[Caronte] Il rubinetto

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Ludmilla, un’ingegnera di San Pietroburgo, la accoglie sulla porta.
“Buongiorno signora Silvia. Mama bene, medicine pronte.”
Sintetica, chiara, diretta, così è lei con quell’accento che le parte dal basso della gola. Tanto quanto adora la madre di Silvia, per lei ha un lieve disprezzo: sono i figli a doversi curare dei genitori, non un’estranea che viene da chissà dove.
E che va chissà dove ogni fine settimana, aggiunge mentalmente Silvia.
“Grazie Ludmilla. Ci vediamo domani pomeriggio.”

Prova a chiamare suo marito, scatta la segreteria “Amore, sono già da mia mamma. In freezer trovi la lasagne.” Sarà ancora in palestra.

Sua mamma come al solito si trova nel bagno di sopra. Prima di bussare, appoggia l’orecchio alla porta e sente un “Ciao Giulio” bisbigliato.

“Buongiorno signorina, lei chi è?”
“Mamma, sono Silvia.”
“Giusto, mi scusi scordo sempre il suo nome. Quindi rimane lei finché torna Ludmilla?”
“Certo, mamma”
“È davvero gentile a chiamarmi mamma, per farmi sentire meno sola. Ma guardi che io una figlia ce l’ho, è solo che ha tanto da fare.”
“Vieni mamma, è pronta la merenda”
Segue le istruzioni della psicogeriatra, le parla come se tutto fosse normale. Le parole non sono più alla sua portata, ma i sentimenti, quelli sì, arrivano dritti al cuore.

“Sa, signorina, tutti mi prendono per matta, ma io parlo con mio marito attraverso il rubinetto. Tutti i giorni.” le confida con la bocca piena di biscotti.
“Si, mamma, che bello.”
“Non mi risponda con sufficienza, signorina. Mia figlia non lo farebbe mai!”
Ammutolisce offesa e beve sostenuta il tè.
“Ma scusi, lei per caso sa dove si trova mia figlia Silvia?”
“Sono qui, mamma, davanti a te”, le si stringe il cuore .
“Intendo mia figlia, quella vera. Lei le assomiglia un po’, ma non c’è paragone.”
“Sono io, mamma, guardami!”
Inclina leggermente la testa.
“Sappia che mia figlia è divertente e sposata. Ho anche due nipoti, credo, che studiano qualcosa. Lei è troppo moscia per essere mia figlia.”
È vero. Silvia si sente moscia.
“Le faccio una confidenza, io parlo con mio marito attraverso il rubinetto. Tutti i giorni.”
“Davvero, mamma?”
“ Dov’è la mia figlia vera? Devo parlare con lei.”

La mamma sbadiglia davanti alla pasta col ragù.
Silvia la imbocca con attenzione, è stanca dopo la passeggiata del pomeriggio.
“Signorina, fuori è buio.”
“Sì, mamma è sera.”
“Allora lei adesso mi mette a letto”
“Sì, mamma.”
“Ho cercato tutto il giorno mia figlia, ma non l’ho trovata.”
“Sono qui, mamma.”
“È davvero gentile a chiamarmi mamma, per farmi sentire meno sola. Ma guardi che io una figlia ce l’ho, è solo che ha tanto da fare. Se la vede, le dica che il padre la cerca, mi raccomando glielo dica.”

Sua mamma dorme come una bambina, la fronte liscia senza un pensiero se non quello di trovare la figlia.
Silvia è esausta. Sua mamma ha cercato di mangiare il detersivo, ha voluto andare sull’altalena nel parco, poi ha leccato la vetrina della pasticceria e ha insultato una signora che non le piaceva. Ha chiesto a tutti, ma proprio a tutti i passanti, dove fosse sua figlia.

Scatta ancora la segreteria “Ciao amore, ho messo la mamma a letto. Guardo un film e poi vado a dormire. Buonanotte”
Lui richiama dieci minuti dopo
“Ciao, come stai?”
“Stanca, ma bene. E tu?”
“Bene, bene. Mi sto scaldando le lasagne e poi vado a letto anch’io.”
“Che hai fatto di bello?”
“Niente di che. Palestra e passeggiata in collina. Sono tornato a casa da poco. Parla ancora col rubinetto?”
“Si, Carlo, parla ancora col rubinetto.”, è stizzita, le viene da piangere, si sente ferita, come se sua mamma fosse ridotta solo a questo.
“Buona notte, Carlo.”
“Buona notte.” Le era sembrato di sentire un respiro di troppo.

