Il mistero della piccola Debora (Riscritto)

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La piccola Debora era appena andata a dormire. Ma prima, aveva detto la compieta. I suoi genitori l’avevano educata nella fede cristiana. Tutte le sere, prendeva il suo libro della Liturgia delle Ore e, dopo essersi inginocchiata, pregava in silenzio, applicando quel momento che viveva nell’intimità della sua cameretta alle intenzioni di tutta la famiglia, che le era sempre stata vicina nei momenti più impegnativi della sua vita e nelle scelte più difficili.
«Desidero che il mio babbo sia sempre felice», diceva sempre.
Terminato quel breve attimo di intensa spiritualità, la piccola si faceva il segno della croce. Poi si addormentava. La mattina seguente, la bimba si era alzata di buon ora. Aveva gli occhi che le brillavano.
«Sono felice perché sono una bella persona», sussurrò, accarezzando delicatamente il manico della tazza. Dopodiché, si era seduta a tavola per fare colazione. La mamma e il papà della piccola, sempre pronti a consigliarla e ascoltarla, erano davvero orgogliosi nell’osservare che Debora stava crescendo davvero bene.

Re: Il mistero della piccola Debora (Riscritto)

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Salve, provo a commentare questo tuo pezzo.

Inizio col consigliarti di scrivere pezzi più lunghi, perché questi piccoli estratti sono difficili da valutare se non come piccolissimi esercizi di stile, visto che c'è davvero poco testo e poca trama su cui lavorare.
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pmLa piccola Debora era appena andata a dormire. Ma prima, aveva detto la compieta.
Inizi quasi in medias res, ma poi blocchi di colpo la narrazione per riavvolgerla e tornare indietro nel tempo della storia, potresti semplicemente dire "la piccola Debora disse la compieta e andò a dormire"; la prima frase fa come pensare che sta per accadere qualcosa, "la piccola Debora era appena andata a dormire quando senti odore di bruciato" o simile, invece il lettore visualizza Debora che va a dormire, si ferma, legge gli incisi e poi cerca di ricollegarsi alla narrazione, una cosa abbastanza scomoda già in un pezzo così breve, ma che in un lavoro più lungo può dar davvero fastidio.
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pmI suoi genitori l’avevano educata nella fede cristiana
La frase è abbastanza superflua: ammesso che un lettore non conosca la compieta, basta menzionare il segno della croce dopo per far capire che stiamo parlando di cristianesimo
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pmLiturgia delle Ore
Qui non sono sicurissimo, però in generale credo sia meglio applicare un principio di omogeneità a certe menzioni: se metti "Liturgia delle Ore" in maiuscolo credo sarebbe meglio mettere in maiuscolo anche "Compieta" e "Cristiana", perché sono i nomi propri della preghiera e della religione. Però ti consiglierei di verificare, perché non sono sicurissimo se vanno scritte o meno con la maiuscola o se è più soggettivo.

