Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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Salve a tutti, vorrei dei pareri, e magari qualche suggerimento, per la trama di un fantasy che sto scrivendo
In maniera molto stringata, la trama è questa: il padre del protagonista, artista marziale, muore durante un duello davanti a lui; anni dopo, il protagonista è un mercante, si rifiuta di praticare le arti marziali e per questo è in contrasto con madre e fratello che vorrebbero si vendicassero sull’assassino del padre. Nel mentre, il regno dove abita il personaggio viene invaso dal regno vicino, e l’esercito viene sconfitto; il generale avversario, onorevole e giusto, sfida e uccide il maestro assassino, e quindi l’esercito occupa la città; 
Fin qui, la parte abbastanza certa, adesso i dubbi:
Il generale nemico si “fissa” di voler affrontare anche il protagonista, dopo averlo visto combattere; e alla fine si affrontano e il protagonista vince. Vorrei idee su come arrivare a questa situazione, visto che mi manca un modo su come “forzare” il personaggio a combattere, senza tirare in ballo minacce e rapimenti (che non sono in linea col generale), l’alternativa era girare il tutto su un senso dell’onore che il protagonista all’inizio nasconde, ma che man mano sviluppa nel corso della storia 

Qualche domanda: una trama del genere può funzionare? O appare troppo spezzata in due parti che non risultano abbastanza unite?  

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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Ciao @Bardo96

Leggendo le tue idee per la trama mi sono venuti in mente Quentin Tarantino e Sergio Leone. Potresti trovare moltissime idee nei loro film. In Tarantino nel film Kill Bill la scena dove Uma Thurman si reca in Giappone per farsi fare non una ordinaria katana ma La katana dal maestro Hattori Hanzo, che da anni aveva deciso di non farlo mai più. Il capitolo del loro incontro  e del cambiamento di idea del maestro che la accontenterà, fabbricando la migliore katana mai fatta è eccezionale.
In Leone se vedi, come motivazione, Clint in “Per un pugno di dollari” , quando è appena arrivato nel villaggio western angariato dai soliti prepotenti e lui sta neutralmente da parte, decidendo di intervenire solo quando vede una scena di particolare efferatezza, con la donna messicana che è costretta a recarsi a casa del capo banda locale sotto gli occhi del marito e del figlio che la chiama disperato. Qui Clint non spara, ma assume l’atteggiamento di chi è pronto a farlo e molto bene, facendo desistere la banda dal portare via la donna.
Sono solo esempi che certo conoscerai, per stimolare la fantasia.

In molte storie c’è talvolta un guerriero, un Maestro che decide di fare una vita pacifica, ma poi gli avvenimenti lo sommergono e lo costringono a intervenire suo malgrado.
Con i pochi spunti che hai dato io farei così:
Il protagonista mercante assiste, deve assistere in città al duello fra il generale dell’esercito nemico e il Maestro Assassino, che poteva essere un amico del padre, un collega, il suo maestro, il suo uccisore… vedi tu cosa preferisci. La scena deve essere ben costruita, l’introspezione e anche l’ambientazione contano molto. La scena dovrebbe avvenire pubblicamente, visto che la posta in gioco è la presa della città.
Il tuo protagonista ancora non interviene ma durante il duello, istintivamente, muove le mani in maniera impercettibile, istintiva, atteggiandole a mosse di  attacco e difesa. Il movimento deve essere impercettibile, niente di plateale, ma i suoi gesti non sfuggono a un maestro di quelle arti che appartiene all’esercito nemico e che si trova ad assistere al duello, nella guardia del generale.
Da qui i risvolti possono essere innumerevoli, ma non devi avere fretta di far intervenire il protagonista, altrimenti finisci subito il romanzo.
Fai in modo che questo maestro nemico incontri ancora il protagonista, al mercato, in qualche locanda e così via. Crea situazioni al limite sul filo del rasoio, ma senza rivelazioni e interventi ancora.
Puoi creare una situazione dove i nemici, una volta dentro la città la occupino come tutti gli invasori e chiudano tutte le scuole di arti marziali, cerchino eventuali maestri dispersi, non tanto per ucciderli ma per convincerli a passare dalla loro parte, come guerrieri o istruttori.
Devi creare queste situazioni,  questi cambiamenti di vita ai quali il tuo protagonista assiste.
Fai dialogare il protagonista con alcuni di quei maestri della sua città (crea suoi amici d'infanzia: altri episodi) che accettano di consegnarsi e con altri che invece rifiutano, combattono, vanno incontro alla morte. Crea contrasti a questo proposito nell’animo del protagonista, nei confronti della sua famiglia, con gli amici che sanno della sua arte marziale.
Fai in modo che il maestro nemico che lo ha adocchiato e che si è incuriosito su di lui lo incontri, lo convochi, lo provochi in svariati modi per costringerlo a scoprirsi, a decidere da quale parte stare, a combattere…
Poi… Poi non so. La storia è tua. In base a quei pochi spunti che ti ho dato puoi creare ulteriori storie e drammi, fino a un epilogo finale che magari non deve essere per forza eclatante, all’americana, con il protagonista che salva il mondo. Magari il tuo protagonista combatterà, ucciderà, si darà alla macchia,  diventerà il capo della resistenza, troverà un amore, magari una donna che prima lo disprezzava per la sua presunta vigliaccheria che era solo desiderio di vivere in pace. Nel frattempo potrebbero prendere in ostaggio la sua famiglia e allora lui riterrà di intervenire… Le vie sono tantissime e tutte molto entusiasmanti.
Spero di  averti dato qualche ulteriore spunto.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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Grazie mille per le idee, sono molto interessanti, specialmente quella di includere un altro maestro che si accorge delle sue capacità 
Giusto per “contestualizzare”: il protagonista assiste al duello tra il padre e l’altro maestro (se posso, ho postato questa parte in Racconti a Capitoli); da lì lui parte per essere addestrato e avere vendetta, ma dopo anni realizza che si sta solo ammazzando di fatica, e che anche se riuscisse a uccidere quel maestro, il padre non tornerebbe indietro. Questo porta a molti litigi con un’amica d’infanzia, la madre e il fratello