Le dà fastidio che sua mamma ormai sia la nonna che parla col rubinetto.
Metti che poi fosse vero. Che ne sappiamo noi di come funzionano le cose nell’aldilà. I suoi genitori si sono amati per una vita, magari é un legame che dura oltre alla morte.
Ecco, si dice Silvia, mentre si lava i denti, forse non è proprio il rubinetto a parlare. E poi che importanza ha, sua mamma è felice di sentire quella voce e va bene cosi.
Apre e chiude il rubinetto per sciacquarsi la bocca e se ne va a letto serena.

Domenica mattina: colazione, medicine, bagno.
“Signorina, le faccio una confidenza io parlo con mio marito attraverso il rubinetto. Quindi in bagno ci vado da sola, perché lei non deve sentire cos’ha da dirmi.”
“Si, mamma, va bene. Ti aspetto in corridoio”
Adesso sua mamma fa anche le vocine, le parole non si distingono. Chissà come le riesce quella ovattata maschile che sembra davvero uscire dal rubinetto?
“Ha origliato signorina?”
“No, mamma, non ho sentito niente.”
“Mio marito aveva un messaggio per mia figlia.”
“Sono qui, mamma.”
“Ho detto mia figlia, non lei; e quindi non le dirò nemmeno di guardare nel primo cassetto del comodino di mio marito. Lo dirò solo a mia figlia, perché è lei che deve guardare.”
“D’accordo mamma.”

Silvia liscia le lenzuola dalla parte del padre accompagnata dalle voci della messa in mondovisione al piano di sotto, apre il cassetto del comodino e trova un biglietto:
“usern: alexthebig1971
tinderpw: Mn_01sTZu4h9”
È la calligrafia tremante di sua mamma. Chissà cosa le era passato per la testa.
Per scherzo scarica tinder durante la benedizione urbi et orbi.
Sua mamma silenziosa continua a guardare la tv, Silvia inserisce username e password.
Si apre un profilo. Dà una sbirciatina, giusto per curiosità: solo le foto.
Casa sua, il suo giardino, la sua macchina, suo marito nudo col cazzo in mano e la pancetta nonostante la palestra, e una donna a seno nudo, un paio di gambe aperte e una mano a mostrare la propria voglia, e poi un sedere nudo con la scritta “lo voglio proprio qui”. Non può guardare oltre.
“Bastardo! Bastardo, pezzo di merda!”
“Silvia, è successo qualcosa?”
“Mamma, quello stronzo inqualificabile mi sta tradendo! Capisci, mi tradisce!”
“Allora era questo che voleva dirti il papà. Vai di sopra a lavarti il viso, che con il trucco colato sei davvero brutta.”
“Mamma, per favore, non è proprio il momento.”

Come una furia esce dal salotto pensando a quel marito così trasgressivo da mandare e ricevere foto del genere, mentre lei gli doveva far trovare aperto sul cuscino l’articolo di Cosmopolitan “Le posizione dell’amore” per guadagnarsi una pseudopecorina.
Seduta sul water fra lacrime e moccio viene a sapere di cene gourmet, di sabati al lago, pure un fine settimana in spa “che mia moglie non c’è”.
Vomita bile nel lavandino, il volto le brucia come se avesse la febbre a 40.
Acqua, le serve solo acqua e poi torna giù da mamma.
Il rubinetto è secco. Ecco, mancava solo questo, quando le cose iniziano ad andare male, va male tutto fin nei minimi dettagli.

“Silvia.”
La stessa voce che fa sua madre.
“Silvia, ciccia mia.” Silvia guarda nel corridoio per vedere dove si nasconde sua madre.
“Silvia, sono qui nel rubinetto.”
Le emozioni forti possono dare allucinazioni. Ha bisogno di aiuto, pensa di chiamare Carlo.
Ah, no! Carlo, no! Mica lo si può disturbare mentre tromba la domenica mattina con quella che senza dubbio è una zoccola.
Si guarda allo specchio: occhi da pazza su strisce di mascara.
“Silvia, hai trovato il biglietto?”
Si tiene al lavandino, mentre le sgorgano lacrime d’altro tipo dagli occhi chiusi.
“Papà, sei tu davvero? Sono demente come la mamma? Perché sai papà, non è che mi senta tanto bene.”
“Lo so, tesoro. Sono qui per questo. Dalle mie parti vediamo le cose in maniera diversa. Certi amori sono per sempre, altri a scadenza. Bisogna mettere da parte abitudini e orgoglio e riconoscere ciò che è finito. Non ha importanza chi va a letto con chi, quello che conta è l’amore!” seguito da uno scroscio d’acqua.
“Papà! Papà!”

