[CP10] Matices

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Traccia n. 3 "Il Raval di Barcellona"



He creado los infinitos matices de un ser umano, de un’alma.


Di questo mi circondo sempre, di ombre e luce greve.
Immagini che cerco in ogni luogo,
tra ogni trincea che separa questa umanità.

Coloro con tutte le sfumature di nero slavato,
che raccolgo su foto scolorite
emerse dal fondo dell’insopportabile.

Anche in questo teatro di strada fatto di polvere stanca,
calpestata da passi veloci e indifferenti
alla miseria altrui.

Si volta a guardare e pensare: non è mio padre
questo uomo che ha ceduto, e in segno di resa
si è fermato sul ciglio della via: della fine.

Mentre lui alza lo sguardo in cerca di misericordia: di me.
Ed io catturo la sua vita.
Le infinite sfumature dell’essere umano, dell’anima.
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [CP10] Matices

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Particolare questo tuo sguardo poetico. Una poesia scritta dal fotografo che ha immortalato il dolore e l’indifferenza.
bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pmDi questo mi circondo sempre, di ombre e luce greve.
Immagini che cerco in ogni luogo,
tra ogni trincea che separa questa umanità.
Gia nella prima terzina l’autore comunica col lettore. È l’artista che parla e ci dice di essere alla ricerca di specifiche immagini che rappresentino “ombre”  e luce greve. Mi stupisce molto l’aggettivo greve riferito alla luce è davvero un ossimoro che inquieta.
Efficace l’immagine della trincea che separa “questa umanità” rappresentata da ombre e luce (greve)
bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pmColoro con tutte le sfumature di nero slavato,
che raccolgo su foto scolorite
emerse dal fondo dell’insopportabile.
Continua il dialogo col lettore. L’artista rafforza il concetto di ciò che vuole comunicare. Le immagini in bianco e nero (slavato) foto scolorite 
emerse “dal fondo dell’ insopportabile”. È il dolore degli ultimi della terra, quelli sui quali soffermiamo solo un rapido sguardo come se il dolore altrui fosse qualcosa che ci turba ma nei confronti del quale ergiamo una barriera. (Non ti curar di lor ma guarda e passa)
bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pmAnche in questo teatro di strada fatto di polvere stanca,
calpestata da passi veloci e indifferenti
alla miseria altrui.
Sì, lettore, anche questa immagine sottolinea quello che sto cercando di dirti. 
Questi versi sono i miei preferiti “la stra fatta di polvere stanca” ė un’immagine riuscitissima 👏
bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pmSi volta a guardare e pensare: non è mio padre
questo uomo che ha ceduto, e in segno di resa
si è fermato sul ciglio della via: della fine.
Qui l’autore entra nei pensieri di uno dei passanti. Pensieri che potrebbero appartenere a ciascuno di noi. C’è una sorta di commiserazione ma non di compassione. L’uomo che ha ceduto al dolore non è “mio padre” . Sono indifferenza ed egoismo i sentimenti che emergono.
bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pmMentre lui alza lo sguardo in cerca di misericordia: di me.
Ed io catturo la sua vita.
Le infinite sfumature dell’essere umano, dell’anima.
Qui l’autore diventa oggetto della richiesta di aiuto dell’uomo dolente. Qui ho avuto un certo fastidio leggendo, ci ho visto cinismo: finalmente l’artista ottiene ciò che cerca (le immagini della trincea, l’ombra e la luce greve) cattura “le infinite sfumature dell’essere umano”. 

Questa è una critica verso chi “mercifica” il dolore. L’autore della foto ha immortalato lo sguardo fugace e indifferente dei passanti verso la disperazione dell’uomo sul marciapiede. Si erge a “censore” sembra voler additare il comportamento della gente ma, a sua volta, anche lui resta indifferente. Anzi sfrutta quel dolore per catturare una delle “immagini che cerca in ogni luogo”.
Non so se questo sia il significato che hai voluto trasmettere @bestseller2020, a me è arrivato questo e mi ha fatto riflettere. Thank you 🙏 



 

Re: [CP10] Matices

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@bestseller2020

Una poesia fluttuante, piacevolmente morbida e dal senso profondo, in cui l'io lirico è affidato all'autore della foto. Trovo molto interessante il punto di vista che hai scelto. 
Delinei in anticipo le motivazioni del fotografo e la sua attenzione nei confronti del disagio, in modo che la "cattura" conclusiva risulti ben collocata nella visione del mondo di colui che scatta. Come sosteneva Verlaine, "vogliamo la sfumatura, soltanto la sfumatura!".
Complimenti e grazie, Raffaele.
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Re: [CP10] Matices

