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La riffa

Posted: Sun Nov 30, 2025 7:55 pm
by Gustavo_Van_Pelt
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Tutto cominciò con il racconto di un vecchio, mezzo cieco e ritenuto da tutti “tocco” per aver divorziato dalla moglie sostenendo che non sapeva sognare. Fu lui a parlarci della riffa, una lotteria diversa da tutte le altre per via delle tessere nere.
Come in ogni lotteria, a ogni partecipante veniva consegnata una tessera, mentre il suo doppio finiva in una grande bussola di terracotta. Quando si annunciava un premio, si estraeva una tessera e il possessore di quella corrispondente risultava vincitore.
Una buona idea, ma non originale. Per renderla più interessante – così raccontava il vecchio – furono introdotte le probabilità avverse.  
Ci trovammo concordi: serviva anche a noi qualcosa che ci facesse sentire davvero partecipi. Nessuno si sarebbe accontentato di una bottiglia di vino o di un ferro da stiro. Io allora sedevo nel Consiglio amministrativo, e decidemmo di rendere obbligatoria la partecipazione a tutti gli abitanti. La riffa si sarebbe tenuta una volta l’anno, in una data sempre differente.
All’inizio funzionava così: ogni trenta tessere fortunate, una nera. E le penalità erano leggere: una notte in una casa abbandonata, uno schiaffo sulla nuca, una corsa nudi per le vie della città. Un rischio minimo, che faceva ridere sia la folla che gli sfortunati.  
Ma negli anni la fama della lotteria cominciò a valicare i confini, distorta da racconti fantasiosi. Una delle nostre prime regole era non parlarne agli stranieri, eppure non tutti la rispettarono. La popolazione aumentava, attratta dalle leggende della riffa. 
Fu allora che capii che la fortuna raramente coincide con la felicità. Abbiamo bisogno dell’assurdo per sentirci vivi. Lo sapevo e lo accettavo. Credevo nel sistema – ci credo ancora, nonostante oggi sappia di aver partecipato alla mia ultima riffa.
Col tempo, infatti, non solo le tessere nere aumentarono, ma le punizioni si fecero più pesanti. Se prima bastava uno schiaffo, ora si parlava di marchiature; se prima si pagava una multa, ora si perdeva la casa. Il potere del vecchio – immobile nelle sue rughe e nei suoi occhi stretti – crebbe fino a sostituire gli organi comunali. Ogni decisione passava da lui.  
Io lo appoggiai sempre. Non rimpiango le cose che ho perduto, né quelle che perderò. Nessuno mi obbligò a restare: avrei potuto andarmene, denunciare tutto, raccontare al mondo che qui siamo tutti pazzi. Non l’ho fatto. Ho continuato a partecipare, talvolta godendo di premi inattesi, altre soffrendo le penitenze: un anno fui dichiarato invisibile e potei rubare ciò che volevo; un altro vissi in una cantina, nutrito solo di latte acido e radici; un altro ancora mi fu “donata” la moglie di un amico.
Oggi, però, mentre scrivo queste righe, ripenso all’ultima tessera nera che mi è toccata in sorte. La disperazione mi fa compagnia. Sono disteso in uno spazio angusto; sento la terra filtrare fra le assi di legno. Ai piedi, una lampada emana una luce fioca: hanno detto che durerà tre, forse quattro giorni. Poi si spegnerà. 
Mi hanno lasciato un quaderno e una matita. Scrivo a fatica: la luce è bassa e la mente comincia ad arrendersi. Ho anche una bottiglietta d’acqua, ormai a metà. Finirà prima dei miei pensieri.
Non temo la morte, né l’aria che si assottiglia qui, nella cassa di legno, a mezzo metro dalla superficie. Mi riesumeranno alla prossima riffa. E per allora sarò morto.
No, non è la morte a spaventarmi. È l’impossibilità di partecipare ancora. La sepoltura sarà il mio ultimo atto: il corpo che si dissolve, l’aria che fugge nelle crepe del mondo. 
Ma la riffa continuerà, sconfinata, interminabile. Anche senza di me. 

Re: La riffa

Posted: Tue Dec 02, 2025 12:56 pm
by Millenialbroccola
Mi è piaciuto molto questo racconto. L'ho trovato un' ottima rappresentazione della teoria della rana bollita
In fondo nella società siamo tutti rane, e il sistema che ci circonda è solo una gigantesca vasca di acqua calda.
Il nostro bisogno di avere, possedere, ottenere ci porta a fidarci di chiunque prometta qualcosa, tanto se ci sono 30 possibilità di uscirne vincitori, e solo una di andarci a rimettere, che ci importa? Intanto i media e i politici continuano ad attizzare il fuoco sotto di noi. Tanto a essere lessati per primi saranno gli altri, quindi continuiamo pure così.
Finché non tocca a me, tutto ok, giusto?
Poi, quando l'acqua inizia a scottare sul serio, magari alcuni più furbi si adattano, creano delle barche resistenti e si proteggono, tutto pur di non combattere contro il sistema.
E chi non ha potuto costruirsi la barca? Beh non è mica colpa mia, se non sono responsabile diretto della sciagura altrui, non mi sento colpevole e va bene così. Qui mi ricorda invece la morale dietro al Dilemma del tram
Quindi, in sostanza, la nostra vita altro non è che una giocata continua alla Riffa, fingiamo vada tutto bene perché ci sentiamo gratificati dai regali e dall'idea che a venire umiliato sia sempre qualcun altro.
Poi quando un giorno ci troveremo sepolti vivi, oppure completamente lessi, oppure ancora legati ai binari di un tram, saremo stati talmente assuefatti dalla situazione, da accettare passivamente il tutto, senza chiederci quando, e come, avremmo potuto far qualcosa.
Complimenti, non è semplice trattare certi temi.