“Non gridi, signorina. Si lavi il viso, che altrimenti fa brutta impressione a Ludmilla.”
“Si, mamma, hai ragione.”
“È davvero gentile a chiamarmi mamma, per farmi sentire meno sola. Ma guardi che io una figlia ce l’ho, è solo che ha tanto da fare.”
“Si, davvero, ho tutta una vita da rifare.”

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao @Almissima :)
mi è piaciuto il tuo racconto, in certi punti mi hai fatto quasi commuovere, forse perché è un argomento che sento vicino.
La trama scorre bene, è fluida e lineare; mi piace anche la tua voce, diretta e non impostata. Ho letto anche il racconto precedente che mi è tornato in mente mano a mano che leggevo.
Il racconto inizia con Ludmilla, di cui scopriamo dettagli: ingegnera, è di San Pietroburgo e il fine settimana va in un qualche posto che nessuno sa (oltretutto, se fossi in te, approfondirei questo personaggio per scoprire dove va e come è arrivata in Italia, chi ha lasciato in Russia, com'è diventata ingegnera, perché fa la badante? Mi piacerebbe molto leggere la storia di Ludmilla); il tono della narratrice è schietto e disilluso fin dal principio, io avrei spinto di più sul prima e dopo Tinder. Non ho sentito cambaimento nella voce della narratrice, invece credo proprio che dovrebbe esserci. Prima di Tinder e del rubinetto ha dei punti fermi, cose in cui crede, un matrimonio e un padre deceduto; dopo tutta la sua vita è cambiata, ma a parte il pianto che ci racconti, non ci sono lacrime nella voce della narratrice, non c'è picco di emotività, è controllata come quando asseconda la madre nelle sue visioni.
La frase di chiusura è poco incisiva: è l'unica volta che Silvia risponde in maniera diversa alla madre, prima ripete sempre la stessa formula che reitera l'idea di demenza della madre e il comportamento sempre uguale di lei. Secondo me, l'ultima frase è da asciugare molto, l'avrei anche espressa in terza persona, come segno di stacco dal prima e dopo della sua vita.
Attenzione a sì e si, il primo è affermativo e va accentato. Nella frase che chiude il tuo racconto, per esempio, serve una virgola a seguirlo: Sì, davvero...
Altro dettaglio a cui prestare attenzione sono i dialoghi:
manca la punteggiatura a fine dialogo in certi punti
“Certo, mamma”
minuscole dopo il punto
Tutti i giorni.” le confida con la bocca piena di biscotti.
questa andrebbe così: Tutti i giorni,” le confida con la bocca piena di biscotti.
punteggiatura doppia
Si, Carlo, parla ancora col rubinetto.”, è stizzita, le viene da piangere, si sente ferita,
Qui ci va il punto: col rubinetto." È stizzita...

Sul tradimento di Carlo, ci sono due frasi che ometterei, o almeno che renderei meno esplicite, perché non appena le leggi capisci subito in che direzione sta andando la narrazione:
Sarà ancora in palestra.
Le era sembrato di sentire un respiro di troppo.
Non servono davvero, la storia funziona benissimo anche senza e tu eviti di spoilerare il seguito.
Grazie della bella lettura, spero davvero di vedere la storia di Ludmilla un giorno (y)
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https://www.edizionipiuma.com/it/i-disobbedienti/
Linda e la montagna di fuoco

Re: [Caronte] Il rubinetto

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@Almissima, Trama: una madre che non ci sta più con la testa, una figlia che cerca di starle dietro e il marito di quest'ultima che invece di sostenerla trova lo spazio per fare i cavoli suoi. Il racconto scorre bene, la trama ha un suo perché, la presenza di Lumidilla aleggia tra l'inizio e la fine del racconto.
Il testo mi pare perda tensione sul finale. Un gesto di stizza o qualcosa di simile poteva anche starci, la reazione di Silvia poteva essere più incisiva. Forse.
Il padre che parla dal rubinetto è una trovata simpatica, "quando l'amore vuole trova il luogo" (proverbio siciliano che ho tradotti qui per te). Testo carino.

P.s. del testo precedente mi è piaciuto il salto temporale che dall'avvio della madre verso la ricevitoria si chiude con la presenza di Ludimilla. Frutto della vincita sotanziosa che permette all'anziana donna di rimanere in casa e quindi anche in contatto con il marito.