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Hai fatto un buon lavoro, @bestseller2020  :)

Se posso permettermi un suggerimento poetico, io "stringerei" o toglierei certi versi prosastici o spiegoni.
Ridurrei la tua bella poesia a significanti immagini che risalterebbe appieno e darebbero luce ai versi, queste:
bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pmDi questo mi circondo sempre, di ombre e luce greve
tra ogni trincea che separa questa umanità.

Coloro con tutte le sfumature di nero slavato
Anche in questo teatro di strada fatto di polvere stanca...

Mentre lui alza lo sguardo in cerca di misericordia: di me.
Ed io catturo la sua vita.
Le infinite sfumature dell’essere umano, dell’anima.
Il Raval di Barcellona
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [CP10] Matices

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  ha scritto:bestseller2020Di questo mi circondo sempre, di ombre e luce greve.
Immagini che cerco in ogni luogo,
tra ogni trincea che separa questa umanità.
Capisco che qui dai voce all'autore della foto e questo mi piace; Il Raval di Barcellona è un quartiere, uno di quelli pieni di vita, di umanità.
Joan Colom lo ha rappresentato, nei suoi scatti a raffica, prendendo dalla realtà quello che guardi ma riesci a vedere solo quando sviluppi la foto.
  ha scritto:bestseller2020Coloro con tutte le sfumature di nero slavato,
che raccolgo su foto scolorite
emerse dal fondo dell’insopportabile.
Quel che prima di raccolgo a me ha stonato un poco, forse andava messo dopo Coloro
In questi versi, in pratica, esterni l bisogno viscerale dell'autore: portare sulla carta patinata le emozioni che si perdono passando per strada senza osservare davvero le situazioni, gli scorci di vite che passano veloci vicino alle nostre.
  ha scritto:bestseller2020Anche in questo teatro di strada fatto di polvere stanca,
calpestata da passi veloci e indifferenti
alla miseria altrui.
 In questa strofa sembra che tu abbia bisogno di ribadire il motivo per il quale l'autore ha fatto gli scatti e dove è capitato il personaggio della foto.
Perché ci è capitato! Il fotografo sta fotografando il quartiere e non sa chi e cosa andrà a impressionare la pellicola. Magari quell'uomo è di casa in quel posto, lo conoscono tutti, magari oggi sta solo peggio di tutti gli altri giorni. Ciò spiegherebbe le espressioni degli altri personaggi, i passi veloci sulla polvere stanca...
Parole molto belle, davvero.
  ha scritto:bestseller2020Si volta a guardare e pensare: non è mio padre
questo uomo che ha ceduto, e in segno di resa
si è fermato sul ciglio della via: della fine.
 Qui, invece interpreti il pensiero di uno dei personaggi. Io penso che nessuno riuscirebbe a giudicare una scena senza fermarsi a chiedere cosa stia succedendo veramente. Quella è solo l'immagine di quel momento, non la storia. Magari dopo il clic della macchina fotografica i personaggio si ferma e torna indietro, la donna anziana si ferma anche lei e... La foto è l'immagine di un attimo, non sappiamo nulla del millesimo di secondo prima o di quello dopo; questo per dirti che io non ho visto indifferenza in quegli sguardi.
  ha scritto:bestseller2020Mentre lui alza lo sguardo in cerca di misericordia: di me.
Ed io catturo la sua vita.
Le infinite sfumature dell’essere umano, dell’anima.
L'ultima strofa:
Forse poteva anche non esserci e la tua poesia non avrebbe perso nulla.
Il senso di smarrimento che colpisce i passanti, la sofferenza dell'uomo e la capacità dell autore della foto sono i pilastri del tuo componimento, che a me è piaciuto molto. La tua interpretazione è originale e ha saputo rappresentarla con parole che evocano emozioni.
Non sono molto ferrata in poesia, forse detto da me conta poco ma te lo dico lo stesso: Bravo!
Sull'ultima strofa ho delle perplessità.

Mentre lui ( lui? L'uomo seduto a terra?) alza lo sguardo in cerca di misericordia: di me. ( Me?)  verso chi alza lo sguardo?

