Romanzo storico classico o... "diverso"?

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È arrivato il momento di decidere.
Le possibilità sono due:
1) Un romanzo storico classico, scritto in terza persona, con un punto di vista ben delineato, che rispecchia i canoni previsti dalla maggior parte degli editori.
2) Un romanzo che miscela stili ed epoche diversi. Come? Un prologo dove un professore trova in una nicchia del muro della casa che ha appena acquistato un “libro” della fine del XIII secolo. Nei primi capitoli il romanzo è in terza persona, fin quando non arriviamo al personaggio che ha scritto il libro medievale. Da questo punto in poi la narrazione procede come diario personale del personaggio (particolare per i problemi di cui soffre) esclusivamente in prima persona. Mi tenta perché potrei divertirmi con il gioco della traduzione da parte del professore dal latino medievale all’italiano di oggi.

Classico storico o "diverso"? Per motivi di vendibilità, qualcuno sconsiglia la seconda ipotesi…
Come fareste?

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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@Fraudolente, dipende tutto dal tuo target e dai tuoi obiettivi narrativi.

L'idea di usare una o più cornici è vista come più "raffinata" e ti mette su un piano diverso, post-moderno. Iniziano con una traduzione Il nome della rosa e I promessi sposi.
Può vendere e avere successo? Ovviamente sì, i libri che ho citato non sono certo sconosciuti. Anzi.

Occhio però: non si tratta di una scelta tra "letteratura alta" e "letteratura di consumo", tra snobismo e accessibilità.

La scelta dipende da quello che hai scritto o hai intenzione di scrivere. Il "professore" che trova il libri aggiunge qualcosa alla trama o al tema?

Nel caso del "manoscritto" del Manzoni, c'è un significato preciso dietro a quella scelta: l'idea di ambientare la storia non nell'Italia della gloria del Rinascimento, ma in quella divisa, soggiogata allo straniero, l'Italia degli spagnoli e dei francesi, delle grida e della peste.
Per il "manoscritto" di Eco il gioco è quello di un riferimento post-moderno, e dell'idea di proporre una prosa dal sapore antico attraverso una maschera, che quindi la giustifica.

Devi pensare se il professore, nel tuo caso, può aggiungere qualcosa di simile.
Se effettivamente il personaggio ha un ruolo importante, potresti perfino sfruttarlo in più occasioni, intervallando la storia del XIII secolo con cornici ambientate nel mondo contemporaneo (pensa a Se una notte d'inverno un viaggiatore di Calvino, per esempio).

Secondo me la scelta della cornice dovrebbe essere guidata da un obiettivo narrativo che va oltre la semplice accessibilità, dal momento che stai di fatto aggiungendo elementi alla tua storia. Non è solo una questione di stile.

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Mid ha scritto: ven dic 01, 2023 6:22 pm Il "professore" che trova il libri aggiunge qualcosa alla trama o al tema?
Il ritrovamento del professore è un escamotage per narrare in prima persona parte della trama. E, francamente, non ha altro scopo. In pratica, è un "prologo", che avrei già scritto, con un personaggio ben caratterizzato, ma che serve soltanto alla "bisogna", cioè per giustificare il diario.  
Il diario sarebbe interessante da scrivere, e spero pure da leggere, perché l'autore è molto particolare. 
L'alternativa è tagliare il prologo e procedere con una terza persona limitata.

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Fraudolente ha scritto: ven dic 01, 2023 7:35 pmIl diario sarebbe interessante da scrivere, e spero pure da leggere, perché l'autore è molto particolare. 
C'è anche l'opzione di usare direttamente il diario senza prologo o cornici. Molti romanzi sono scritti in forma epistolare o come diario. Basta solo mettere un riferimento chiaro a epoca e luogo.

Se il prologo e i suoi personaggi hanno nella storia solo la funzione di contestualizzare la storia stessa, io li eviterei.

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Fraudolente ha scritto: ven dic 01, 2023 5:55 pmClassico storico o "diverso"? Per motivi di vendibilità, qualcuno sconsiglia la seconda ipotesi…
Come fareste?
Scusa la sincerità, ma è lampante che la tua preferenza va al secondo, al netto della vendibilità o meno. E forse per questo l'hai automaticamente presentato in un modo che risulta più accattivante anche per gli altri.
Fraudolente ha scritto: ven dic 01, 2023 5:55 pmUn prologo dove un professore trova in una nicchia del muro della casa che ha appena acquistato un “libro” della fine del XIII secolo.
Questo, di certo lo sai, non è un espediente originalissimo. Ma unito a ciò che proponi dopo, e al tuo entusiasmo sull'idea in generale, può venirne qualcosa di nuovo e molto bello. Non farti domande inutili... con ogni evidenza hai già deciso  :lol: La vendibilità resta sempre un'incognita, anche se si volesse (ma chi?) attenersi ai canoni. Scrivere qualcosa che si vuole scrivere, invece, è più importante, e spesso sono proprio le idee fuori dagli schemi ad avere più successo.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Mid ha scritto: ven dic 01, 2023 6:22 pm Secondo me la scelta della cornice dovrebbe essere guidata da un obiettivo narrativo che va oltre la semplice accessibilità, dal momento che stai di fatto aggiungendo elementi alla tua storia. Non è solo una questione di stile.
Mid ha scritto: ven dic 01, 2023 7:46 pm Se il prologo e i suoi personaggi hanno nella storia solo la funzione di contestualizzare la storia stessa, io li eviterei.
Nonostante lo abbia già scritto, credo che cestinerò il prologo. Un po' mi dispiace, perché il prof in questione sarebbe stato un bel personaggio. ma non indispensabile.