Il dubbio più grosso è perché Debora reciti la Compieta da sola, quando dopo dici che la sua famiglia condivide la stessa Fede e mi pare di capire la seguano anche in maniera molto attiva, quindi potrebbero prendere tutti parte a quella che è un momento comunitario di preghiera. A voler far le pulci, se ricordo bene inoltre la Compieta non presenta un momento di intenzioni personali, e in generale l'intera azione che descrivi mi pare molto più adatta a raccontare un momento di preghiera spontanea piuttosto che una Compieta.
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pmPoi si addormentava. La mattina seguente, la bimba si era alzata
Qui di nuovo "pasticci" con i tempi verbali, finora hai raccontato un'abitudine di Debora, che giustamente va all'imperfetto, ma subito dopo ti riallacci alla primissima frase, che hai bloccato con tanto di discorso diretto finora, e riprendi la narrazione della storia. Secondo me sarebbe molto meglio, e molto più diretto, semplicemente narrare di Debora che dice la Compieta e poi va a dormire.
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pm«Sono felice perché sono una bella persona»
Te lo segnalo perché, avendo letto altri tuoi pezzi, ti consiglio di evitare frasi come questa e la successiva. Far dire a Debora di essere una "bella persona", soprattutto dopo la narrazione precedente, è un ottimo modo per farla suonare come un'arrogante bigotta, una bambina indottrinata a forza che si sente, anche inconsciamente, migliore degli altri perché conosce qualche preghiera. Non so se hai modificato il personaggio, ma se è rimasto come quello degli altri pezzi l'impressione rischia di cementarsi nel lettore e fargli "disprezzare" Debora, che invece essendo la protagonista dovrebbe quantomeno suscitare un minimo di empatia e immedesimazione nel lettore.
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pmLa mamma e il papà della piccola, sempre pronti a consigliarla e ascoltarla, erano davvero orgogliosi nell’osservare che Debora stava crescendo davvero bene.
A parte quella che suona come una citazione evangelica, questo passaggio rafforza quanto ho detto sopra: famiglia snob, arrogante e bigotta, che si autocompiace del recitare le preghiere e di considerarsi puri e nobili. Quanto al "consigliarla e ascoltarla", mi ricollego sempre agli altri pezzi che hai pubblicato: il "mistero" del titolo deve essere qualcosa di grave e preoccupante, un vero dramma che Debora vuole nascondere e che i genitori devono percepire come pericoloso per la salute, fisica e mentale, della figlia, altrimenti rischi di creare solo tanta aspettativa e preoccupazione al lettore, che poi però si ritrova con una risoluzione fiacca e non all'altezza delle aspettative.

Re: Il mistero della piccola Debora (Riscritto)

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Buon fine settimana, @Luca Canetti.
Vedo un frammento molto breve e non penso abbia senso soffermarmi su dettagli particolari relativi alla trama. Come ti è stato fatto notare nel commento precedente, ci sono molti dettagli sulle abitudini di Debora prima di andare a dormire che, in questo passaggio, sono superflue, ma nel contesto di un romanzo possono avere il proprio significato.

Ti dico solo una cosa che non mi convince, ma in modo diverso rispetto al commento precedente.
Luca Canetti ha scritto: ven mag 03, 2024 3:40 pmTerminato quel breve attimo di intensa spiritualità, la piccola si faceva il segno della croce. Poi si addormentava. La mattina seguente, la bimba si era alzata di buon ora.
Sono d'accordo sul discorso relativo ai tempi verbali, ma secondo me stona molto quel dettaglio che ti ho evidenziato in grassetto.
Mi spiego: narri delle abitudini di Debora prima di andare a dormire. Nel leggerle, l'impressione è di un frammento senza riferimenti temporali, riferito a un giorno qualsiasi. Sembra che si descriva una routine, in pratica. Poi "la mattina seguente", fissi un riferimento a un giorno specifico, dopo comunque la vaghezza del passaggio precedente. Unisce due contesti diversi e, al di là dello stesso riferimento preciso ("la mattina seguente", come detto), la narrazione prosegue con un momento altrettanto preciso, da come sembra: Debora, la mattina seguente, si alza [...] e pensa di essere una bella persona con i genitori che pensano ecc...
Non so se il tuo intento è di avere un riferimento preciso o la descrizione di una routine. Nel primo caso, avrei optato per qualcosa di più preciso nella sera di Debora. Qualcosa del tipo (non elegante ma la butto lì per farti capire cosa intendo) "quella sera, come le altre, Debora ecc..." per poi proseguire con "la mattina seguente". Nel secondo caso, d'altra parte, tanto vale lasciare un riferimento vago e abituale anche al passaggio successivo. "La mattina successiva, in genere, si alzava..." (con i verbi all'imperfetto).
Non ho nulla da dire riguardo allo stile e/o a eventuali refusi, d'altra parte il riferimento è comunque piccino vista la brevità del frammento stesso.
A rileggerci. :libro: 
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