Ed  io -  toglierei la D eufonica  - catturo la sua vita.


Le infinite sfumature dell’essere umano, dell’anima.

L'ultimo verso sembra slegato. Capisco che le infinite sfumature vengono catturate attraverso lo sguardo tra i due ma manca qualcosa che mi sfugge. 
Non capisco verso chi alza lo sguardo. Non verso il ragazzo che pensa che egli non sia suo padre, non verso chi guarda la foto, quindi nemmeno verso chi  sta scattando la foto...

Re: [CP10] Matices

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bestseller2020 ha scritto: dom mag 28, 2023 6:57 pm Traccia n. 3 "Il Raval di Barcellona"



He creado los infinitos matices de un ser umano, de un’alma.


Di questo mi circondo sempre, di ombre e luce greve.
Immagini che cerco in ogni luogo,
tra ogni trincea che separa questa umanità.

Coloro con tutte le sfumature di nero slavato,
che raccolgo su foto scolorite
emerse dal fondo dell’insopportabile.

Anche in questo teatro di strada fatto di polvere stanca,
calpestata da passi veloci e indifferenti
alla miseria altrui.

Si volta a guardare e pensare: non è mio padre
questo uomo che ha ceduto, e in segno di resa
si è fermato sul ciglio della via: della fine.

Mentre lui alza lo sguardo in cerca di misericordia: di me.
Ed io catturo la sua vita.
Le infinite sfumature dell’essere umano, dell’anima.
Mi pare di individuare la voce del "fotografo" che coglie e immortala "Le infinite sfumature dell'essere umano, l'anima." Si fa osservatore sia dell'indifferente quanto del misero implorante. Una bella interpretazione dell'immagine offerta come spunto dal contest.
Complimenti

Re: [CP10] Matices

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@@Monica  @Adel J. Pellitteri  @Alba359 ciao.
@Monica ha scritto: mar mag 30, 2023 9:03 amquesta è una critica verso chi “mercifica” il dolore. L’autore della foto ha immortalato lo sguardo fugace e indifferente dei passanti verso la disperazione dell’uomo sul marciapiede. Si erge a “censore” sembra voler additare il comportamento della gente ma, a sua volta, anche lui resta indifferente. Anzi sfrutta quel dolore per catturare una delle “immagini che cerca in ogni luogo”.
Non so se questo sia il significato che hai voluto trasmettere @bestseller2020, a me è arrivato questo e mi ha fatto riflettere. Thank you 🙏 
Non la metterei proprio così, anche se la tua interpretazione appare credibile. Tutto è iniziato con l'idea di rappresentare l'umanità attraverso lo sfumare di una foto in bianco e nero. Avevo l'idea della sfumatura come incipit e, cercando in rete degli spunti, mi sono imbattuto nel passo che ho usato in apertura  "He creado los infinitos matices de un ser umano, de un’alma: credo che sia di Descartes (Cartesio), ma non ne sono sicuro. Da qui ho pensato di far parlare il fotografo, dandogli la possibilità di esporre il suo punto di vista, le sue sensazioni. Purtroppo l'idea che il fotografo sia un mercificatore della sofferenza altrui, contrasta con la sofferenza che tutti i fotografi del mondo, colgono nei loro scatti, tra guerre e miserie umane. Questo è il loro mestiere. Diversamente, noi non avremmo mai potuto conoscere certe situazioni. Ricordo sempre la storica foto della bambina vietnamita, nuda per strada, terrorizzata, tra le lacrime. Cosa avrebbe dovuto fare il fotografo? Non scattare? Coprirla? Nascondere quella realtà? 
Alba359 ha scritto: mer mag 31, 2023 9:28 pmL'ultimo verso sembra slegato. Capisco che le infinite sfumature vengono catturate attraverso lo sguardo tra i due ma manca qualcosa che mi sfugge. 
Non capisco verso chi alza lo sguardo. Non verso il ragazzo che pensa che egli non sia suo padre, non verso chi guarda la foto, quindi nemmeno verso chi  sta scattando la foto...
L'uomo alza lo sguardo al cielo nella classica rappresentazione evangelica di chi chiede misericordia all'Altissimo.  Ma nell'idea del fotografo vi è la convinzione che mai questa arriverà dal cielo, per questo "la misericordia" la dona lui: attraverso quello scatto. Grazie a tutte voi. :sss:
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio
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