Silverwillow ha scritto: sab dic 02, 2023 1:17 am
Scusa la sincerità, ma è lampante che la tua preferenza va al secondo, al netto della vendibilità o meno. E forse per questo l'hai automaticamente presentato in un modo che risulta più accattivante anche per gli altri.
Sì, in origine la preferenza era per la seconda ipotesi. Tuttavia, temo che con un diario trasformerei il romanzo in un mattone, e lo farei solo per il "mio" piacere di arrovellarmi nelle difficoltà di un testo con richiami al volgare e innumerevoli note a piè di pagina per tradurre.  Con una similitudine impropria, come un jazzista incurante del pubblico e che esegua un virtuosismo per divertirsi. E non è detto che io sia un bravo musicista.

Continuerò riferendomi con una terza persona limitata al personaggio che avrebbe dovuto scrivere il diario. Alea iacta est.

Grazie!

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Fraudolente ha scritto: sab dic 02, 2023 3:46 pmì, in origine la preferenza era per la seconda ipotesi. Tuttavia, temo che con un diario trasformerei il romanzo in un mattone, e lo farei solo per il "mio" piacere di arrovellarmi nelle difficoltà di un testo con richiami al volgare e innumerevoli note a piè di pagina per tradurre. 
Ma il punto è questo: se una cosa interessa poco a te scriverla, perché dovrebbe interessare un lettore? È una frase, forse banale, che ho letto da qualche parte, ma mi risuona molto: se non interessa a me che lo scrivo, perché dovrebbe piacere a qualcun altro? Diverso è il caso se tu volessi vedere cosa vende di più, le statistiche, i numeri, le proiezioni (solo io mi sono annoiata già a leggere la frase?). Il gusto dei lettori (quei quattro gatti che abbiamo in Italia) si basa su quel che conosce, ma forse è proprio quel qualcosa di diverso che può attirarlo, ci hai pensato? Non è una formula certa (niente è certo nella scrittura) ma perché non provare?
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Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Silverwillow ha scritto: dom dic 03, 2023 12:40 am
Ma il punto è questo: se una cosa interessa poco a te scriverla, perché dovrebbe interessare un lettore? 
La trama del romanzo mi piace, mi "interessa" molto scriverla e ho dei dubbi su come farlo nel modo migliore. 
(Migliore, si fa tanto per dire...)


Silverwillow ha scritto: dom dic 03, 2023 12:40 amNon è una formula certa (niente è certo nella scrittura) ma perché non provare?
Perché ho imparato a mie spese la differenza tra il proporre ai lettori un classico romanzo storico e un astruso divertissement dell'autore. E mi diverte comunque scrivere in entrambi i casi.

@Silverwillow , questo è il quinto romanzo che scrivo, e comincio a conoscere abbastanza bene i molti "errori"  e i  pochi "pregi" dell'autore
L'errore più grave è quello di fregarsene dei lettori...

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Fraudolente ha scritto: dom dic 03, 2023 1:13 am@Silverwillow , questo è il quinto romanzo che scrivo, e comincio a conoscere abbastanza bene i molti "errori"  e i  pochi "pregi" dell'autore
L'errore più grave è quello di fregarsene dei lettori...
Io ne ho scritti 7 (3 ancora da uscire, ma vabbè) e conosco più che altro le molte mancanze degli editori. Quelle dell'autore magari vengono prima, ma non le conosco. I lettori arrivano solo se l'editore li sa attirare (in caso contrario, puoi aver scritto un capolavoro, ma non importerà, te l'assicuro).
Mettiamo in chiaro una cosa: se scrivi quello che vuoi scrivere, nel modo che vuoi, e avendo già in mente chi lo dovrà leggere, non te ne stai fregando dei lettori. Se scrivi bene, in modo coinvolgente, non te ne stai fregando. Se esprimi emozioni e verità universali (bene o male che ti riesca) non te ne stai fregando.
Scrivere ciò che si vuole scrivere non è un'offesa al lettore. Fregarsene dei desideri dell'autore e scrivere magari qualcosa di popolare ma buttato lì (spesso anche osannato dalle folle, non credere) per me è molto, molto più grave. Ma io sono idealista, quindi prendi tutto con le molle  :P 
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Il tredicesimo segno (Words)

