Scatole Cinesi

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di @Emy
Racconto traghettato da WM: [MI-101] Scatole Cinesi

Mariano Mariani, un single convinto da abitudini alimentari inusuali, era seduto in cucina intento a consultare un manuale culinario del XVII secolo, quando la voce di un pappagallo rimbombò per tutta la casa: aprimi, aprimi. Si alzò di malavoglia e andò ad aprire la porta.
«Buongiorno. Signor Mariani?»
«In persona! Cosa posso fare per lei?» rispose cordialmente inforcando gli occhiali per vedere meglio il nuovo arrivato.
«Sono Greco Maltese del Speedy Gonzales Post Office. C’è una consegna per lei.»
«Mai sentito! — esclamò Mariani e si grattò la fronte confuso. Non ricordava di aver ordinato qualcosa. Le sue spezie preferite arrivavano dall'Oriente ogni quindici del mese e ancora mancava una settimana. — Siete nuovi in città?» Il ragazzo, poi, era troppo magro per essere un corriere. Da quella distanza non riusciva nemmeno di vedere il suo viso, nascosto sapientemente da un berretto di lana, una cosa impensabile in piena estate. Dal badge sulla tuta azzurra sorrideva un topo in sella di una moto straniera, mai visto in vita sua.
«Assolutamente no! Esistiamo da ben cent’anni. Non ha mai sentito parlare del nostro fondatore Salvatore Rapido? Impossibile!»
«Mai! Arrivederci!» rispose con broncio. Era sicuramente uno scherzo e anche di pessimo gusto.
«Aspetti! Ma cosa fa? Dove va? Torni indietro! Deve fir… »
Roba da matti, pensò Mariano Mariani mentre la porta sbatteva con tonfo alle sue spalle. Detestava essere interrotto quando leggeva, specie se si trattava di una nuova ricetta ancora da testare. Dove era rimasto?, si chiese appoggiando il sedere grosso sulla sedia. Ah, sì, al risotto con papaya della Papuasia: si diceva avesse proprietà curative e dimagranti.
Aprimi, aprimi. Un’altra volta il campanello pappagallesco. Chi era ora?
«Signor Mariani! Non si chiude la porta in faccia a un lavoratore onesto!» sbraitò il ragazzo di prima. Ai suoi piedi c’era un grosso pacco bianco con un fioco nero.
«Ancora lei?»
«Non me ne vado finché non mi faccia una bella firmetta! In settanta tre anni di servizio non ho mai disatteso una consegna e non sarà certamente lei a rovinarmi la media! Intesi?»
Mariano sospirò, la fronte corrugata. Non era solo troppo magro, anche troppo vecchio! Come faceva ad avere una linea così perfetta? L’invidia si propagò in tutta la sua anima grassa. Gli occhi vispi e grigi saettavano dal postino rapido alla porta dell’ascensore ancora aperta.
«Siamo sulla candid camera, vero?» Da qualche parte dovevano aver nascosto i microfoni e le telecamere. Ma dove?
«Cosa? No! Senta, la prego. Basta fare storie! — il vecchietto dall’aria giovanile indicò lo spazio vuoto sul foglio bianco che teneva in mano — Una firma qui, e anche qui, e pure sulla riga a destra qui in fondo; prende in consegna il malloppo; io torno al lavoro. Tutti felici e contenti!»
«Ha detto il malloppo, quindi la grana?»
«Mica ho aperto il suo pacco! Siamo professionali, noi! Per chi mi ha preso, scusi?»
Mariano non capiva più niente, però pur di non dover sentire più quella voce stridula ma decisa cambiò d’un tratto la strategia.
«Chi ha detto che è il mittente?»
«Non l’ho detto! Non l’ha chiesto!» canticchiò il postino del Speedy Gonzales Post Office prima di abbassare il capo per controllare la bolla di accompagnamento. «La carta canta! Qui dice chiaro e tondo che il pacco qui presente è stato inviato da S.S.C.D. di Domodossola.»
«Come, scusi?» Mariano non conosceva nessuno con quelle iniziali. Doveva trattarsi di una testa coronata, pensò curioso. Oppure quel S.S poteva indicare Sua Santità. Qual era il nome del nuovo papa e che diavolo faceva a Domodossola? Forse era in vacanza.
«S.S.C.D dove il primo S sta per società, il secondo per salute, il penultimo per cure e infine c’è dimagranti.»
«Mi dà del grasso, forse? Ma come si permette!» si scandalizzò Mariani. Aveva un paio di chili in più, 89,33 per esattezza, dire però che era da mettersi a dieta: questo mai!
«Per carità, no! Lei è in una forma smagliante, signor Mariani. Mi ha domandato chi fosse il mandante e le ho fornito una risposta esauriente. C’è però di più! C’è anche una lettera, per lei, sempre dagli stessi signori della S.S.C.D.»
«E che dice?»
«E io che ne so? Per chi mi ha preso, scusi? Noi siamo…»
«Professionali, non me lo deve ripetere due volte. Dove devo mettere la sigla?»
«Meglio per esteso. Sa, le regole della ditta. Lei capisce, no? Noi del Speedy Gonzales Post Office siamo…»
«Professionali, ho capito.»
«No, a dire il vero volevo usare un’altra parola.»
«Professionisti?»
«Pignoli.»
«Mi faccia firmare, va…»
«Ecco, qui… poi qui… e alla fine qui… a destra… una firma più leggibile, signor Mariani. Non siamo…»
«Delle vere rompiscatole! Posso prendere il malloppo, ora?»
«Sì, tutto suo! Ecco anche la busta!»
«Grazie. Arrivederci.» disse Mariani e, sbattuta la porta con la gamba destra, si diresse nella cucina chiedendosi cosa contenesse quel pacco misterioso che pesava tanto.
Aprimi. Aprimi. Ogni postino che si rispetti suona due volte anche quando viene ignorato. Quella era la massima di Salvatore Rapido e tutti i suoi impiegati la rispettavano a lettera da ben dieci decenni. Maltese Greco non faceva eccezione. «La ricevuta! Ha dimenticato la ricevuta! Signor Mariani, signor Mariani!»
Quest'ultimo non sentì nemmeno le grida del corriere né la sua ultima replica.