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Racconto in perfetto stile @Almissima (vale sia come tag che come marchio di fabbrica😁), capace di saltare da un registro all’altro nello spazio di poche righe, alternando toni e situazioni opposti, e mescolandoli con un’immancabile ironia. Ricordo ancora il tuo ribaltamento del mio racconto nel contest estivo sul WD, mi è preso un colpo quando l’ho letto...🤪. Comunque la strategia è vincente, adoro questa tua dote, mi rende persino digeribile qualche immagine un po’ troppo hard, almeno per i miei gusti. Ma riconosco che, nella globalità del brano, ha una funzione centrale e ci sta. A leggere il tuo racconto, @Almissima, si ride e ci si rattrista contemporaneamente, ma non si può rimanere indifferenti. Le tue parole trascinano il lettore e lo costringono a seguirti fino in fondo, e questo quando si legge non è mai scontato.
Grazie della lettura, alla prossima!

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao @Almissima . Mi era piaciuto il primo e mi è piaciuto questo. Tuttavia ho trovato migliore la prima prova perché questa ha dei difettucci, a mio avviso.
Molto bella la descrizione della badante russa (molto bello che specifichi che sia ingegnera, capita eccome), con la dinamica di reciproche diffidenze con Silvia. Allo stesso modo in cui ho apprezzato il personaggio, mi stona troppo che scompaia nel nulla... la classica pistola che compare ma che non spara.

Il secondo difettuccio è nella descrizione del tradimento e delle immagini hard scoperte su tinder. Mi chiedo: ma quanto è scassacazzo sto padre morto che tra tutti i messaggi che poteva dare viene a dirle: "tuo marito ti fa le corna"? Vabbé, ci pul stare, il padre mette in guardia la figlia dalla falsità e dal tradimento. Il problema è che non suona tanto plausibile la scoperta delle oscenità perché le app di incontri, un po' come i social, tendono a proibire i contenuti espliciti: quelle immagini che descrivi non le puoi trovare su Tinder. Basterebbe cambiare il mezzo di incontro? Non lo so, probabilmente sì, ci sono addirittura le community dei siti porno a quanto ne so, ma il punto non è quello, il punto è che a mio avviso non ne varrebbe la pena: sono scene e linguaggi un po' porno inseriti in un racconto che stava parlando di delicate sfumature nei rapporti madre/figlia. Insomma, col quel "cazzo in mano" (perdona, cito eh...) perdi molto più di quanto non guadagni, a mio avviso.

"e quindi non le dirò nemmeno di guardare nel primo cassetto del comodino di mio marito"
dai... qui puoi trovare un escamotage migliore

Ovviamente rompo le scatole sempre più del dovuto... i due racconti sono belli, scritti bene (tu sei brava, questo lo abbiamo capito tutti) e hanno dei contenuti di sostanza. Il resto sono dettagli
Scrittore maledetto due volte

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Surreale l'uso del rubinetto come cassa di risonanza della voce del defunto marito e padre delle due protagoniste, ma anche
un aiuto per la più giovane ad aprire gli occhi sull'amara verità del suo matrimonio.
Come sempre, sei stata brava a dipanare una vicenda non facile e fuori dagli schemi.
Ma tu sei esperta a manipolare l'irrealtà rendendola fruibile e portatrice di messaggi positivi, Brava, @Almissima :)
Di sabbia e catrame è la vita:
o scorre o si lega alle dita.


Poeta con te - Tre spunti di versi

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Mi è piaciuto questo racconto @Almissima, sei riuscita ad alternare varie emozioni in uno spazio così ridotto e lo hai fatto molto bene. Ho apprezzato la sferzata porno improvvisa dopo una situazione ripetitiva e densa di una realtà triste ma inevitabile. Bella anche l'idea del rubinetto, sei riuscita a renderla verosimile anche se assurda.
Anche il finale non è male, rispecchia questo repentino sbalzo di emozioni: dalla disperazione, diciamo così, alla voglia di rifarsi una vita.
A presto

Re: [Caronte] Il rubinetto

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ciao @Almissima . Aldilà degli intrecci familiari messi in scena, hai fatto di questo rubinetto, una sorta di microfono a uso e consumo di tutti: prima la madre e poi la figlia. Comincio a pensare a una schizofrenia collettiva, che rintracciata già nel primo capitolo, allarghi e riproponi nel sequel.
Per il resto mi accodo ai vari commenti positivi. ciao :sss:
p.s. io ho una cognata russa dal nome Ludmilla... ed è pure ingegnere informatico.... una donna molto controllata e quasi gelida come il mare di Murmansk;
Tratti di pioggia sopra Auschwitz. Tra oblio e orgoglio

