Ancora intorno a Viola

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Bartolomeo aprì la porta dell’ufficio e sentì la voce severa di Elsa che rimproverava la praticante.
«Buongiorno, care signore. Abbiamo molti appuntamenti oggi?»
«Ma guarda chi si rivede! No, direi che si prospetta un pomeriggio piuttosto tranquillo. Hai letto il libro? Ti è piaciuto come viene delineato il percorso di maturazione del protagonista? Notevole, vero?»
«Uno psicopatico stakanovista. Maria, grazie per aver ritrovato l’allegato sedici.»
Maria divenne rossa in volto, abbassò lo sguardo e si allontanò con due grandi faldoni tra le braccia.
«Cosa? Uno psicopatico stakanovista? Questo è tutto quello che hai compreso del suo faticosissimo viaggio interiore verso la consapevolezza? Sei il solito troglodita. Con te non ci parlo. Vado nella mia stanza.»

Bartolomeo si tolse il cappotto e poggiò la borsa su una sedia. Si sedette alla scrivania e dette un'occhiata all’agenda.
Squillò il cellulare. Era rimasto nella tasca del cappotto ed egli si diresse verso l’attaccapanni. Apparve sul display un numero sconosciuto. Non aveva voglia di parlare con qualche potenziale cliente: chiamò Maria e le chiese di rispondere e prendere nota. 
Sedette di nuovo alla scrivania e digitò «Boldini» sul pc. Sfogliò con lentezza, finché non comparvero i ritratti di Emiliana Concha de Ossa.
«L’avvocato in questo momento non è in ufficio. L’aereo? Be’, sì, l’aereo è atterrato, certo. L'avvocato è passato qui in studio e ha lasciato la borsa con il cellulare, ecco perché lo so con certezza. Con chi sto parlando, mi scusi?»
Bartolomeo aveva alzato lo sguardo verso la giovane, che si era avvicinata alla scrivania e stava scrivendo il nome che le veniva dettato.
«Stia tranquilla, signora: lascerò un messaggio e l’avvocato la richiamerà al più presto. Buona giornata anche a lei.»
«Come mai ti hanno chiesto dell’aereo? Oltre Elsa non lo sapeva nessuno.»
«Non saprei davvero. Era una voce di donna. Quando ho detto che lei non era in ufficio è sembrata allarmata: mi ha chiesto subito se l’aereo fosse atterrato. Ecco, ho scritto il nome.»
Consegnò l’appunto a Bartolomeo e rimase in attesa. Egli prese il biglietto senza leggerlo, lo rivoltò e lo poggiò sulla scrivania. 
A chi aveva detto che sarebbe tornato quel giorno in aereo?
«Grazie, Maria. Puoi andare.»

Coprì con il palmo della mano destra il foglietto di carta vergato dalla ragazza. Non osava pensare che si trattasse di quel nome, ma in fondo ne aveva la certezza: sentiva nelle dita lo stesso calore di quando lei gliele aveva massaggiate, e nella mente un senso vago di benessere. Girò il biglietto, si alzò di scatto e chiuse la porta. Afferrò il cellulare, selezionò il numero e fece partire la telefonata.
«Pronto, Viola? Mi hanno lasciato un appunto col suo nome. Sì, sono tornato allo studio proprio perché avevo dimenticato il cellulare. Sono contento di sentirla. Come mai mi cercava? Sì, certo che mi fa piacere venire una sera a cena con voi. Una dottoressa di Melilli che non conosce nessuno a Roma? Mi dica il giorno e mi renderò disponibile. Sono io che la ringrazio. Il viaggio in aereo? Molto tranquillo. Le sarebbe piaciuto. La saluto anch’io, a presto.»
Si sedette e guardò fuori.
La bellezza degli alberi, la gravità dei solidi palazzi dell’alta borghesia in cui anche il suo studio si trovava, la compostezza del quartiere, il prestigio che aveva raggiunto: non gliene importava niente.
Pensò alle partite di pallone coi compagni di scuola, in riva al mare, al turbamento misto di passato e futuro che pulsava nelle loro menti quando immaginavano di scorgere all’orizzonte le navi greche dirette a Siracusa.