A notte fonda, Mariani era seduto per terra della cucina con la missiva firmata S.S.C.D in mano, un sorriso compiaciuto stampato sul viso ovale. Le guanciotte piene e rosse sorridevano anche. Aveva letto e riletto diverse volte il contenuto della lettera e continuava a non capire chi erano quei signori e come erano arrivati a lui. Aveva fatto persino alcune ricerche in rete, tutte infruttuose. Nessuno, sembrava, era a conoscenza del loro centro a Domodossola, tantomeno delle cure miracolose che dicevano di aver messo al punto, grazie a un team di esperti di alto livello e fama mondiale.
Prof. Miracle Wonder, di Londra, dr. Stecchino dell’Università Magro made in Italy di Arco, Trentino Alto Adige, l’alta eminenza della magrezza prof. dr. Tapis Roulant di Parigi, e una serie di nomi non facilmente pronunciabili da ogni angolo del pianeta Terra. Si poteva fidare? La lettera era piena di paroloni grossi (non grassi si disse sorridendo) e prometteva un successo invidiabile. Avrebbe potuto, se usava regolarmente i prodotti che avrebbe poi trovato nel pacco, perdere i suoi 89,33 chili (esatti in grammo, come diavolo facevano a sapere?) in una settimana. Se non soddisfatto sarebbe stato rimborsato in meno di 24 ore.
«Ma se non ho pagato un centesimo?» esclamò Mariani sempre più convinto che si trattasse di uno scherzo idiota. Decise di cestinare immediatamente la lettera. Aveva perso fin troppo tempo in stupidaggini invece di fare la ricerca. Il libro antico di gastronomia lo attendeva. Avrebbe continuato la lettura a letto per conciliare il sonno.
Nel frattempo, il pacco nei colori della Juventus, non proprio sua squadra del cuore, anzi, rimaneva in corridoio sigillato. L’indomani l’avrebbe riportato a quei pazzi del Speedy posta rapida.
All’alba un rumore secco svegliò Mariani che aprendo gli occhi si trovò una sorpresa inaspettata in camera da letto: il pacco della S.S.C.D, la Società Salutista delle Cure Dimagranti.
«Impossibile!» gridò, gli occhi sgranati. Aprimi. Aprimi. rimbombò per tutta la casa.
Mariani si alzò di malavoglia e andò a scartare il pacco. Tolse il fiocco nero e l’aprì. Fischiò. Dentro c’era una pacco più piccolo. Aprì anche quello. E quello successivo. Poi ne trovò un altro, e un altro. E un altro ancora.
Passata una settimana insonne la cura dimagrante non era ultimata, come sperava. Le sorprese non finivano mai, accompagnate dal solito incitamento pappagallesco. Aprimi. Aprimi.

Sarà che Greco Maltese aspettava ancora di dargli la ricevuta?
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