Re: La riffa

Posted: Tue Dec 02, 2025 11:58 pm
by Gustavo_Van_Pelt
Ti ringrazio moltissimo @Millenialbroccola: il tuo commento è quasi un racconto nel racconto. Mi fa davvero piacere che il mio testo ti abbia suggerito tutte queste connessioni… quindi quando hai scritto di essere una psicologa mancata, mentivi :)

La teoria della rana bollita la conoscevo, mentre il dilemma del tram — soprattutto con tutte le sue varianti — mi ha mandato in confusione.
Io sono un mix di pragmatismo e insicurezza e, quando leggo questi test, divago: invece di rispondere alla questione, comincio a farmi mille domande laterali.
È vero, nella prima versione probabilmente devierei il treno: maledetto principio dell’utilitarismo.
Ma nella seconda, quella dell’uomo cicciotto, la mia mente si blocca: non esiste nessuno così ciccio da fermare un treno, penso, dai! E allora vado in tilt.
La terza poi, con la bambina sul binario, mi devia del tutto: “Ma chi è il pazzo che lega tutta questa gente? E perché proprio mentre passo io? L’oroscopo non diceva nulla!”

Mi è tornata in mente anche una cosa successa la settimana scorsa: una mia collega mi ha raccontato di suo marito, sul furgone, che ha fermato un uomo che voleva buttarsi da un ponte qui a Cuneo.
Mi piace pensare che avrei fatto lo stesso. Spero di sì. Chissà poi cosa succede davvero in quei due secondi che decidono tutto.
E poi quella scena di un film (non ricordo il titolo): la valanga, il padre che scappa, la madre che protegge i figli. Bastano pochi secondi per cambiare una famiglia per sempre.
Mannaggia quante riflessioni mi fai fare, ahah! Io che di psicologia non capisco nulla.
Sui terroristi di Nairobi e su Kant passo la mano: ho già il cervello che fuma!

Rimanendo sulla scena iniziale del dilemma del tram, mi è venuta in mente una soluzione… risolutiva. Questa!

Così, zero testimoni, e dovrei combattere solo (solo!) con i sensi di colpa. 
Ti ringrazio davvero per le belle parole e per avermi fatto fare tutti questi collegamenti che io non avevo considerato.
Io continuo a scrivere i miei raccontini: questa settimana tocca alla storia d’amore senza cliché. Vediamo come va!
Grazie ancora per la lettura attenta!

Re: La riffa

Posted: Wed Dec 03, 2025 11:52 am
by Millenialbroccola
@Gustavo_Van_Pelt
Beh la laurea in Psicologia in tasca ce l'ho, anche l'abilitazione alla professione, non ho mai lavorato come Psicologa, ma ci arriverò piano piano.

Comunque la mia soluzione preferita al dilemma è questa.

Se vuoi approfondire in modo leggero la retorica del tram, e ti piacciono le serie tv assurdamente comiche, ti consiglio di guardarti "The good place" nella seconda o terza serie c'è una puntata dedicata esattamente a questo.
La serie è un po' particolare, devi avere un po' di gusto verso la blasfemia e il nonsense, però se la prendi nel modo giusto, è una piccola gemma.

Altrimenti, se ti piacciono i giochi da tavolo, questo è molto carino.
Se apprezzi il black humor di Cyniade and Happiness, e non temi di scoprire quanta poca eticità hanno i tuoi amici, diverte un sacco.

Resto in attesa della storia d'amore senza clichè. Sembra impossibile, vediamo che tiri fuori. Ti farò sapere cosa ne penso!

Re: La riffa

Posted: Wed Dec 03, 2025 7:54 pm
by Gustavo_Van_Pelt
Ah, quindi una psicologa in rampa di lancio! Giusto procedere un passo alla volta… una mia professoressa, il ritratto della saggezza, ripeteva sempre: “la gattina frettolosa fa i micini ciechi”.

Mi sono appuntato la serie. Ho controllato: nonsense mi piace, blasfemia va benissimo, quattro stagioni da 25 minuti a puntata… sì, sono nel mio!
Ho un rapporto complicato con film troppo lunghi e libri troppo spessi: mi fanno paura.
(Ci sarebbe di che approfondire con la psicologia, ma per ora mi limito a fuggirli, ahah.)

Grazie per le dritte! E sul racconto d’amore senza cliché ti aggiornerò presto.

Re: La riffa

Posted: Wed Dec 03, 2025 9:41 pm
by Millenialbroccola
Gustavo_Van_Pelt wrote: (Ci sarebbe di che approfondire con la psicologia, ma per ora mi limito a fuggirli, ahah.)


Se vuoi ti lascio il mio numero quando inizierò a lavorare. Se lo farò mai :arrossire:

Se ti capita di guardare The good place fammi sapere cosa ne pensi.
Fa ridere un sacco, ma alla fine ti lascia un po' di amarezza, il giusto per affezionarti alla storia e portartela dietro anche anni dopo, non so se mi spiego.
è una delle pochissime serie che sono riuscita a vedere per intero, solitamente le abbandono tutte.

Per il resto ci riaggiorniamo quando avrai pubblicato il prossimo racconto, sono veramente curiosa