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Silverwillow ha scritto: lun dic 04, 2023 3:37 am .
Mettiamo in chiaro una cosa: se scrivi quello che vuoi scrivere, nel modo che vuoi, e avendo già in mente chi lo dovrà leggere, non te ne stai fregando dei lettori. Se scrivi bene, in modo coinvolgente, non te ne stai fregando. Se esprimi emozioni e verità universali (bene o male che ti riesca) non te ne stai fregando.
Scrivere ciò che si vuole scrivere non è un'offesa al lettore. Fregarsene dei desideri dell'autore e scrivere magari qualcosa di popolare ma buttato lì (spesso anche osannato dalle folle, non credere) per me è molto, molto più grave. Ma io sono idealista, quindi prendi tutto con le molle  :P 
Condivido. Il presupposto è scrivere come ti piace scrivere. Per fortuna, puoi decidere quale sia il modo migliore di farlo. A me piace avventurarmi, talvolta oltre le mie possibilità. Non so se capita anche a te di rileggere, scoprire che hai espresso una fetecchia (mi si perdoni il francesismo) e chiederti perché lo hai fatto. Quando non sei convinto, meglio accantonare, rifletterci un po' su e, spesso, appallottolare destinazione cestino. Il dubbio assilla e, come diceva mia suocera, che aveva studiato da sartina, cento misure e un taglio solo.

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Fraudolente ha scritto: lun dic 04, 2023 10:17 amNon so se capita anche a te di rileggere, scoprire che hai espresso una fetecchia (mi si perdoni il francesismo) e chiederti perché lo hai fatto.
Mi capita spesso di leggere una frase (in genere dopo cento riletture) e dirmi "ma in fondo a che caspita serve?" e cancellarla. Mi capita di cancellare o cambiare parole, o di arrabbiarmi perché il tutto non è mai perfetto e non sono mai contenta del risultato. Ma mai mi è capitato di pensare "perché ho scritto questo racconto/romanzo?" Se l'ho scritto è perché mi interessava la storia, o le sue sfumature piscologiche specifiche (e che da autrice agli inizi vedo sempre come un esperimento pieno di infinito potenziale, comunque venga). Al limite mi arrabbio perché, appunto, non è venuto come volevo, o magari era meglio usare un altro tempo, o una prima persona anziché una terza, ma mai per la scelta di cosa scrivere. E questo risolve qualunque discorso razionale, perché se di qualcosa non ho voglia di scrivere non la scrivo (perché non riesco).
Fraudolente ha scritto: lun dic 04, 2023 10:17 amQuando non sei convinto, meglio accantonare, rifletterci un po' su e, spesso, appallottolare destinazione cestino.
Se non sei convinto di volere scrivere una certa cosa, ha ragione la suocera.
Fraudolente ha scritto: dom dic 03, 2023 1:13 amPerché ho imparato a mie spese la differenza tra il proporre ai lettori un classico romanzo storico e un astruso divertissement dell'autore.
Sei fortunato: hai almeno una direzione. Io ho imparato a mie spese che vende di più un romanzetto scritto in quattro settimane di uno che ha richiesto mesi e lacrime, e che quindi non c'è nessun vero criterio. Farsi problemi su cosa scrivere per me è assurdo, visto che non c'è niente di certo, in un senso o nell'altro.
Ci capita di non avere davvero la consapevolezza di quanto potere abbiamo, di quanto possiamo essere forti (A. Navalny)
Qualunque sia il tuo nome (HarperCollins)
La salvatrice di libri orfani (Alcheringa)
Il lato sbagliato del cielo (Arkadia)
Il tredicesimo segno (Words)

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Silverwillow ha scritto: mar dic 05, 2023 3:35 amSei fortunato: hai almeno una direzione. Io ho imparato a mie spese che vende di più un romanzetto scritto in quattro settimane di uno che ha richiesto mesi e lacrime, e che quindi non c'è nessun vero criterio. Farsi problemi su cosa scrivere per me è assurdo, visto che non c'è niente di certo, in un senso o nell'altro.
Sono fortunato, ma grazie a un'esperienza relativa a piccoli numeri e non significativa.

Re: Romanzo storico classico o... "diverso"?

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Posso darti un consiglio non richiesto e forse fuori luogo?
Non preoccuparti troppo della forma e pensa alla sostanza. 

Scrivi che ti arrovelli su chi racconta, come lo racconta, il linguaggio, prima persona, terza persona... certo sono cose importanti, ma nulla in confronto alla trama. Assicurati di aver inventato una storia avvincete, nuova, emozionante, sorprendente ma comunque verosimile.
Se hai fatto questo puoi tranquillamente fregartene di (quasi) tutto il resto.

Vedo in giro troppo amore per l'eleganza della prosa e poco impegno nell'architettare belle trame e bei personaggi. In troppo vogliono stupire i lettori con il loro raffinato uso del dizionario, ma sono incaci di trasmettere emozioni.
Non dico che tu ricada in questo caso, però devi essere davvero, ma davvero sicuro di aver ideato un bel racconto prima di preoccuparti di questi aspetti...

In bocca al lupo!
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