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao @Almissima .
Anche se come Alzheimer è poco credibile, il racconto scorre sul filo del surreale, per cui non è nemmeno detto che quella della madre sia proprio una demenza.
La scrittura è fluida e piacevole. La trama si divide in due momenti, la prima parte dove riprendi la descrizione del rapporto tra madre affetta da demenza, ereditata dal racconto precedente, e figlia coinvolta nella necessità di assisterla.
Forse questa prima parte è quella che ho trovato più critica (a parte la perfetta descrizione della badante). Non si intuisce ancora la svolta surreale e, come ho detto, il comportamento della madre sembra troppo una caricatura rispetto a quello che succede per davvero. Da questo punto di vista avevo trovato più coerente la descrizione che ne avevi fatto nel primo racconto.
Nella seconda parte insinui il dubbio e poi la certezza che le cose non sono proprio come le abbiamo interpretate fin lì, e la svolta nel "fantastico" può giustificare anche le incongruenze precedenti.
Forse il fatto stesso che ho percepito il racconto come diviso in due rappresenta l'elemento critico che potrebbe essere migliorato amalgamando i due aspetti per ottenere un effetto più "legato".
Non so se sono riuscito a spiegarmi.
Alla fine rimane comunque un senso piacevole.
Alla prossima

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao @Almissima
già sai che il primo racconto mi era piaciuto tanto tanto tanto :)
Quello nuovo non mi è dispiaciuto, ma secondo me dovresti lavorarci ancora un po'. Ti dico le cose che mi stonano: la prima parte che è molto lunga e ripetitiva: certo, occuparsi di un genitore anziano e con la mente confusa rende le giornate lunghe e ripetitive, ma in un racconto credo che avresti potuto togliere qualche passaggio. Anche la madre che non la riconosce per tutta una giornata e poi lo fa solo nel momento della rivelazione non mi convince del tutto. Avresti potuto alternare momenti d'oblio e momenti di lucidità anche prima. Di solito è così che funziona. Tra l'altro è strano che l'unica segno esteriore dell'alzhaimer sia che non la riconosca. Troverei più naturale che le sfuggissero anche parole, o luoghi, o altre defaillance.
Ma la mia perplessità principale riguarda il momento e i modi della "rivelazione": lei che, per noia, casualmente scarica Tinder proprio dopo aver trovato il foglietto. Mi sembrerebbe meno "vè che coincidenza!" se sapessimo che qualche tempo prima, per noia, per rabbia verso il marito, per scherzo con un'amica o che so io l'aveva scaricato senza mai usarlo. Ma, trovando il foglietto qualcosa le accende la lucina nella mente. O allora sul foglietto oltre a id e pw ci dovrebbe essere scritto anche "tinder": che le dia complete le informazioni, il babbo! xD
Anche le foto mi "perplimono": non ho mai usato tinder ma non credo che ci sia una casella di posta che conserva l'invio di foto sconce. Penso che una volta fatto match, si fissi un incontro via la app, ma il resto della relazione avviene per mezzi propri. Se si sono mandati dele foto o dei messaggi porno l'avranno fatto normalmente, non via la app. Sarebbe più credibile se le trovasse frugando il telefono del marito, o visto che sono lontani, piratando il suo accesso al cloud.
Quindi, insomma, ritoccherei e risistemerei il tutto, l'idea è molto simpatica e questa voce dal rubinetto che esce a riparare i guai dei vivi cui vuole bene è sempre deliziosa.
Ciao.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ludmilla, un’ingegnera di San Pietroburgo, la accoglie sulla porta.
“Buongiorno signora Silvia. Mama bene, medicine pronte.”
Sintetica, chiara, diretta, così è lei con quell’accento che le parte dal basso della gola. Tanto quanto adora la madre di Silvia, per lei ha un lieve disprezzo: sono i figli a doversi curare dei genitori, non un’estranea che viene da chissà dove.


@Almissima, in due righe la perfetta descrizione di una brava badante russa. Ho visto che è stata apprezzata molto anche da altri lettori.

Il racconto mi è piaciuto molto e fila via che è una meraviglia. A differenza di qualcun altro non ho nulla contro le immagini hard, che ricerco anzi assiduamente sul web. Però, a gusto personale, non mi ha entusiasmato - da un punto di vista solo letterario, quindi - la storia del marito con annessi e connessi non sempre plausibili. Conoscendo e apprezzando il tuo stile di pensare e scrivere avrei visto di più, invece, un finale con madre e figlia che parlano in bagno con il rispettivo rubinetto marito e padre, e magari cenano con lui davanti al lavandino. E forse giocano ancora dal tabaccaio, che i soldi non bastano mai.
Molto brava come sempre.
Se leggi bene questa riga non hai bisogno degli occhiali da vista

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao @Almissima
i tuoi racconti sono una garanzia: divertenti, ironici, surreali. Mi sono piaciuti entrambi. L'idea del rubinetto è molto bella ed è centrale in tutti e due, ma ogni declinazione ha un suo perché e non delude. Che il marito non andasse in palestra si intuisce presto e forse mi aspettavo una svolta più strana e surreale nel finale (conoscendo il tuo stile...). Ma anche così non è niente male.
Alla prossima!