Chiamò Elsa con l’interfono.
«Sai se qui intorno ci sono centri dove fanno i massaggi? Sì, sono serio.»
Attendeva una risposta al microfono, ma Elsa era già di fronte a lui, e lo fissava sbalordita con le braccia penzoloni lungo i fianchi.
«Be’? Cos’è quello sguardo strano? Non ti ho mica chiesto dove posso comprarmi un tutù.»
«Sei tu o sei un clone? Ti hanno sostituito durante il viaggio in Sicilia?»
«Ho solo voglia di provare un massaggio. Mi sento contratto.»
«E quando te lo dicevo io? Ti ho pregato per anni di allentare la presa, di provare la sublime sensazione di un trattamento californiano. Se mi avessi dato retta, avresti evitato l’infarto.»
«Lo conosci o non lo conosci un centro di buon livello?»
«Nei dintorni ci sono solo centri di altissimo livello. E io li conosco tutti: come pensi che possa sopravvivere al nostro lavoro?»
«Dai, aiutami: ti chiedo scusa. Avrei dovuto ascoltarti. Prendi il telefono e prenota dal più bravo.»
Bartolomeo si era alzato e l'aveva abbracciata.
«Dal più bravo o dalla più brava?»
«Voglio una femmina. Dai, telefona. Prendimi il primo appuntamento disponibile.»
Elsa si allontanò scrollando le spalle, e Bartolomeo si sedette alla scrivania. Il pomeriggio successivo avrebbe dovuto incontrare, detenuto al carcere di Rebibbia, un nuovo cliente.
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Re: Ancora intorno a Viola

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Ciao Ippolita, ho letto sia il primo sia il secondo frammento, il secondo pezzo (questo) mi è piaciuto di più rispetto al primo.

Il testo è scorrevole e ben scritto ma secondo presenta un problema di alcune parti mancanti che invece andrebbero aggiunte per una maggiore scorrevolezza nella narrazione e un aiuto con l'immaginazione.
Ippolita ha scritto: mer gen 10, 2024 7:50 pmBartolomeo aprì la porta dell’ufficio e sentì la voce severa di Elsa che rimproverava la praticante.
«Buongiorno, care signore. Abbiamo molti appuntamenti oggi?»
«Ma guarda chi si rivede! No, direi che si prospetta un pomeriggio piuttosto tranquillo. Hai letto il libro? Ti è piaciuto come viene delineato il percorso di maturazione del protagonista? Notevole, vero?»
«Uno psicopatico stakanovista. Maria, grazie per aver ritrovato l’allegato sedici.»
Maria divenne rossa in volto, abbassò lo sguardo e si allontanò con due grandi faldoni tra le braccia.

Questa parte iniziale può destare confusione perché noi non conosciamo né Elsa né la praticante e non sentiamo Elsa sgridare davvero la praticante: lo sappiamo con un discorso indiretto. Se lui è già lì presente e ha già superato l'entrata, dovremmo sentire davvero cosa dice Elsa.

Non conosciamo neanche la struttura dell'ufficio e non si capisce perché Bartolomeo sente ma non vede Elsa sgridare la praticante anche se la porta è aperta.

Allo stesso modo è mancante il passaggio descrittivo di Maria che ritrova l'allegato (o se è qualcosa che riguarda il passato perché non viene specificato un pensiero di Bartolomeo sulla cosa in anticipo) e nel dialogo a due e mezzo questo provoca un istante di disorientamento.
Ippolita ha scritto: mer gen 10, 2024 7:50 pmChiamò Maria e le chiese di rispondere e prendere nota. 

«L’avvocato in questo momento non è in ufficio. L’aereo? Be’, sì, l’aereo è atterrato, certo. L'avvocato è passato qui in studio e ha lasciato la borsa con il cellulare, ecco perché lo so con certezza. Con chi sto parlando, mi scusi? »

Non sapendo dove sia collocata Maria in questo ufficio e avendo come unica informazione a nostra disposizione il fatto che si sia allontanata, risulta mancante un passaggio descrittivo di lei che attraversa la stanza per rispondere. Alla prima lettura non si è sicuri al 100% che è lei a rispondere al telefono e quindi si tende a una doppia rilettura del pezzo.

Ippolita ha scritto: mer gen 10, 2024 7:50 pmCome mai mi cercava? Sì, certo che mi fa piacere venire una sera a cena con voi. Una dottoressa di Melilli che non conosce nessuno a Roma? Mi dica il giorno e mi renderò disponibile. Sono io che la ringrazio. Il viaggio in aereo?

Se è perfettamente normale sentire solo Maria nella comunicazione telefonica dei paragrafi precedenti, risulta strano non sentire la voce della Melilli. Perché non la sentiamo?



Nella parte successiva con l'interfono lui non si accorge che Elsa si è avvicinata ed è di fronte a lui. Com'è possibile?

Anche lì secondo me è mancante un pezzo di descrizione.
Grazie per il tuo racconto :) un saluto!

