare, di estrarre l'essenza di quello che vuoi esprimere. Cerca la fragranza del fiore introvabile, il suono mai sentito. Getta via quello che si trova in abbondanza e finisce nel dimenticatoio.

Sei capace di inventiva e non ti mancano gli stimoli: sfruttali. Ciao dottore :P
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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bestseller2020 ha scritto: gio ott 10, 2024 7:29 pmciao @Mina .
E pensare che conoscendo il tuo indirizzo di studio mi rendo conto che dovevi fare altro: il psicanalista! :D

E mi pare pure che già ti dissi di stare attento alle lungaggini, queste stancano, spezzano l'iniziale passione per poi spegnere la curiosità.
Eppure la sintesi la conosci bene... L'unico consiglio che mi pare sia pertinente è sempre lo stesso. Cerca di condensare, di estrarre l'essenza di quello che vuoi esprimere. Cerca la fragranza del fiore introvabile, il suono mai sentito. Getta via quello che si trova in abbondanza e finisce nel dimenticatoio.

Sei capace di inventiva e non ti mancano gli stimoli: sfruttali. Ciao dottore :P
Ahahahahahahahahah  :pat: dottor fungo  :rotol: ma dai 
Soglia dell'attenzione di un tiktoker ahahahaha e mi pare pure che già ti dissi che non se non sei tu il mio lettore posso anche sopravvivere ahahahahahaha mi spezzi, chi sei  :asd:

Re: [CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Mina ha scritto: gio ott 10, 2024 9:11 pmAhahahahahahahahah  :pat: dottor fungo  :rotol: ma dai 
Soglia dell'attenzione di un tiktoker ahahahaha e mi pare pure che già ti dissi che non se non sei tu il mio lettore posso anche sopravvivere ahahahahahaha mi spezzi, chi sei  :asd:
Io non sono nessuno! Il mio commento era sincero e senza cattiveria.. Se ritieni di non condividerlo che problema c'è? Dovresti accettare i commenti e ringraziare. Questo è lo spirito del contest. Mi spiace. (Sempre amici) Ciao 
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Incommentabile. 
Bella, di una bellezza che non mi piace e che non riesco a spiegare, ma che sento. Tra lo stomaco e i polmoni. 
Sì: preme e un po' toglie il fiato. Salta a piè pari la mia parte razionale e colpisce più in basso. Eppure, così piena di parole (dice bene chi dice che ci vorrebbe sintesi), sembra proprio voler passare dalla testa, e lì fermarsi, per girare, come un tarlo. In me ha lottato fra il farsi decrittare e l'andar giù per essere digerita. Il caos ha vinto e non mi ha lasciato il tempo (è andata giù). 
Solo una cosa "contesto" : quell' e poi... finale (con tanto di puntini di sospensione) lascia aperta una porta, laddove, invece, mi serei aspettato... il nulla. 
Comunque bravo. 

Re: [CP16] Di funghi, altari di ossa, e poi...

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Ma ben ritrovato @Mina 
Ora, sono passati alcuni anni dall'ultima volta che ti ho letto e in particolare che ho letto una tua poesia. Ricordo con piacere molte delle tue creazioni e qui in effetti ritrovo alcuni tuoi tipici cavalli di battaglia o topos letterari.
Fra quelli che ho apprezzato maggiormente: l'attenzione alle piccole creature del mondo (funghi, rospi, rettili ecc), la confessione di un protagonista al lettore e l'idea un po' decadente del suicidio come rifiuto dell'ordine sociale.

Chiaramente questa poesia è da considerare nel contesto del contest, con delle regole di partecipazione che non ho seguito, ma limitandomi a valutarla come opera a sé stante, devo dire che c'è qualcosa che non mi convince nella sua impostazione.

Ammetto di essere pedante con questo commento, ma la poesia è mistero, non spiegazione: il lettore va colpito e travolto con le emozioni, i dettagli sono frammenti e il quadro completo (ammesso che possa essere dedotto) deve emergere solo attraverso lo sforzo del lettore.
Questa poesia ha certamente il suo fascino morboso, ma non ha mistero, per lo meno non per me. Tende a spiegare molto, forse troppo. Ritorna sulle stesse strutture linguistiche, ampliandole.

Lascia che ti chieda, piuttosto, se non avrebbe reso di più eliminando alcuni passaggi e lasciando i versi nudi e crudi, là dove le emozioni richiamate sono più vive. Ad esempio:
Mina ha scritto: Non importa davvero tutto questo.
Io sono una creatura di funghi
E ora il mio autunno sta finendo
La neve vortica intorno
E io devo proprio andare.
I verbi non servono. Le connessioni fra un periodo e il successivo, nemmeno.
L'unica cosa che serve e che resta indispensabile, è il punto in cui le emozioni sono più forti.

La grammatica e la logica lasciala alla narrativa: qui sei nella poesia, ovvero nelle regioni del tartaro. Lascia comandare i tuoi organi nudi. Sempre.

A rileggerti presto 
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