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao, @Almissima, bentrovata. Mi era sfuggito il racconto originale, che ho letto senza fiatare dall'inizio alla fine, finendo per innamorarmene. Ho trovato deliziosa, quanto, fantasiosa l'idea del rubinetto che diventa il medium attraverso il quale la donna comunica con il defunto marito e che il lettore ritrova nel secondo racconto. Come ho detto a molti dei nostri amici in gara, anche nel tuo caso trovo il racconto originale meglio riuscito rispetto a sequel, più completo e più coinvolgente. Nel sequel, tuttavia, la trama segue un percorso proprio che non mi è dispiaciuto del tutto. Avrei, forse, preferito sapere qualcosa in più su Ludmilla. Dall'incipit si evinceva tutt'altro punto di vista, e quindi virare sulla figlia mi ha leggermente spiazzato. Trovo, anche, forzata la parte sul marito di Silvia. Il registro narrativo cambia e molto rispetto al primo racconto. Non so, per me è meno efficace. Il racconto originale era più incisivo, ecco, e più equilibrato nella struttura e nello stile. Una buona prova, sicuramente, ma con gli ampi margini di miglioramento.
Piccoli Grandi Sognatori

 Without faith, without hope, there can be no peace of mind. [cit.]

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Cara @Almissima , io sono una tua fan e mi piace come scrivi, quello che scrivi, mi piaci sempre e anche questa volta è così, solo... ora lavarmi i denti non sarà più come prima. Intanto attacco lo stereo appena entro in bagno (sì, io ho uno stereo anche in bagno) e poi... cerco di fare più veloce che posso, sai mai che qualcuno abbia qualcosa da dirmi... ;-)
Alla prossima.
Nessun timore, nessun favore, nessun rancore.

Re: [Caronte] Il rubinetto

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@Kikki @Adel J. Pellitteri @Mafra @Edu @Poeta Zaza @Kasimiro @bestseller2020 @Poldo @Bef @Macleobond @ivalibri @Emy @paolasenzalai
Per prima cosa vorrei ringraziarvi tutti per i bellissimi complimenti.
In seconda battuta confesso subito che Tinder lo conosco per sentito dire e quindi me lo sono immaginato con la possibilità di inviare messaggi privati, come qui sul forum, dove gli utenti possono metterci un po' quello che vogliono. Credevo anche che scrivendo "tinderpw" sul bigliettino fosse abbastanza chiaro che fosse riferito a quella app in particolare.
Ringrazio per l'aggiustatura dei punti e delle virgole che proprio in italiano non riesco a venirne a capo.
Per quanto riguarda l'Alzheimer mi sono ispirata a una generica demenza che comprende diverse patologie che causano decadimento cognitivo. La persona che avevo davanti agli occhi ha passato diverse fasi, fra cui in cui dimenticava oppure usava in maniera scorretta le parole, alla fase aggressiva, a quella fecale, a quella ripetitiva, a quella in cui nulla più aveva senso o pareva funzionare. Ma quello che ho notato é che sempre c'erano degli sprazzi di lucidità come dei momenti in cui questa persona riusciva ad interagire in maniera assolutamente normale. Probabilmente non sono riuscita a rendere questa idea nel mio racconto.
Confermo che il racconto é spezzato, l'idea era proprio spezzare in un prima e dopo rubinetto che in qualche modo avrebbe dovuto permettere a Silvia di cambiare il proprio punto di vista.
Ammetto anche che per la prima volta ho sofferto tantissimo gli 8.000 caratteri, che ho dovuto tagliare molto, molto e che probabilmente ho messo mano nei posti sbagliati.

Confermo a tutti che Ludmilla, l'ingegnera di SanPietroburgo, é davvero una persona molto speciale che in quella casa ha trovato il posto giusto.
Appena ho un momento di respiro scriverò la sua storia.

Intanto grazie per la delicatezza e la generosità che avete nel commentare i racconti altrui <3

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Tanto quanto adora la madre di Silvia, per lei ha un lieve disprezzo: sono i figli a doversi curare dei genitori, non un’estranea che viene da chissà dove.
Non ho capito questa frase:
adora la madre di Silvia tanto quanto?
Qui aggiungerei "Silvia, invece, per lei ha un lieve disprezzo:
Sua mamma come al solito si trova nel bagno di sopra. Prima di bussare, appoggia l’orecchio alla porta e sente un “Ciao Giulio” bisbigliato.