Idealmente volevo farlo “rivelare” come artista marziale in una scena particolare; non so se conosci il film Ip Man, ma ho preso spunto da quello, c’è una scena in cui il protagonista del film affronta dieci combattenti dopo che hanno ucciso un maestro suo amico; volevo “riscriverla” con un’impostazione simile: lui agisce prendendo il posto del fratello, artista marziale ma imbranato 

Più che altro il dubbio è su come si possa “convincere” il personaggio a combattere, avevo intenzione di renderlo una evoluzione alla “me ne frego dell’onore, ma per difendere chi ho a cuore spacco anche le montagne”; ma non so se è troppo scontata 

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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Bardo96 ha scritto: mar dic 19, 2023 6:59 pmPiù che altro il dubbio è su come si possa “convincere” il personaggio a combattere, avevo intenzione di renderlo una evoluzione alla “me ne frego dell’onore, ma per difendere chi ho a cuore spacco anche le montagne”; ma non so se è troppo scontata 
Forse il personaggio è talmente disilluso dalla vita che non crede più nell'onore, ma quando si è calpestati talvolta riaffiorano sentimenti che si erano accantonati e si riconsidera il tutto.
Metti che il Maestro del regno che ha conquistato la sua città abbia capito che il protagonista potrebbe essere un valoroso/pericoloso avversario e che cerchi a ogni costo di sfidarlo, rifiutandosi di farlo semplicemente assassinare, oppure avendoci già provato con risultati pessimi...
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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@Bardo96, potresti provare con un approccio molto "classico", ovvero lo stesso usato nell'Iliade.

Achille non vuole combattere, nemmeno quando i greci sono vicini alla sconfitta. Il suo amico Patroclo lo impersona in battaglia vestendo la sua armatura per dare coraggio ai soldati. Peccato che, scambiato per il vero Achille, Patroclo finisce per essere ucciso dell'eroe troiano, Ettore. Solo quando i greci riportano il corpo di Patroclo ad Achille questi si rende conto di ciò che la sua "hybris" ha causato, e torna a combattere, giurando di uccidere Ettore.

Se il tuo protagonista è testardo nel voler rifiutare di combattere nonostante le circostanze lo richiedano, ha lo stesso difetto di Achille, ovvero la sua "hybris". Ricevere lo stesso trattamento di Achille potrebbe smuoverlo e fargli desiderare di combattere di nuovo.

Magari un amico del protagonista può farsi avanti sfidando il generale, dicendo "se vinco, lascerai in pace il protagonista". Però non solo perde, ma finisce per morire. Pensa al senso di colpa che proverebbe il personaggio in una situazione del genere... più che sufficiente per farlo tornare sul sentiero di guerra.

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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Aggiungo due scene che ho pensato, per avere la vostra opinione:
La prima, subito dopo il duello tra il maestro cittadino e il generale; il protagonista è tra quelli che hanno votato contro il duello, e che invece volevano direttamente la resa; il generale, dopo aver saputo i retroscena tra protagonista e maestro, vuole capire perché lui ha votato per evitare il duello. Il protagonista quindi gli chiarisce che a lui, della vendetta, non gliene importa nulla: che il maestro che ha ucciso suo padre sia vivo o morto, a lui non cambia, perché tanto il padre non torna dai morti, ha votato la resa senza duello solo perché credeva che sarebbe stata la cosa più indolore per tutti.