Re: Ancora intorno a Viola

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@DaZero@Fraudolente, vi ringrazio moltissimo per aver letto e per le vostre considerazioni. Mi è molto utile un'opinione esterna: si tratta di un romanzo non ancora concluso, ma cui ho messo mano l'ultima volta più di sei anni fa. 
DaZero ha scritto: ven mar 22, 2024 12:49 pmQuesta parte iniziale può destare confusione perché noi non conosciamo né Elsa né la praticante
A parte l'incipit, mi è stato difficile ritagliare un pezzo che avesse un po' di senso. Hai ragione che il brano può destare confusione: la trama è intricata e qui siamo già piuttosto avanti. 
DaZero ha scritto: ven mar 22, 2024 12:49 pmNon conosciamo neanche la struttura dell'ufficio e non si capisce perché Bartolomeo sente ma non vede Elsa sgridare la praticante anche se la porta è aperta.
Ho immaginato, a suo tempo, un ufficio strutturato come il mio studio: a chi entra e apre la porta d'ingresso, nel momento in cui infila la chiave e apre si palesa il davanti e la parte sinistra dello spazio, ma non le stanze della parte destra, né tutto il corridoio. 
Si sentono però le voci, e solo a porta del tutto aperta si vedono anche le persone nella zona di destra. 
DaZero ha scritto: ven mar 22, 2024 12:49 pmAllo stesso modo è mancante il passaggio descrittivo di Maria che ritrova l'allegato (o se è qualcosa che riguarda il passato perché non viene specificato un pensiero di Bartolomeo sulla cosa in anticipo) e nel dialogo a due e mezzo questo provoca un istante di disorientamento.
Questo è il limite dei Frammenti. Il lettore che arriva qui sa il motivo per cui l'uomo ringrazia Maria, ma avrei forse dovuto tagliare la parte. Il disorientamento è in qualche modo voluto: l'uomo vuole tagliare corto con la collega e approfitta per ringraziare la praticante.
DaZero ha scritto: ven mar 22, 2024 12:49 pmNon sapendo dove sia collocata Maria in questo ufficio e avendo come unica informazione a nostra disposizione il fatto che si sia allontanata, risulta mancante un passaggio descrittivo di lei che attraversa la stanza per rispondere. Alla prima lettura non si è sicuri al 100% che è lei a rispondere al telefono e quindi si tende a una doppia rilettura del pezzo.
Mi pare che il passaggio cui accenni sia esplicitato. L'avvocato chiama Maria proprio perché risponda al telefono in sua vece, come scrivo sotto:
Ippolita ha scritto: mer gen 10, 2024 7:50 pmApparve sul display un numero sconosciuto. Non aveva voglia di parlare con qualche potenziale cliente: chiamò Maria e le chiese di rispondere e prendere nota. 
DaZero ha scritto: ven mar 22, 2024 12:49 pmSe è perfettamente normale sentire solo Maria nella comunicazione telefonica dei paragrafi precedenti, risulta strano non sentire la voce della Melilli. Perché non la sentiamo?
Scusami, qui forse non capisco bene cosa intendi. L'uomo parla al telefono e fa come capita a volte anche a noi: ripete qualche parola, o frasi intere dell'interlocutore. Qui egli chiede conferma del fatto che nella cena ci sarà questa tizia, una "dottoressa di Melilli", che il lettore già conosce e che è parte importante dell'intreccio. Costei non può parlare, perché viene solo nominata in una conversazione telefonica.
DaZero ha scritto: sab mar 23, 2024 9:02 amNella parte successiva con l'interfono lui non si accorge che Elsa si è avvicinata ed è di fronte a lui. Com'è possibile? 
Anche lì secondo me è mancante un pezzo di descrizione.
Capita molto spesso, negli uffici o negli studi, che mentre parli con un collega al telefono o con l'interfono quello ti si presenti davanti: ho solo descritto una situazione piuttosto frequente. Mi pare che la descrizione possa essere questa:
Ippolita ha scritto: mer gen 10, 2024 7:50 pmAttendeva una risposta al microfono, ma Elsa era già di fronte a lui, e lo fissava
Fraudolente ha scritto: sab mar 23, 2024 9:02 amSul "dette" trovi l'opinione della Crusca qui: 
Perdonami se mi sfugge qualcosa: dove indichi leggo solo che è corretto ma meno usato. Grazie per aver evidenziato le ripetizioni ravvicinate!


E grazie ancora a entrambi per il tempo dedicatomi.
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