“Buongiorno signorina, lei chi è?”
“Mamma, sono Silvia.”
“.
Dovresti prima far entrare silvia in bagno, altrimenti, nonostante lo stacco non si capisce chi inizia il dialogo. A me è sembrato, per un attimo, che Giulio rispondesse a sua moglie.
“Sa, signorina, tutti mi prendono per matta, ma io parlo con mio marito attraverso il rubinetto. Tutti i giorni.” le confida con la bocca piena di biscotti.
“Si, mamma, che bello.”
“Non mi risponda con sufficienza, signorina. Mia figlia non lo farebbe mai!”
Ammutolisce offesa e beve sostenuta il tè.
“Ma scusi, lei per caso sa dove si trova mia figlia Silvia?”
“Sono qui, mamma, davanti a te”, le si stringe il cuore .
“Intendo mia figlia, quella vera. Lei le assomiglia un po’, ma non c’è paragone.”
“Sono io, mamma, guardami!”
Inclina leggermente la testa.
“Sappia che mia figlia è divertente e sposata. Ho anche due nipoti, credo, che studiano qualcosa. Lei è troppo moscia per essere mia figlia.”
È vero. Silvia si sente moscia.
“Le faccio una confidenza, io parlo con mio marito attraverso il rubinetto. Tutti i giorni.”
“Davvero, mamma?”
“ Dov’è la mia figlia vera? Devo parlare con lei.”
Tutto il dialogo è amaro e divertente allo stesso momento. Mi piace molto come lo hai impostato.
Ho detto mia figlia, non lei; e quindi non le dirò nemmeno di guardare nel primo cassetto del comodino di mio marito. Lo dirò solo a mia figlia, perché è lei che deve guardare.”
troppo carina la vecchietta!
“Silvia.”
La stessa voce che fa sua madre.
“Silvia, ciccia mia.” Silvia guarda nel corridoio per vedere dove si nasconde sua madre.
“Silvia, sono qui nel rubinetto.”
Le emozioni forti possono dare allucinazioni. Ha bisogno di aiuto, pensa di chiamare Carlo.
Ah, no! Carlo, no! Mica lo si può disturbare mentre tromba la domenica mattina con quella che senza dubbio è una zoccola.
Si guarda allo specchio: occhi da pazza su strisce di mascara.
“Silvia, hai trovato il biglietto?”
Si tiene al lavandino, mentre le sgorgano lacrime d’altro tipo dagli occhi chiusi.
“Papà, sei tu davvero? Sono demente come la mamma? Perché sai papà, non è che mi senta tanto bene.”
“Lo so, tesoro. Sono qui per questo. Dalle mie parti vediamo le cose in maniera diversa. Certi amori sono per sempre, altri a scadenza. Bisogna mettere da parte abitudini e orgoglio e riconoscere ciò che è finito. Non ha importanza chi va a letto con chi, quello che conta è l’amore!” seguito da uno scroscio d’acqua.
“Papà! Papà!”
Tutto, fino a qui, era coerente per me, nulla presagiva che la casa fosse infestata. Anche la vincita al superenalotto nell'altro racconto, poteva essere solo una coincidenza e fino a lì nulla di strano. Io pensavo che nel il ritrovamento del biglietto ci fosse lo zampino di Ludmilla.
sfociare nel paranormale non mi è sembrata una buona idea. È solo una questione di gusti, perciò non è un difetto
Mi sono divertita molto, è stata una lettura piacevole. Le cose che ti ho accennato sono piccolezze. Per renderlo nel suo genere basterà aggiungere dettagli, presagi più diretti della presenza del padre in quella casa. Che la avverta la padrona di casa malata di Alzheimer non basta.
Sono contenta @Almissima che ora abbiamo più tempo per commentarci. Già stavo sclerando sapendo che non avrei potuto commentare tutti entro domani, e invece...

Re: [Caronte] Il rubinetto

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Ciao @Almissima ,

il tuo racconto è carino con tratti divertenti e altri commoventi. Hai mescolato bene entrambe le sensazioni per il lettore.

C'è qualcosa, nell'impostazione del racconto, che non mi convince. Ha tempi e ritmi diversi nella prima e nella seconda parte che stonano. é vero che la prima parte parladelle giornate con una donna anziana affetta da qualche patologia mentale degenerativa della vecchiaia, per cui tempi lenti e ripetitività vanno bene, ma dal disvelamento del tradimento (a proposito ho poi un appunto da farti) in poi il ritmo diventa freneticoe quasi caotico. Anche in questo secondo caso è comprensibile per il tipo di situazione ma forse avrei cercato di rendere queste due fasi meno estreme, velocizzando un po' la prima parte e dando più lentezza alla seconda , pur differenziandole (non so se sono stata confusa nell'esprimermi, spero di essere riuscita a farmi capire lo stesso).