Altra scena, quella delle "rivelazione":
Il generale è appassionato di arti marziali varie, quindi permette che alcuni dei maestri cittadini si affrontino con i maestri del suo esercito. Sia un'amica del protagonista che il fratello partecipano, la prima vince con difficoltà, il secondo perde malissimo, al che il protagonista chiede di prenderne il posto; sulle prime viene trattato tipo sacco da box, poi "sbrocca" (perdonate il termine) per qualcosa che un soldato gli dice (penso un insulto o un'allusione all'amica) e mostra di cosa è capace.
Visto che mi avete suggerito molte scene di film, metto il link YouTube alla scena del film che mi ha ispirato questa scena del racconto, il film è Ip Man del 2008: 
Premetto, ovviamente il personaggio non vincerà in maniera così semplice.

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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@Bardo96

Se vuoi scrivere una storia ambientata in un mondo, un’atmosfera asiatica, con tutto un immaginario che abbiamo al seguito di quello splendido mondo da film e storie, nonché dalla loro cultura, bisognerebbe tenere conto, pur trattandosi di un fantasy dove si è liberi di spaziare con la fantasia, di considerare comunque alcune attitudini di quel mondo. Una delle principali è che in quel modo di vivere non si è molto propensi a parlare, a spiegare ogni cosa, specie a qualcuno che è nemico, come invece tendiamo a fare in occidente dove ogni pensiero, ogni atteggiamento o modo di fare tendiamo a visualizzarlo, contestualizzarlo e farlo visualizzare agli antagonisti.
Guarda la storia. I tedeschi nell’ultima guerra alla fine compresero di aver perso e accettarono la resa, i giapponesi si rifiutarono di comprendere l’eventualità della sconfitta e men che meno la resa, rifiutarono ogni compromesso con gli occidentali e cedettero solo dopo le bombe atomiche.
L’idea che il protagonista del tuo romanzo, che ha rifiutato di combattere per una sua intima convinzione, voti addirittura per la resa del suo popolo senza il duello mi sembra eccessiva, un pacifismo un po’ esasperato.
Io non lo farei agire così, magari fargli provare disappunto, ma senza scoprirsi. Quando poi il generale nemico gli chiede perché volesse evitare il duello, il protagonista gli spiega troppo della sua vita a mio parere.
Il dolore del protagonista è troppo profondo, intimo, perché lo vada a spiegare a uno sconosciuto, a un nemico. Non è tenuto a farlo, è un’esposizione forzata. Se non ama spiegare le ragioni della sua non violenza nemmeno a casa sua, perché dovrebbe dirlo proprio agli invasori?
Il generale nemico può comunque venire a conoscere le motivazioni del protagonista tramite altre strade, altre persone, se questo avvenimento riveste importanza ai fini della storia. Sapendolo da altri acquisterebbe anche più peso secondo me, ma è solo una mia impressione, non conosco i particolari.

Scena della “rivelazione”.
Nel mondo che crei il combattimento delle donne contro uomini come è visto? So che nel mondo asiatico molte donne sono campionesse di varie arti marziali, ma non sono molto addentro a questi particolari.
In un mondo asiatico, nelle sue storie e film anche a contenuto fantastico vi sono comunque molte donne che combattono al pari degli uomini e la cosa può starci. Ho in mente un film, mi pare fosse  “La foresta dei pugnali volanti” e quest’altro spezzone di cui metto il link sotto, molto suggestivo al riguardo.
Alla fine il tuo protagonista decide comunque di riprendere a combattere, vedo. A questo punto penso che le cose cambieranno per tutti i tuoi protagonisti.
Si salveranno solo coloro che resisteranno e disobbediranno a oltranza, il resto perirà.
(Apocalisse di S. Giovanni)

Re: Fantasy “marziale”, pareri e suggerimenti

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Spiego solo la situazione della votazione: il personaggio è molto pragmatico, perché appunto non si riconosce ancora in tutto quel contesto di onore e simili dei maestri marziali
L'esercito nemico ha sconfitto quello del regno del protagonista, la città è assediata, non c'è il cibo per sostenere un assedio, i nemici sono in schiacciante superiorità numerica, rinforzi non se ne vedranno per mesi. Il generale nemico propone di risolverla con un duello, nel consiglio cittadino c'è chi vota per la resa e chi per azzardare il duello; si vota il duello e il maestro cittadino perde.
Quando lui spiegherà le ragioni della sua scelta, il concetto è che, qualsiasi scelta si facesse, la resa senza duello era quella che permetteva di salvare più vite. Credo che proverò a scrivere questo capitolo e postarlo il prima possibile, anche solo come bozza, in modo da mostrare anche come ragionano il protagonista e il generale nemico 
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