Ciao
@T.D.J. Baw non devi scusarti di nulla, figurati
In realtà il galeotto non vuole essere efferato e ingenuo. Il senso del racconto voleva essere, anche, che la persona che entra in prigione, non è la stessa che è ancora in prigione dopo 20/30 o passa anni (né il condannato a morte giustiziato è lo stesso di quando fu arrestato, ecc). All'inizio è uno violento, abituato a lottare e prendersi tutto con la forza, dopo decenni di quella non vita si spegne pian piano. Se non è quello che passa in lettura, la colpa è mia, non del lettore, sia chiaro.
Sui pugni invece non sono d'accordo: prenderebbe a pugni il muro perché odia essere rinchiuso, ma non è scemo, picchia solo qaundo può servirgli a qualcosa (far tacere quello che lo "umilia" dicendogli cose che non sa, per "addestrare" il giovane codetenuto...) Qui gli procurerebbe solo guai, quindi si mette a guardare dalla finestra per distrarsi.
questo tuo desiderio di riabilitare il personaggio
in realtà non volevo riabilitare nulla; la scelta di un personaggio cattivo e sgradevole era voluta. Non mi interessa l'empatia col gentile, è facile; però anche un essere "malvagio" privato di tutto, anche di se stesso, forse, può ispirare tristezza, rimpianto, immedesimazione?
Quanto al molestatore, non so, non ho definito quali siano le sue colpe: un delinquente violento e sicuramente c'è scappato il morto, data la pena. giovane, quando entra, eppure abituato solo alla violenza e alla "lotta per la vita". Dici che uno così non può sognare o fantasticare? Forse ho dei preconcetti, tanti anni fa mi capitò di interagire, tramite un'associazione, con ragazzi rinchiusi in un istituto per delinquenti minorili, tutti con precedenti di molestie e delitti sessuali di diversa entità. Per lo più, parlandoci, erano anche ragazzi timidi, impacciati, stupiti, anzi sconvolti che delle persone di sesso femminile potessero parlare, scherzare, semplicemente interagire spontaneamente con loro. Non dico sia la regola, né che Tony sia uno di loro, è più grande e non ho mai pensato di farne uno stupratore per forza; intendo dire solo che anche i violenti hanno diverse sfaccettature, non sono un blocco di pietra squadrata.
Poi, ripeto, l'idea era di vederlo spegnersi e trasformarsi negli anni. Che sia un po' brusco, in sole 4 tappe e 8000 caratteri, è certo.
In ogni caso, non ha pretese d'essere un testo documentaristico: non ci sono riferimenti temporali, né di luogo, non ci sono dettagli esatti e scrupolosi della vita in prigione, è e resta un racconto di pura fiction. Migliorabile, sicuramente
Ti ringrazio molto dei punti sollevati: ne ho una versione un po' più lunga ancora in elaborazione, terrò conto di quello che mi hai scritto, senza dubbio.
I intend to live forever, or die trying.
(Groucho Marx)