A proposito della scoperta del tradimento, ho trovato poco stupore da parte della protagonista quando trova un foglietto con un user e una password. Infatti in qualche modo glielo fa trovare la madre anziana (anche mia madre che non ha nessuna forma di demenza mi stupirebbe se mi desse le coordinate per un account) e poi come mai le viene in mente di usarli, guarda caso, proprio su tinder. E poi, come mai con la testa impegnata con la madre in quelle condizioni, le viene in mente di scaricare proprio quella applicazione? ecco, secondo me questo punto è un po' "debole" in termini du coerenza narrativa.

Talia :happy-sunny:

Re: [Caronte] Il rubinetto

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@Talia
Grazie per l'osservazione sulle due velocità, ne farò tesoro.
Per quanto riguarda tinder: a parte che nella mia beata ignoranza ho scelto il mezzo sbagliato, perché non funziona così come ho descritto. Pensavo però che scrivendo "tinderpw" fosse chiaro che era la password per tinder e non par altra applicazione, per cui SIlvia si scarica quella e via.
Alla mamma cara di SIlvia non viene in mente nulla, è Giulio attraverso il rubinetto a suggerirle tutto.

Re: [Caronte] Il rubinetto

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@Almissima ciao e perdonami se non ho votato e restituito un commento al tuo racconto, rispettando i tempi e il regolamento. A differenza di molti altre lettrici e lettori, l'incipit mi ha lasciato confuso: di chi è la porta? Di chi è la Mama? I pronomi a chi si riferiscono? La scena non prende forma per aggiunta, solo dopo il primo paragrafo, rileggendola.

Anche il paragrafo successivo inizia con "Prova a chiamare suo marito". Chi prova? Lo capisco dopo. È faticoso leggere un testo che nasconde gli elementi o li pospone. Forse la ma forma mentis è britannica: chiede un soggetto esplicito all'inizio.

Se questi aspetti indeboliscono il testo, però, a portarlo in alto è il controcanto della figlia alla madre, i dialoghi sinceri, la leggerezza che vela d'ironia una dolcezza profonda e un amore che si manifesta in piccoli gesti, piccole richieste che la routine non svuota di valore anche se logorano e stancano.

Ho visto che alcune hanno sollevato perplessità per la non aderenza perfetta all'Alzheimer. Non ne farei un grave difetto di struttura: esistono molte forme di demenza senile e di anziani che perdono un po' la lucidità e la memoria anche per assunzione di farmaci. Certo qualche momento di lucidità alternato all'obnubilmaneto potrebbe dare maggiore credibilità.

Mi rimane il dubbio su come la madre abbia ricavato username e password di Tinder (mentre sul funzionamento di Tinder non so niente).
  • La madre abita al piano di sopra e le tubature sono vecchie così se uno si nasconde nel bagno qualcosa si sente di sopra?
  • Ludmilla è collegata al marito e ai suoi tradimenti?
  • Sarebbe interessante come intreccio... è questo?
La seconda parte offre un cambio di passo, Un dramma che edifica nella dolcezza un argine contro la disperazione di Silvia, l'ostinazione nella comunicazione che trascende e il mistero dell'amore che unisce che poi precipita nel meschino e nell'insincero. Un confronto serrato tra tre tipi di comunicazione, quella senza filtri della madre, quella metafisica dai tubi, quella insincera del marito. Tutte le comunicazioni mentono (per diverse ragioni). Il nome "rosa" non è la rosa.

Ho trovato il tuo racconto migliorabile - cosa non lo è? - ma a lui va uno dei miei voti. Perciò devo chiederti doppiamente di scusarmi.

Re: [Caronte] Il rubinetto

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@T.D.J. Baw J.Bow
Mi hai letto con grande serietà e razionalità. Rifletterò sui tuoi commenti che riguardano la chiarezza del racconto e l'assenza del soggetto. Capisco il problema dato che io sono di formazione tedesca, e a noi il soggetto non manca mai.
Per quanto riguarda il rubinetto e ciò che la madre scrive sul bigliettino, si evince dal primo racconto, in cui é chiaro, ma solo per il lettori aperti al magico, che il marito defunto Giulio, parla attraverso quel preciso rubinetto del piano di sopra. Questa volta vuole comunicare con la figlia, impicciandosi forse un po' troppo.
Mi fa piacere che nonostante tutto mi avresti votato, grazie
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